Caldo e siccità, produzione agricola in forte calo

Dati a dir poco preoccupanti quelli derivanti dalla stima effettuata dal primo monitoraggio della Coldiretti in occasione dell’arrivo di Minosse. Ammonterebbero infatti a oltre 400 milioni di euro i danni provocati alle coltivazioni agricole dalla siccità che con il grande caldo provocato da tre anticicloni sta “soffocando” da oltre un mese l’Italia.

Il mais – spiega Coldiretti – è la coltura agricola più colpita con le piante appassite in decine di migliaia di ettari che non potranno neanche essere raccolte nelle regioni del nord, ma danni pesanti sono stimati anche per il pomodoro destinato alla trasformazione industriale con un crollo del 20% in media sulla produzione attesa”.

La Coldiretti sottolinea che “a soffrire sono anche le verdure e la frutta per effetto della cosiddetta evapotraspirazione (la perdita di acqua dal terreno e dalle piante). Le coltivazioni infatti in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. Il caldo ha pesanti effetti anche – continua la Coldiretti – nel mondo animale: nelle stalle si registra un crollo delle produzioni del 10% per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche. L’afa e le temperature hanno tolto l’appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime” conclude.

Tra le regioni più colpite dalla siccità c’è l’Emilia Romagna. La Cia prevede perdite di produzione dal 30 al 60%. “I danni da siccità sono, purtroppo, ormai un dato di fatto anche in Emilia Romagna, soprattutto nel versante centro orientale” spiega l’associazione rimarcando che il caldo torrido e l’assenza di piogge stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura: “i danni alle colture sono ingenti e la situazione sta peggiorando” precisano gli agricoltori.

“Le risorse idriche non sono sufficienti a coprire il fabbisogno d’acqua e le campagne sono le prime ad essere colpite dagli effetti disastrosi di questo caldo torrido – precisa la Cia – dove a subire le conseguenze peggiori sono soprattutto il mais, oltre ad altre coltivazioni estensive come soia, girasole e, anche se in misura minore, sorgo da granella”.

La produzione agricola in Veneto vale 5 miliardi di euro

Il valore della produzione agricola in Veneto ha raggiunto nel 2011 i livelli più alti degli ultimi dieci anni:  5 miliardi di euro il valore complessivo, con un incremento del 5% rispetto al 2010. E’ calato però il numero delle imprese agricole iscritte ai registri delle Camere di Commercio (73.831 aziende, -2,3% sul 2010).

Tutti i numeri dell’agricoltura veneta del 2011, analizzati settore per settore, compresi l’import e l’export, saranno illustrati mercoledì 11 luglio, alle ore 11 in Corte Benedettina a Legnaro (Pd), dal presidente Paolo Pizzolato e dagli analisti di Veneto Agricoltura nella tradizionale conferenza stampa di presentazione del Report 2011 sull’andamento del settore agricolo veneto.

Slow Food: una Politica Agricola Comune

Promozione delle produzioni piccole e medie, legate al territorio e dei sistemi agroalimentari locali e attenti all’ambiente. Sono queste le priorità in agenda per il raggiungimento di una Politica Agricola Comune. Slow Food scende in campo per contrastare l’attuale sistema industriale e intensivo e l’invecchiamento di chi lavora nelle campagne.

Il documento “Verso una nuova Politica Agricola Comune” contiene alcune proposte volte a raggiungere un sistema di produzione di cibo sostenibile, buono e giusto. Secondo le indagini svolte su 500 milioni di cittadini europei, almeno al metà soffre di sovrappeso, mentre sono 42 milioni i cittadini che vivono in condizioni di privazione di cibo.

Dal punto di vista agricolo, l’estensione di terreni occupati in Europa è calata del 25% rispetto al 2001, determinando una conseguente perdita di 3,7 milioni di posti di lavoro. Dal punto di vista demografico, solo il 7% degli agricoltori ha meno di 35 anni e un agricoltore su 3 è over 65.

Con il sostegno della Comunità Europea, Politica Agricola Comune si impegna a ridare dignità alla professione dell’agricoltore. Ciò significa stimolare i giovani a intraprendere questo tipo di attività, garantendo loro un reddito adeguato, il sostegno alle reti di giovani agricoltori, artigiani alimentari, ristoratori, educatori e consumatori e alla formazione. L’altro obiettivo da raggiungere riguarda lo snellimento delle pratiche burocratiche per l’avvio di nuove imprese di giovani, garantendo incentivi come finanziamenti diretti, agevolazioni fiscali o mutui con tassi favorevoli.

L’importante è premiare tutti quei produttori e le micro-imprese che salvaguardano la biodiversità locale e tradizionale, l’architettura tradizionale, o che operano in aree marginali,chi differenzia l’offerta, integrando la produzione agricola con attività’ didattiche o turistiche. Al primo posto ci deve sempre essere l’ambiente.

Alessia Casiraghi