Nell’avvio della mia impresa è sempre possibile scegliere il regime fiscale da adottare?

Ottava e ultima tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi ha un dubbio relativo ai regimi fiscali ordinari, semplificati o agevolati. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli chiarisce le idee.

Esistono dei regimi naturali previsti per alcune tipologie di imprese scelti in base alla tipologia di attività che si avvia e al volume d’affari che presumibilmente ci si può aspettare.

Il regime ordinario è il regime fiscale obbligatorio per tutte le società di capitali e per le imprese individuali che nell’anno precedente hanno superato, o prevedono di superare circa 310mila euro per attività di servizi e circa 517mila euro per le altre attività. Le imprese che adottano questo regime hanno una serie di adempimenti fiscali, quali il mantenimento dei registri dell’IVA, dei libri contabili, e devono sottostare agli studi di settore.

Il regime semplificato è così chiamato perché richiede un minor numero di adempimenti, interessa le imprese individuali e le società di persone quando i ricavi dell’anno precedente, o quelli presunti per l’anno di esercizio, non superano i limiti di cui sopra. Con tale regime è sufficiente avere solo i registri IVA oltre a quelli dei dipendenti, se esistenti, integrati con le informazioni estranee all’IVA, necessarie per il calcolo del risultato d’esercizio.

Oltre ai regimi di cui sopra, nel sistema attuale esistono regimi fiscali agevolati rappresentati dal regime dei contribuenti minimi (art.1 comma 97 della L.244/2007) e dal regime delle nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo (art. 13 della L. 388/2000).

E’ chiaro che per la scelta del regime fiscale da adottare è necessario fare riferimento al proprio commercialista.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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Esistono altri regimi fiscali agevolati oltre a quello dei minimi? Quali sono e quali vantaggi offrono?

Settima tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi chiede lumi sui diversi regimi fiscali agevolati. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli dà le informazioni che cerca.

Oltre al regime fiscale agevolato per i contribuenti minimi esiste il regime fiscale agevolato per le nuove attività, c.d. dei forfettini.

Sempre con riferimento a chi è intenzionato ad avviare una nuova attività di impresa o di lavoro autonomo, dal punto di vista soggettivo tale regime può essere riconosciuto solo a persone fisiche o a imprese familiari che iniziano un’attività che non è prosecuzione di altra attività precedentemente svolta.

Per quanto concerne l’ambito oggettivo, è necessario che si realizzino compensi di lavoro autonomo non superiori a 30.987,41 euro o ricavi per le imprese non superiori a 30.987,41 euro se hanno per oggetto prestazioni di servizi, ovvero a 61.974,83 euro per le imprese aventi per oggetto altre attività.

Le agevolazioni consistono nella riduzione del carico fiscale, nel senso che è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva IRPEF del 10% sul reddito determinato come differenza tra ricavi e costi, e nella semplificazione degli adempimenti contabili.

Infatti, vi è l’esonero dalla tenuta delle scritture contabili rilevanti ai fini delle imposte dirette, dell’IRAP e dell’IVA. In particolare, l’IVA a debito è dovuta annualmente, anziché alle scadenze periodiche, e non si è esonerati dalla presentazione della dichiarazione annuale. Rimane l’obbligo di conservare i documenti ricevuti ed emessi e, se previsto, l’obbligo di emissione fatture, scontrini fiscali e ricevute fiscali.

 

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Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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Che cosa sono gli studi di settore? Avendo scelto il regime agevolato, ne faccio parte?

Sesta tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi è alle prese con i “famigerati” studi di settore. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega di che cosa si tratta.

Gli studi di settore costituiscono uno strumento utilizzato dal Fisco per rilevare i parametri fondamentali di lavoratori autonomi e di imprese.

Sono costruiti secondo un rigoroso procedimento statistico che viene verificato e approvato, prima dell’entrata in vigore, dalla c.d. Commissione degli Esperti, un organismo formato da rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate, del Ministero dell’Economia e delle organizzazioni di categoria. Il procedimento comprende la raccolta di elementi quantitativi e qualitativi su una determinata attività, l’individuazione di modalità omogenee di svolgimento della stessa, la determinazione dei ricavi presunti dell’attività.

L’introduzione degli studi di settore in Italia è iniziata il 30 agosto 1993 e si è di anno in anno arricchita di nuove tabelle. Attualmente gli studi approvati (provvedimento 25/5/2010) sono 206 e si riferiscono alle attività economiche nel settore delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio. Per sapere se si è soggetti agli studi occorre controllare se il proprio codice attività rientra nella tabella dei codici per i quali sono stati approvati gli studi e la procedura software a disposizione si chiama Gerico.

Nell’ipotesi di scelta del regime agevolato non è prevista l’applicazione degli studi di settore.

 

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Che cosa pagherò all’erario nel mio primo anno di attività se ho scelto il regime agevolato?

Quarta tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Luigi si trova oggi per la prima volta di fronte all’erario ed è in dubbio su quanto e come dovrà pagare. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Dopo aver individuato il nostro codice attività, aver aperto la Partita Iva e scelto il regime fiscale da adottare, ora vediamo che cosa ci chiede l’erario per i nostri primi 12 mesi di attività.

Nell’avvio della nuova attività di impresa o di lavoro autonomo, se ipotizzo il raggiungimento di ricavi o di compensi al massimo pari a euro 30.000,00 posso fare una previsione semplificata di quanto dovrei pagare all’erario, scegliendo il regime dei contribuenti minimi.

In merito all’IVA va tenuto presente che chi si avvale del regime dei minimi non addebita l’IVA a titolo di rivalsa, parimenti non ha diritto alla detrazione dell’imposta a credito sugli acquisti.

L’aliquota dell’imposta sostitutiva applicata è pari al 20% del reddito d’impresa o di lavoro autonomo, determinato come differenza tra l’ammontare dei ricavi/compensi e le spese (secondo il principio di cassa), e va versata nel termine previsto per il saldo del mod. Unico.

Non è prevista la tenuta delle scritture contabili, vi è l’esonero degli adempimenti IVA, è prevista l’esclusione dall’applicazione degli studi di settore e vi è l’esonero dall’IRAP. È obbligatorio soltanto emettere e conservare le fatture per i servizi o beni venduti e conservare le fatture sugli acquisti, rivolgendosi a un professionista specializzato per la consulenza per compilare il modello unico e determinare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori.

 

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Che cosa sono i regimi fiscali? Esistono regimi fiscali agevolati per l’attività che sto iniziando?

Terza tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Luigi deve valutare e scegliere un regime fiscale agevolato per la propria attività economica. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Dopo la scelta del codice attività e la contestuale apertura della Partita Iva in fase di avvio di una nuova impresa, analizziamo la fase successiva relativa alla scelta del regime fiscale da adottare.

Il regime fiscale di un’impresa corrisponde alle formalità da osservare per essere in regola con il fisco e con il codice civile. I regimi sono piuttosto numerosi ed estremamente diversi tra loro per le regole da rispettare e, di conseguenza, per i documenti contabili da redigere.

Nella scelta del regime fiscale o contabile hanno importanza le caratteristiche dell’impresa. Il regime prescelto e le sue funzionalità permetteranno all’imprenditore di conoscere tutti gli aspetti della propria azienda, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, nonché di verificare l’andamento dei risultati di gestione.

Di particolare interesse risulta il regime fiscale agevolato per i contribuenti minimi, introdotto a partire dal 1° gennaio 2008. Rientrano in tale regime i lavoratori autonomi e le persone fisiche esercenti attività d’impresa che nell’anno solare precedente hanno innanzitutto conseguito compensi o ricavi in misura non superiore a 30mila euro, oltre ad altri requisiti. I soggetti che iniziano l’attività possono immediatamente applicare il regime agevolato se prevedono di rispettare il limite suddetto, tenendo conto che, in caso di inizio di attività in corso d’anno, si procede al ragguaglio all’anno.

Le principali agevolazioni riguardano l’applicazione di una imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi e delle addizionali regionali e comunali nella misura del 20% sul reddito e l’esonero dalla maggior parte degli obblighi contabili e dichiarativi.

 

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