RTI evidenza pregi e difetti del Piano Destinazione Italia

Rete Imprese Italia, dopo aver analizzato a fondo il Piano Destinazione Italia, ha definito i suoi obiettivi importanti e meritevoli, anche se “andrebbero individuate misure maggiormente incisive, così come andrebbero rese maggiormente fruibili le misure previste per le MPMI. Rileviamo che un capitolo Turismo avrebbe certamente rappresentato un argomento di estremo interesse per gli investitori stranieri, ma anche un’opportunità per favorire lo sviluppo del settore”.

Questa dichiarazione era contenuta nel documento presentato all’Audizione presso la X Commissione (Attività Produttive) della Camera dei Deputati.

Al suo interno, RTI ha inoltre evidenziato le criticità del Piano e avanzato alcune proposte per migliorare gli interventi previsti, in particolare quelli relativi al costo dell’energia e la certificazione energetica degli immobili, bonifiche dei siti di interesse nazionale, internazionalizzazione e startup innovative, ricerca, digitalizzazione delle imprese, accesso al credito, misure di contrasto al lavoro sommerso ed irregolare e Rc Auto.

Per quanto riguarda alcune misure riguardanti la riforma dell’Rc Auto, Rete Imprese Italia ritiene necessario intervenire per evitare il rischio che migliaia di carrozzerie indipendenti vengano espulse dal mercato e sia compromessa la libertà di scelta dei consumatori.

RTI auspica che “la discussione parlamentare su Destinazione Italia, con il contributo delle forze economiche e sociali, possa condurre ad interventi maggiormente incisivi sulle misure previste, venendosi a collocare in una situazione economica ancora non chiaramente definita e non decisamente orientata alla crescita”.

Vera MORETTI

Stangata d’autunno: agli italiani costerà 450 euro

 

Il portafoglio degli italiani, che ormai non ha nemmeno più lacrime da versare dopo il rientro dalle vacanze d’agosto, si prepara a surriscaldarsi vertiginosamente in vista del prossimo autunno.

Previsti esborsi fino a 450 euro in più a famiglia, rispetto ai precedenti mesi del 2012, nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2012. E’ la stangata d’autunno, così ribattezzata dopo che le indagini svolte da Ref Ricerche e Unioncamere Indis su 3 profili  tipo di famiglia con stili di consumo medi, hanno evidenziato un aumento della spesa annua complessiva di almeno il 20%, rispetto ai 12 mesi precedenti.

A pesare come una spada di Damocle sul portafoglio degli italiani saranno Imu ( la seconda rata più cara rispetto a giugno dovrà essere pagata entro il prossimo 17 dicembre), le addizionali Irpef regionali e comunali, i rincari di luce e gas, l’aumento dell’Rc Auto e i prezzi schizzati alle stelle dell’oro nero, la benzina. La stagione degli scontoni del weekend si è conclusa proprio oggi.

Addio estate, in tutti i sensi.

Alessia CASIRAGHI

Auto, bene di lusso degli italiani

Qual è il vero bene di lusso per gli italiani? Gioielli, orologi, ville con piscina, cavalli da corsa? Sbagliato! La risposta esatta è: l’auto. Ma non una fuoriserie o un’auto di grossa cilindrata, no no… persino l’utilitaria è diventata un bene di lusso. Ce ne dà conferma il Conto nazionale delle Infrastrutture e dei trasporti 2010-2011, secondo il quale acquistare e mantenere un’auto si è rivelato negli ultimi 20 anni un investimento oneroso per gli italiani.

Qualche esempio? L’esborso per i soli carburanti è aumentato del 170%, passando dai 15,24 miliardi del 1990 ai 41,15 miliardi del 2010. Complessivamente per l’esercizio dell’auto la spesa è passata dai 47,28 miliardi del 1990 ai 103,71 miliardi del 2010 (il 43,81% del totale): un’impennata del 119%. Più che triplicate le spese relative all’rc auto, passate dai 5,17 miliardi del 1990 ai 15,64 miliardi del 2010.

L’ammontare complessivo delle spese per le auto a uso privato è stato stimato per il 2010, in circa 147,205 miliardi di euro. Al netto della cifra inerente gli interessi sul capitale investito, spiega il Rapporto “la valutazione delle spese di esercizio delle autovetture si quantifica, per il 2010, in 93,934 miliardi di euro dei quali circa il 44% è da attribuire a spese per carburanti, quasi il 18% a spese per manutenzione ordinaria, circa il 17% a spese per assicurazioni, poco meno del 6% a tasse automobilistiche ed il restante 15% circa a spese per il ricovero, per pneumatici, per lubrificanti e pedaggi autostradali“.

E il Codacons ruggisce. Per una famiglia media italiana, mantenere un’auto costa ormai, dopo gli ultimi rialzi della benzina, 4.010 euro all’anno, una “vera e propria stangata“, commenta l’associazione dei consumatori. Una cifra che risulta dalla somma di: 1728 euro per il carburante, 715 per l’Rc auto, 491 euro per le riparazioni, tra meccanici e carrozzieri, 222 euro tra pedaggi e posteggi, 265 euro per il bollo, 235 per le multe, 143 euro per il gommista, 126 euro per l’affitto del garage (non è calcolato il costo dell’acquisto di un box, essendo un investimento), 85 tra lavaggio e revisione auto.

And so… come direbbero gli anglosassoni? Per il Codacons, “ora che il ministero ha scoperto quello che ogni automobilista sapeva già, sarebbe bene che cercasse anche delle soluzioni, visto che la responsabilità di questi aumenti dipende in primo luogo dal Governo che non ha preso misure di liberalizzazione e che in questi anni ha aumentato ripetutamente le accise sui carburanti, l’Iva, ha indicizzato, invece degli stipendi e delle pensioni, le tariffe autostradali e, infine, in nome del federalismo, ha consentito l’innalzamento delle tasse sull’rc auto per finanziare le Province“.

Sarà un caso che il nostro articolo sulla prima stazione di rifornimento per veicoli elettrici ha avuto oltre 1100 like su Facebook? Meditate ministri, meditate…

Abbattere fino al 40% i prezzi delle polizze Rc auto

Un progetto di legge per abbattere fino al 40% i prezzi delle polizze Rc auto contribuendo allo stesso tempo alla sicurezza stradale. E’ la proposta dell’ACI (Automobile Club d’Italia) articolata in quattro articoli e quattro raccomandazioni per il Governo, con l’obbiettivo di inserirsi nel decreto sulle liberalizzazioni appena approvato. Lo schema di legge, che verrà presentato al Presidente del Consiglio, è stato presentato qualche giorno fa dal direttore generale di Sara Assicurazioni, Alessandro Santoliquido.

Una proposta che nasce dal libro inchiesta “Il libro nero dell’Rc Auto” di Vincenzo Borgomeo, che illustra quali sono i comportamenti non proprio corretti da parte degli automobilisti che finiscono per far lievitare i premi assicurativi: comportamenti che bisognerebbe combattere per il bene della sicurezza stradale e dei portafogli. Per ridurre l’Rc auto sarebbe infatti sufficiente intervenire sulle frodi e sul contenimento dei costi. Nel nostro Paese, ad esempio, circolano 3,5 milioni di auto non assicurate, e il 23% dei danni lamentati in caso di incidenti sono danni fisici – contro il 10% di Francia, Belgio e Germania, e l’11% del Regno Unito. In particolare, il danno fisico più deunciato dagli italiani è il “colpo di frusta”, che spesso è un semplice dolore al collo, ma che costa alle assicurazioni due miliardi di euro l’anno, il 15% dei risarcimenti totali. In più, stando all’inchiesta di Borgomeo, per chiedere un risarcimento alle assicurazioni gli italiani hanno a disposizione due anni, e non hanno nessun obbligo di sottoporre a perizia la propria vettura incidentata per accertare la reale entità dei danni.

Tra le proposte dello schema di legge dell’ACI è previsto un termine di decadenza del risarcimento di 90 giorni, la risarcibilità in natura del danno (quindi non in denaro ma in termini di riparazione dello stesso), la risarcibilità solo di danni oggettivi e dimostrati, con perizia obbligatoria sui danni materiali in cinque giorni e non più in due. Inoltre, si prevede l’ approvazione di una tabella nazionale risarcimenti dal 9% al 100% di invalidità, l’ introduzione di una tabella unica nazionale sul danno morale da morte, allineata a valori europei, il collegamento delle immatricolazioni e dei passaggi di proprietà alla presenza di un’ assicurazione e la revisione della tassazione sulle polizze Rc Auto.

Fonte: ansa.it

Furgoni e van, ecco la polizza ad hoc

Una polizza assicurativa pensata per artigiani e privati che utilizzano veicoli commerciali e autocarri fino a 35 quintali per la loro attività di small business. In caso di incidente sarà possibile dedurre la franchigia dell’assicurazione

L’assicurazione online Genertel ha pensato a una polizza assicurativa dedicata alla copertura dei danni per artigiani e privati che utilizzano veicoli commerciali e autocarri fino a 35 quintali per la loro attività di small business.

La polizza “Furgoni & Van” è l’ideale per chi utilizza questi veicoli nello svolgimento dell’attività commerciale, perché in caso d’incidente con colpa, il costo della franchigia è deducibile. Genertel Furgoni & Van garantisce sempre i seguenti servizi:
 
– Attività carico e scarico: protegge il cliente in caso di danni causati a terzi durante le operazioni di carico e scarico del veicolo, senza costi aggiuntivi;
– Servizio Stop&Go: prevede la possibilità di sospendere la copertura assicurativa durante i mesi di inutilizzo del mezzo (minimo 1 mese, massimo 12);
– Assistenza Sinistri All Inclusive: consente di gestire un eventuale sinistro garantendo sempre l’Assistenza live; il Soccorso Stradale con carro attrezzi 24 ore su 24 e auto sostitutiva e la possibilità di effettuare la denuncia online direttamente dal sito o su mobile con l’applicazione per smartphone;
– Servizio Guida Subito: garantisce la copertura immediata via mail per circolare subito e SMS di conferma dell’acquisto;
– Servizio Memo: il servizio via email, sms, posta e telefono ricorda al cliente le scadenze delle polizze.

Rc auto, gli italiani amano cambiare

Uno dei campi in cui il web ha radicalmente cambiato le modalità di consumo degli italiani è quello dell’Rc auto. Lo sa bene Facile.it, comparatore di polizze RC, prestiti, mutui e conti correnti, che, a tre anni dall’ingresso in forze dei comparatori sul mercato italiano, ha indagato sull’evoluzione del comportamento degli automobilisti nei confronti della propria compagnia assicurativa. Risultato: il 32% degli italiani ha cambiato assicurazione almeno una volta negli ultimi 36 mesi.

La motivazione principale per questa mobilità di mercato è senza dubbio il risparmio, almeno secondo il 75% del campione intervistato. Per il 12% la molla che ha fatto scattare il cambiamento è stata un’esperienza negativa con la propria compagnia. Il passaparola (8%) e lo spuntare lo stesso prezzo con coperture aggiuntive (5%) sono altri elementi importanti nella scelta.

Altro dato significativo: il 97% di chi ha cambiato compagnia pensa di aver fatto la scelta giusta, perché il cambiamento ha portato a un risparmio (44%), o perché il confronto di diverse offerte è sempre vantaggioso (53%). Chi ha scelto di non cambiare, nel 40% dei casi ha detto di averlo fatto per fiducia verso il proprio assicuratore, mentre il 21% dichiara di essere scettico di fronte a promozioni e offerte su internet e, nel 16% dei casi, ammette la pigrizia nel confrontare proposte alternative. Il 22% del campione rimasto con la stessa compagnia, conferma il proprio marchio assicurativo perché questo offre vantaggi particolari per la propria categoria professionale.

Ma che cosa deve avere una compagnia per rimanerle fedele? Per la maggior parte del campione (53%) deve garantire prezzi competitivi, disporre di un buon servizio clienti (17%), offrire velocità di risposta e completezza informativa, una buona assistenza in caso di sinistro (17%) e iniziative promozionali appetibili (12%).

Sempre meno polizze Rc auto furto-incendio

Sempre meno italiane stipulano il contratto Rc Auto con l’opzione Furto-Incendio. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori l’aumento medio delle polizze assicurative nello scorso anno è stato del 12% medio annuo e questa potrebbe essere una buona motivazione.

Tendenzialmente l’opzione facoltativa si chiede meno nelle regione del Sud – in cui l’RC auto costa di più. Maglia nera per la Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia: in queste regioni meno del 5% delle polizze richieste comprende l’opzione furto e incendio. Le regioni, per così dire più prudenti, sono invece Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Val d’Aosta, con percentuali – comunque non altissime – che vanno dal 13 al 22%.

Facile.it, il portale che ha confrontato tra loro le circa 800mila richieste di preventivo arrivate al sito, è ha notato che il numero di auto rubate è calato negli anni, ma nel 2010 ha raggiunto comunque la ragguardevole cifra di 124mila. Non per questo, però, gli italiani sono diventati più prudenti.

Nel luglio 2009 le richieste in questo senso erano il 32,9%, mentre nel febbraio-aprile 2011 la percentuale è scesa all’11%. Trend negativo che si conferma nel numero di polizze auto comprese della copertura opzionale effettivamente stipulate negli ultimi 18 mesi, calato di oltre il 20%. Un dato fa rimanere a bocca aperta: ogni giorno in Italia vengono rubate 340 auto.

 

Assicurazioni temporanee più care di quelle tradizionali

Il sito Facile.it ha condotto un’analisi sul risparmio che le assicurazioni temporanee sono in grado di offrire rispetto a quelle tradizionali. Il risultato? Sono meno convenienti.

Dall’analisi risulta infatti che questo tipo di polizze può costare anche oltre il 30% in più di quelle annuali. Per contratti assicurativi di durata inferiore ad un anno, infatti, alle auto si applica un premio corrispondente al periodo di tempo per il quale dovrà essere valida la copertura, con una maggiorazione pari al 15% del premio annuo. Ciò significa che, se si vuole assicurare per un mese il veicolo, la somma da pagare risulterà doppia rispetto a un mese di polizze annuale.

Più complessa la situazione per ciclomotori e motocicli, tradizionalmente mezzi di trasporto “stagionali”: la maggiorazione da applicare al premio Rc auto è pari al 30% del premio annuo. I costi quindi crescono, soprattutto se si assicura la moto per tempi brevi. Inoltre, le assicurazioni temporanee non fanno maturare classe di merito, quindi non permettono di ridurre le spese negli anni successivi tramite un miglioramento della propria storia assicurativa.

Facile.it individua una soluzione alternativa nelle polizze cosiddette sospendibili, una tipologia di assicurazione che si può interrompere, per almeno 30 giorni e per un massimo di 12 mesi, e riattivare in qualsiasi momento. Un tipo di polizza particolarmente indicato per i possessori di motoveicoli, grazie al quale i costi si riducono, le spese vengono ammortizzate e si matura classe di merito.

Alberto Genovese, amministratore delegato di Facile.it: “Spesso si è convinti che per risparmiare sia necessario approntare strategie complesse e articolate o piuttosto che ci si debba far guidare dai luoghi comuni: ma non è così. Non sempre le scelte che riteniamo più vantaggiose sono effettivamente tali“.

Laura LESEVRE

RC Auto, nuovi rincari: ecco come evitarli utilizzando il web e i comparatori di prezzi

Dall’ultima indagine diffusa da Quattroruote risulta che i prezzi delle polizze RC Auto hanno subito un nuovo aumento anche nel 2010: a livello nazionale si registrano aumenti pari al 25%, con livelli superiori nelle regioni del Sud, dove i rincari registrati sono stati del 50%. A confermare questo trend sono le  19mila tariffe riassunte nel Libretto Rosso delle assicurazioni pubblicato da Quattroruote. La realizzazione del Libretto è stata possibile grazie ai dati forniti da Assicurazione.it, comparatore leader del comparto RC Auto.

Il profilo dell’assicurato più colpito da questi aumenti è lo stesso ovunque: giovane fino a 28 anni, neopatentato o meno. I consumatori però possono trovare nel web soluzioni economiche, per esempio l’utilizzo di strumenti imparziali, quali appunto i comparatori di prezzi, che possono garantire un risparmio anche di 500 euro sull’assicurazione auto. Non è necessariamente vero, infatti, che l’unica soluzione sia una legge che elimini l’obbligo della RC Auto, come sostiene Carlo Rienzi, Presidente del CODACONS, e che i consumatori siano degli spettatori passivi di questa situazione.

Assicurazione.it si pone sempre più come osservatorio del mondo delle assicurazioni on line: i dati a disposizione del broker assicurativo mostrano come, in realtà, ogni mese siano oltre 200mila gli automobilisti italiani che confrontano i preventivi online di diverse compagnie assicurative prima di acquistare la propria polizza. Questo dato è incoraggiante perché significa che sempre più consumatori stanno modificando i propri comportamenti e adottano un approccio diretto al mondo delle assicurazioni e che oggi chiunque può esercitare forme di risparmio sull’RC Auto con pochi, semplici click.

In collaborazione con Assicurazione.it

Troppo alti i prezzi delle Rc Auto: per risparmiare serve l’aiuto del web

Secondo una ricerca dell’osservatorio assicurazioni auto del sito comparatore Cercassicurazioni.it, le tariffe Rc Auto nei primi 9 mesi del 2010 sarebbero aumentate del 33% rispetto all’ultimo trimestre 2009. E allora come fare per risparmiare? i consumatori più svegli ricorrono alla comparazione su internet, dove sempre di più vanno affermandosi siti di comparazione dei premi assicurativi. Emanuele Anzaghi, amministratore delegato di Cercassicurazioni.it spiega così il risparmio per i consumatori: “Tale risparmio è da intendersi come differenza tra il premio medio proposto dalle 18 Compagnie assicurative presenti su cercassicurazioni.it e il best price online offerto al cliente. L’analisi dei dati permette di trarre due conclusioni: la prima è che, data la grande differenziazione dei premi Rc Auto, non è possibile imputare gli aumenti a un fantomatico cartello delle assicurazioni, ma piuttosto al sempre maggiore impatto di problemi strutturali quali frodi assicurative o scarsa efficacia del sistema bonus/malus per i quali urgono soluzioni radicali”. E ha aggiunto: “La seconda è che per il consumatore diventa fondamentale comparare i prezzi delle diverse assicurazioni allo scopo di ottenere un premio più vantaggioso, eventualmente anche cambiando compagnia in modo da incentivare la competizione e, di conseguenza, favorire una riduzione dei premi assicurativi”.

Le perdite del settore Rc Auto rimangono uno dei temi più spinosi all’interno del comparto assicurativo, dunque. Solo qualche mese fa l’Isvap aveva affrontato il problema convocando le imprese e i consumatori alla ricerca di una soluzione. Una strade individuata dalle compagnie è siglare accordi con carrozzerie convenzionate, contenendo i costi di riparazione.

fonte: Ansa