Fondi Europei: il quadro di aiuti all’Italia 2021-2027. Quanti soldi avremo?

OpenCoesione il 14 aprile 2022 ha pubblicato il Quadro degli Aiuti Europei rientranti nella Politica di Coesione e diretti all’Italia. Vediamo come saranno ripartiti i fondi europei che arriveranno all’Italia nei prossimi anni.

Cos’è la Politica di Coesione

I prossimi anni saranno essenziali per la ripresa economica dell’Italia e già ora il governo è impegnato con la corretta gestione dei fondi del PNRR che potranno rappresentare la svolta per l’Italia. Proprio per questo il PNRR è stato  paragonato al piano Marshall che ha aiutato la ripresa dell’Italia nell’immediato dopo guerra. Per capire la ripartizione dei fondi è necessario partire da una breve disamina sulla Politica di Coesione. Si tratta di un quadro politico composto da centinaia di migliaia di progetti diretti ai vari Paesi dell’Unione Europea. Tali progetti ricevono aiuti attraverso i vari fondi. In particolare:

  • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ;
  • FSE (Fondo Sociale Europeo);
  • Fondo di Coesione (destinato agli Stati Membri con un PIL inferiore al 90% della media del PIL europeo. In questa media non rientra però la Croazia).

L’obiettivo è ridurre il divario economico e sociale tra i vari Paesi dell’Unione Europea.

Fondi Europei: cosa prevede la politica di coesione 2021-2027

Il quadro di aiuti della Politica di Coesione 2021-2027 in favore dell’Italia comprende 148 miliardi e 70,3 milioni di euro. Di questi fondi la maggiore quota andrà alle Regioni del Sud Italia.

Come sono divisi i fondi europei destinati all’Italia?

  • 43,1 miliardi di fondi europei, nello specifico:
    – 42 miliardi e 179,6 milioni a valere su Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e Fondo per una transizione giusta (JTF)
    – 947,7 milioni per i Programmi di cooperazione europea (Interreg)
  • 32,4 miliardi di cofinanziamento nazionale ai PON (programmi operativi nazionali) e ai POR (programmi operativi regionali)

  • 299,3 milioni di cofinanziamento nazionale ai Programmi Interreg

  • 5,2 miliardi per i Programmi operativi complementari

  • 66,8 miliardi per i Piani di sviluppo e coesione finanziati dal FSC 2021-2027 .

Ulteriori Fondi europei destinati all’Italia

Nel frattempo sono stati avviati i negoziati tra Roma e Bruxelles per l’accordo sul partenariato relativo ai fondi 2021-2027. Negli accordi rientra anche il nuovo fondo FEAMPA, Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura che ha una copertura totale di 987,2 milioni, di cui 518,2 milioni di fondi europei mentre la rimanente parte sarà a carico dell’Italia.

Deve essere sottolineato che nei fondi ora visti non rientrano i React Eu, si tratta di 14,4 miliardi contabilizzati nel ciclo 2014-2020. Inoltre ai Fondi Europei devono essere aggiunte ulteriori risorse di 30,6 miliardi del Fondo complementare al PNRR.

Per la PAC ( politica Agricola Comune) l’Italia riceverà invece 27,9 miliardi per il periodo intercorrente tra il 2021 e il 2027, rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea siamo quarti dopo Francia, Spagna e Germania.

Per conoscerere cosa prevede la PAC, leggi l’articolo: Aziende agricole: reso noto il Piano Strategico Nazionale per la PAC

Allo sviluppo rurale (fondi FEASR) saranno invece destinate risorse per 748 milioni di euro, in questo caso riceveranno maggiori quote la Francia e la Polonia.

Agricoltura: Cosa sono i PSR Programmi di Sviluppo Rurale e come accedere ai fondi?

Abbiamo spesso sentito parlare di PSR ( Programmi di Sviluppo Rurale) ma cosa sono e come funzionano? Le aziende agricole possono contribuire alla realizzazione e accedere ai finanziamenti previsti?

Cosa sono i Programmi di Sviluppo Rurale?

Il Programma di Sviluppo Rurale è uno strumento di programmazione comunitaria basato sul Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale FEASR e sviluppato anche attraverso altri fondi tra cui i fondi SIE (Fondi Strutturali e di Investimento Europei). I primi (FEASR) hanno l’obiettivo di correggere gli squilibri tra le varie regioni dell’Unione Europea e vengono distribuiti tramite “inviti” a presentare proposte.

Il nucleo centrale del PSR sono quindi i finanziamenti dirottati fino alle aziende che lavorano nel settore dell’agricoltura.

La prima cosa da dire è che il PSR rappresenta il secondo pilastro della PAC (Politica Agricola Comune) e integra il sistema dei pagamenti diretti in agricoltura, proprio per questo è di vitale importanza per tutte le aziende agricole che vogliono contribuire alla promozione del territorio.

Pilastri dei PSR

I programmi di Sviluppo Rurale si basano su:

  • promozione del trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo, forestale e nelle zone rurali;
  • potenziamento della redditività delle aziende agricole attraverso tecnologie innovative e gestione sostenibile delle foreste;
  • promozione di una migliore organizzazione della filiera alimentare attraverso trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli;
  • benessere degli animali e gestione del rischio;
  • tutela e valorizzazione degli ecosistemi;
  • uso efficiente delle risorse attraverso basse emissioni di carbonio e tutela del clima nel sistema agro-alimentare e forestale;
  • inclusione sociale;
  • riduzione della povertà;
  • sviluppo economico delle zone rurali.

Una volta stabilite le priorità attraverso i Programmi di Sviluppo Rurale sono gli Stati e le Regioni a doversi adoperare per l’elaborazione di programmi specifici che possano portare alla realizzazione degli obiettivi.

Attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale

L’attuazione del programma è affidata all’Autorità di Gestione del Programma (AG) che viene nominata negli Stati e nelle Regioni e ha il compito di definire il contenuto della PSR anche con la collaborazione di autorità pubbliche, associazioni di volontariato e rappresentanti del settore privato, deve inoltre monitorare gli interventi al fine di valutare i risultati ottenuti.

Naturalmente all’interno dei PSR sono previsti anche dei finanziamenti ed è proprio qui chevanno a incidere notevolmente sulle aziende agricole che possono quindi trarne vantaggio. Per capire quali interventi potranno essere finanziati e necessario fare riferimento alla PAC (Politica Agricola Comune), la stessa è stata già presentata e deve essere approvata entro il 30 giugno 2022 e sarà il pilastro fondamentale per il settore agricolo per il quinquennio 2023-2027.

All’interno della PAC sono previsti aiuti per le aziende che opteranno per interventi ricadenti in tali settori denominati Eco-Schemi e individuati con codici:

  • benessere degli animali attraverso riduzione degli antibiotici. Eco 01;
  • inerbimento delle colture arboree, cioè un modo di coltivare a basso impatto ambientale che prevede la riduzione dell’uso di pesticidi a fronte di una coltura erbacea in grado di proteggere dalle erbe infestanti e trattata attraverso semplici sfalci dell’erba, si usa soprattutto in viticoltura e olivocultura. (Eco 02);
  • salvaguardia degli ulivi, in particolare quelli ad elevato valore paesaggistico e storico. Eco 03;
  • sistemi foraggeri estensivi. Eco 04;
  • uso di impollinatori, si tratta di insetti in grado attraverso l’impollinazione di preservare la biodiversità, il tipico esempio sono le api. Eco 05.

Contributi ai giovani agricoltori nei PSR

La PAC, di cui i PSR rappresentano una parte fondamentale, prevede anche aiuti in favore dei giovani agricoltori in modo da favorire il ricambio generazionale. L’obiettivo è destinare ai giovani agricoltori in 5 anni 1.250 milioni di euro. Favorire le giovani generazioni vuol dire anche dare un importante valore aggiunto al settore dell’agricoltura, infatti i giovani sono più propensi a far spazio alle innovazioni e quindi ad aprire al strada al processo di rinnovazione dell’agricoltura. Questo a sua volta dovrebbe assicurare un aumento della redditività delle attività agricole e di conseguenza aumentarne l’attrattività. Ricordiamo che uno degli obiettivi della PAC è proprio quella di parificare la redditività dell’agricoltura a quella degli altri settori produttivi.