Sicilia a rischio crollo?

Voci allarmanti, una lettera scritta di pugno dal Presidente del Consiglio e un susseguirsi si smentite e conferme. Tre gli attori in scena: Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, il presidente Mario Monti e Confindustria.

La Sicilia è davvero a rischio default?

Ci sono delle criticità, nessuno lo nega, ma il nostro debito è di circa 6 miliardi e pesa su un bilancio di 27 mld” sono le ultime dichiarazione del Presidente Lombardo, che ha confermato la presenza di “un’obiettiva crisi di liquidità nei conti della Regione”.

A fare i conti in tasca ai piccoli imprenditori ci ha provato Infoiva, grazie all’aiuto di Giuseppe CasconePresidente di CNA Sicilia (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccole e media impresa). A lui abbiamo chiesto quanto la gravità della situazione politica nella Regione, che ormai ha assunto proporzioni nazionali, incida sulla piccola e media imprenditoria e quali sono le reali difficoltà che un’azienda o un aspirante imprenditore sono costretti ad affrontare, per ‘fare impresa’ in una Regione ancora così ricca di contrasti e luci e ombre.

La piccola imprenditoria in Sicilia: quante sono le piccole imprese? In quali province sono maggiormente diffuse? Quali settori produttivi sono favoriti?
La piccola impresa è diffusa in maniera omogenea in tutte le 9 province siciliane e rappresenta l’asse portante del sistema produttivo, soprattutto oggi dopo il venir meno, nel nostro territorio, di una grande industria come la Fiat. Agricoltura, Artigianato e Commercio sono i settori in cui operano le oltre 300.000 imprese del territorio siciliano.

La Regione offre degli incentivi a chi decide di avviare una nuova attività in Sicilia?
Purtroppo oggi in Sicilia non c’è alcuna misura incentivante per le imprese Start Up.

Quali sono le maggiori difficoltà che un aspirante imprenditore deve affrontare nell’avviare la propria attività?
I giovani che vogliono intraprendere una nuova attività imprenditoriale devono combattere con la burocrazia per le autorizzazioni e con le banche per i finanziamenti necessari.

Negli ultimi giorni è balzata alle cronache la notizia di un possibile rischio default della Sicilia. Le cose stanno davvero così?
Non so se la Sicilia stia rischiando di fallire, quello che so è che migliaia di imprenditori siciliani sono in difficoltà soprattutto perché la Regione Sicilia non fa niente per il lavoro produttivo dentro le imprese.

A questo proposito, lo Stato ha reagito con l’immissione di 400 milioni di euro nelle case della Sicilia. Il problema della mancanza di liquidità quali conseguenze ha avuto sulla piccola imprenditoria? Quante imprese sono state costrette a chiudere?
Al 31 dicembre del 2011 le imprese artigiane iscritte agli albi camerali risultavano 5 000 in meno rispetto a qualche anno fa. Le conseguenze di un calo così profondo sono da riscontrarsi nella crisi economica e nell’ assoluta mancanza di iniziative da parte della Regione e dello Stato volte a contrastare la crisi.

Quanto la pressione fiscale (in questi giorni si parla di livelli record, pari al 55%) soffoca la piccola e media imprenditoria in Sicilia?
La pressione fiscale è molto più pesante in Sicilia che nel resto del Paese per l’inefficienza degli Enti locali e della Regione. Sulle imprese Siciliane si riversa il costo della macchina pubblica regionale e i costi della Sanità, l’Irap costa di più alle imprese siciliane che alle imprese del nord.

La conseguenza di una pressione fiscale così alta è l’evasione? Quanto è diffusa?
Il lavoro nero e l’evasione sono una piaga che affligge tutte e 9 le province siciliane. Si tratta di fenomeni che vanno contrastati, lo Stato deve intervenire, soprattutto in alcuni settori, come quello dei servizi alle persone.

Su cosa dovrebbe puntare la piccola imprenditoria siciliana in un momento di crisi così forte come quello che stiamo vivendo?
La preoccupazione dell’imprenditoria siciliana dovrebbe essere quella di puntare sui mercati interregionali e su processi e prodotti innovativi.

Che cosa potrebbe fare lo Stato per venire in soccorso delle piccole realtà imprenditoriali della vostra regione?
Lo Stato deve assicurare sicurezza alle imprese , liberalizzazioni, riduzione della spesa pubblica e quindi delle tasse e soprattutto sburocratizzazione di tutte le procedure.

La Sicilia ha la classe politica che si merita? Secondo noi no, secondo lei?
Ogni popolo ha la classe politica che si merita perché la sceglie con il proprio voto. E’ tempo che i siciliani scelgano di cambiare davvero, rinnovando e ringiovanendo la propria rappresentanza politica.

Alessia CASIRAGHI

In Sicilia l’agricoltura è a banda larga

La Sicilia è sempre più connessa. L’assessorato regionale siciliano alle Risorse agricole e alimentari ha deciso di stanziare un fondo per la creazione e lo sviluppo, nelle aree rurali della Regione, di reti infrastrutturali e spazi pubblici destinati ad ospitare impianti di collegamento a banda larga.

Il bando porta la firma anche del dipartimento degli Interventi infrastrutturali in agricoltura: la cifra stanziata, pari a 3 milioni e 500 mila euro servirà alla creazione di ”Servizi essenziali e infrastrutture rurali” e di ”Punti di accesso info-telematici pubblici’‘ afferente alla sottomisura 321/A del Programma di sviluppo rurale Sicilia 2007-2013.

Potranno partecipare al bando di finanziamento dell’assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, gli enti locali territoriali, in forma singola o associata, gli enti pubblici e i loro consorzi.

I progetti che saranno presentati da Enti e consorzi, come da piccoli e medi imprenditori dovranno riguardare:

  • la creazione di punti di accesso info-telematici pubblici, compresi gli adeguamenti degli impianti alle norme vigenti
  • l’acquisto e l’installazione delle attrezzature necessarie al funzionamento dei punti di accesso
  • l’allacciamento e primo contratto di utenza.

”Nelle aree rurali si riscontra una complessiva carenza di servizi per la popolazione e le imprese – ha spiegato Francesco Aiello, Assessore alle Risorse agricole della Sicilia. – L’investimento messo in campo servirà a promuovere iniziative capaci di sviluppare servizi in queste zone. In particolare, saranno sistemati spazi pubblici da destinare a impianti per il collegamento con le reti a banda larga”.

Le domande di partecipazione al bando dovranno essere presentate: per la sottofase 1, dalla data di pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana fino all’1 ottobre 2012; per la sottofase 2, dal 2 gennaio al 28 febbraio 2013; per la sottofase 3, dall’1 luglio 2013 al 30 settembre 2013.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito: www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Assessorato.