L’Italia dei nuovi imprenditori: identikit e aiuti delle Pmi

In Italia, dall’inizio del 2010, le aziende sono in mano a donne, stranieri e giovani nuovi imprenditori al di sotto dei 30 anni.

Dall’inizio dell’anno, sono circa 53mila le nuove aziende delle quali:

– 1 su 3 è un’impresa individuale a conduzione femminile;

– 1 su 4 è guidata da un giovane laureando o neo laureato under 30;

– 1 su 5 ha un titolare straniero.

Questo è quanto emerge dall’indagine elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese-InfoCamere.

Un successo per l’imprenditoria italiana, che denota tutta l’originalità del made in Italy: buona parte di questi nuovi imprenditori è frutto di una creativa reazione alla crisi economica e del lavoro.

Secondo i dati, infatti, disoccupati o inoccupati neolaureati, ex casalinghe e impiegate di ritorno non finalizzate, fino a stranieri rappresentano l’identikit dei nuovi boss del 20% delle nuove aziende italiane.

Interessante anche il dato analizzato rispetto alle zone d’Italia.

La Toscana è la Regione a più alta densità di imprenditoria straniera, con il 27,9% di neo titolari non italiani.

In Basilicata, Calabria e Campania é maggiore la presenza di under 30, e più precisamente il 30,8%, 30,7% e 28,9% del totale delle imprese individuali, così come l’imprenditoria femminile.

Al Nord, la Lombardia spicca per le iniziative a sostegno delle nuove imprese. Ben due: da ” Start“, di cui abbiamo già parlato e il cui bando offre servizi gratuiti e contributi a fondo perduto per superare la cosiddetta fase di start up (il momento inizale dell’aziende) con particolare attenzione a giovani laureandi/laureati under 30 (a loro, sono stati messi a disposizione più servizi e più contributi); e “Punto Nuova Impresa” .

“Punto Nuova Impresa” nasce come sostegno ai nuovi aspiranti imprenditori grazie alla collaborazione di Camera di Commercio di Monza e Brianza con Formaper: insieme hanno seguito 165 utenti nei 3 primi mesi del 2010.

Insieme al bando “Start”, si rivolgono a disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, lavoratori in mobilità, che intendono aprire un’impresa.

Per maggiori informazioni:
Formaper -Camera di Commercio Monza Brianza
Piazza Cambiaghi, 5
Monza
Tel. 039/2807411
Fax 039/2807449
progettostart@mb.camcom.it

Paola Perfetti

Pmi ecoinnovative sono il motore del piano economico europeo

E’ l’ecosostenibilità il motore propulsivo delle piccole medie imprese (Pmi).

Ecoinnovazione, quindi, non solo per il benessere dell’ambiente ma soprattutto per garantire la crescita in salute delle nuove realtà imprenditoriali, la competitività economica e nuovi posti di lavoro.

Ad essere protagoniste sono circa 23 milioni di piccole e medie imprese facenti capo all’Unione Europea.

Lo stabilsce il Blog Reporting the World Over, che tratta del ruolo dell’ecoinnovazione contestualmente agli sforzi compiuti dall’Europa per promuovere una crescita economica sostenibile anche dal punto di vista ambientale.

Secondo la nostra fonte, infatti, sono proprio queste Pmi votate all’attenzione per tutto ciò che è “verde” a rappresentare il 99% dei posti di lavoLero totali.

Pertanto, uno loro aiuto e stimolo sarebbe altrettanto produttivo per colmare il divario tra crescita economica e sostenibilità ambientale.

Certo, la prima soluzione necessaria da affrontare sarebbe quella di eliminare le barriere che ostacolo lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali. Si pensi, per esempio, alla mancanza di fondi disponibili, gli elevati costi connessi alle attività di innovazione, la percezione che l’ecoinnovazione rappresenti un rischio commerciale, le lungaggini di posizionamento sul mercato delle nuove imprese, ostacolate ulteriormente dai tempi e dai costi esagerati.

Risulta allora pressoché fondamentale fornire un sostegno eco-tecnologico di prossima generazione che assecondi la creatività e il dinamismo delle tante piccole medie imprese “verdi” , per non parlare dei finanziamenti e delle agevolazioni importantissime per l’avvio di un’azienda e superamento della fase di start up.

A questo proposito, solo pochi giorni fa vi abbiamo segnalato l’iniziativa della Regione Lombardia proprio riferita a questo contesto, ma bisogna ammettere che l’Unione europea ha già iniziato a eliminare le barriere che ostacolano le PMI ecoinnovative varando, a partire dal 2004, il piano d’azione europeo per le tecnologie ambientali (ETAP, Environmental Technologies Action Plan).

Negli ultimi 6 anni, è stato proprio l’ETAP a migliorare le condizioni di mercato agevolando la transizione dalla ricerca al mercato stesso e favorendo così la conoscenza e l’implementazione dell’ecoinnovazione.

Oltre a questo, è bene segnalare altri strumenti introdotti proprio a sostegno di queste realtà imprenditoriali:

Programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP, Competitiveness and Innovation framework Programme), che prevede lo stanziamento di quasi 200 milioni di euro (tra il 2008 e il 2013) per aiutare le Pmi ecoinnovative a trasferire le proprie soluzioni ambientali dai laboratori teorici al mercato del lavoro.

Piattaforma di innovazione europea per l’ecoinnovazione (European Innovation Platform for Eco-Innovation), volta alla risoluzione dei problemi del mercato che ostacolano il cambiamento.

Fonte

Paola Perfetti