Mutui in calo nel 2017, ma il mercato immobiliare è in ripresa

Il Barometro CRIF, che si occupa della situazione economica delle famiglie italiane, ha messo in evidenza come, nel 2017 appena trascorso, siano stati richiesti meno mutui e meno surroghe, ma nonostante questo il mercato immobiliare si è mostrato molto solido e finalmente in crescita.
Il calo della richiesta dei mutui, registrato a -10,3% rispetto al 2016, è dovuto al rallentamento delle richieste di surroga e sostituzione rispetto all’anno precedente.

Sono al contrario aumentate le compravendite residenziali e sono diminuiti gli acquisti immobiliari sostenuti con transazioni interamente in contanti. Si tratta di due elementi che contribuiscono a supportare il mercato dei mutui.
E, cosa molto importante, è migliorata la situazione economico-finanziaria delle famiglie, che riescono a considerare l’idea di comprare casa grazie a tassi ancora piuttosto bassi e prezzi degli immobili non più così irraggiungibili.

Quando si tratta di chiedere un mutuo, qual è l’importo medio richiesto? In questo caso, a dicembre è aumentato dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2016.
Considerando tutto l’anno 2017, il valore medio dei mutui richiesti dalle famiglie italiane si è attestato sui 125.600 €.

Ovviamente, a causa della minor incidenza di surroghe, che per loro natura rimangono più brevi, la durata del mutuo richiesto, sempre restando nella media, ha subito uno spostamento verso piani di rimborso di medio-lungo termine, quasi sempre dunque superiori ai 20 anni.

Per quanto riguarda la fascia di età, nel 2017 hanno chiesto mutui soprattutto persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni, anche se in leggera flessione, dello 0,9%, rispetto all’anno precedente.
In crescita, invece, dello 0,4%, le richieste che arrivano da under 35 e over 45.

Vera MORETTI

Mutui in ripresa? Forse sì, forse no

Il mercato dei mutui e il suo andamento sono stati studiati da Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana, il quale si è detto piuttosto ottimista per il prossimo futuro.
In occasione della presentazione della relazione annuale dell’Abi, infatti, Patuelli ha dichiarato, senza mezzi termini, che il 2015 è l’anno della definitiva ripresa, a cominciare proprio dal mercato dei prestiti per la casa, che nei primi mesi del 2015 ha subito un’impennata positiva del 64%.

Buone notizie arrivano da più fronti, poiché Abi ha ripetuto sostanzialmente ciò che Bankitalia aveva precedentemente affermato, con la convinzione che le banche avrebbero attivamente partecipato per rendere possibile la ripresa.

Ma non è tutto oro quello che luccica, poiché è ancora tristemente attuale l’amara situazione di due aspiranti mutuari su tre che si vedono negata la richiesta di finanziamento.
Per ora, dunque, la ripresa è solo astratta.

Vera MORETTI

Calati i prestiti a dicembre 2013

La Banca d’Italia ha comunicato che il mese di dicembre 2013 ha segnato un calo dei prestiti al settore privato, rispetto allo stesso mese del 2012.

La contrazione dei finanziamenti ai privati è stata, su base annua, del 3,8% (-4,3% a novembre).
I prestiti alle famiglie sono invece scesi dell’1,2% sui 12 mesi (-1,5% nel mese di novembre); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 5,3% (-6% a novembre).

Sono lievemente scesi i tassi di interesse sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, passati dal 3,86% di novembre al 3,80% di dicembre.
In calo anche i tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo, passati all’8,69% dopo il 9,20% di novembre.

I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie fino a un milione sono risultati pari al 4,36% (erano al 4,38% a novembre); quelli sui prestiti sopra un milione sono al 2,82% (erano al 2,76% a novembre). Mentre i tassi passivi sul complesso dei depositi sono stati pari allo 0,97%.

In crescita le sofferenze del sistema bancario: a dicembre il tasso di crescita sui dodici mesi è stato pari al 24,6%, mentre si fermava al 22,7% a novembre.
A dicembre 2013 le sofferenze bancarie hanno superato quota 150 miliardi e sono arrivate a 155,852 miliardi di euro, mentre nel mese di novembre si fermavano a 149,602 miliardi.

L’ultimo mese dell’anno ha anche fatto rallentare il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato, risultato del 2,3% (6,1% a novembre). In diminuzione anche la raccolta obbligazionaria, diminuita dell’8,3% sui dodici mesi (-7,3% a novembre).

Vera MORETTI

Crisi nera del mercato immobiliare

E’ di ieri la notizia che il mercato immobiliare è tornato ai livelli del 1985, quando le compravendite erano circa 430mila.
Nel 2012, infatti, sono state effettuate ben 150mila transazioni in meno, con un calo del 27.5% rispetto all’anno precedente, quando le compravendite erano state 448.364.

Il 2013 non sembra essere iniziato sotto una buona stella, per quanto riguarda questo settore, anche se il mese di aprile ha portato qualche lieve miglioramento.
Tutto ciò è stato confermato anche dallo studio condotto dall’Ufficio Studi di Mutui.it: per quanto riguarda la richiesta di prestiti per l’attivazione di un mutuo destinato all’acquisto della casa, negli ultimi sei mesi la somma che gli italiani sono riusciti ad ottenere è rimasta molto bassa, anche se è tornata ai valori di un anno fa. Ammonta a 122.000 euro l’erogato medio delle banche, in salita di 4,5 punti percentuali rispetto allo scorso semestre.

Se le richieste sono più o meno stazionarie, come emerge dal confronto dei due portali Mutui.it e Facile.it , si è notato un leggero aumento per quel che riguarda le erogazioni.
Il divario tra la somma media richiesta e quella erogata è passato dall’11 all’8%, mentre sale dal 50 al 52% il loan value, ovvero la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile cresce di poco, passando dal 50% al 52%.

Lorenzo Bacca, responsabile della business unit Mutui dell’azienda, ha dichiarato: “Gli Italiani che aspirano a un finanziamento per acquisto casa hanno imparato a richiedere cifre contenute, sapendo che dovranno attingere ai propri risparmi perché il mutuo potrà coprire circa metà del valore dell’immobile. Prosegue come nel semestre precedente, poi, il paradosso per cui i prezzi degli immobili acquistati, nonostante la crisi del mattone, non sembrano ridursi: il valore medio delle case da comprare resta stabilmente attorno ai 235.000 euro”.

Lo scenario però cambia quando si fa riferimento ai prestiti relativi all’acquisto della prima casa: aprile sembra aver invertito la rotta negativa, poiché si passa da 135.000 a 137.000 euro in sei mesi (+2%
Cala però la cifra media erogata, che passa da 127.000 a 125.000 euro (-2%), a conferma del “congelamento” del mercato anche nell’anno corrente.
Mentre il divario tra richiesta ed erogazione si allarga (i due numeri divergono del 10%) la percentuale finanziata scende al 58%, dal 61% della rilevazione precedente, a causa anche dell’aumento del valore medio degli immobili acquistati attraverso il finanziamento per la prima casa (+3% in sei mesi).

Vera MORETTI

Sempre più giovani e del nord a richiedere mutui online

Secondo lo studio trimestrale dell’osservatorio di Mutui-internet.it, portale dedicato ai finanziamenti sul web l’età media delle 17.804 persone che hanno chiesto un mutuo in rete per acquistare casa, da marzo a giugno 2011 si sia attestata sui 37 anni, un anno in meno rispetto al trimestre precedente.

Il rapporto tra l’ammontare richiesto e il valore dell’immobile è stato in media del 76,92% nei tre mesi considerati, sostanzialmente invariato rispetto al primo trimestre 2011 ma più alto di cinque punti percentuali se confrontato allo stesso periodo del 2010.

Nel dettaglio, delle 17.804 richieste pervenute il 65,57% sono state inoltrate per l’acquisto della prima abitazione, il 14,84% per ottenere una surroga, mentre il 5,25% per l’acquisto di una seconda abitazione. Il totale dei finanziamenti richiesti si è attestato sui 2 miliardi e 850 milioni di euro per un importo medio di 153.228 euro e una durata media di 23,34 anni.

Il reddito medio dei richiedenti è di 2.262,58 euro, mentre, per quanto riguarda le loro occupazioni, l’82,19% sono lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, il 7,27% autonomi con partita Iva, il 3,81% liberi professionisti, il 3,24% dipendenti a tempo determinato e il 2,30% pensionati. Geograficamente, la maggior parte (il 29,39%) provengono dal nord ovest, seguito da sud e isole con il 28,38%; dal centro Italia sono arrivate il 24,17% delle richieste pervenute mentre il restante 18,09% è giunto dal nord est.