Tasse da record, al 53,2% la pressione fiscale

 

Il 53,2% registrato dal solito ufficio studi della Confcommercio è un dato impressionante, da far rimanere senza parole. Non che non lo sapessimo, ma la valutazione della pressione fiscale sul Pil supera (abbondantemente) la soglia, già di per sé drammatica, del 50% raggiunta nei mesi scorsi. Ed ecco raggiunto, come se potessimo farcene un vanto, l’ambitissimo (si capirà l’ironia, suvvia…) primo posto della classifica Ocse per il carico fiscale. Secondo gli scientifici calcoli della Confcommercio, la cifra raggiunta si ottiene sommando al reale rapporto tasse/Pil (44,1%) la percentuale (in questo caso un altrettanto impressionante 17,3%) del settore «sommerso».

«Per liberare le ingenti risorse necessarie per far ripartire l’economia – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – bisogna realizzare subito una poderosa operazione: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro. Tagliare le tasse per favorire la crescita è un passaggio ineludibile».

E, intanto, noi paghiamo…

La riduzione della pressione fiscale può far ripartire l’Italia

Da più parti viene richiesto un intervento per ridurre la pressione fiscale, considerato il primo provvedimento utile per uscire dalla crisi.
E anche Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, è di questo avviso, suggerendo di proseguire nella spending review che era stata avviata dalla scorsa legislatura.
La riduzione delle spese delle pubbliche amministrazioni, oltre alla lotta all’evasione, potrebbero contribuire ad una lenta ripresa, quanto mai urgente.

Pitruzzella ha infatti dichiarato: “Ci troviamo in una situazione di grave recessione e per ricreare coesione sociale, per dare risposte ai disoccupati ed alle famiglie che si trovano sulla soglia della povertà bisogna rimettere in moto l’economia. Solo se si producono risorse si possono poi ridistribuire risorse. In questa prospettiva forse qualche aggiustamento della riforma Fornero nell’immediato si potrebbe fare, fermo restando che l’obiettivo finale deve essere la stabilità del rapporto di lavoro“.

Il presidente dell’Antitrust ha espresso il suo parere riguardo gli esodati, problematica che va risolta per garantire al Paese, oltre ad una crescita economica, anche un’equità sociale dalla quale è impossibile prescindere.

Per riuscire in tutto ciò ”il risanamento va coniugato insieme con politiche dirette a stimolare la crescita e sotto questo profilo vorrei osservare che è importante quello che il governo farà anche sul tavolo europeo. C’è una connessione strettissima tra le politiche dell’Europa e le attività ed i risultati dell’economia sul piano nazionale e, lo stesso quadro europeo consente qualche forma di flessibilità per esempio per finanziare spese per investimenti produttivi. Si avvia dunque una stagione di grande interesse, il ‘cantiere Europa’ è aperto e credo che il governo ed il parlamento italiano dovranno impegnarsi approfonditamente su questo campo“.

Vera MORETTI

Redditest, privacy del cittadino a rischio?

 

Ha debuttato ufficialmente ieri, ma il Redditest presentato dall’Agenzia delle Entrate ha già suscitato dubbi e perplessità. E la prima voce fuori dal coro arriva dall’INT, Istituto Nazionale Tributaristi: il presidente Riccardo Alemanno, ha sottolineato che, pur condividendo l’importanza fondamentale che la lotta all’evasione riveste in un contesto come quello italiano e la logicità della verifica del rapporto tra reddito e spese/investimenti, resta preoccupato e perplesso sulla quantità di dati che il cittadino-contribuente dovrà fornire e giustificare. A destare maggiori polemiche è insomma il rischio per la privacy del singolo cittadino.

Sarò particolarmente noioso e logorroico – ha dichiarato Alemanno – ma ribadisco l’importanza di avere un sistema di dialogo informatico efficiente tra le Pubbliche Amministrazioni più che mai necessario ora date le tantissime voci di spesa e di investimento previste dal nuovo redditometro, e comunque l’efficienza di un puntuale scambio di informazioni e documenti è determinante per semplificare ed agevolare i rapporti fisco-contribuente“.

Anche se, per giudicare la validità e l’utilità del nuovo strumento in dotazione all’Agenzia delle Entrate, occorrerà misurarsi e confrontarsi sul lungo termine: “solo con l’applicazione sul campo si potranno fare valutazioni appropriate – ha proseguito Alemanno – prendo atto con favore delle dichiarazioni dell’Agenzia delle Entrate fatte dal Dott. Di Capua e dal Dott. Lampone, circa un redditometro che terrà conto prima di tutto delle reali spese e che rappresenta uno strumento di controllo e non di repressione, ma ripeto solo con la ‘ prova su strada’ si potranno vedere e valutare gli effetti reali”.

Alemanno infine auspica che un nuovo strumento operativo messo in campo per la lotta all’evasione, possa contribuire in maniera sostanziale ad “una riduzione della pressione fiscale che ha raggiunto livelli veramente non più sopportabili per i contribuenti corretti “.

Alessia CASIRAGHI