Salta il tetto all’uso del contante. Cosa sta succedendo?

Circola ormai da ore la notizia che il tetto all’uso del contante innalzato a 5.000 euro è sparito dal decreto Aiuti Quater, ma cosa sta succedendo?

Corsa ad ostacoli per il decreto Aiuti Quater: salta il tetto all’uso del contante a 5.000 euro

Mancano ormai poche ore alla pubblicazione del tanto agognato decreto Aiuti Quater e arrivano brutte sorprese per chi pensava di poter usare liberamente il contante fino a 5.000 euro. Le prime indiscrezioni ci sono state già ieri sera, poi è arrivata la conferma, il tetto all’uso del contante previsto nel decreto Aiuti Quater non c’è più. La norma aveva portato il tetto all’uso del contante da 2.000 euro a 5.000 euro, le proposte iniziali erano di portare tale limite addirittura a 10.000 euro.

In molti avevano criticato questa scelta in quanto potrebbe aumentare la potenziale evasione e ha fatto scalpore una lettera arrivata al Corriere della Sera di un artigiano che candidamente ammetteva che grazie a questa soluzione poteva dare ai clienti prodotti non fatturati facendo loro risparmiare sul prezzo. La lettera inziava candidamente così: “Sono uno dei tanti che fattura solo una parte delle sue entrate e prima vivevo nel timore di essere segnalato all’Agenzia delle entrate“. La mancata fatturazione, dice l’artigiano, consente di risparmiare su Iva, Irpef e contributi.

Innalzamento del tetto del contante a 5.000 euro non è urgente

Forse è stata proprio questa lettera a portare il Presidente della Repubblica Mattarella che, ricordiamo, “promulga le leggi ed emana i decreti legge” dopo un controllo sul rispetto della Costituzione, a indurlo a chiedere al Governo di eliminare questa norma del decreto Aiuti Quater.

La motivazione formale è che l’aumento del tetto del contante a 5.000 euro non è una misura avente il carattere dell’urgenza e di conseguenza non può essere inserito all’interno del decreto legge. Secondo fonti varie, la segnalazione del problema sarebbe stata fatta dal Presidente Mattarella a Giorgia Meloni in via informale nei normali rapporti di interlocuzione tra Colle e Palazzo Chigi. Occorre ricordare che nella formulazione presente nel decreto Aiuti Quater l’innalzamento del limite al contante a 5.000 euro sarebbe comunque entrata in vigore solo da gennaio 2023 e proprio questa caratteristica ha fatto propendere per la non urgenza del provvedimento.

Naturalmente il Governo ha promesso di inserire tale norma all’interno della legge di bilancio ci sarà ancora ulteriore tempo quindi per scrivere il provvedimento. Questa però non è l’unica novità, infatti il ministro Giorgetti ha dichiarato ieri che nella legge di bilancio ci saranno provvedimenti di pace o tregua fiscale, ma nessun condono penale per chi incorre in reati tributari. La bozza della legge di bilancio dovrebbe arrivare in Parlamento alla fine della prossima settimana.

Toto Presidente: i nomi più quotati con qualche sorpresa

Quando arriva il momento di eleggere il Presidente della Repubblica c’è sempre chi si propone e chi invece si tira un po’ indietro, ciò che di sicuro sembra difficile è, invece, mettere i partiti d’accordo e visto che proprio hanno difficoltà, stanno prendendo l’abitudine di allungare il mandato del Presidente in carica e non fosse per altro se non per il fatto che Il Presidente Mattarella ha già fatto sapere che non ci sta, dovranno proprio scegliere. E allora proviamo con leggerezza, ma non troppo, a capire chi potrebbero essere i politici, o non politici, più quotati. Diamo il via anche noi al Toto Presidente.

Come si elegge il Presidente della Repubblica: maggioranze richieste

In Italia il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune (Camera+Senato) e dura in carica 7 anni. All’elezione inoltre partecipano 3 delegati per ogni Regione, ma Valle D’Aosta ha un solo delegato, in questo modo viene assicurata la rappresentanza delle minoranze. Gli attuali elettori del Presidente della Repubblica sono 1009. Affinché si possa essere eletti Presidente della Repubblica occorre avere almeno 50 anni di età e godere dei diritti civili e politici. Durante la seduta comune non sono ammessi interventi volti a proporre candidature.

In prima seduta il Presidente della Repubblica viene eletto con la maggioranza dei 2/3 dell’assemblea. Se al primo scrutinio non si raggiunge tale quorum, si procede a una nuova votazione. Se dopo il terzo scrutinio vi è un nulla di fatto, si procede al quarto in cui però è richiesta la maggioranza assoluta. Cioè la metà +1 dei votanti.

Solo in due casi il Presidente è stato eletto con la maggioranza qualificata e si è trattato dei presidenti Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, l’elezione più complessa è stata quella di Giovanni Leone con ben 23 scrutini, mentre altrettanto complessa è stata la sostituzione di Giorgio Napolitano, infatti proprio a causa di una mancanza di accordo fu rieletto, per poi dimettersi dopo 2 anni.

Questo turno elettorale ad oggi non si presenta per nulla semplice e questo per diversi motivi, già ora qualcuno ha ventilato l’ipotesi di eleggere nuovamente Mattarella proprio perché non si trova la quadra tra i partiti, ma il diretto interessato ha escluso questa ipotesi. Chi sarà quindi il nuovo Presidente?

Il Toto Presidente: Draghi in testa

Sono in tanti a fare il nome di Draghi, alcuni perché vorrebbero andare alle elezioni e questo sarebbe proprio il modo per farlo, altri perché pensano che l’attuale Presidente del Consiglio, prestato alla politica dalla tecnica, possa avere le giuste capacità e su lui potrebbe esservi un accordo. In realtà già Forza Italia, in particolare Berlusconi, ha sbarrato la strada perché crede fermamente che l’Italia abbia bisogno di Draghi come Presidente del Consiglio e che un cambio potrebbe destabilizzare e compromettere la crescita e l’attuazione del PNRR, sono però gli stessi personaggi che auspicano fortemente un Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica.

D’altra parte qualche indiscrezione è sfuggita al Ministro Di Maio che ha parlato di una staffetta alla Presidenza del Consiglio con il ministro dell’Economia Franco che sembra sia pronto a traslocare a Palazzo Chigi. A chi scrive sembra più un’indiscrezione lasciata andare per valutare gli umori e non una reale ipotesi. Il rischio vero sono le elezioni e ad oggi, oltre a Meloni, sembra che nessuno le voglia e soprattutto il M5S che deve recuperare un po’ di voti prima di recarsi alle urne e allora il 2023 proprio al M5S starebbe comodo.

L’ipotesi del Ministro Franco a Palazzo Chigi sarebbe alquanto difficile da sostenere perché la reale paura è che, a differenza di Draghi, non riesca a mantenere nello stesso geverno PD-M5S-Lega e Forza Italia e quindi lo spaventapasseri delle elezioni anticipate sarebbe davvero forte. E allora? Alcuni puntano su Franco Presidente della Repubblica, anche se lo dicono molto sottovoce. Proprio il sottovoce potrebbe essere l’indizio vincente.

Toto Presidente: è arrivato il momento del Presidente della Repubblica Donna

Chi sono gli altri “papabili”? I nomi che circolano sono davvero tanti. C’è naturalmente la schiera di chi chiede un Presidente della Repubblica donna e l’idea di certo non sarebbe male, il problema resta il nome. In questo caso tra quelli che circolano in modo più insistente ci sono il ministro della Giustizia Cartabia, ma anche Emma Bonino, Anna Finocchiaro e Rosy Bindi. Meno quotate, ma in corsa anche Paola Severino e Letizia Moratti. Ad oggi nessuna di queste proposte sembra però essere realmente tenuta in considerazione, anche se non si capisce il reale motivo di tale riluttanza. Questo nonostante l’indubbia esperienza istituzionale delle 6 “candidate”.

Romano Prodi: sarebbe da incoscienti eleggermi Presidente

Un altro nome che insistentemente circola, anche se a crederci sembra non siano tanti, è Romano Prodi, a sottolineare questa ipotesi c’è anche Gianfranco Rotondi, storico filosofo di Forza Italia, che vede un duello (ancora…) tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Per ora all’ipotesi di Berlusconi sembra crederci proprio il diretto interessato e gli italiani: dai sondaggi emerge che lo vorrebbero proprio al Quirinale. A Prodi, invece, di certo non mancano carisma e capacità istituzionale, ma è proprio lui a fare un passo indietro sottolineando che a 82 anni dargli un mandato settennale sarebbe un’incoscienza. Di fatto Silvio Berlusconi ne ha di più e il problema non se lo pone. Prodi sottolinea anche che con il voto segreto, fare ipotesi è abbastanza assurdo perché ci sono sempre sorprese, cioè presidenti che poco hanno a che fare con i nomi fatti circolare. Ecco perché chi scrive crede molto poco in Draghi.

Tra i nomi circolati c’è anche Giuliano Amato che non sempre ha attirato le simpatie degli italiani e che di fatto ha 83 anni, sembra che l’unico a porsi il problema dell’età sia Romano Prodi.

Toto Presidente: la carica dei giovani

Passiamo ora ai papabili presidenti giovani. Tra i nomi che circolano c’è Pier Ferdinando Casini, può essere considerato l’uomo di centro per eccellenza, un po’ a sinistra e un po’ a destra. Sicuramente molto defilato dalla politica negli ultimi anni, sebbene ricopra l’incarico di Senatore. Ha 66 anni e può essere considerato un presidente giovane rispetto a ciò che negli ultimi anni è capitato. Il “partito” Pier Ferdinando Casini sembra essere l’asso nella manica di Renzi che però dovrebbe trovare l’appoggio di altri partiti visto il peso di Italia Viva in Parlamento, ma sembra che siano in pochi a fidarsi di Renzi.

C’è però un altro nome femminile che pian piano scuote la politica: Elisabetta Belloni, ora ricopre la carica di capo dei servizi segreti, a lei è stata affidata la direzione generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), sempre considerata politicamente neutra, caratteristica che oggi non è certo negativa. Età 63 anni, laureata in Scienze Politiche, prima donna segretario generale del Ministero degli Esteri, molto apprezzata da Salvini, Di Maio, Gentiloni, Matteo Renzi. Ha un curriculum notevole e doti diplomatiche eccellenti.

Infine, non ci resta che fare gli auguri a Giancarlo Magalli che ha vinto le “ Quirinarie” nel 2015 e ha ottenuto un voto al primo scrutinio.

Gli auguri di Alemanno a Mattarella

Il mondo delle professioni dà il benvenuto al nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Da presidente a presidente, il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (Int), Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera di auguri al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella quale, oltre alle felicitazioni e agli auguri di buon lavoro, inviati anche a nome dei colleghi tributaristi, Alemanno ha scritto: “Sono certo che, grazie alle Sue qualità umane e professionali nonché alla Sua esperienza e storia politica, saprà essere Garante non solo della Costituzione, ma anche della concordia istituzionale di cui l’Italia ha necessità per uscire dalle difficoltà create dalla crisi economica globale e dalla propensione alla contrapposizione ideologica e strumentaleConfido molto nelle Sue capacità perché c’è bisogno, al di là della grande fiducia che nutro per Lei quale massima Istituzione della Repubblica, di avere in Lei un forte punto di riferimento, ne hanno bisogno i cittadini, ne ha bisogno il Paese“.

Ora, superate le elezioni presidenziali, all’Int attendono un forte impegno di Esecutivo e Parlamento per le problematiche che attanagliano quotidianamente cittadini, imprese e professionisti, alle quali Mattarella pare particolarmente sensibile.

Alemanno, in tal senso, aveva già inviato, tramite Twitter un messaggio al neo Presidente MattarellaAuguri Presidente #Mattarella! Ora impegno della politica per problemi quotidianità di cittadini, imprese e professionisti”.

Napolitano bis, il presidente è ancora lui

di Davide PASSONI

E alla fine toccò ancora a Napolitano. L’unica soluzione di buon senso dopo lo spettacolo ridicolo e avvilente offerto in questi giorni dal Parlamento e dalla politica italiana è stata perseguita. Il presidente uscente, ora presidente bis (la prima volta nella storia della Repubblica), è arrivato in soccorso dell’Italia con un senso di responsabilità e d’iniziativa che ha redento buona parte delle iniziative di dubbio gusto che ha assunto nel suo settennato, a partire dalla indecorosa vicenda delle intercettazioni e della “guerra” alla procura di Palermo. E il risultato uscito dall’urna parlamentare è stato chiaro: se la rielezione di Napolitano è una prova di forza della politica che non vuole cambiare e che si arrocca, è anche la soluzione più funzionale a un’uscita dell’Italia dal pantano istituzionale in cui si trova dal 26 febbraio scorso.

Alla fine, ammettiamolo, è l’esito meno sfavorevole della tragicommedia che si è consumata nei giorni precedenti, fatta di episodi grotteschi: iniziative al limite dell’incostituzionalità come la candidatura unilaterale di Prodi da parte del Pd; psicodrammi politici che hanno visto un partito (sempre il Pd) sbriciolarsi sotto il peso delle contraddizioni interne e non essere in grado nemmeno di presentare un candidato condiviso; la buffonata delle Quirinarie del Movimento 5 Stelle; l’atteggiamento del centrodestra, di fatto seduto sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere di Bersani e del centrosinistra intero, dicendo più no che sì come il più barricadero dei sindacati; la girandola di nomi – Prodi, Amato, Rodotà, D’Alema, Cancellieri, Gabanelli, Strada – che manco all’asta d’inizio stagione del Fantacalcio; l’umiliante spettacolo offerto, suo malgrado, dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, mentre snocciolava un rosario di nomi improbabili – da Rocco Siffredi al Conte Mascetti – scritti sulle schede dai personaggi che noi cittadini (almeno chi li ha votati…) abbiamo mandato in Parlamento per cercare di fare qualcosa di concreto per la nostra Italia.

Ora, lo ribadiamo, tocca ancora a Napolitano. Che tra due anni ne fa 90 ma che, con la sua scelta, ha dimostrato di avere ancora più spalle e più palle di tutti quelli che lo hanno votato messi insieme, piacciano o meno il personaggio, la sua storia, il suo presente. Vediamo se adesso, sistemato l’inquilino del Quirinale, il percorso che porterà alla nascita di un governo avrà l’accelerata che tutti aspettano da quasi due mesi; da tanto dura l’ingovernabilità di un Paese che, tra voti a pornodivi, veti incrociati, consultazioni fiume e totale incapacità della politica di dare un senso a se stessa e alla sua missione, vede morire 80 imprese al giorno, vede soffocare famiglie dal cappio del fisco, vede pensionati appendersi alle travi non solo perché senza soldi ma, soprattutto, perché senza speranza né futuro. Daje Giorgio’, vedi di fare ‘sto miracolo.

Bersani rottama l’avversario Renzi

 

IERI

Bersani batte Renzi: ha ‘rottamato’ l’avversario Matteo Renzi con il 60,8% dei consensi e sarà il candidato Pd alle politiche della prossima primavera. Pier Luigi Bersani parla già di un’Italia nuova, da rifare, ricostruire, reimmaginare. Il suo sfidante, il sindaco di Firenze che ha detta di tutti ‘ha rimotivato l’elettorato’ in tempi di grande crisi di fiducia nella politica, si è fermato al 39,1%. Già ieri alle 20.20 Renzi faceva sapere via Twitter: “Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme”. Niente grida ai brogli elettorali, ma molto fairplay politico. Che Bersani e Renzi siano pronti a diventare da domani i nuovi “Obama e Hillary”?

Tris di goal: 15ma giornata di serie A all’insegna della vittoria per la Lazio, che batte 2 a 1 il Parma di Donadoni, per l’Inter che porta a casa la rete vittoriosa contro il Palermo 1-0, e per il Napoli che straccia per 5 a 1 il Pescara. La classifica: Juventus capolista con 35 punti, Napoli secondo a 33 punti, segue l’Inter con 2 punti di ditacco, mentre è quarta la Lazio a 29 punti. Quinta la Fiorentina 28, sesta la Roma 26, e settimi i rossoneri del Milan a 21 punti.

Bechkam dice addio ai LA Galaxy: ha giocato l’ultimo match in terra californiano, vincendo il campionato: è trionfale l’uscita di scena di David Beckham, lo spice boy che dopo 5 anni e mezzo lascia i Los Angeles Galaxy. Il suo futuro? Ancora da scrivere, magari oltreoceano: Europa e Inghilterra, forse al vecchio amore dei Manchester United.

Premio a Bertolucci: il regista premio Oscar de L’ultimo Imperatore ha ricevuto ieri il premio alla carriera dal collega tedesco Wim Wenders nel corso del 25mo European Film Awards (EFA) a Malta. L’ennesimo riconoscimento per il regista di Novecento da poco tornato dietro la macchina da presa con Io e te.

Alfio Marchini contro Alemanno: ha confermato la sua candidatura a primo cittadino della capitale, l’imprenditore romano Alfio Marchini, 47 anni, erede di una dinastia romana di costruttori. Dopo le voci circolanti da settimane, Marchini ha confermato la sua candidatura per il Campidoglio nel corso dell’intervista di Lucia Annunziata nel programma ‘In mezz’ora” su Rai 3: “Lanceremo una lista civica, primo passo di un progetto più ampio, un movimento civico metropolitano”.

OGGI

Al via le primarie 2.0 del Movimento 5 Stelle: per 4 giorni i cittadini italiani potranno votare online i candidati del Movimento 5 Stelle da presentare al Parlamento. I votanti potranno attribuire 3 preferenze ai candidati della loro circoscrizione: si potrà tra 1.400 militanti del M5S, con votazioni da lunedì a giovedì dalle 10.00 alle 17.00, eccetti martedì, quando si voterà fino alle 21 e giovedì, giorno in cui si potrà votare fino alle 20. Per Grillo non si tratta di Primarie (all’indomani della vittoria di Bersani alle primarie del Pd), ma di ‘parlamentarie’: “che io sappia è la prima volta al mondo che un movimento, sulla carta il secondo italiano, sceglie i suoi parlamentari on line senza alcun filtro. Sono la vera anima del Paese. Pubblicheranno on line tutte le spese che sosterranno. Il M5S lascera’ allo Stato i rimborsi elettorali per un valore di circa 100 milioni di euro” ha sottolineato il leader del M5S.

Il decreto Ilva nelle mani di Napolitano: oggi il discusso e tormentato decreto legge sull’Ilva di Taranto arriverà al Quirinale: la firma del presidente della Repubblica potrebbe aprire lo scenario ad un conflitto istituzionale tra la procura di Taranto e il Governo. Ma quali saranno le possibili conseguenze? Da un lato il rischio è che venga posta alla Consulta una eccezione di incostituzionalità: il prossimo 6 dicembre infatti il Tribunale del riesame pugliese dovrà esprimersi sull’istanza di dissequestro del prodotto finito e semilavorato disposta il 26 novembre scorso dall’Ilva. Dall’altro lato il pericolo consiste nell’eventualità in cui venga posta alla Corte Costituzionale la questione del conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato. Il verdetto della Corte non sarà in ogni caso immediato, e occorreranno parecchi mesi per la sua sua effettiva applicazione: nel momento in cui il decreto invece entrerà in vigore, l’Ilva potrà continuare a produrre.

Monti incontra Hollande a Lione: si svolge questa mattina nella sede della Prefettura di Lione il tanto atteso vertice tra il Presidente del consiglio Monti e il presidente francese Francois Hollande.  In una città blindatissima, i due presidenti dovrebbero concordare il piano di finanziamento dei lavori per la realizzazione della Tav, il tunnel ferroviario sotto le Alpi. Nel frattempo un’assemblea aperta contro il progetto della linea ad alta velocità Lione-Torino è prevista in mattinata nel quartiere di Brotteaux.

Tom Mockridge lascia News International: lascerà il suo incarico di Ceo di News International entro fine anno. Tom Mockridge avrebbe deciso di sua volontà di abbandonare il colosso dell’informazione del magnate australiano. Ad annunciare l’addio del Ceo di News Int, che aveva ricoperto l’incarico dal luglio 2011 in pieno scandalo intercettazioni illegali, lo stesso Rupert Murdoch.

DOMANI

Motor Show a Bologna: al via domani nel capoluogo emiliano la 37ma edizione del Salone Internazionale dell’Automobile. Domani sarà la giornata dedicata a stampa e operatori di settori, mentre dal 5 al 9 dicembre gli stand di BolognaFiere saranno aperti a tutti gli appassionati di due e quattro ruote. Motor Show rappresenta l’unica manifestazione automotive in cui poter vedere e toccare con mano le novità del mercato, grazie a esperienze esclusive di test drive nella MotorSport Arena. Proprio la MotorSport Arena ospiterà il “Red Bull Speed Day”, un fine settimana di esibizioni e competizioni ad alto tasso di adrenalina in partnership con Red Bull.

Consiglio regionale d’Abruzzo: prenderà il via domani mattina la seduta della Prima Commissione (Bilancio) Consiglio regionale abruzzese per esaminare e discutere l’emendamento alla legge Europea regionale 2012. In tarda mattinata sarà la volta della Commissione Agricoltura che discuterà il progetto di legge di modifica della normativa che regola la raccolta e la commercializzazione dei tartufi.

Sulmonacinema Film Festival: aprirà i battenti il 4 dicembre la rassegna di cinema indipendente e opere prime, giunto alla sua 30ma edizione. Il festival, ospitato nella cornice abruzzese e diretto da Roberto Silvestri, avrà come tema quest’anno la legalità. “Stiamo lavorando in un clima di totale ‘slegalita sul piano socio-politico-culturale, da quando la crisi obbliga ai tagli, e le prime cose che si tagliano sono le spese considerate voluttuarie” spiegano Silvestri. Criminalità, evasione, non rispetto delle regole del vivere civile, le opere presentate si impegnano a “ concepire una ‘nuova legalita, come costruire un altro, più giusto sistema di regole, come passare dall’indignazione per la slegalità dilagante che ci circonda, ai controlli sociali possibili e dal basso di Wall Street, delle leggi elettorali, dei consigli regionali, fino ai sistemi di finanziamento delle cinematografie nazionali e transnazionali…”.

Champions League: il Milan scende in campo domani sera alle 20.45 al Meazza contro lo Zenit San Pietroburgo per l’ultima partita del girone C della Champions League. I rossoneri sono già qualificati agli ottavi di finale, mentre una vittoria per lo Zenit significherà al possibilità di accedere in Europa League. Allegri pare abbia già deciso di lasciar riposare in panchina il faraone El Shaarawy, mentre ad arbitrare il match sarà il francese Chapron.

 

Alessia CASIRAGHI

Agenzia delle Entrate: chiarimenti sull’IVA

L’Agenzia delle Entrate, con una risoluzione del 13 febbraio 2012 n. 15/E, intende chiarire l’ambito di applicazione dell’articolo 14, comma 11, della legge 12 novembre 2011 n. 183, ovvero nota anche come legge di stabilità 2012, il quale ha stabilito che i limiti per la liquidazione trimestrale dell’IVA sono i medesimi di quelli fissati per il regime di contabilità semplificata.

La disposizione ha così posto rimedio al disallineamento normativo creatosi tra il comparto IVA ed il comparto delle imposte dirette a seguito dell’innalzamento della soglia dei ricavi entro i quali è possibile usufruire del regime di contabilità semplificata, operato dal decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito dalla legge 12 luglio 2011, n. 106 (cosiddetto “decreto sviluppo”). I dubbi espressi riguardavano, in particolare,  il parametro al quale collegare i nuovi limiti monetari e la  possibilità, per i contribuenti trimestrali, di continuare a differire al 16 marzo dell’anno successivo il versamento del saldo del periodo d’imposta.

In merito al secondo punto il richiamo operato dal comma 11 dell’articolo 14 ai limiti fissati per il regime di contabilità semplificata non implica che a rilevare, ai fini della determinazione della periodicità degli adempimenti IVA, sia l’importo dei ricavi previsti dagli articoli 57 e 85 del decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, n. 917.

Ai fini della predetta determinazione continua a rilevare esclusivamente il volume d’affari, costituito dall’ammontare complessivo delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi poste in essere nell’anno, con le eccezioni di cui all’articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. L’Agenzia delle Entrate rileva che l’innalzamento dei limiti monetari ha effetto anche con riferimento alla previsione di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1999, nel senso che i contribuenti che non superano le nuove soglie ed optano per la periodicità trimestrale, qualora evidenzino un saldo finale a debito, devono effettuare il versamento del conguaglio entro il 16 marzo dell’anno successivo, maggiorando l’importo dovuto della percentuale dell’1%

Fonte: gazzettadellavoro.com

E’ morto Oscar Luigi Scalfaro

E’ morto la notte scorsa a Roma l’ex Presidente della Repubblica (ricoprì la carica dal 1992 al 1999) Oscar Luigi Scalfaro, nato a Novara il 9 settembre 1918.

Impossibile non ricordare la sua vita di uomo politico, che cominciò nel 1946, quando è stato eletto all’Assemblea Costituente e da lì, con un susseguirsi di incarichi da sottosegretario e ministro, ha percorso un cammino che gli è valso la stima di molti dei suoi colleghi e la nomina, appunto, di presidente nel 1992 con i voti espressi da Dc, Psdi, Psi, Pri, Pds, Verdi, Radicali e Rete.

La sua carriera politica è iniziata nelle file del partito della Dc, alla quale è rimasto sempre fedele, pur avendo ricoperto la carica di Ministro degli Interni in entrambi i governi del socialista Bettino Craxi.

Arrivato dopo il “picconatore” Francesco Cossiga, Scalfaro, come ha voluto sottolineare Giorgio Napolitano, “è stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell’Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale”.
L’attuale Presidente si è poi rivolto alla figlia Marianna, che ha assistito il padre sia durante la sua lunga carriera politica, sia durante gli ultimi anni di vita.

I funerali sono stati celebrati oggi pomeriggio, alle ore 14.00 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere in Roma, dopo che, dalle 10.30 alle 13.30, è stato possibile, nella chiesa di sant‘Egidio, rendere omaggio alla salma.

d.S.

Legge di stabilità: al via liberalizzazioni ordini e professioni

Eliminazione delle tariffe professionali, ammissione del socio capitale e liberalizzazione degli ordini. Sono queste le novità introdotte dal Maxi-emendamento alla Legge di Stabilità.

A pagina 10 del testo di legge è illustrata la “Riforma delle Professioni e degli Ordini professionali“. Si tratta di misure a vantaggio dei liberi professionisti: si va dalla possibilità di costituire società tra professionisti, ammettendo il socio di capitale, se di minoranza, alla cancellazione delle tariffe professionali. Ben accolta la prima, perchè introduce l’elemento competitivo, anche se professionisti preferirebbero che venisse consentito ai singoli Ordini di regolare autonomamente la presenza dei soci terzi di capitale. Meno apprezzata la seconda, ovvero la cancellazione delle tariffe professionali per i lavori privati, perché l’obbligo di concordare per iscritto il compenso del professionista al momento dell’assegnazione dell’incarico, avrà inevitabili conseguenze nell’ambito degli appalti pubblici.

Ma quali sono i tempi di realizzazione della legge e delle riforme? Entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità verranno avviate le riforme per la liberalizzazione degli ordini professionali, per adeguare gli ordinamenti alla formazione continua, all’assicurazione obbligatoria e al tirocinio. Il Governo apporterà probabilmente le modifiche alle leggi professionali tramite decreto del Presidente della Repubblica, una procedura prevista dalla legge n. 400/198 che permette l’eliminazione dei tempi legati ai passaggi alla Camera e al Senato.

Alessia Casiraghi