Mipel: la produzione vola al 20%

Non esiste la seconda generazione nel settore della conceria, è una forte riflessione fatta dai produttori di pelletteria italiani che espongono al Mipel in fieramilano a Rho fino a mercoledì 7 marzo. Uno sguardo al futuro rivela una sempre crescente mancanza di tecnici specializzati nei vari stadi della filiera della pelle, mettendo a serio rischio la capacità produttiva di domani. Un tema quanto mai attuale, soprattutto per gli imprenditori della zona di Firenze, primo territorio di produzione nazionale del settore pellettiero.

“Nel 2011 la produzione in valore si è attestata sui 4 miliardi e 550 milioni di euro – dichiara Giorgio Cannara, presidente Aimpes/Mipel –  con un aumento di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni fanno registrare 3 miliardi e 841 milioni (+30% sul 2010) a fronte di un import di circa 1 miliardo e 850 milioni di euro (+12% sul 2010)”.

“Le previsioni di crescita delle produzioni di pelletteria nei prossimi 3 – 5 anni, dicono che ci sarà un aumento della produttività intorno al 20, 30% – commenta Andrea Calistri della Sapaf di Scandicci e fondatore dell’Alta Scuola di Pelletteria-. Questo significa che il comparto avrà necessità di formare almeno due, tre mila nuovi addetti che possano occupare posti specialistici della filiera della pelle”.

Proprio a Scandicci è attiva, da circa 10 anni, l’Alta scuola di pelletteria italiana che prevede corsi di formazione di periodo variabile, dai due mesi fino ai due anni. “La scuola prepara, ogni anno, circa 100 nuovi addetti specializzati nelle varie discipline – continua Calistri – ancora troppo pochi per la richiesta in crescita”.

Le principali figure ricercate sono tre: il modellista, il prototipista e il tagliatore di pelli pregiate. I primi due si occupano di approntare il primo esemplare della borsa disegnata dallo stilista. Questo passaggio è estremamente importante perché, realizzando il prototipo, è possibile valutare tempistica e modalità da applicare poi alla produzione, parametri che definiscono, in ultima analisi, il prezzo dell’articolo e il suo posizionamento nella fascia di mercato. Anche il tagliatore esperto fa un mestiere delicato perché, soprattutto a contatto con pellami particolarmente pregiati come per esempio il coccodrillo, è quanto mai importante non sprecare nemmeno un centimetro di materiale.

“Sarebbe importante che i giovani capissero – puntualizza Calistri – che lavorare nel settore della pelle è una vera e propria opportunità, non soltanto di occupazione ma anche di carriera. Un tecnico esperto può arrivare a guadagnare anche 2500 euro al mese con una tendenza in crescita”.

I dati economici relativi al comparto della pelle rivelano una netta tendenza all’export, mentre i mercati interni sono ancora un po’ in sofferenza.

“Il vero problema – spiega Piero Peroni, presidente di Cna Federmoda Firenze – è culturale. In Italia non viene riconosciuta la qualità artigiana delle produzioni. Questo ha cresciuto una generazione che punta alle grandi firme. La giovane donna di oggi preferisce la borsa griffata anche se falsa, piuttosto che il prodotto artigiano sconosciuto ma di buona qualità. Se noi italiani fossimo in grado di dare il giusto valore alle produzioni “Made in Italy”, come avviene in Cina e Giappone che sono mercati in espansione non solo per le grandi aziende ma anche per le piccole produzioni artigiane, il nostro mercato interno soffrirebbe meno”.

Fonte: agenparl.it

Istat: produzione nelle costruzioni

A dicembre 2011 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato, rispetto a novembre 2011, dell’1,4%. Nella media del trimestre ottobre-dicembre, l’indice è diminuito dell’1,2% rispetto al trimestre precedente. L’indice corretto per gli effetti di calendario a dicembre 2011 ha registrato una variazione nulla (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di dicembre 2010). Nella media dell’intero 2011 la produzione è diminuita del 2,9% rispetto all’anno precedente. A dicembre l’indice grezzo segna un calo tendenziale del 6,8%. Nel confronto tra la media del 2011 e quella dell’anno precedente l’indice è sceso del 3,8%. Lo comunica l’Istat.

Fonte: agenparl.it

Tessile e legno in negativo ad ottobre

di Vera MORETTI

Periodo “nero” per le industrie tessili e del legno, che in ottobre hanno registrato un sostanziale calo delle vendite. In particolare, tessili, abbigliamento, pelle ed accessori sono a -8% e legno, carta e stampa a -7,5%.

Non si tratta degli unici segni negativi, perché, a guardare il rapporto completo presentato dall’Istat, il mese di ottobre è stato critico per tutti i settori, facendo registrare un indice in calo del 4,2%.
La produzione industriale è diminuita dello 0,9% rispetto a settembre, e, considerando il trimestre agosto-ottobre l’indice è sceso dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è cresciuta dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A “tenere” sono stati i settori della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, che hanno ridotto la propria produzione “solo” dello 0,7%.