I commercialisti dicono no al condono

Il condono non piace ai commercialisti italiani, i quali la considerano una misura “iniqua e non risolutiva” e, soprattutto, stridente nei confronti del lancio, pochi mesi fa, della campagna pubblicitaria contro l’evasione firmata da Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Economia e Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, ha commentato così questa decisione da parte del governo: “Il condono è una misura una tantum che non inciderebbe in modo concreto né sulla riduzione del debito pubblico né sul reperimento di risorse da destinare alla crescita. Inoltre, per come sono da sempre strutturati i cosiddetti “tombali”, chi meno ha dichiarato negli anni precedenti, meno paga anche di condono. Oltre ad essere una misura non risolutiva per la sua natura di una tantum, quindi, il condono è anche iniquo. L’unico sviluppo che sarebbe realmente in grado di assicurare e’ quello dell’evasione. Senza contare che sarebbe oggettivamente peculiare assistere al varo di un condono fiscale a meno di quattro mesi dal lancio di una massiccia campagna pubblicitaria che descrive l’evasore fiscale alla stregua di un parassita della società”.

Ovviamente, qualora il condono venisse introdotto, i commercialisti, su richiesta dei propri clienti, lo applicherebbero, ma non è questo che si augurano.

Le scorciatoie, infatti, in questo periodo di difficoltà, servirebbero solo ad acuire problemi già esistenti e, invece di aiutare chi beneficerebbe del condono, danneggerebbero un intero paese, che fatica a riemergere.

Secondo Siciliotti, dunque, l’immagine dell’Italia, se questa decisione diventasse ufficiale, ne uscirebbe malconcia e senza più credibilità.

Vera Moretti

Pronti 700.000 euro per le imprese del settore turistico

Per tutte le imprese che operano nel settore turistico c’è una buona opportunità da cogliere. Le imprese del settore infatti potranno partecipare al bando che eroga fino a 700.000 euro per investimenti in:

  • servizi di informazione al turista (ad esempio segnaletica, service point tourist, informazioni sulle attrazioni turistiche, itinerari turistici, ecc.);
  • servizi di assistenza al turista quali: centrali di informazione e prenotazione dell’offerta turistica (centralino telefonico, sito web, ecc.); formazione specializzata per il personale a contatto con il turista (Polizia turistica, operatori turistici, ecc.);
  • servizi di fruizione dell’offerta turistica (come l’integrazione dei trasporti mediante reti di collegamento dedicate verso le destinazioni turistiche, card integrate anche a carattere interregionale, applicazioni tecnologiche per gli itinerari del territorio, interventi per l’accessibilità della destinazione, ecc.);
  • servizi attuativi di politiche sociali e sostenibili a favore di nuclei famigliari a basso reddito, dei giovani, degli anziani e dei soggetti diversamente abili;
  • servizi facilmente replicabili in altri contesti territoriali idonei a promuovere servizi innovativi e che perseguano obiettivi generali e di sistema.

 Per accedere ai contributi occorre presentare domanda entro il 30 luglio 2011 e illustrare nel dettaglio i contenuti del progetto che si intende attuare.

L’entità del contributo dello Stato non potrà comunque eccedere il 50% della quota finanziaria dell’Ente pubblico territoriale responsabile per l’attuazione del progetto e non potrà essere superiore, per ciascun progetto, a 700 mila euro.

La domanda deve pervenire al Ministero tramite Comuni ed Enti pubblici.

Rif.: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sviluppo e competitività del turismo (GU 13/12/2010)