Slow Food: una Politica Agricola Comune

Promozione delle produzioni piccole e medie, legate al territorio e dei sistemi agroalimentari locali e attenti all’ambiente. Sono queste le priorità in agenda per il raggiungimento di una Politica Agricola Comune. Slow Food scende in campo per contrastare l’attuale sistema industriale e intensivo e l’invecchiamento di chi lavora nelle campagne.

Il documento “Verso una nuova Politica Agricola Comune” contiene alcune proposte volte a raggiungere un sistema di produzione di cibo sostenibile, buono e giusto. Secondo le indagini svolte su 500 milioni di cittadini europei, almeno al metà soffre di sovrappeso, mentre sono 42 milioni i cittadini che vivono in condizioni di privazione di cibo.

Dal punto di vista agricolo, l’estensione di terreni occupati in Europa è calata del 25% rispetto al 2001, determinando una conseguente perdita di 3,7 milioni di posti di lavoro. Dal punto di vista demografico, solo il 7% degli agricoltori ha meno di 35 anni e un agricoltore su 3 è over 65.

Con il sostegno della Comunità Europea, Politica Agricola Comune si impegna a ridare dignità alla professione dell’agricoltore. Ciò significa stimolare i giovani a intraprendere questo tipo di attività, garantendo loro un reddito adeguato, il sostegno alle reti di giovani agricoltori, artigiani alimentari, ristoratori, educatori e consumatori e alla formazione. L’altro obiettivo da raggiungere riguarda lo snellimento delle pratiche burocratiche per l’avvio di nuove imprese di giovani, garantendo incentivi come finanziamenti diretti, agevolazioni fiscali o mutui con tassi favorevoli.

L’importante è premiare tutti quei produttori e le micro-imprese che salvaguardano la biodiversità locale e tradizionale, l’architettura tradizionale, o che operano in aree marginali,chi differenzia l’offerta, integrando la produzione agricola con attività’ didattiche o turistiche. Al primo posto ci deve sempre essere l’ambiente.

Alessia Casiraghi

I genitori comprano casa per garantirsi attenzione

Un’indagine di Casa.it  rivela che i genitori italiani non accettano l’indipendenza dei figli, che spesso collima con un allontanamento dalle loro vite, e che anzi trovano stratagemmi per bloccarne l’indipendenza. La maggior parte dei giovani under 30 infatti, ricorre ai risparmi dei genitori per l’acquisto della prima casa, non rendendosi però conto, o forse in certi casi sì, che i genitori così facendo stanno opzionando il controllo sulle loro vite.

Il sostegno di papà e mamma infatti spesso non è disinteressato: due famiglie italiane su tre offrono aiuto per l’acquisto delle prima casa, pretendendo però di avere voce in capitolo sul da farsi: posizione, metratura, fino alla ristrutturazione e all’arredo interno.

Tendenza prevalente al Sud Italia (43,7%), quando i più giovani decidono di trasferirsi nelle grandi città del Nord per studio prima e lavoro poi.

Questo fenomeno messo in luce dalla survey è un atteggiamento tipicamente italiano, negli altri paesi europe i giovani si rendono indipendenti molto presto, acquistando la prima casa senza aiuti familiari”, commenta Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it.

Il 58% dei giovani meridionali nello specifico si lamenta della tendenza a comparire alla porta senza preavviso dei genitori, azzerando la loro privacy. Al Nord ci si lamenta invece dell’intrusione di madri e padri nella scelta dell’abitazione “perfetta”.

Da cosa nasce la richiesta di aiuto ai genitori sapendone gli effetti collaterali? Senz’altro dalla complessità riscontrata nel gestire tutte le pratiche burocratiche legate all’acquisto della casa, come la scarsa conoscenza di tutte le fasi del processo di acquisto, la complicata scelta del mutuo/finanziamento e la lettura del contratto, tra le principali.
La colpa è soprattutto delle banche che,  mentre i paesi come gli Usa regalano mutui causando i già noti crack finanziari, in Italia fanno l’opposto, chiedendo ai giovani spesso e volentieri garanzie che solo i genitori possono coprire, per cui per acquistare la prima casa i ragazzi non hanno altra scelta se non quella di rifarsi al patrimonio familiare, qualunque sia il budget.

Quale il budget stimato per l’acquisto di una casa da parte dei giovani? Il 28,5% è disposto a spendere sotto i 150 mila euro, il 26,9% sotto i 200.000 euro, mentre solo un giovane su cinque si prefigge una spesa tra i 200 e i 300 mila euro.
Infine due gli estremi: dai più danarosi che si possono permettere immobili dal valore di 400 mila euro in su, (6,3%), ai più limitati,(12,6%), che cercano di non superare i 100 mila euro.

Le difficoltà economiche rendono però frequente anche l’opzione del monolocale (21%) o dell’appartamento in condivisione (18,7%).

Marco Poggi