Burocrazia: ma quanto mi costi?


Piccole e medie imprese costrette a fare i conti con una burocrazia sempre più cara e severa. Secondo le stime della Cgia di Mestre il peso degli obblighi contributivi in materia di lavoro, ambiente, privacy, sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi peserebbe sulle azienda per una cifra che raggiunge quota 23 miliardi di euro l’anno. Il settore che incide maggiormente sui bilanci delle pmi resta comunque quello del lavoro e della previdenza sociale.

Qualche dato? Fra tenuta dei libri paga, comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, retribuzioni e autoliquidazioni le piccole e medie imprese italiane si vedono sfilare dalle tasche 9,9 miliardi di euro l’anno.

“Se con un colpo di bacchetta magica fossimo in grado di ridurne il costo della metà – ha sottolineato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – libereremo 11,5 miliardi di euro all’anno che potrebbero dar luogo, almeno teoricamente, a 300.000 nuovi posti di lavoro”. Il macigno della burocrazia costringe le imprese a diffidare dalle nuove assunzioni, paralizzando e ostacolando la crescita del nostro sistema economico.

A gravare sul bilancio delle pmi per un valore di 3,4 miliardi di euro l’anno, sono inoltre le spese inerenti alla salvaguardia dell’ambiente: autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono voci con cui bisogna confrontarsi a fine anno.

Il conto della burocrazia si fa sempre più salato se si guarda alle altre voci in bilancio:

2,8 miliardi di euro per gli adempimenti amministrativi (dichiarazioni dei sostituti di imposta, comunicazioni periodiche ed annuali Iva)
2,2 miliardi di euro per la privacy
1,5 miliardi di euro per la sicurezza sul lavoro 1,4 miliardi di euro per la prevenzione incendi
1,2 miliardi di euro per gli appalti
600 mila euro per la tutela del paesaggio e dei beni culturali

Stetoscopi in rivolta: arriva lo sciopero dei medici di famiglia e del 118

Di Paola PERFETTI

La manovra Monti e il decreto fiscale mietono nuovi scandali e nuove proteste fra i professionisti. Dopo i tassisti, ora è il turno dei medici di famiglia che, stanchi delle decisioni in essere in fatto di casse previdenziali, hanno stabilito con la Finmg un bello sciopero nazionale. L’ennesimo di questo inizio 2012.

Avverrà per due giorni, il 10 e 13 febbraio, garantendo, com’è ovvio pensare, una certa flessibilità in caso di visite urgenti e in soccorso di malati gravi.
Il giuramento di Ippocrate lo impone. Quello del buon senso pure. E’ la pazienza che sta per finire.

Anche fra i medici dell’ex guardia medica e in quelli del 118 che incroceranno gli stetoscopi l’11 e il 12 febbraio 2012.

“I motivi dell’agitazione sono per la difesa dell’autonomia dell’Enpam che potrebbe venir meno con le misure contenute nella manovra del governo Monti” – spiegano i promotori che aggiungono – “La Fimmg ha approvato il calendario degli scioperi della categoria, si inizierà quindi con 4 giorni che aprono una lunga stagione di lotta sindacale, che si protrarrà nei prossimi mesi“.

La richiesta? Non alla privatizzazione dell’ente previdenziale.

Attenzione cari utenti a non ammalarvi in quei giorni…