A Trento ora è più facile comprare casa

A Trento ora è più facile comprare o sistemare casa: con un disegno di legge licenziato dal Consiglio della Provincia autonoma è stato istituito un ente gestore per assistere con garanzie l’accesso al credito da parte delle famiglie per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa.

In questo modo le famiglie avranno a disposizione uno strumento in più di garanzia per accedere ai mutui: un fondo di circa 1,5 milioni di euro.
L’intervento in favore delle famiglie che richiedono un mutuo per l’acquisto della prima casa era già stato previsto da un articolo della legge finanziaria provinciale a causa delle mutate condizioni del sistema creditizio, a seguito della crisi economica: in precedenza, infatti, il mutuo veniva concesso sulla base di una garanzia ipotecaria, che ora non è più sufficiente.

La Provincia a sua volta mette a disposizione un fondo di garanzia, limitato nell’importo ma in grado di “sbloccare” la concessione del mutuo per molte famiglie, cosa che, indirettamente, produrrà effetti positivi anche sul versante delle imprese.

Francesca SCARABELLI

Esportazione in calo per le imprese trentine

Le imprese trentine, a quanto pare, hanno un grosso difetto: sono troppo piccole. Non si tratta di uno scherzo, ma di un problema che le penalizza in quanto a multinazionalizzazione ma anche in quanto a partecipazione di imprese estere nel locale.

Ciò è emerso dal Rapporto sull’internazionalizzazione delle imprese trentine, curato da Sergio Mariotti del Politecnico di Milano e da Marco Mutinelli dell’Università di Brescia e che completa due altri studi già pubblicati nei Quaderni della Programmazione della Provincia autonoma di Trento.

A fine 2008, secondo lo studio, la multinazionalizzazione attiva, vale a dire il numero delle imprese trentine partecipate all’estero, consta di 71 unità. In termini relativi, l’incidenza dei dipendenti di queste imprese rispetto ai dipendenti delle imprese trentine non controllate da investitori esteri è pari al 14,1%, a fronte di una media nazionale del 18,1%. E viene spiegato con le dimensioni delle aziende stesse.

Anche la presenza di partecipazioni di imprese estere nell’attività produttiva locale presenta negli ultimi anni una situazione abbastanza stagnante. A fine 2008 il numero delle imprese a partecipazione estera era pari a 52 unità, come rilevato a fine 2001.

Per quanto riguarda le esportazioni, che avevano fatto registrare una forte impennata negli anni Novanta, dal 2006 hanno cominciato a calare, dapprima solo nell’ambito del settore tessile, ma poi la crisi si è estesa a cuoio e calzature, fino ad arrivare ad alimenti e bevande.

In particolare, le mete in calo sono quelle del Nordamerica, mentre sembra “tenere” bene la Germania. Meglio vanno le esportazioni verso i Paesi Europei non Ue e i Bric (Brasile, Russia. India e Cina).

Vera Moretti