Reddito di cittadinanza: ecco come cambierà nei prossimi mesi

Dopo i rilievi della Commissione Europea che ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per il Reddito di Cittadinanza e l’Assegno Unico che sarebbero discriminatori, dal Ministero del Lavoro arriva la conferma: il reddito di cittadinanza cambierà presto. Ecco cosa si prevede.

Maria Teresa Bellucci: dal 2024 il Reddito di Cittadinanza non ci sarà più

Sia chiaro, in base alle norme dell’Unione Europea l’Italia non può adottare una disciplina che non preveda forme di sostegno per le persone in difficoltà, che si tratti di reddito di emergenza, cittadinanza, inclusione o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare le norme dell’Unione Europea sono chiare: è necessario mettere in campo misure di sostegno alle persone.

Già nei primi atti del Governo Meloni vi sono però state delle novità che portano al superamento graduale di questo strumento di welfare e ora arrivano le prime dichiarazioni dal Ministero del lavoro sulle norme a cui si sta lavorando. A fare le prime dichiarazioni è il vice-ministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci che ha sottolineato che il reddito di cittadinanza sarà superato definitivamente dal 2024 e sarà sostituito da due diverse misure.

La prima misura è una forma di sostegno economico alle famiglie che ne hanno realmente bisogno. La seconda forma di sostegno mira invece mira all’inserimento lavorativo di persone che sono disoccupate, ma occupabili. Ricordiamo che nel frattempo, in base alle norme contenute nella legge di Bilancio 2023 dal mese di agosto gli occupabili non riceveranno più il sussidio.

Procedura di infrazione Unione Europea: il Reddito di Cittadinanza è discriminatorio

Non sono mancate dichiarazioni del vice-ministro del Lavoro il merito alla procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea, la stessa ha sottolineato che in questa decisione l’Unione Europea sembra scollata dalla realtà infatti ritenere discriminatorio il requisito della residenza da 10 anni in Italia per poter ottenere il Reddito di Cittadinanza mette in serie pericolo i conti pubblici italiani e lo stato sociale.

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Nel frattempo arrivano i primi dati sugli effetti delle norme introdotte di recente del Governo Meloni, infatti sono già diminuiti di 200.000 unità i percettori di reddito di cittadinanza. A ciò si aggiungono controlli più stringenti sulle richieste che sono comunque diminuite rispetto ai dati precedenti. Sono inoltre stati avviati corsi di formazione mirati all’inserimento lavorativo.

Ape sociale e reddito di cittadinanza, si possono percepire insieme?

Si possono percepire insieme sia la pensione con Ape sociale che il reddito di cittadinanza? Il rapporto tra le due indennità non prevede limitazioni. Infatti, il decreto legge numero 4 del 2019, che ha istituito il reddito di cittadinanza, non ha previsto alcuna forma di incompatibilità e, pertanto, di incumulabilità sia parziale che totale, con l’anticipo pensionistico. Ma è necessario fare alcune precisazioni importanti sull’importo del reddito di cittadinanza che risulta influenzato dalla percezione della pensione con Ape sociale.

Compatibilità e cumulabilità dell’Ape sociale con Naspi, Dis coll, Iscro e reddito di emergenza

Inoltre, altri per altri trattamenti corrisposti dall’Inps, come il reddito di emergenza, la Naspi, la Dis coll e l’Iscro, è necessario prestare attenzione sulla compatibilità e cumulabilità con l’Ape sociale. L’eventuale percezione di uno di questi trattamenti non avendone diritto perché già beneficiari dell’Ape sociale, comporta la situazione di percezione indebita e di recupero da parte dell’Inps.

Compatibilità di reddito di cittadinanza, Naspi, Dis coll, Ape sociale: i riferimenti normativi

Sulla compatibilità del reddito di cittadinanza e dell’Ape sociale, la disciplina di riferimento è contenuta nel comma 8, dell’articolo 2 del decreto legge numero 4 del 2019. La norma stabilisce che “il reddito di cittadinanza è compatibile con il godimento della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) e dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata (Dis coll), di cui rispettivamente all’articolo 1 e all’articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2015, numero 22, e di altro strumento di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria ove ricorrano le condizioni di cui al presente articolo. Ai fini del diritto al beneficio e della definizione dell’ammontare del medesimo, gli emolumenti percepiti rilevano secondo quanto previsto dalla disciplina dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”.

Prendere la pensione con Ape sociale è rilevante per la concessione del reddito di cittadinanza?

Il contribuente che percepisce, dunque, la pensione con l’anticipo pensionistico sociale può aver diritto a ricevere anche il reddito di cittadinanza. Di conseguenza, non essendoci una norma che vieti espressamente la contemporanea fruizione dei due istituti, i due trattamenti si possono considerare compatibili. Infine, nell’erogazione dell’Ape sociale, l’Inps valuta preventivamente la presenza di specifici requisiti da parte del richiedente. Tuttavia, l’importo dell’anticipo pensionistico va a concorrere a formare il reddito della famiglia. E, pertanto, incide sull’importo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). La fruizione dell’anticipo pensionistico sociale va a incidere direttamente sia sul diritto a ricevere il reddito di cittadinanza, sia sul suo importo mensile.

Pensioni con anticipo pensionistico sociale e reddito di emergenza: i rapporti

Peraltro, anche altri istituti si possono mettere in relazione con la fruizione del trattamento pensionistico Ape sociale. Ad esempio, il reddito di emergenza (Rem). Questa prestazione è stata introdotta a favore di specifici nuclei familiari in condizioni di necessità derivante dall’emergenza sanitaria ed economica conseguente alla pandemia di Covid-19. Il trattamento emergenziale è stato introdotto dall’articolo 36 del decreto legge numero 73 del 25 maggio 2021, poi convertito nella legge numero 106 de 23 luglio 2021. Ad oggi non è stato più reintrodotto questo istituto. Ma sono ancora in corso di pagamento alcune rate.

Chi prende già l’anticipo pensionistico sociale può ricevere anche il reddito di emergenza (Rem)?

Differentemente dal reddito di cittadinanza, chi percepisce già la pensione con Ape sociale non ha diritto a ricevere anche il reddito di emergenza. Infatti, la fruizione dell’indennità previdenziale comporta il venir meno del presupposto alla base del reddito di emergenza. Ovvero la situazione di difficoltà economica nella quale può venirsi a trovare una famiglia in conseguenza dell’emergenza sanitaria. In tal senso, emerge la funzione dell’Ape sociale quale indennità di accompagnamento del contribuente alla pensione di vecchiaia.

Perché il percettore dell’Ape sociale non può prendere il reddito di emergenza (Rem)?

Il sostegno del reddito di emergenza è riconosciuto in presenza di specifici requisiti e comporta la percezione di un importo mensile da parametrarsi in base alla situazione del percettore. L’importo massimo che l’Inps eroga come Ape sociale può arrivare a 1.500 euro lordi. Nel caso in cui dei contribuenti avessero percepito il reddito di emergenza in presenza dell’Ape sociale, i due trattamenti si sovrapporrebbero. Pertanto, ciò costituirebbe una prestazione indebita che comporterebbe il recupero da parte dell’Inps di quanto non dovuto.

Ape sociale, si può prendere insieme anche l’Iscro?

Particolare attenzione deve essere prestata da chi percepisce l’Iscro, l’indennità prevista dai commi da 386 a 400 della legge numero 178 del 2020. La circolare dell’Inps numero 94 del 30 giugno 2021 ha chiarito che la percezione dell’anticipo pensionistico sociale e l’Iscro sono incompatibili. Anche in questo caso, la percezione indebita comporta il recupero da parte dell’Inps.

 

Nuovo reddito di emergenza, novità in arrivo dalla UE

Nessuna proroga del reddito di emergenza è stata prevista fino a questo momento. La cosa è ormai nota visto che il reddito di emergenza è cessato lo scorso anno e che il governo con la nuova legge di Bilancio non ha previsto nulla al riguardo.

Subito smontate le speranze che molti italiani avevano e che si collegavano allo stato di emergenza ed al Green pass. Infatti il governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo. Inoltre continua con le ristrettezze dettate anche al lavoro da Green pass base o super Green pass. In pratica, emergenza e limitazioni proseguono, ma evidentemente ciò che da un lato si considera pesante (emergenza epidemiologica, obbligo vaccinale e limitazioni), non vale per le famiglie bisognose di aiuto.

Ma è dalla UE che tornano le speranze per queste famiglie in difficoltà. Infatti corre voce (ma si tratta di indiscrezioni senza conferme ufficiali), che l’Europa, alla luce della prosecuzione della situazione pandemica, avrebbe in mente un nuovo sussidio.

Un nuovo reddito di emergenza, magari con un nome diverso e senza Isee

Un nuovo sussidio ma non italiano, bensì europeo. È la notizia che molti siti e media in queste ore stanno lasciando trapelare. Infatti al posto del reddito di emergenza potrebbe sopraggiungere un nuovo sussidio, stavolta a carattere europeo e pure scollegato da Isee o simili.

In linea di massima oggi il nostro governo opera con due pesi e due misure come già detto in premessa. La situazione resta grave e meritevole di attenzione per quanto concerne l’obbligo vaccinale over 50, lo stato di emergenza, le colorazioni delle regioni e i Green pass obbligatori perfino per andare a prendere la pensione. Ma non è così dal punto di vista economico, perché vengono via via cancellati tutti gli aiuti introdotti in questi due anni per fronteggiare l’emergenza sanitaria, quasi che il governo da questo punti di vista consideri il ritorno alla normalità cosa fatta.

E così anche del Rem, acronimo di Reddito di emergenza, non si parla più. Dalla UE però inizia a trapelare l’intenzione di prevedere un nuovo sussidio, un autentico Reddito di Base Universale scollegato da qualsiasi vincolo patrimoniale o requisito reddituale. In altre parole, nessun collegamento con l’Isee come siamo abituati in Italia.

Reddito universale di base in Europa, ecco il punto della situazione

Sarà rimasto deluso chi si aspettava ancora qualche altra mensilità del reddito di emergenza. Le buone notizie dalla UE però ci sono, anche se al momento è solo una semplice ipotesi e pure lontana nel tempo. Del Reddito universale di base a livello UE se ne parla da tempo. Ciò che ha spinto diversi siti e media a dare la notizia è solo la conferma che si dovrebbe tornare ad affrontare l’argomento a giungo 2022, al Parlamento Europeo è attesa per giugno 2022.

Il sussidio già nella sua fase iniziale, cioè basata sulle discussioni su una proposta, ha avuto parere favorevole da molti a Bruxelles. La speranza di molti è che dalla fase embrionale si passio alla definizione del tutto, anche se noi ipotizziamo tempi molto lunghi. Anche perché sarebbe un sussidio che è scollegato pure dalla situazione attuale.

Infatti non si parla di misura emergenziale o temporanea dovuta al Covid e alla crisi economica scaturita per la pandemia. Si parla soprattutto di una misura definitiva, strutturale, che per esempio, una volta introdotta dovrebbe sostituire in Italia anche il reddito di cittadinanza.

Reddito di emergenza, c’è possibilità di nuova proroga?

Il decreto legge 41 del del 22 marzo 2021 all’articolo 12 ha previsto il Reddito di Emergenza (REm). Si tratta di un sostegno economico in favore di famiglie in stato di bisogno, ma soprattutto è una misura da considerare straordinaria e temporanea.

Il reddito di Emergenza: requisiti

Il Reddito di Emergenza è una misura di aiuto in favore alle famiglie con un ISEE di valore inferiore a 15.000 euro e che abbiano un patrimonio mobiliare (risparmi) inferiore a 10.000 euro, aumentati di 5.000 euro per ogni ulteriore membro della famiglia fino a un massimo di 20.000 euro. Per poterlo ottenere era altresì condizione imprescindibile che nel nucleo familiare non fossero presenti soggetti che avevano già percepito indennità Covid. E’ l’INPS a erogare questo sostegno in seguito alla presentazione di una domanda, attualmente non è possibile presentare istanza per il Reddito di Emergenza 2022.

Fatta questa premessa, come già ribadito, il Reddito di Emergenza era una misura provvisoria e attualmente non è stata prorogata, ma molte famiglie si chiedono: vi è la possibilità di una nuova proroga?

Con la proroga dello stato di emergenza è possibile che vi sia anche la proroga del Reddito di Emergenza?

Vista la proroga dell’emergenza e visto che l’Italia si trova ora ad affrontare la quarta ondata del virus Covid-19, erano in molti ad attendere l’inserimento nella legge di bilancio 2022 di una proroga del Reddito di Emergenza. In realtà così non è stato.

Attualmente è allo studio del Governo il nuovo decreto Sostegni, anche questo secondo le prime indiscrezioni andrà ad aiutare le imprese che più di altre hanno subito gli effetti del dilagare della pandemia, in particolare il settore ristorazione, turismo e tempo libero (discoteche). Le attività economiche che lavorano in questi settori con la quarta ondata, che è andata a coincidere anche sul periodo natalizio, hanno sofferto forti perdite.

Dalle indiscrezioni sul prossimo decreto Sostegni emerge anche che molto probabilmente ci saranno ulteriori misure per il contrasto al caro energetico. A questo proposito però il Presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa ha sottolineato che la via del sostegno governativo per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia non può essere l’unica soluzione e che invece è necessario andare a colpire chi da questi aumenti ha tratto maggiore profitto.

Ci sarà una nuova proroga del Reddito di Emergenza?

Ad oggi invece non vi sono notizie su una nuova proroga del Reddito di Emergenza. Per poter procedere a un’estensione sarebbe comunque necessario uno scostamento di bilancio e a questo punto potrebbe essere presente in un atto autonomo rispetto al decreto Sostegni già anticipato. Molto dipende dal futuro andamento dei contagi, infatti sembra che siamo ormai giunti al picco dei contagi e ci si aspetta una rapida discesa dei numeri in quanto la variante Omicron richiede tempi di guarigione minori. Questo implica che potrebbe non esservi alcuna proroga del Reddito di Emergenza anche se non sono escluse altre forme di aiuti alle famiglie che si trovano ad affrontare maggiori difficoltà.

Chi prende il reddito di cittadinanza può prendere il reddito di emergenza?

Le persone che versano in gravi difficoltà economiche si chiedono spesso se, in quanto percettori del Reddito di Cittadinanza, possano fruire anche del reddito di emergenza, destinato anch’esso a nuclei familiari in difficoltà a seguito dell’emergenza dal coronavirus.

A tal proposito, è giusto sottolineare che le due misure di aiuto alle famiglie, Reddito di cittadinanza e reddito di emergenza sono incompatibili. E’ stato lo stesso ente erogatore (l’INPS) a fugare qualsiasi dubbio. Ci sono stati dei casi in cui è stato possibile accedere a entrambi i benefici, ma mai contemporaneamente.

In conclusione, il reddito di emergenza è stato fruibile con criteri di accesso meno stringenti e l’apertura ai residenti privi del vincolo dei 10 anni, il reddito di emergenza prorogato più volte e svincolato da Reddito di cittadinanza è stato richiesto, ma sempre confermando l’incompatibilità con quest’ultimo sussidio.

Anche l’ultimo messaggio INPS n. 2046 del 2021 ha dato indicazioni ben precise, ossia:

  • per l’intero periodo di fruizione del Reddito di Emergenza, il beneficiario non può percepire Il Reddito di Cittadinanza o la Pensione di Cittadinanza.

Il reddito di emergenza è stato concesso con il decreto Cura Italia di maggio 2020, ma solo per gli esclusi dal reddito di cittadinanza.

Il DL Rilancio ha affiancato il reddito di cittadinanza al REM, nel senso di dare la possibilità alle famiglie in difficoltà di ricevere una nuova misura di sostegno al reddito, che pur condividendo con il reddito di cittadinanza alcune condizioni, riuscì a raggiungere famiglie che erano state escluse totalmente dal Reddito di Cittadinanza.

Differenza tra Reddito di Cittadinanza e Reddito di Emergenza

Conoscere la differenza tra le suddette due misure riguardo ai requisiti richiesti, rende l’idea del perché siano incompatibili.

Partendo dal valore dell’ISEE, per ottenere il RdC il limite massimo è stabilito a 9.360 euro (6.000 euro in assenza di locazione abitativa). Per beneficiare del REM, questa soglia massima è aumentata a 15.000 euro.

Inoltre, il patrimonio mobiliare del Reddito di Cittadinanza non può superare i 6.000 euro, elevati a 10.000 euro a seconda della composizione del nucleo familiare. La soglia massima prevista per il REM è pari a 10.000 euro con possibilità di incrementi pari a 5.000 euro e fino ad un limite di 20.000 euro.

Gli altri requisiti discriminanti

Per accedere al Reddito di Cittadinanza si richiede la residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due consecutivi e, comunque solo al richiedente il beneficio. Il Reddito di emergenza non prende in considerazione il requisito della residenza.

Per richiedere il Reddito di Emergenza non viene preso in considerazione il requisito relativo alla presenza di veicoli intestati ai componenti della famiglia.

Per fruire del Reddito di Cittadinanza, nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario di veicoli immatricolati negli ultimi sei mesi, oppure negli ultimi due anni se hanno:

  • autovetture di cilindrata superiore a 1.600 cc;
  • motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc.

Il requisito del patrimonio immobiliare che non deve superare 30.000 euro nel Reddito di Cittadinanza, non appare nel Reddito di Emergenza.

Le quote mensili di REM tengono unicamente conto del numero dei componenti il nucleo familiare, il cui calcolo è riferito esclusivamente alla scala di equivalenza che la misura condivide con il RdC. La quota minima di 400 Euro viene incrementata di 160 Euro per ogni componente maggiorenne aggiuntivo, e 80 Euro per ogni minore, fino al massimo di 800 Euro (840 in presenza di disabili).

Il calcolo delle quote mensili del Reddito di Cittadinanza fa riferimento alla scala di equivalenza, tenendo conto di altri due fattori:

  • Il reddito familiare: la differenza fra questo e la quota teorica spettante definisce l’importo del contributo;
  • La presenza di un canone di locazione da pagare per le famiglie incrementa la mensilità fino a un massimo di 280 Euro.

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Reddito di emergenza luglio 2021: quali autonomi possono richiederlo?

C’è tempo fino al 31 luglio 2021 per presentare domanda di Reddito di Emergenza. Tramite richiesta, come stabilito dal decreto Sostegni bis, è possibile ottenere altre quattro quote di REM relativamente ai mesi di giugno, luglio, agosto e settembre. Attenzione: oltre alla presenza di specifici requisiti, è da tenere presente che il Reddito di Emergenza di luglio 2021 non è compatibile con altre indennità ricevute dai lavoratori autonomi per fronteggiare i danni economici dovuti all’emergenza Covid-19, ma anche in altri casi. Elencheremo il tutto nel redigere questo articolo.

REM luglio 2021: requisiti necessari

Il nuovo Reddito di Emergenza rappresenta una misura di sostegno economico a favore delle famiglie che si trovano in stato di bisogno, ossia in condizioni di necessità. A determinare tale stato è il possesso di determinati requisiti:

  • residenza in Italia nel momento in cui s’inoltra la domanda con riferimento al richiedente;
  • il reddito del nucleo familiare riferito al mese di febbraio 2021 deve essere inferiore all’importo del beneficio;
  • il valore del patrimonio mobiliare familiare dell’anno 2020 deve essere inferiore a 10.000 euro, ma se si paga un canone di affitto per l’abitazione il limite viene aumentato di 1/12 dell’ammontare annuale dell’affitto, come risulta dalla dichiarazione ISEE. Tuttavia, tale soglia viene aumentata di 5.000 euro per ogni componente successivo al primo, fino ad un massimo di 20.000 euro; quando un componente del nucleo familiare è portatore di grave disabilità o non è autosufficiente come definiti ai fini ISEE;
  • l’ISEE valido al momento della richiesta non può raggiungere i 15.000 euro.

Reddito di Emergenza: quali lavoratori autonomi possono farne richiesta?

Per beneficiare del REM, nel nucleo familiare non devono essere presenti i seguenti lavoratori che hanno ricevuto o ricevono ancora una delle indennità Covid-19:

  • autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’INPS;
  • professionisti con partita IVA iscritti alla Gestione Separata INPS;
  • titolari di co.co.co iscritti alla Gestione Separata INPS;
  • stagionali del turismo e degli stabilimenti termali;
  • dello spettacolo;
  • agricoli;
  • intermittenti;
  • dipendenti stagionali che operano in settori diversi da quelli turistici e degli stabilimenti termali;
  • domestici;
  • marittimi;
  • dello sport;
  • venditori a domicilio;
  • autonomi senza partita IVA e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie.

Inoltre, il Reddito di Emergenza non è compatibile con la presenza all’interno della famiglia di uno o più componenti che risultino titolari di pensione (fatto salvo l’assegno ordinario di invalidità) oppure di un contratto di lavoro dipendente con stipendio lordo superiore al limite massimo di reddito familiare; fruitori di Reddito o Pensione di Cittadinanza.

In caso di lavoratori in CIGO o in CIGD o per cui è stato richiesto l’intervento del FIS, il requisito viene verificato sulla base dello stipendio teorico del lavoratore, che si desume dalle denunce dell’azienda. Questa retribuzione prende in considerazione le relative voci fisse.