“Imu sopra le attese, ridare i soldi a imprese e cittadini”

di Davide PASSONI

E alla fine arrivò Confcommercio. Anche l’associazione di rappresentanza dei commercianti ha presentato la propria indagine sulle previsioni dei consumi natalizi e anch’essa non lascia spazio a ottimismo. Nonostante qualche segnale positivo non manchi. Due soli dati: ogni famiglia spenderà in consumi il 13% in meno delle tredicesime rispetto al 2011 e, tra Imu, bollo auto e canone Rai, le tasse nel 2012 sono in crescita del 94,5%.

Bastino questi, non vogliamo tediare oltre i lettori. Chi volesse avere i dati puntuali, può scaricare il rapporto di Confcommercio cliccando qui. Non diamo la parola a Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

Lette le risultanze della vostra indagine… ma dove stiamo andando?
Non dobbiamo valutare con troppo pessimismo le indicazioni emerse dall’indagine presentata ieri. Certamente, però, non dobbiamo lanciare falsi messaggi rassicuranti; la crisi c’è, tanto che dal 2007 alla fine del 2012 ogni italiano ha perso circa 2600 euro di reddito disponibile, pari al 13,2% e, contestualmente, ha destinato 1400 euro in meno ai consumi. Difficile alla luce di questi dati, pensare a un Natale con una inversione di rotta.

Ma…
Ma ci sono due dati positivi. Il primo è la propensione di un italiano su 2 nonostante la crisi – dato leggermente crescente rispetto agli anni scorsi – a non abbandonare la consuetudine di fare i regali per Natale: questo ci dice che esiste un residuo capitale fiduciario nelle famiglie italiane che andrebbe valorizzato e non disperso con segnali e campagne allarmistiche.

E il secondo?
Il secondo è che da tre mesi a questa parte i prezzi al consumo sono in calo. Questo significa che le imprese della distribuzione guardano avanti, non perdono la voglia di fare business, riducono i prezzi perché hanno voglia di sopravvivere e non vogliono fare margini subito, tanto poi si vedrà… Insomma, un atteggiamento proattivo che va incontro alla necessità di risparmio che le famiglie manifestano e che fa ben sperare.

Poi, però, ci sono le tasse…
Sì, e per dicembre direi soprattutto il problema dell’Imu, che falcidia le tredicesime dei lavoratori dipendenti e gli accantonamenti di lavoratori autonomi, artigiani, commercianti. Un’imposta che di fatto è raddoppiata rispetto allo scorso anno, quando esisteva solo per le seconde case, e che erode il valore delle tredicesime di oltre il 13% in termini reali.

Che cosa chiedete alla politica per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie e la sopravvivenza stessa delle imprese italiane, alla luce di questi dati sempre più cupi?
Come associazione di rappresentanza con obiettivi collettivi non chiediamo naturalmente soldi per i nostri associati. Non è un mistero che con questa pressione fiscale che continua a crescere non ci sono serie prospettive di ripresa per la nostra economia. Facciamo una valutazione: il gettito Imu, stando alle cifre a disposizione del governo, dovrebbe essere di circa 5-7 miliardi superiore rispetto alle stime d’incasso che aveva fatto l’Esecutivo. Ovvero, ci sono soldi in più. Vogliamo provare a restituirli a imprese e cittadini, magari riducendo l’Imu sulle imprese o evitando l’ormai certo aumento dell’Iva? I soldi ci sono, decidano governo o parlamento come restituirli.

Minore asimmetria tra il fisco e il contribuente, sempre lo stesso problema…
Non può esserci un sistema fiscale capace solo di prelevare quando e dove vuole e incapace o senza la volontà di restituire quando possibile o necessario. I soldi ci sono, vediamo se questa inversione di tendenza ci sarà, almeno questa volta.

Natale, panettone amaro

di Davide PASSONI

Natale, tempo di regali, ma in questo 2012 è soprattutto tempo per fare due conti. A meno di un mese dalle festività, prevale infatti tra le famiglie la preoccupazione: secondo un’indagine di Confcommercio-Format, per quasi 7 italiani su 10 il Natale risentirà fortemente della crisi. Cresce la quota di chi non farà acquisti per regali (13,7% rispetto all’11,8% del 2011), mentre oltre 8 italiani su 10 (86,3%) continueranno a pensare ai doni per parenti e amici.

Le cifre e le tendenze più significative vengono però dalle associazioni dei consumatori. Secondo l’Adusbef, il 90,7% della tredicesima, pari a 31,3 miliardi, sarà destinato a Imu, tasse, mutui e bolli e meno del 10% finirà in risparmi, regali, viaggi.

Più articolato lo studio di Federconsumatori, che tramite il suo Osservatorio Nazionale ha comparato i prezzi dei prodotti tipici delle festività sia rispetto a un anno fa, sia rispetto al 2001, l’ultimo Natale con la lira nel portafogli. I risultati dello studio sono a dir poco sconfortanti. Rispetto al 2011, infatti, le scadenze dei pagamenti di bollette e tasse influiscono in modo sensibile sugli acquisti natalizi: la tendenza è infatti quella di iniziare a programmare il budget per le spese e per gli eventuali regali da parte delle famiglie solo dopo i diversi pagamenti.

Sul fronte prezzi, l’andamento dei costi relativi a questa festività registra aumenti moderati, tra l’1 e il 2%, con picchi tra gli alimentari (3-4%). In crescita anche gli addobbi natalizi e gli alberi di Natale, quasi fermi i prezzi dei giocattoli, dei viaggi e degli articoli da regalo. La vera discriminante secondo Federconsumatori non è però l’aumento dei prezzi in sé, ma in rapporto alla diminuzione del potere di acquisto delle famiglie (-13,2% dal 2008): alla luce di questo rapporto, la spesa totale famiglie per Natale, secondo Federconsumatori si attesterà a 3,5-3.8 miliardi, con una riduzione rispetto al 2011 di circa l’11-12%.

Il dato è preoccupante, ma quello su cui meditare sono le tabelle di Federconsumatori, che riportiamo qui sotto, specialmente per quello che riguarda l’incremento dei prezzi dei vari generi presi in esame, e specialmente dal 2001 a oggi. La conferma che il passaggio all’euro è stato un affare solo per pochi è più che un’evidenza. Meditate gente, meditate…

A Natale borse firmate? No, borse di studio

Il comparto della pelletteria è uno tra i più ricchi e vivaci per la piccola e media impresa italiana. Tenerlo attivo e creativo è interesse non solo del proprio settore, ma dell’intera economia del Paese. Ecco perché assume grande importanza l’iniziativa lanciata dall’Alta Scuola di Pelletteria Italiana (Aspi), che per Natale ha chiesto alle aziende associate di destinare al sostegno della formazione dei giovani, ovvero all’apprendimento e alla trasmissione di quel “saper fare” che costituisce la prima ricchezza del comparto della pelletteria di lusso, le risorse solitamente riservate agli omaggi natalizi.

L’appello di Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana: “A Natale risolvi il problema dei regali aziendali scegliendo un dono davvero speciale, che parli di te e della tua azienda. Scommetti sui nuovi talenti e sul futuro della pelletteria di lusso. E sponsorizza le borse di studio che permetteranno a tanti ragazzi e ragazze di acquisire le competenze adeguate per entrare da protagonisti nel mercato del lavoro“.

Molti imprenditori hanno già manifestato la volontà di intervenire a supporto dei tanti allievi della scuola, mettendo a disposizione nuove risorse economiche integrative. Gucci, per esempio, ha risposto alla proposta con ben dieci sottoscrizioni.

Durante tutto l’anno – prosegue Hoferorganizziamo percorsi formativi e di specializzazione, con l’obiettivo di trasmettere le competenze e la passione per la professione. Ma dato il costante aumento delle richieste di figure tecniche da parte delle aziende del nostro territorio e il rinnovato interesse dei giovani per questo settore, sentiamo anche il bisogno e il dovere di ricercare risorse finanziarie aggiuntive affinché i candidati meritevoli possano accedere ai vari corsi. Ogni anno, infatti, molti aspiranti pellettieri di talento, privi di basi economiche sufficienti, non riescono a frequentarli“.

E siccome non si fa niente per niente, in segno di riconoscenza e per dare la giusta visibilità all’impegno di chi ha aderito all’iniziativa, Aspi invierà a tutti i clienti e i fornitori degli sponsor un biglietto d’auguri elettronico personalizzato, impegnandosi a garantire un ritorno di immagine attraverso i suoi strumenti di comunicazione.

Per info: Laura Chini, 335 465935, Tiziana Morganti – Teresa Sampugnaro, 055 756039, www.altascuolapelletteria.it, info@altascuolapelletteria.it

Crisi di panico da regali di Natale? Consolatevi…

di Alessia CASIRAGHI

Vi sentite in colpa perché non avete ancora comprato i regali di Natale? Consolatevi, non siete i soli. Secondo l’annuale indagine di Confcommercio sugli acquisti per i regali di Natale 2011 otto italiani su dieci acquistano i doni natalizi nel mese di dicembre, ma ben uno su tre, dato in aumento rispetto allo scorso anno, aspetta la settimana immediatamente precedente il Natale per darsi da fare tra pacchetti, pacchetti, shopping compulsivo, traffico estenuante e ricerche inconcludenti.

Ma dove comprano i regali gli italiani? E’ in aumento anche la percentuale di chi ricorrerà ai punti vendita tradizionali, +4,8% rispetto al 2010, mentre una grossa fetta di acquirenti lo farà via Internet (+5,6%). La maggior parte tuttavia, acquisterà presso le grandi strutture commerciali, saranno il 62,8% nel 2011 contro il 61,8% nel 2010.

Qual è la stima di spesa per i pacchetti da mettere sotto l’albero? Il 60,7 % degli intervistati dichiara di prevedere un budget variabile tra i 100 e i 300 euro, mentre diminuisce la quota di chi spenderà più di 300 euro. Di questi il 59,2% pagherà in contanti, mentre il resto si dividerà equamente tra bancomat (20%) e carta di credito (20,7%).

I meno spendaccioni? Facile a dirsi, i giovani, soprattutto provenienti Centro e del Sud Italia. Mentre per quanto riguarda la tipologia di acquisto Confcommercio mette al primo posto i generi alimentari (71,2%), seguiti dai prodotti per la cura della persona (63,7%) e da giocattoli e giochi per bambini (54,2%).

A causa della crisi economica, sono in calo gli acquisti di capi di abbigliamento, libri, Cd e Dvd e vino. Ma il Natale 2011 sarà soprattutto tecnologico. Il 17,6% degli intervistati opterà per telefoni cellulari, il 4,5% per smartphone e l’1,2% per i tablet. Pensateci, l’anno prossimo se non altro potrete acquistare i vostri regali comodamente dal vostro iPad…