Divieto vendita auto a benzina, potrebbe saltare tutto

Il divieto di vendita di auto con motore endotermico dal 2035 è a rischio, ad avere riserve su questa misura non è solo l’Italia, ma anche la Germania e si uniscono al coro altri Paesi dell’Unione Europea. Ecco perché l’approvazione dei divieto di immatricolazione e vendita di auto a benzina dal 2035 potrebbe saltare.

Divieto vendita auto a benzina: Italia e Germania potrebbero far saltare la norma

L’obiettivo è portare le emissioni inquinanti provenienti dalla circolazione di auto a zero entro breve termine, ma la strada sembra essere in salita, infatti la sostituzione delle auto con motore endotermico con auto elettriche non è così semplice da realizzare. L’Italia ha più volte espresso perplessità sulla misura perché potrebbe mettere a rischio il settore automotive che in Italia non è pronto a tale conversione. La conseguenza sarebbe una notevole perdita di posti di lavoro. L’Italia in questi mesi ha lavorato molto per evitare “disastri”, ad esempio attraverso la norma volta a salvare la Ferrari. Il divieto infatti non troverebbe applicazione nei confronti dei produttori di auto con una quota di mercato ridotta.

A rendere la strada tortuosa vi è il fatto che ora anche la Germania inizia ad esprimere perplessità e proprio per questo l’approvazione definitiva, che doveva esservi mercoledì, non vi è in realtà stata, tutto rimandato.

Leggi anche: Caldaie a gas vietate dal 2025, le nuove norme dell’Unione Europea

Chi vota contro il divieto di vendita auto a benzina?

La sede in cui è avvenuto lo strappo è la riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti dei 27, qui doveva essere votato il Regolamento che appunto prevede il divieto di vendita di auto con motore endotermico dal 2035. Il rinvio è stato determinato dal fatto che l’Italia ha presentato per iscritto la sua posizione contraria a tale normativa, di seguito la Germania ha espresso riserve. L’Italia sostiene che non si può prevedere un simile divieto senza prevedere incentivi volti a facilitare questo passaggio epocale.

Il potenziale voto contrario dell’Italia segue quello espresso già a novembre dalla Polonia, la Bulgaria si era invece astenuta e tale astensione ha lo stesso valore di un diniego. Se Polonia e Italia votano contro il provvedimento e Germania e Bulgaria si astengono di fatto la norma non può essere approvata per mancanza della maggioranza qualificata richiesta che prevede il consenso di Paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione Europea.

Tra le possibili vie d’uscita all’impasse che si è creato vi è il sostegno all’e-fuel che potrebbe essere la via d’uscita per salvare le auto con motore endotermico.
Per un approfondimento è possibile leggere l’articolo: E-fuel: sarà l’alternativa alle auto elettriche? Novità per gli automobilisti

Batterie non ricaricabili spariranno entro il 2027. Tutte le novità per il consumatore

Il Green Deal prevede che l’Unione Europea diventi neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Tra i punti del piano per raggiungere questo obiettivo vi è prima la riduzione e poi l’abolizione dell’uso delle batterie non ricaricabili.

Passi per arrivare al divieto di vendita delle batterie non ricaricabili

Le norme in scrittura sono contenute nel documento “EU regulatory framework for batteries”. Lo stesso ha già superato diversi step ed è in via di approvazione sotto forma di Regolamento. Il regolamenti dell’Unione Europea sono atti normativi di portata generale, ma soprattutto sono direttamente applicabili negli Stati Membri. Ciò implica che non è necessario attendere che gli Stati procedano a emanare norme di attuazione e di dettaglio.

Il primo passo verso l’eliminazione delle batterie non ricaricabili è davvero vicino infatti entro il 2023 dovrà essere modificata l’etichettatura. Sulle pile dovrà essere presente la dicitura “non ricaricabili” in modo chiaro ed inequivocabile. Il secondo passo dovrà invece essere compiuto entro il 2027, infatti proprio a partire da tale data dovrebbe essere vietata la vendita di pile non ricaricabili.

Novità per le batterie di smartphone e computer: sostituibili e sul mercato per almeno 10 anni

Questa però non è l’unica novità, infatti viene introdotto anche l’obbligo per i costruttori di impiegare nei vari dispositivi elettronici delle batterie che assicurino parametri minimi di qualità e durata e che siano facilmente sostituibili dai proprietari senza rovinare la batteria o il dispositivo.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per quando riguarda dispositivi di uso comune come gli smartphone. I cellulari di vecchia generazione avevano tutti delle batterie ricaricabili facilmente sostituibili e così capitava che se la batteria era per un qualche motivo fuori uso, poteva comunque essere sostituita in modo semplice ed economico. Oggi invece i vari dispositivi hanno la batteria incorporata e nella maggior parte dei casi un intervento professionale per la sostituzione è economicamente poco vantaggioso. Lo stesso vale anche per i pc portatili di nuova generazione che non hanno la batteria facilmente staccabile dal proprietario, ma incorporata.

Le batterie ricaricabili per smartphone e altri dispositivi dovranno inoltre essere in vendita per almeno 10 anni. Questa importante norma dovrebbe entrare in vigore già dal 2024, quindi manca davvero poco.

Batterie ricaricabili e realizzate con materiali di riciclo

Queste non sono le uniche novità, infatti dal 2030 dovrebbe entrare in vigore la normativa che prevede l’uso di una percentuale minima di prodotti riciclati per la realizzazione di batterie. Tale percentuale è destinata a salire nel tempo. I materiali da recuperare sono piombo, cobalto e nichel. Particolare severità dovrà essere utilizzata anche nel sistema di raccolta delle batterie usate.

Il progetto normativo prevede anche che sia inserita una nuova categoria di batterie, cioè quella per i veicoli elettrici, e in particolare per le biciclette e i veicoli leggeri. Questa nuova categoria risponde all’esigenza di creare norme specifiche da applicare a una tipologia di batteria che sarà di uso sempre più frequente nei prossimi anni.

Queste norme si uniscono a quelle previste per il caricatore unico. Per saperne di più su tale normativa, leggi l’articolo: Unione Europea: arriva la proposta di legge per il caricabatterie universale