Contributi a fondo perduto turismo, si può rivedere il progetto per arrivare al 100% dei finanziamenti

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo rafforzate mediante la revisione del progetto già approvato e destinato a essere finanziato. È quanto si ravvisa dal decreto del ministero del Turismo in merito al mix di incentivi destinato alle imprese del settore mediante la rimodulazione degli investimenti e la possibilità di arrivare al 100% di finanziamento. Gli incentivi sono destinati a finanziare la realizzazione di investimenti di spesa relativi:

  • all’efficienza energetica;
  • alla riqualificazione per ridurre il rischio sismico;
  • a digitalizzare l’impresa.

Inoltre, i progetti devono rientrare nella misura prevista dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali sono le imprese del settore turistico che possono beneficiare fino al 100% del mix di finanziamenti?

In particolare, il decreto del ministero del Turismo mira a incrementare gli incentivi delle imprese del settore che hanno già visto riconosciute le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamento. Si tratta, nel dettaglio, degli alberghi, degli agriturismi, delle aziende ricreative, congressuali e fieristiche, degli stabilimenti balneari, dei parchi a tema e porti turistici. Tutte hanno già presentato domanda per finanziare progetti a decorrere dal 28 febbraio 2022 per investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La misura di riferimento è la M1 C1 – 4.2.1.

Come procedere con la rimodulazione delle linee di investimento per arrivare al 100% di incentivo?

Il provvedimento mira, dunque, ad incrementare la percentuale di finanziamento alle imprese del turismo che hanno ottenuto meno del 100% di incentivo. Per aumentare il beneficio, le imprese turistiche che hanno già presentato richiesta di incentivo dovranno procedere con la rettifica della scheda del progetto già presentata. In tal modo si possono ricalcolare gli ammontare degli investimenti e si può ridefinire ed eliminare anche una o più linee di investimento.

Come rimodulare gli investimenti per ottenere il mix fino al 100% di incentivo nel turismo?

Nel dettaglio, le imprese del turismo beneficiare già del mix di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, dovranno procedere nella rimodulazione delle linee di intervento rispettando i seguenti passaggi:

  • trasmettere di nuovo la scheda del progetto rimodulato, rispettando i tetti di spesa già concessi;
  • attenersi alle regole fissate dall’avviso del decreto del ministero del Turismo del 23 dicembre 2021.

Quali sono gli investimenti del settore del turismo che possono beneficiare degli incentivi?

Gli incentivi alle imprese turistiche prevedono un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati che possono coprire fino all’80% dell’investimento complessivo. Tali incentivi rimangono in vigore per investimenti effettuati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. Per interventi avviati a decorrere dal 1° febbraio 2020 e non ancora giunti a conclusione, la misura prevista è quella del contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili. Il tetto di spesa è fissato in 40 mila euro, ma si può arrivare fino a 100 mila euro.

 

Bonus turismo, domande dal 23 febbraio 2022 e in arrivo contributi per agenzie e tour operator

A pochi giorni dal via libera della piattaforma per la presentazione del bonus turismo, arrivano precisazione dal ministero in merito alle spese ammissibili, tra le quali il fotovoltaico. La domanda dei contributi può essere presentata a partire dal 21 febbraio 2022, ma entro quel giorno sono attese ulteriori e nuove indicazioni in merito all’utilizzo della piattaforma messa a disposizione dal ministero per le istanze. Intanto sono in arrivo nuovi contributi a fondo perduto per le agenzie turistiche e i tour operator.

Bonus turismo, quali spese sono agevolabili con i contributi del ministero?

Due novità tra le spese ammissibili con i contributi a fondo perduto del bonus turismo. Sia gli impianti solari fotovoltaici che le colonnine di ricarica come infrastrutture negli edifici, infatti, potranno essere inserite tra le spese agevolabili dal bonus. La condizione essenziale è quella relativa all’utilizzo di queste infrastrutture. Il ministero chiarisce, infatti, che l’uso debba essere esclusivo da parte della struttura turistica che ha fatto realizzare il lavoro. Si tratta di interventi che realizzano gli obiettivi di incremento di efficienza energetica, come previsto dalla lettera a) del comma 5, dell’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 2021. Il chiarimento sulle spese ammissibili è arrivato dal ministero del Turismo che ha provveduto ad aggiornare l’elenco degli interventi oggetto di agevolazione.

Bonus turismo, chi può presentare domanda di agevolazioni fiscali?

Ammessi al bonus turismo, secondo quanto prevede la legge di conversione numero 233 del 2021, sono le strutture ricettive, pure all’area aperta. Rientrano nelle agevolazioni le imprese del comparto turistico, le attività ricreative, congressuali e fieristiche, gli stabilimenti balneari, i porti turistici, i complessi termali, i parchi acquatici, faunistici e tematici.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese del turismo, come funziona il credito di imposta?

Le risorse messe a disposizione del ministero ammontano a 500 milioni di euro. Si tratta di un aiuto “combo”, nel senso che si può richiedere:

  • l’80% del credito di imposta sugli interventi effettuati;
  • un contributo a fondo perduto che può arrivare al 50%;
  • un finanziamento a tasso agevolato.

Tuttavia, le procedure per la presentazione delle pratiche potrebbero essere complesse. Infatti, considerando i tempi ristretti a disposizione delle imprese per inoltrare l’istanza, è rilevante il numero dei documenti da presentare per la richiesta degli aiuti. Si tratta di 29 allegati totali, alcuni dei quali non facilmente reperibili in tempi brevi.

Contributi a fondo perduto, quanto si può richiedere con il bonus turismo?

L’importo complessivo che ciascuna impresa operante nel settore del turismo potrebbe arrivare a richiedere, si aggirerebbe intorno ai 140 mila euro. Infatti, dal ministero del Turismo arrivano stime sulla concessione dei contributi a fondo perduto alle prime 3.700 imprese. La domanda deve essere presentata on line attraverso la piattaforma che il ministero del Turismo metterà a disposizione. Al momento la piattaforma non è stata ancora messa in funzione.

Come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e finanziamenti delle imprese del turismo?

Per presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti del settore del Turismo è necessario rispettare alcuni passaggi. Prima del 21 febbraio 2022 il ministero dovrebbe fornire ulteriori informazioni sulle modalità di richiesta dei fondi. In ogni modo, le domande potranno essere presentate a partire dal 21 febbraio e per un mese di tempo (entro il 23 marzo 2022, 30 giorni come da decreto). Entro 60 giorni, ovvero al 22 maggio 2022, il ministero pubblicherà l’elenco dei soggetti del turismo ammessi ai contributi. Le imprese avranno sei mesi di tempo per avviare, dalla data di pubblicazione degli ammessi, gli interventi o le attività di transizione digitale. I lavori devono essere conclusi entro 24 mesi, partendo dalla data di pubblicazione degli ammessi. Entro tale data le spese dovranno essere rendicontate.

Turismo, in arrivo contributi a fondo perduto anche per tour operator e agenzie di viaggio

Sempre per le imprese operanti nel settore del turismo, sono in arrivo ulteriori contributi a fondo perduto per le agenzie di viaggio e i tour operator. Si tratta di ristori mirati per risorse complessive di 200 milioni di euro. Gli aiuti andranno a favore delle due categorie di imprese del turismo per permettere una “sana decontribuzione per 6 mesi e per abbattere i costi e mantenere l’occupazione”. Lo ha spiegato il ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia.

Fare Sistema: la chiave per la ripresa del turismo italiano

 

Infoiva non poteva non salutare questa settimana a tutto turismo senza interpellare Marco Serioli, direttore exhibitions Fiera Milano. La scorsa settimana il polo espositivo ha ospitato BIT 2013, fulcro D.O.C. di un sistema di networking intorno al quale hanno ruotato anche le piccole imprese legate al mondo dell’ospitalità e alle sue risorse. Com’è andata?

Quali prospettive sono emerse dall’ultima Bit relativamente al settore turistico italiano?
Bit 2013 si è aperta con un convegno inaugurale in cui il Ministro Gnudi ha presentato ufficialmente il Piano Strategico per il Turismo. Si tratta di un segnale forte di attenzione verso il settore, un piano atteso da anni. La scelta di Bit come sede privilegiata per presentarlo è la conferma che il settore fieristico, e la Borsa Internazionale del Turismo, in particolare, svolge un ruolo di traino importante.

Avete già avuto un feedback dagli espositori presenti?
Il feedback dei nostri espositori ci dice che, chi si è preparato bene alla manifestazione, ha fatto molto business, incontrando anche molti stranieri. Nonostante la crisi, infatti, il numero degli operatori professionali in Bit è rimasto costante, mentre abbiamo riscontrato un comprensibile calo nel pubblico.
Il punto sta proprio qui: prepararsi, fare sistema. Il turismo italiano ha ancora ampi margini di crescita: abbiamo asset unici al mondo, che nessuno può imitare. Ma, in un mercato sempre più globalizzato, non possiamo più andare in ordine sparso confidando che, per vedere Roma o Venezia, “tanto i turisti vengono lo stesso”.
Basti pensare che oggi sono sul mercato destinazioni che 40 anni fa, quando eravamo primi al mondo, non erano nemmeno aperte al turismo internazionale. La Cina, per esempio, che non a caso quest’anno era ospite d’onore a Bit 2013: è già la terza destinazione al mondo ed entro il 2015 sarà anche il primo mercato outgoing, con importanti flussi verso l’Italia. E le economie emergenti in genere, che alla Bit di quest’anno erano protagoniste.
Dobbiamo coordinarci di più e fare sistema. Se lo facciamo, l’obiettivo indicato dal Piano di passare dall’11 al 13-14% di quota di mercato nella nostra area di riferimento, quella euro-mediterranea, è assolutamente alla nostra portata.

Si tratta di un settore che soffre di molti mali. Quali i più gravi?
Il turismo subisce innanzitutto le stesse dinamiche che affliggono in generale l’economia italiana in questo periodo.
Anche la grande frammentazione dell’offerta diventa un problema quando dobbiamo confrontarci sui mercati internazionali, dove invece i Paesi nostri concorrenti, come Francia e Spagna, possono contare su imprese di grandi dimensioni.
Ma il quadro non è solo negativo: gli imprenditori del settore hanno dimostrato un’eccezionale capacità di risposta in questi anni, sviluppando nuove proposte che rispondono alle esigenze dei target emergenti.

Lo chiediamo anche a lei: quali sono gli “anticorpi” su cui può contare per guarire?
Innanzitutto, come dicevo, l’eccezionale spirito imprenditoriale dei nostri operatori, che in questi anni hanno letteralmente creato dal nulla nuovi segmenti di offerta. Basti pensare al boom degli agriturismi, e all’enogastronomia in generale, ma anche alle molte modalità nuove in cui è stato declinato il turismo culturale, o al turismo della natura.
Per continuare a svolgere un ruolo di primo piano nell’industria turistica globalizzata, l’Italia, considerando anche la nostra struttura dei prezzi, non può che puntare sulla fascia alta e sviluppare un turismo di qualità. Dobbiamo puntare al segmento Affluent, i turisti con alta capacità di spesa, che amano il Made in Italy e lo stile di vita italiano. Il “brand Italia” è di certo un “anticorpo” molto potente: è fortissimo nel mondo ed è particolarmente apprezzato proprio nelle economie che crescono di più, come la Cina o la Russia.
Un anticorpo vincente è senz’altro puntare ancora di più sui turismi tematici, valorizzando l’incredibile varietà di paesaggi, culture, tradizioni enogastronomiche del nostro paese, di un’ampiezza probabilmente unica al mondo.
Dobbiamo anche sviluppare una politica continuativa di grandi eventi che attraggano flussi importanti di turisti, con l’obiettivo di fidelizzarne delle quote importanti. Expo 2015 è l’esempio principe di questo approccio, solo dalla Cina i Tour Operator locali si sono impegnati a portare un milione di persone. Dobbiamo far sì che non rimanga un momento isolato, ma sia il volano di una crescita costante.

In Italia la ricettività turistica è sinonimo, per la maggior parte dei casi, d’impresa familiare. Vantaggio o svantaggio? Perché?
In se stesse le dimensioni non sono né un vantaggio né uno svantaggio, sono una caratteristica. Il nostro intero tessuto economico è dominato da PMI, spesso di eccellenza, che esportano in tutto il mondo. I lati positivi delle dimensioni ridotte sono la flessibilità e la personalizzazione – pensiamo alla riviera romagnola –; quelli negativi, la minore capacità d’innovazione e d’investimento e, talvolta, una preparazione meno adeguata ad accogliere i turisti internazionali. Sarebbe importante rafforzare nella ricettività i nostri campioni nazionali, mettendoli in grado di competere con le grandi multinazionali anglosassoni, francesi e spagnole.
Una “via italiana” potrebbe venire dal nuovo strumento delle Reti d’Impresa, che può riunire aziende che rimangono indipendenti – un requisito spesso irrinunciabile per molti imprenditori italiani – ma uniscono le forze su alcuni punti chiave, moltiplicando la capacità di investire. Anche le associazioni di categoria possono svolgere un ruolo importante, specie nella preparazione, là dove le PMI non possono arrivare con i propri mezzi.

Qual è il suo punto di vista sulla fiscalità che grava sulle imprese turistiche? Eccessiva, giusta, è un freno…?
Non è un segreto per nessuno che in Italia la pressione fiscale sia eccessiva in generale, e le aziende turistiche non fanno eccezione.
A saldi invariati, sarebbe importante riuscire a modulare la leva dell’Iva per portare le aliquote del turismo a livelli paragonabili a quelli dei nostri concorrenti più diretti, Francia e Spagna, che in media hanno aliquote più basse delle nostre.
Il vero problema è il riequilibrio della fiscalità generale, soprattutto liberando dall’eccesso di tassazione il lavoro e le attività produttive.

Per molte imprese italiane il 2013 sarà un anno decisivo: scampare o morire? Anche nel turismo siamo arrivati a tanto?
Non sarei così drastico.. Se consideriamo il mercato globale, che ormai è l’unico vero mercato, il turismo è un settore in costante crescita e anche nel 2013 crescerà, tra il 3 e il 5%. Anche lo scorso anno, il calo di presenze degli italiani è stato compensato dagli arrivi di stranieri e la bilancia dei pagamenti turistica ha incrementato il suo surplus. Anche nel turismo ci sono naturalmente tante imprese in difficoltà, ma un certo livello di ristrutturazione fa parte di qualsiasi crisi. Quello che dobbiamo fare è favorire la riconversione in altri settori delle attività che sono ormai fuori mercato, ad esempio facilitando il cambio di destinazione d’uso per gli immobili della ricettività, e concentrare gli aiuti sulle imprese che invece possono restare sul mercato sviluppando nuovi modelli di business.

Che cosa dovrebbe fare il prossimo governo, a suo parere, per rilanciare l’impresa turistica italiana?
Dovrebbe innanzitutto riprendere e sviluppare l’ottimo lavoro che è stato fatto con il Piano Strategico. Noi come sistema fieristico siamo pronti a dare il nostro apporto in questo senso e già portiamo all’estero molte fiere Made in Italy promuovendo l’Italia come sistema-paese.

 

Paola PERFETTI

Sapore di mare, l’estate italiana profuma di affari

 

Sapore di mare ma soprattutto di sale per il turismo italiano per l’estate 2012. Se il Belpaese è considerato per antonomasia il luogo dove trascorrere un’estate da sogno da migliaia di turisti stranieri e non solo, complici la tradizione culinaria eccellente, le città d’arte e le spiagge incontaminate, sembra proprio che gli italiani nutrano una scarsa consapevolezza delle proprie potenzialità. Almeno in fatto di turismo.

Stupisce poi che a sottolinearlo sia proprio il Ministro del Turismo Piero Gnudi: “Il turismo è sempre stata una delle parti più importanti della nostra economia, ma nessuno, forse nemmeno gli italiani, sa quanto sia importante nel tessuto economico, sia in termini di rapporto al Pil sia in termini di occupazione”.

Secondo i dati raccolti dal Conto Satellite Turismo 2012, primo report statistico sul business delle vacanze, il turismo in Italia coprirebbe ben il 6% del Pil nazionale, staccando di molto Paesi come la Francia, dove raggiunge solo il 4% e il Regno Unito, per il quale il turismo copre una fetta pari al 3,8% del Pil nazionale.

Che l’Italia fosse meta prediletta per il turismo è cosa risaputa. Ad averne minor consapevolezza sembrano però, almeno secondo le parole del ministro, gli operatori del turismo lungo tutta la penisola: piccoli e grandi imprenditori, ristoratori e albergatori.

Per inciso: l’Istat non aveva mai quantificato in termini numerici prima d’ora quale fosse il reale impatto dell’industria turistica – il business delle vacanze – sull’economia italiana.

E i risultati, attesi un po’ troppo a lungo, si sono rivelati sorprendenti: nel 2010, il valore aggiunto prodotto in Italia dalle attività connesse al turismo (al netto dei costi di produzione dei beni e servizi venduti) è stato pari a 82,8 miliardi di euro, (10 miliardi in meno di quanto raccolto con l’Imu, per intenderci) una cifra che il 6% del totale di tutte le attività economiche del Paese. Non solo: considerando anche l’indotto del settore, in termini di commercio, servizi e terziario, la cifra sale al 10,9%.

Scendendo nel dettaglio, il 63,6% del fatturato turistico concerne l’alloggio e la ristorazione, mentre il 25% riguarda l’acquisto di beni come i souvenir e i prodotti alimentari. Per i trasporti si va dal 3,9% delle spese per spostamenti in aereo con vettori italiani, all’ 1,6% del settore marittimo e ferroviario.

E a voler fare i conti per quanto ci aspetterà per i prossimi mesi, le previsioni per l’estate 2012 sono più che rosee: meno europei e americani pronti a partire per Firenze, Roma e Venazia, ma moltissimi scandinavi, cinesi e giapponesi pronti a fare le valigie per godersi il solleone nelle spiagge più belle e selvagge della penisola. Almeno secondo quanto riferisce l’Osservatorio sul turismo di Unioncamere. A confermare i dati ci pensa anche il Presidente dell’ENIT, Pier Luigi Celli: “il Monitoraggio Estate 2012 restituisce l’immagine di un settore turismo che, in tempi di crisi, si conferma asset strategico per lo sviluppo del Paese, attorno a cui seri e “intelligenti” investimenti possono ancora garantire obiettivi di ritorno immediato”.

Ma qual è il ruolo svolto dalla piccole imprenditoria nel settore turistico in Italia? Quante strutture alberghiere sono ancora a conduzione familiare e quante invece sono appannaggio di grosse catene internazionali? Come si incentivano le start up impegnate nel settore ‘vacanze’?

A queste domande cercheremo di rispondere nei prossimi giorni noi di Infoiva, per scoprire quale sia lo stato di salute del turismo in Italia.

 

Alessia CASIRAGHI

Resistono gli affitti delle case vacanza

Fimaa-Confcommercio hanno elaborato l’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2011 dal quale si evidenzia che per il mercato immobiliare turistico non è ancora ripresa, ma la situazione resta all’insegna della stabilità. Si nota una più limitata riduzione percentuale annuale del numero di compravendite di appartamenti turistici rispetto a quella rilevata nel 2009 e nel 2010, che si aggirvaa intorno al -3%.

Gli operatori immobiliari che attestano un calo delle vendite nelle località marine rispetto a quelle montane e lacuali aumentano, confermando in ogni caso una certa stabilità. Stabili anche gli affitti (57% degli intervistati), nonostante una leggera performance in calo relativa alle località marine rispetto a montagna e lago. Nelle località marine, in media, solamente i prezzi minimi, considerati indipendentemente dalla localizzazione urbana, presentano una variazione con segno “meno”, mentre quelli massimi crescono in un anno dello 0,4%.

“Ci sono variazioni percentuali annuali sui prezzi massimi medi degli appartamenti riferite alle zone urbane “top” che presentano variazioni annuali positive, tanto nelle località marine, quanto in quelle non marine. Passando alle classifiche delle principali località turistiche per prezzi medi più elevati degli appartamenti e delle maggiori rivalutazioni percentuali annuali nominali dei prezzi medi, Cortina, Capri e Forte dei Marmi guidano, analogamente al 2010, la graduatoria decrescente dei prezzi massimi medi delle top locations. Seguono Santa Margherita Ligure e Madonna di Campiglio che si sono scambiate di posizione, e, dal 5° al 9° posto, Porto Cervo, Courmayeur, Positano, Viareggio nelle stesse posizioni dello scorso anno. In 9° posizione fa il suo ingresso Varigotti, nuovo monitoraggio del 2011. Sono 8 su 11 nella classifica dei prezzi medi più elevati le località di mare, ad espressione di una generale maggiore appetibilità: nella top ten, fra le località di montagna, compaiono solamente Cortina d’Ampezzo (saldamente al primo posto), Madonna di Campiglio e Courmayeur“.

A differenza dello scorso anno, dove solo nella regina delle rivalutazioni dei prezzi nelle località marine (che era Capri con +2 punti percentuali) si riscontrava una rivalutazione superiore all’inflazione, quest’anno nelle prime 4 posizioni si assiste ad una variazione annua in grado di sovrastare l’inflazione media annua (del 2,3% a maggio 2011): a guidare la graduatoria c’è Sistiana Mare-Porto Piccolo (TS) interessata da un innovativo sviluppo immobiliare, seguita dal Lido di Ostia (oramai considerata come una nuova periferia di pregio romana, sul mare), ed al terzo posto Cervia, in provincia di Ravenna. La maggiore rivalutazione percentuale dei prezzi medi di appartamenti al lago o montagna, è di Piancavallo e Sella Nevea, che rispetto ai dati 2010 guadagnano oltre 2 punti percentuali. Ad essa seguono variazioni medie più contenute, nel range +1,1 – 1,8: in ordine crescente Folgaria, Malè, Saint Vincent, Roccaraso, Cavedine, Assisi, Cavalese“.

“Insieme al Friuli, anche in Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna e Veneto si calcola una variazione percentuale annuale nominale positiva dei prezzi medi di appartamenti nelle località marine, a testimoniare un clima di generale miglioramento nella congiuntura immobiliare rispetto allo scorso anno”. – questo quanto si legge nel report elaborato.

Torino: colpo grosso grazie al Giro d’Italia e adunata degli Alpini

Nell’ultimo fine settimana Torino ha vissuto un incremento economico grazie al turismo molto importante. Gli eventi che hanno segnato la svolta sono stati il passaggio del Giro d’Italia e l’Adunata nazionale degli Alpini. Secondo la ricerca condotta da Ascom, se il turismo ha visto segno positivo, meno bene sono andati i negozi del centro e la ristorazione di lusso.

Tra i turisti stranieri si sono visti diversi francesi, tedeschi e russi che si sono concessi spese pari circa al weekend relativo ai festeggiamenti del 150esimo dell’Unità d’Italia. Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom ha commentato: “Rispetto al primo monitoraggio compiuto all’inizio delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia quello che balza all’occhio è un clima decisamente più positivo, segnato da una maggiore fiducia da parte del tessuto economico cittadino. Anche perchè il business commerciale non ha riguardato solo il centro della città, come invece era accaduto per il 17 marzo“.

Pavia premia l’eccellenza ricettiva: 111 strutture si attestano “di qualità”

Sono 111 le strutture della provincia di Pavia che, quest’anno, hanno ottenuto il marchio di qualità italiana per l’ospitalità. La targa raffigurante la “Q” di qualità e l’attestato  è stato dato a 39 agriturismi, 54 ristoranti e 18 alberghi che sono stati esaminati dagli ispettori di Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) confermando elevati requisiti.

Il Presidente della Camera di Commercio, nel discorso introduttivo della premiazione ha parlato di Pavia, come una provincia “ancora un po’ troppo addormentata che non riesce a sviluppare appieno le sue molte potenzialità turistiche attraverso un gioco di squadra” confidando però in una ripresa salda garantita da eventi culturali di primordine come “Autunno Pavese” e la manifestazione “Emergente” alla Certosa Cantù di Casteggio – ha aggiunto infatti – “la provincia di Pavia ha tutto per competere e per attrarre turisti, dunque per proporsi ai visitatori di Expo 2015. L’ospitalità deve essere il nuovo valore aggiunto, la cornice di riferimento, siamo sulla strada giusta e occorre continuare con decisione, coesione e collaborazione“. Il giornalista Luigi Cremona autore della “Guida Touring” ha invitato i titolari di alberghi e ristoranti ad essere “i primi promotori del territorio“.

Federalberghi promuove il Datatur-Trend: statistiche sull’economia turistica

Si chiama “Datatur – Trend e statistiche sull’economia del turismo” ed è un documento realizzato da Federalberghi in collaborazione con il Centro Studi Superiori sul Turismo di Assisi e con l’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo al fine di fornire una panoramica dell’economia nazionale del settore turistico. In particolare fotografa lo scenario economico-turistico globale, il posizionamento dell’Italia, il movimento dei turisti, la bilancia valutaria del settore, il mercato del lavoro ed i trasporti il tutto con una cadenza annuale.

Il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca ha commentato: “Con questo volume abbiamo inteso produrre uno strumento di facile consultazione ed approfondita analisi, per rappresentare in modo sintetico il punto d’arrivo del settore e le sue reali prospettive”. Una nota dell’ Ente Bilaterale Nazionale Turismo aggiunge che si tratta di “Prospettive sicuramente ancora enormi ed alle volte inespresse, che con questo lavoro abbiamo inteso proporre, certi che l’Italia meriti ben altra posizione nella graduatoria mondiale dei paesi a maggior vocazione turistica”.