Bonus POS per il noleggio e acquisto dei terminali: cosa sapere

Cosa c’è da sapere in merito al Bonus POS per noleggio e acquisto dei terminali, riguardo a chi e come può richiederli. Scopriamolo nella nostra rapida ma esaustiva guida.

Bonus POS 2022, di cosa si tratta

Dunque, sostanzialmente, il bonus Pos 2022 consente di recuperare le spese sulle commissioni, fino al 30 giugno 2022 coprendo il 100% delle spese, per poi ridursi successivamente al 30%. L’utilizzo del Pos nel 2022 permette l’accesso a più di un bonus, tra questi c’è anche quello riservato al recupero delle spese sulle commissioni.

Nei prossimi paragrafi, andiamo a vedere cosa c’è da sapere sulle modalità di richiesta e utilizzo per acquisto e noleggio di terminali.

Bonus Pos tutto quel che c’è da sapere

Dunque, occorre sapere che il primo bonus Pos può arrivare a un massimo di 160 euro e può coprire fino al 70% delle spese se si decide di acquistare, noleggiare o utilizzare strumenti di pagamento elettronico collegati a registratori telematici.

Il bonus deve essere usato entro l’avvio di questa estate. Il Pos è diventato obbligatorio dallo scorso 1° luglio 2021, quindi sarà possibile accedere al bonus fino al 30 giugno 2022.

La finestra temporale per potervi accedere sta esaurendosi, nel momento in cui sarà obbligatorio essere dotati di sistemi per permettere il pagamento elettronico ai clienti, non si potrà più usufruire di questo credito d’imposta.

Occorre anche sapere che la percentuale del rimborso della spesa cambia a seconda dell’entità dei ricavi complessi ottenuti nel periodo d’imposta precedente, nelle opzioni di seguito:

  • se i ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono stati non superiori ai 200.000 euro, allora si potrà accedere alla percentuale massima di rimborso, ovvero il 70% della spesa sostenuta;
  • qualora, invece, si fosse soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono tra i 200.000 euro e 1 milione, la percentuale di rimborso possibile sarà di 40%;
  • se si ricadesse nel caso in cui i ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente fossero tra 1 milione e i 5 milioni, allora il rimborso sarebbe solamente del 10%.

Bonus POS fino a 320 euro

Vi è un altro bonus POS con un tetto massimo di 320 euro e prevede un rimborso delle spese fino ben al 100%, ma è utilizzabile solo a coloro che decideranno di acquistare, noleggiare o utilizzare strumenti evoluti di pagamento elettronico che permettono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica, di media più costosi di quelli a cui si riferisce il bonus precedente.

In questo caso la scadenza non è per il prossimo giugno, ma valida per tutto l’anno 2022.

Pure in questo caso la suddivisione del bonus viene fatta in merito ai compensi relativi all’anno d’imposta precedente, seguendo le regole di seguito:

  • il 100% del rimborso, stando ad un massimo di 320 euro, può toccare a coloro che hanno avuto ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente non superiori ai 200.000 euro;
  • il 70% invece, spetta a coloro che hanno avuto ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente superiori ai 200.000 euro, fino ad un massimo di 1 milione di euro;
  • infine, a poter accedere al credito d’imposta pari al 40% sono quei soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano tra 1 milione e i 5 milioni di euro.

Bonus POS commissioni

In ultimo abbiamo un ulteriore bonus POS che non è legato all’acquisto o al noleggio di un terminale, ma al suo utilizzo. Infatti il terzo bonus Pos 2022 è un rimborso delle spese di commissione del Pos e, se i precedenti servono per stimolare l’acquisto di un sistema di pagamento elettronico, quindi è più concentrato sull’invogliare al suo utilizzo.

pagamenti fatti attraverso Pos sono tracciabili con maggiore semplicità e quindi capaci di essere utilizzati con più facilità per combattere i pagamenti in nero, uno dei problemi per i commercianti riguardo a questo metodo però sta nella necessità di dover pagare delle commissioni ai fornitori del servizio, come ad esempio le banche.

Questo, dunque, è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito all’utilizzo dei Bonus POS 2022, per acquistare o noleggiare terminali.

 

POS obbligatorio, occhio alle multe

Come se non bastassero le difficoltà che ogni giorno la normativa fiscale pone di fronte ai professionisti, che per un nonnulla può farli incappare in sanzioni e multe, ecco che si profila la possibilità di una stangata per quanti non si adegueranno al POS obbligatorio.

Ricordiamo che dal 30 giugno 2014, tutti gli esercenti e i professionisti hanno l’obbligo di offrire ai propri clienti la possibilità di pagare attraverso strumenti di pagamento elettronici dotandosi di un dispositivo POS. Dal momento però che, a oggi, non tutti sono in possesso del POS obbligatorio, da Roma hanno pensato che fosse il caso di introdurre qualche multa, al momento non prevista, per chi è sprovvisto del dispositivo.

Il Senato ha allo studio un ddl che prevede una sanzione da 500 euro per chi, dai controlli della Guardia di Finanza, risulterà non in possesso del POS obbligatorio. Pagata la sanzione, il malcapitato ha 30 giorni per dotarsi di POS obbligatorio e 60 per comunicarne l’installazione alla Gdf. Qualora ciò non avvenisse, altra stangata da 1.000 euro e altri 30 giorni per dotarsi di POS obbligatorio. Se proprio il professionista o l’esercente non ci sentissero ancora, immediata sospensione dell’attività fino all’installazione del POS obbligatorio.

Fin qui il bastone. Prevista anche una carota per quanti si dotano di POS obbligatorio: prevista una detrazione fiscale dal reddito imponibile del costo percentuale di ogni transazione effettuata attraverso il POS.

POS obbligatorio e sanzioni, l’ira degli architetti

Abbiamo scritto qualche giorno fa dell’idea del governo di introdurre delle sanzioni salate per quanti, esercenti e professionisti, non si sono ancora dotati del POS obbligatorio. Le reazioni delle associazioni professionali di fronte a questa prospettiva non si sono fatte attendere.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, nello specifico, ha definito la prospettiva sanzionatoria per quanti non avranno il POS obbligatorioingiusta, anacronistica, punitiva e inutile”.

E ha argomentato punto su punto in una nota i perché di questa presa di posizione contro il POS obbligatorio e le sanzioni: “Ingiusta perché si basa sul presupposto e sul pregiudizio che tutti i liberi professionisti siano evasori fiscali; anacronistica perché impone un’attrezzatura informatica già superata dalla fatturazione elettronica e dai pagamenti effettuabili via smartphone; punitiva perché, per quanto riguarda gli architetti, costi e sanzioni, andranno a colpire giovani che, come dimostra la ricerca del Cresme sullo stato della professione, hanno redditi mensili che oscillano tra 500 e 1000 euro frutto della emissione, nella migliore delle ipotesi, di non più di 10 fatture annue; inutile perché non costituisce in alcun modo un deterrente nei confronti dei pagamenti in nero e dell’evasione fiscale”.

E, a dimostrazione che il POS obbligatorio non va giù agli architetti italiani, la nota conclude: “Viceversa, l’imposizione della ‘macchinetta’ POS sembra avere tutte le caratteristiche di un favore ai suoi produttori e gestori, a scapito di milioni di professionisti. Sembra evidente che per il Senatore Aiello, che ha presentato il ddl, i liberi professionisti non facciano parte della categoria dei consumatori e, in fase elettorale, le campagne del suo partito per affermare il ruolo dei professionisti nell’economia e nel lavoro siano state solo parole al vento”.