Tasse da record, al 53,2% la pressione fiscale

 

Il 53,2% registrato dal solito ufficio studi della Confcommercio è un dato impressionante, da far rimanere senza parole. Non che non lo sapessimo, ma la valutazione della pressione fiscale sul Pil supera (abbondantemente) la soglia, già di per sé drammatica, del 50% raggiunta nei mesi scorsi. Ed ecco raggiunto, come se potessimo farcene un vanto, l’ambitissimo (si capirà l’ironia, suvvia…) primo posto della classifica Ocse per il carico fiscale. Secondo gli scientifici calcoli della Confcommercio, la cifra raggiunta si ottiene sommando al reale rapporto tasse/Pil (44,1%) la percentuale (in questo caso un altrettanto impressionante 17,3%) del settore «sommerso».

«Per liberare le ingenti risorse necessarie per far ripartire l’economia – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – bisogna realizzare subito una poderosa operazione: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro. Tagliare le tasse per favorire la crescita è un passaggio ineludibile».

E, intanto, noi paghiamo…

Confcommercio: “La pressione fiscale effettiva è salita al 54%”

Il dato percentuale è da brividi: secondo gli ultimi dati resi noti da Confcommercio, la pressione fiscale effettiva sarebbe salita al 54% in rapporto al reddito annuo; questo significa che ogni lavoratore spende il proprio 54% del reddito per pagare le imposte allo Stato.

«Gli italiani sono un popolo di pagatori di tasse», ha spiegato il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, presentando i dati al convegno Tasse… Le cambiamo? Come ridurre la pressione fiscale e far emergere l’economia sommersa, in corso in questi giorni nella capitale, ma, secondo Confcommercio, «l’alto livello della pretesa fiscale» in Italia è «il primo “incentivo” all’evasione fiscale».

Il nostro è anche uno dei Paesi in cui la pressione fiscale, e non è una novità, è cresciuta maggiormente negli ultimi anni (+2,7% tra il 2000 e il 2013), passando dal 41,9 al 44,6%. Ma è la  Total Tax Rate (la pressione fiscale sulle imprese) la vera zavorra per l’economica italiana, in quanto raggiunge addirittura il 68,5% del reddito d’impresa e il confronto con la media europea e  mondiale, che si aggira intorno al 45%, è impietoso.

Pressione fiscale alle stelle anche nei prossimi anni

di Vera MORETTI

La pressione fiscale, già alle stelle, rischia di aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni e soffocare definitivamente il Paese.

E’ quanto emerge dai dati elaborati dall’ufficio studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, CNDCEC, determinati da una revisione al ribasso del PIL.

Le previsioni parlano di un aumento che nel 2012 arriverà a 45,5%, nel 2013 supererà il 46% e nel 2014 sfiorerà il 47%. Nel 2012 sarà già al 45,54%.

Anche se finora la soglia della pressione fiscale non era mai salita oltre il 43%, si era fatta abbondantemente sentire sui cittadini, i quali non riuscivano a trarre benefici circa qualità ed efficienza del servizi pubblici e del welfare. Ma se questi dati saranno confermati, la situazione diventerà quantomai critica, con una possibilità di crescita pari a zero.

Le nuove entrate fiscali aggiuntive previste dalla manovra del Governo Monti, dunque, rischiano di danneggiare ulteriormente l’Italia, contrariamente a quanto si auspicava.

Ma la situazione rischia di essere ancora più nera. I commercialisti, infatti, spiegano che questi dati sono stati calcolati alla luce di previsioni di crescita del Pil, ipotizzando un tasso di crescita nominale dell’1% sul 2012, del 1,5% sul 2013 e del 2% sul 2014. Ma se la manovra confermerà le previsioni, bisognerà rivedere tali dati in difetto.