Canone Rai alle aziende? Ora tocca alle agenzie di viaggio

Ci risiamo. Nei mesi scorsi la Rai aveva cercato di spillare i quattrini dell’insulso canone a professionisti e lavoratori autonomi in quanto possessori di apparecchi come pc e simili, persino smartphone, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi tv ma “atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo“. Poi, a fronte di interrogazioni parlamentari e minacce di diserzione fiscale, il dietro front che pareva avere chiuso la partita. Pareva, perché in realtà ci risiamo.

Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) segnala infatti che la Rai sta sollecitando alle agenzie di viaggio il pagamento del canone se in possesso di un apparecchio munito di sintonizzatore: ovvero un televisore oppure un computer in grado di ricevere il segnale digitale o satellitare. Ma le agenzie di viaggio, come tante altre piccole imprese, posseggono per lo più solamente computer connessi alla rete Internet, necessari per l’attività di impresa e già esclusi dall’obbligo di pagamento del canone.

Inferocito Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet: “Le nuove richieste di pagamento del canone Rai che stanno arrivando in questi giorni in tutte le agenzie di viaggio italiane sono inutili e sgradevoli. La Rai cerca di fare cassa tornando a chiedere soldi alle agenzie. Soprattutto in un periodo di alta stagione come quello che stiamo attraversando, durante il quale gli agenti cercano di portare a casa con fatica qualche risultato, riteniamo incomprensibile l’invio di queste nuove comunicazioni, che generano confusione e distolgono l’attenzione degli agenti dal loro lavoro“.

Consiglio alle agenzie di viaggio: prenotate una bella vacanza per mamma Rai, mandatela… a quel paese.

Il canone Rai a rate

Il pagamento del canone Rai può essere, per chi ha un reddito molto basso, un onere difficile da sostenere.
Per questo, gli abbonati Rai con reddito annuo da pensione, previdenziale o assistenziale, non superiore ai 18mila euro, hanno la possibilità di dilazionare il pagamento del canone con più rate mensili.

Per usufruire di questa opportunità, gli interessati devono ricordarsi di chiedere, entro il prossimo 15 novembre, al proprio ente pensionistico, in qualità di sostituto d’imposta, di scalare, mese per mese, da gennaio a novembre, la quota che consentirà di ripartire, nell’arco degli undici mesi, la somma complessivamente dovuta.

Questa possibilità è stata introdotta con il Dl 78/2010 a partire dall’anno 2011. La scadenza della prossima settimana, quindi, rappresenta, in assoluto, il secondo appuntamento utile per questo tipo di agevolazione, riservata a determinate categorie di utenti.
Le modalità applicative della misura sono state definite con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 29 settembre 2010, che deve essere rinnovata anno per anno.

Chi percepisce più pensioni, e complessivamente non raggiunge i 18mila euro annui, può decidere a quale ente fare richiesta per ottenere la rateazione, a patto che l’importo erogato da quell’istituto consenta di recuperare l’intero canone.
Per chi ha già usufruito della rateazione, il limite deve essere verificato con riferimento all’anno precedente a quello della richiesta, mentre per i neopensionati il conto si fa rapportando ad anno la mensilità percepita al momento della presentazione dell’istanza.
In caso di cessazione dell’erogazione della pensione, sarà l’ente previdenziale a comunicare all’utente, o agli eredi, il numero di rate già versate e l’ammontare del residuo ancora dovuto. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, comunicherà le modalità di pagamento.
La stessa modalità va seguita nel caso in cui le ritenute mensili non risultano sufficienti a coprire l’intero canone.

L’istituto previdenziale, verificata la posizione del suo assistito, dovrà fargli sapere, entro il 15 gennaio, se è in regola con i requisiti e se la sua domanda di rateazione è stata accolta: la prima quota sarà detratta a partire da gennaio. L’ente certificherà poi, con il Cud, che il canone è stato pagato.
Sarà poi l’istituto stesso a comunicare all’Agenzia delle Entrate i nominativi di coloro i quali beneficeranno della rateazione, entro il 20 gennaio. Inoltre, ogni due mesi dovranno essere trasmessi telematicamente i dati degli abbonati per i quali è cessata la ritenuta, l’importo pagato, quello residuo e i motivi della cessazione. La prima scadenza è entro febbraio. Entro dicembre, infine, dovranno essere resi noti i dati di coloro per i quali sono state effettuate trattenute pari all’intero canone.

Il pensionato che vuole chiedere all’Inpdap di pagare il canone a rate, deve collegarsi sul sito internet dell’Istituto e scaricare il modello, compilarlo e presentarlo direttamente a un ufficio dell’ente oppure trasmetterlo, a scelta, on line, via fax o per posta, insieme alla copia di un documento di riconoscimento. Con la presentazione allo sportello, l’operatore che accetta la domanda può consegnare in tempo reale all’assistito la notifica di accoglimento o rifiuto della richiesta.

Medesimo procedimento per i pensionati Inps, con punto di partenza il sito dell’Istituto previdenziale. Per accedere alla sezione riservata ai servizi telematici occorre il Pin, che, quindi va richiesto. Una volta ottenuto, si procede nella stessa maniera.

Vera Moretti