Auto a rate, ora costano di più. Allarme per le famiglie

È di pochi giorni fa la decisione della BCE di aumentare nuovamente il costo del denaro portandolo al 3,75%. Questo ha portato a un deciso aumento dei tassi dei mutui, ma ancor più sale il tasso di interesse sui prestiti al consumo, generalmente utilizzati per piccoli acquisti, ad esempio di elettrodomestici, del motorino, ma anche dell’auto. Ecco cosa sta succedendo in questo settore e quanto può costare in più acquistare l’auto a rate.

Prestiti a consumo: un vero macigno sulle spalle degli italiani

Quando si fanno acquisti di una certa rilevanza dal punto di vista economico, nella maggior parte dei casi si preferisce pagare a rate e quindi accedere a prestiti. Tutti però sappiamo che i prestiti hanno un costo, la banca o la finanziaria a cui ci si rivolge infatti applica un tasso di interesse e spesso è necessario presentare non solo la busta paga, ma anche un garante.

I prestiti al consumo generalmente hanno tassi di interesse piuttosto elevati e proprio per questo motivo questo nuovo rialzo del costo del denaro si ripercuote sui prestiti per l’acquisto dell’auto in modo deciso portando a un netto aumento della rata da pagare. A lanciare l’allarme è Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) che parla di un vero e proprio macigno sulle spalle degli italiani.

Auto a rate: tassi di interesse troppo alti con un costo fino a 8.200 euro in più

Secondo le stime della Fabi il 25% delle famiglie italiane sono in debito e molte fanno già fatica a far fronte a questi debiti, con l’aumento dei tassi di interesse si stringono le maglie del credito e a molte famiglie i prestiti non vengono concessi, questo naturalmente si riversa anche nel settore dei consumi che di conseguenza calano.

Secondo i calcoli fatti da Fabi, comprare un’auto media del costo di 25.000 euro, con un finanziamento potrebbe richiedere un maggiore esborso di 8.200 euro rispetto al 2021, cioè prima che iniziasse l’aumento del costo del denaro. Insomma non una somma da poco per le casse delle famiglie già erose abbondantemente dall’inflazione. Il tasso di interesse dei prestiti a consumo ormai sfiora la soglia del 10%.

Secondo le stime senza un’inversione di tendenza il rischio è che nel tempo l’onda lunga porti ad una netta perdita di posti di lavoro e quindi a ulteriori difficoltà e restrizioni nel settore.

Leggi anche:

Bce aumenta ancora il costo del denaro, sempre più alti i costi dei mutui

BCE: nuovo rialzo dei tassi di interesse a settembre per contrastare l’inflazione

Francois Villeroy de Galhau, membro del comitato esecutivo della Bce, ha dichiarato che nonostante il rischio di recessione, l’obiettivo principale è fermare la corsa dei prezzi e proprio per questo a settembre molto probabilmente ci sarà un nuovo rialzo dei tassi di interesse.

Obiettivo: fermare l’inflazione con l’aumento dei tassi di interesse

La BCE è unanime in questa scelta, fermare la corsa dei prezzi è essenziale per evitare la formazione di nuove fasce di povertà e per poter raggiungere questo obiettivo occorre una nuova stretta con un rialzo consistente del costo del denaro. Le dichiarazioni dei vari membri della BCE arrivano a margine delle diffusione dei dati sull’inflazione che, nella zona euro, si attestano a luglio sull’ 8,9%. In ulteriore rialzo rispetto ai dati di giugno 2022.

In base a quanto annunciato, l’aumento dei tassi di interesse della BCE dovrebbe essere di un ulteriore 0,50% sommandosi così al rialzo di luglio per arrivare quindi all’1%. Non mancano però persone che insistono su un aumento più sostanzioso, cioè dello 0,75%, si arriverebbe  a un costo del denaro dell’1,25%. L’obiettivo finale è raggiungere un costo del denaro dell’ 1,50% entro la fine dell’anno.

Per evitare gli effetti sullo spread in Paesi particolarmente a rischio è stato comunque già attivato lo scudo antispread.

Cosa succederà ai tassi di interesse dei mutui?

Naturalmente le ricadute di tale scelta saranno generalizzate. Il primo settore ad essere investito sarà quello dell’intermediazione finanziaria e si prospetta un deciso aumento dei tassi di interesse sui mutui. Particolare attenzione dovranno porre soprattutto coloro che nei mesi scorsi, approfittando dell’indice euribor più basso, hanno optato per un tasso di interesse variabile. Saranno proprio questi soggetti a notare una decisa impennata della rata da pagare. Non andrà meglio a coloro che decideranno di stipulare un mutuo dopo il rialzo del costo del denaro, infatti sicuramente ci sarà un nuovo aumento anche del tasso di interesse fisso.

Leggi anche: Mutui: continua il rialzo dei tassi di interesse. Superata la soglia del 3%

In linea con la BCE c’è la FED, cioè la Federal Reserve che regola i tassi di interesse negli Stati Uniti.

A chi conviene il rialzo del costo del denaro?

Un aumento del costo del denaro ulteriore a settembre è ormai certo, l’unica cosa che non si conosce è l’entità di tali aumenti: 0.50% o 0,75%? Naturalmente un aumento dei tassi di interesse genera anche profitti per coloro che hanno dei risparmi. Piccoli guadagni possono essere alla portata dei piccoli risparmiatori, questa tendenza già si è vista con l’aumento dei tassi di interesse sui buoni fruttiferi postali. Naturalmente chi ha grandi patrimoni può ottenere ancora di più.