Un workshop per favorire le reti d’impresa

Uno dei metodi più efficaci per sopravvivere alla crisi, soprattutto se si tratta di pmi, è coalizzarsi e dare vita ad una rete d’impresa, strumento innovativo che conferisce alla piccola azienda una possibilità in più.

Per fare in modo che ciò avvenga concretamente, è stato organizzato un workshop a Roma incentrato sulle iniziative che potrebbero supportare le pmi e favorire questo passaggio.

Pietro Finocchio, presidente di AFCEA Roma, organizzatrice dell’evento, ha spiegato che il contratto di rete dà alle imprese maggiori possibilità e capacità di contatto e comunicazione.

Se non bastasse, è bene ricordare che le reti d’impresa rappresentano l’unico fenomeno in crescita in questo periodo di crisi.
Il vantaggio ulteriore di costituire una rete d’impresa è che l’individualità delle singole aziende rimane ben salda.
In un periodo difficile, che vede l’accesso al credito un’utopia, la rete d’impresa può essere la soluzione giusta per crescere e continuare ad essere produttivi.
Inoltre, nei confronti di banche, PA, ed assicurazioni, le reti garantiscono maggiori garanzie, tanto da essere più credibili ed autorevoli.
Per questo, le reti diventano anche l’interlocutore ideale per le grandi imprese, nei processi di internazionalizzazone o ri-localizzazione su un territorio o sul made in Italy.

Fulvio D’Alvia, direttore di rete impresa di Confindustria, ha riportato le esigenze delle imprese: aggregazione di programmi e progetti, superamento del localismo distrettuale, innovazione e supporto per l’internazionalizzazione o verso banche ed assicurazioni pur restando autonome. E per la governance richiedono semplicità e nessuna sovrastruttura pubblica o para-pubblica che faccia da cuscinetto.

Per chi ancora un’impresa non ce l’ha e non sa da dove iniziare, esistono diverse formule di sostegno alla nascita di una nuovo soggetto economico.

Ecco quelle del Lazio:

  • Sportello di orientamento imprenditoriale dal 2007 informa e forma nuovi imprenditori, permettendo di creare circa 400 imprese.
  • BIC Lazio da oltre 20 anni sostiene lo sviluppo del territorio attraverso il potenziamento delle imprese esistenti e la nascita di nuove start up (redazione business plan, tutoraggio, incubatori d’impresa e supporto all’internazionalizzazione)
  • FILAS , la finanziaria Laziale dello Sviluppo, sostiene le PMI e le microimprese laziali per interventi nel capitale di rischio, per realizzare progetti ad alto contenuto innovativo e tecnologico o per attività di ricerca.

Vera MORETTI

Notai trentini con Confindustria per promuovere le reti d’impresa

Importante accordo tra Confindustria Trento e il Consiglio notarile di Trento e Rovereto: le due associazioni promuoveranno le reti d’impresa e assisteranno gli imprenditori nei loro progetti di aggregazione.

Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento, spiega così l’accordo: “Si tratta di un’esperienza pilota innovativa su scala nazionale. A Palazzo Stella, infatti, dal mese di settembre le aziende associate potranno avvalersi della consulenza, gratuita per un primo incontro, di un gruppo di lavoro misto composto dai colleghi dell’Associazione esperti di aggregazioni tra imprese e da un panel di tre notai per volta che, su appuntamento, riceveranno gli imprenditori“.

In questo modo si spera di raggiungere più agevolmente l’obiettivo che si è proposta Confindustria Trento: fornire alle aziende l’opportunità di una consulenza qualificata in tema di alleanze tra imprese e sulla scelta del modello più adatto al progetto di aggregazione (contratti di rete, Ati-Rti, consorzi o società consortili). Il gruppo di lavoro si riunirà inizialmente una volta al mese a Palazzo Stella, a partire da settembre.

Con questa iniziativa industriali e notai trentini vogliono dare un ulteriore impulso alle aggregazioni tra imprese. Un obiettivo, questo, che figura tra le priorità dell’attuale mandato di presidenza e di Giunta di Confindustria Trento.

Nel Lazio un bando a sostegno delle reti

Anna Rizzo, presidente di Cna Roma Industria, ha accolto con entusiasmo e sollievo il bando a sostegno delle reti annunciato dalla governatrice del Lazio, Renata Polverini.
Dopo due anni di richieste, dunque, il Cna è stato accontentato ed ora anche nella regione laziale verrà sostenuta l’aggregazione di rete.

Ad oggi le reti interregionali sono 22 e si pensa che, con questa iniziativa della Regione Lazio, sarò possibile avere reti costituite interamente da imprese che operano sullo stesso territorio.
Ma come si possono incentivare le aggregazioni? Gli strumenti di sostegno alle imprese si rendono sempre più necessari, e fondamentale potrebbe essere anche un passaggio da un’ottica distrettuale a quella delle reti.

Da privilegiare, secondo il Cna, sono le reti orizzontali, costituite da micro e pissole imprese, piuttosto che quelle verticali, con le grandi imprese in cima.
Anna Rizzo, a questo proposito, ha commentato: “Nella scelta dei percorsi per affrontare uniti i mercati le micro e le piccole imprese, anche concorrenti, dimostrano di avere più coraggio e propensione al rischio. Il successo della missione di Dubai, dove quaranta piccole imprese del Lazio si sono unite in rete sotto il marchio HospITALitY, è un esempio di successo”.

Vera MORETTI

Un beneficio fiscale alle imprese che fanno rete

Le imprese che hanno deciso di fare rete saranno ampiamente ricompensate.

I dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate, infatti, in relazione al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2011 alle imprese appartenenti a una delle reti d’impresa, parlano di un beneficio fiscale in misura non superiore all’86,5011 % del risparmio di imposta richiesto con il modello Reti.

La misura del beneficio, recita un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, dipende dal rapporto tra il totale delle risorse stanziate pari a 14 milioni di euro, per il 2012, e l’importo del risparmio d’imposta complessivamente richiesto al Fisco con il modello Reti che, al 23 maggio 2012, ha superato la quota di 16 milioni di euro.

L’agevolazione è prevista dall’articolo 42 del decreto legge 31 maggio 2010, n.78 che stabilisce, fino al periodo d’imposta 2012, la sospensione d’imposta della quota degli utili di esercizio destinata dalle imprese che aderiscono o sottoscrivono un contratto di rete al fondo patrimoniale per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete.
Il limite massimo della quota degli utili non può, in ogni caso, superare il limite di un milione di euro.

Vera MORETTI

Prato aiuta le reti d’impresa

Dalla Camera di Commercio di Prato un bando per favorire la nascita di contratti di rete e sostenere le aggregazioni tra le imprese locali. Gli incentivi (finanziamenti che coprono fino al 50% delle spese sostenute, fino a un massimo di 6mila euro) sono destinati alle imprese che stipuleranno, o hanno già stipulato, contratti di rete nel periodo compreso tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2012; gli stessi andranno alle aggregazioni formate da almeno 3 imprese, che ne beneficeranno per coprire i costi di consulenza per la formazione della rete: tra questi, le spese di iscrizione al Registro delle imprese, i costi notarili per la redazione dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata, le spese fatturate e pagate in capo alle singole imprese e le spese fatturate al soggetto comune della rete con pagamenti a carico dei singoli aderenti.

Termine ultimo per la presentazione delle domande: 31 dicembre 2012.

Per maggiori informazioni, clicca qui.

Laura LESEVRE

Le reti d’impresa indispensabili per le Pmi

E’ stato siglato un protocollo d’intesa tra i presidenti di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e di Rete Impresa Italia, Ivan Malavasi.

Tale protocollo ha come obiettivi: informazione, sensibilizzazione, monitoraggio e analisi ma anche promozione di incubatori di impresa e di piattaforme web per consentire il dialogo e lo scambio di esperienze tra gli operatori d’azienda.
I motivi che hanno spinto Dardanello e Malavasi alla stesura di questo progetto riguardano l’importanza, per le piccole e medie imprese, che in Italia rappresentano la maggioranza, di aggregazione, al fine di mettere in comune risorse e competenze. Solo così, infatti, è possibile far sentire la propria voce sul mercato globale.

Ciò non significa ribaltare il sistema già esistente ma, piuttosto, puntare sull’innovazione, utilizzando, ad esempio, le reti, che permettono ad una piccola impresa di fare ciò che fa una grande impresa: “investire nella produzione di nuove conoscenze e relazioni per poter operare su scala internazionale, cercare nuovi interlocutori, nuovi mercati e sperimentare soluzioni originali e innovative, per l’impresa e per il territorio, avere con il mondo del credito un rapporto più favorevole in termini di accesso, di tassi di interesse e di erogazioni“, come lo stesso Malavasi ha dichiarato.

Al fine di incoraggiare l’aggregazione in rete delle imprese, Unioncamere e Rete Imprese Italia hanno pensato, prima di tutto, di organizzare seminari a livello territoriale sulle tematiche legate alle reti. A livello locale, invece, l’obiettivo è promuovere la nascita di incubatori di rete per accompagnare le imprese nei processi aggregativi, oltre a consigliare attività di ricerca per studiare le dinamiche organizzative presenti nei vari distretti.

Oltre a ciò, si vuole spiegare l’utilità degli strumenti giuridici esistenti utilizzati dalle imprese, come consorzi, join venture e contratti di rete. Anche gli strumenti condivisi di dialogo online sono importanti, per agevolare il confronto fra le imprese e fra queste e le aggregazioni già esistenti, fra imprese e aggregazioni con il sistema delle cinque Confederazioni costituenti Rete Imprese Italia e il sistema delle Camere di Commercio.

All’inizio di novembre, i contratti di rete stipulati sono 197 e sono diffusi in 19 regioni e 84 province italiane. Ad essi partecipano complessivamente 957 imprese che, nella stragrande maggioranza (676) sono società di capitali. A queste si aggiungono 129 società di persone, 104 imprese individuali, 33 società cooperative, 15 altre forme di società e 2 fondazioni.

Vera Moretti

Incentivi fiscali per le reti d’impresa

Per le imprese che si collegano “in rete” arrivano consistenti incentivi fiscali. Il beneficio è riconosciuto alle imprese appartenenti a una delle reti d’impresa riconosciute ufficialmente (articolo 42 del dl 78/2010).

L’Agenzia delle Entrate con un provvedimento del direttore dell’Agenzia del 13 giugno 2011 comunica a quanto ammonta in percentuale, l’agevolazione fiscale, concessa alle imprese aderenti a un contratto di rete, che permette di sospendere dal reddito d’impresa una quota degli utili per un ammontare massimo di 1 milione di euro.

Uno sconto calcolato facendo il rapporto tra il totale delle risorse stanziate pari a 20 milioni di euro, per il 2011, e l’importo del risparmio d’imposta complessivamente richiesto al Fisco con il modello RETI, che al 23 maggio 2011, ha superato quota 26 milioni di euro.

Per le reti d’impresa, la detassazione è -75% degli accantonamenti

Le imprese appartenenti a una rete d’impresa ufficialmente riconosciuta potranno accantonare in un “fondo consortile non tassato” la quota di utile 2010 indicata al momento della domanda, nella percentuale del 75%.

Sarà di oltre il 75 per cento (per l’esattezza, il 75,3733%) la percentuale di utile accantonato dai soggetti appartenenti alle reti d’impresa che potrà beneficiare, per l’anno 2010, dell’esenzione dalla tassazione. A stabilirlo è il provvedimento emanato ieri dal Direttore dell’agenzia delle Entrate (Protocollo n. 2011/81521).
In altri termini, le imprese appartenenti a una rete riconosciuta (quelle che hanno fatto domanda per ottenere il beneficio mediante l’invio telematico del modello «RETI» entro lo scorso 23 maggio) potranno accantonare in un “fondo consortile non tassato” la quota di utile 2010 indicata al momento della domanda nella percentuale del 75,3733 per cento.

La quota restante di utile non usufruirà della sospensione d’imposta.