Pos, l’ Istituto Nazionale Tributaristi scrive alla Comm. Finanze Senato

Il Presidente dell’ Istituto Nazionale Tributaristi (Int), Riccardo Alemanno, interviene nuovamente sul problema Pos obbligatorio. L’occasione è data dal ddl 1747 assegnato alla VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che prevede sanzioni (certe) e agevolazioni fiscali (fumose) e lo fa inviando una lettera al presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Mauro Maria Marino, e per conoscenza a tutti i Membri della stessa, lettera che lo stesso numero uno dell’ Istituto Nazionale Tributaristi definisce collaborativa e non di mera polemica.

Alemanno, tralasciando ogni commento, peraltro già espresso in altre occasioni sul fatto che, all’installazione obbligatoria del Pos, i ministeri competenti avrebbero dovuto chiedere ed ottenere dal sistema bancario riduzioni dei costi di gestione della moneta elettronica e non farlo solo a legge emanata (tavolo Mise-Abi) ed anche sulle difficoltà di connessione internet che hanno ancora molte aree periferiche del Paese, ha così argomentato le proprie richieste di chiarimenti: “Il ddl 1747 ambisce a colmare un duplice vuoto della norma originaria: previsione di sanzioni e di incentivi. Si è quindi preso atto che, nel nostro Paese, un obbligo legislativo può avere efficacia solo se sostenuto da una previsione sanzionatoria nei confronti di chi non ottemperi all’obbligo normativo; di fatto nel nostro Paese ha scarso appeal ciò che negli ultimi anni viene definita in ambito fiscale ‘moral suasion’. Sulla previsione sanzionatoria voglio pertanto porre l’accento solo sul quantum: mi pare che 500 euro siano eccessivi, soprattutto se si tiene conto del difficilissimo periodo economico e del fatto che l’obbligo del Pos ricade soprattutto su micro imprenditori e studi professionali con fatturati già pesantemente ridotti da innumerevoli costi burocratici e gestionali“.

Il Presidente dell’ Istituto Nazionale Tributaristi affronta poi l’argomento agevolazioni: “Altro discorso invece riguarda gli incentivi, o meglio ‘benefici fiscali’ come indicato all’art. 1 del ddl in oggetto. Pur apprezzando l’intenzione, dalla lettura non ho, ma potrebbe essere un mio limite, ben individuato quale sia il beneficio fiscale. La parte finale del succitato articolo recita ‘agevolazioni fiscali consistenti nella detrazione dall’imponibile reddituale del costo percentuale di ciascuna transazione eseguita…’, è di difficile interpretazione e pone alcune perplessità. Si tratta di una duplice detrazione dei costi delle transazioni, cioè una detrazione prima effettuata a livello contabile, come costo di gestione e poi nuovamente detratta prima del calcolo delle imposte? Oppure l’intenzione era quella di prevedere una sorta di credito di imposta? Ai fini della chiarezza, sempre auspicabile in una norma di legge, un concreto beneficio fiscale si attuerebbe solo indicando quale agevolazione un credito di imposta da calcolarsi in percentuale sui costi annui totali derivanti dall’installazione e dall’utilizzo del Pos“.

POS obbligatorio, occhio alle multe

Come se non bastassero le difficoltà che ogni giorno la normativa fiscale pone di fronte ai professionisti, che per un nonnulla può farli incappare in sanzioni e multe, ecco che si profila la possibilità di una stangata per quanti non si adegueranno al POS obbligatorio.

Ricordiamo che dal 30 giugno 2014, tutti gli esercenti e i professionisti hanno l’obbligo di offrire ai propri clienti la possibilità di pagare attraverso strumenti di pagamento elettronici dotandosi di un dispositivo POS. Dal momento però che, a oggi, non tutti sono in possesso del POS obbligatorio, da Roma hanno pensato che fosse il caso di introdurre qualche multa, al momento non prevista, per chi è sprovvisto del dispositivo.

Il Senato ha allo studio un ddl che prevede una sanzione da 500 euro per chi, dai controlli della Guardia di Finanza, risulterà non in possesso del POS obbligatorio. Pagata la sanzione, il malcapitato ha 30 giorni per dotarsi di POS obbligatorio e 60 per comunicarne l’installazione alla Gdf. Qualora ciò non avvenisse, altra stangata da 1.000 euro e altri 30 giorni per dotarsi di POS obbligatorio. Se proprio il professionista o l’esercente non ci sentissero ancora, immediata sospensione dell’attività fino all’installazione del POS obbligatorio.

Fin qui il bastone. Prevista anche una carota per quanti si dotano di POS obbligatorio: prevista una detrazione fiscale dal reddito imponibile del costo percentuale di ogni transazione effettuata attraverso il POS.

POS obbligatorio e sanzioni, l’ira degli architetti

Abbiamo scritto qualche giorno fa dell’idea del governo di introdurre delle sanzioni salate per quanti, esercenti e professionisti, non si sono ancora dotati del POS obbligatorio. Le reazioni delle associazioni professionali di fronte a questa prospettiva non si sono fatte attendere.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, nello specifico, ha definito la prospettiva sanzionatoria per quanti non avranno il POS obbligatorioingiusta, anacronistica, punitiva e inutile”.

E ha argomentato punto su punto in una nota i perché di questa presa di posizione contro il POS obbligatorio e le sanzioni: “Ingiusta perché si basa sul presupposto e sul pregiudizio che tutti i liberi professionisti siano evasori fiscali; anacronistica perché impone un’attrezzatura informatica già superata dalla fatturazione elettronica e dai pagamenti effettuabili via smartphone; punitiva perché, per quanto riguarda gli architetti, costi e sanzioni, andranno a colpire giovani che, come dimostra la ricerca del Cresme sullo stato della professione, hanno redditi mensili che oscillano tra 500 e 1000 euro frutto della emissione, nella migliore delle ipotesi, di non più di 10 fatture annue; inutile perché non costituisce in alcun modo un deterrente nei confronti dei pagamenti in nero e dell’evasione fiscale”.

E, a dimostrazione che il POS obbligatorio non va giù agli architetti italiani, la nota conclude: “Viceversa, l’imposizione della ‘macchinetta’ POS sembra avere tutte le caratteristiche di un favore ai suoi produttori e gestori, a scapito di milioni di professionisti. Sembra evidente che per il Senatore Aiello, che ha presentato il ddl, i liberi professionisti non facciano parte della categoria dei consumatori e, in fase elettorale, le campagne del suo partito per affermare il ruolo dei professionisti nell’economia e nel lavoro siano state solo parole al vento”.

Pos obbligatorio sopra i 30 euro, batosta da 5 miliardi l’anno

L’ora X è, inevitabilmente, arrivata: da oggi scatta infatti l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di accettare pagamenti con «moneta elettronica» quando l’importo supera i 30 euro, ma saranno pochi quelli che già in giornata saranno pronti. Non sono, però, previste sanzioni per gli inadempienti (!), che saranno forse introdotte in un secondo momento quando magari i costi di gestione saranno resi più abbordabili.

Ma vediamo nel dettaglio i costi: per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare addirittura da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scenderebbe poi a 1.183-1.240 euro, non proprio un’inezia… Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro, inoltre, il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Come se non bastasse, per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato.

Confesercenti parla di una «batosta» da 5 miliardi l’anno per le imprese tra costi di esercizio e commissioni, e di novità che «rischia anche di essere inutile» visto che «a grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento». Inoltre, «così com’è configurato, l’intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere restii ad accettare le transazioni elettroniche».

«E’ il solito pasticcio all’italiana, una vera e propria buffonata – attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare visto che non sono previste sanzioni, e i commercianti che da domani non si doteranno di Pos, non rischieranno nulla, e potranno comportarsi come meglio credono».

Jacopo MARCHESANO