Cerved: calano le società protestate e ritardi nei pagamenti

Tanto per rendere le cose più facili e aggiungere contraddizioni a contraddizioni, un ennesimo studio parla di segnali concreti di ripresa per le imprese. Questa volta tocca a Cerved che, analizzando il proprio database che monitora le esperienze di pagamento di 2,5 milioni di imprese italiane, rileva come, nel primo trimestre 2015, è calato del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il numero delle società protestate, fermo a circa 15mila.

Secondo Cerved, il calo dei protesti si accompagna a una riduzione dei tempi di liquidazione delle fatture e dei ritardi dei pagamenti; una tendenza che indica diffuso miglioramento delle abitudini di pagamento delle aziende italiane

Cerved rileva come, in media, nei primi tre mesi del 2015 le imprese italiane hanno pagato le proprie fatture in 76,5 giorni, un giorno in meno rispetto allo stesso periodo 2014, mentre i ritardi sono scesi a 17,2 giorni dai 18,4 dello stesso periodo del 2014: è il livello più basso dal 2012.

Altro segnale positivo individuato da Cerved riguarda la riduzione dello stock di fatture commerciali non pagate da parte della Pa, un calo registrato sia in termini numerici (49,8% al 31 marzo 2015, contro il 53,9% al 31 marzo 2014), sia in termini di valore (il 49,5% dal 60,1%). Rimane comunque alta la quota di mancati pagamenti sulle fatture di nuova emissione.

Secondo Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved, “i dati del primo trimestre confermano i segnali positivi emersi negli scorsi ed evidenziano che la crisi ha trasformato alcuni comportamenti delle imprese: le aziende, più attente nel concedere credito, ottengono pagamenti più rapidi e più puntuali. Nel Nord del Paese e nell’industria i protesti sono già tornati sotto i livelli pre-crisi e proseguono i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, anche se rimane alta la quota di mancati pagamenti sulle nuove fatture“.

Protesti e ritardi nei pagamenti, allarme al Sud

Il Sud a rischio per il crescere del numero dei protesti e per i gravi ritardi nei pagamenti. L’allarme è lanciato dalla società di business information Cerved: “Il peggioramento delle condizioni economiche-finanziarie delle imprese italiane, osservato da quando nella seconda metà del 2011 l’economia è rientrata in recessione, è proseguito anche nei primi tre mesi del 2012. I dati sui protesti e ritardi nei pagamenti mostrano una situazione particolarmente allarmante nelle regioni del Mezzogiorno e tra le imprese operanti nel settore delle costruzioni“.

Secondo quanto rilevato da Cerved, nei primi tre mesi dell’anno sono oltre 21mila le società cui è stato protestato almeno un assegno o una cambiale, +8,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. “Il dato è il secondo valore più alto di un singolo trimestre dall’inizio della crisi del 2008 ed è accompagnato da un aumento dei protesti tra le imprese individuali: si contano infatti quasi 47mila imprenditori con almeno un protesto, in crescita del 3,2% rispetto al primo trimestre 2011“.

Preoccupante la situazione al Sud, mentre al Nord la situazione, benché negativa, è abbastanza stabile. Nei primi tre mesi del 2012 i protesti sono aumentati con tassi a due cifre sia nel Mezzogiorno (+13,5%) sia nel Centro (+10,6%). La diffusione del fenomeno “ha raggiunto livelli particolarmente preoccupanti in Calabria, dove l’1,9% delle imprese operative ha avuto almeno un titolo protestato nel primo trimestre del 2012 (l’1,4% del Mezzogiorno)“, afferma ancora Cerved, che prosegue: “Le difficoltà osservate per il complesso delle società non individuali non risparmiano nessun settore: la situazione più critica la vive il comparto dell’edilizia, settore in cui l’1,5% delle società operative sono state protestate nel primo trimestre dell’anno e in cui il fenomeno risulta in crescita con tassi a due cifre rispetto allo stesso periodo del 2011 (+12,5%)“. Il terziario invece “è il settore dove si conta il maggior numero di soggetti protestati: 11.500 aziende, pari allo 0,8% di tutte quelle operative, con un aumento del +8,3% sull’anno precedente“.

Ma non basta. Nel Mezzogiorno, sostiene Cerved, “il peggioramento del fenomeno dei protesti è accompagnato da un ulteriore aumento dei tempi di liquidazione delle fatture. L’attesa per i pagamenti delle società meridionali è passata da 90,4 giorni dell’ultimo trimestre 2011 a 92,9 dei primi tre mesi 2012, con un’accresciuta diffusione dei ritardi gravi che vede il 10,5% delle stesse saldare le fatture con oltre due mesi di ritardo“.

Niente di nuovo sotto il sole della crisi, purtroppo…