Lombardia e Governo tecnico: chi è pro e chi contro

I primi mesi dell’esecutivo “tecnico” del Presidente del consiglio Monti passano, con riserva, l’esame degli imprenditori lombardi. Il 53,6% delle imprese promuove l’operato del governo, anche se la maggioranza (41,1%) lo ritiene “abbastanza positivo”. Gli scettici si fermano al 44,7%, con il 17% che  dà un giudizio decisamente negativo. E sulla riforma delle pensioni il 37,1% degli imprenditori lombardi la ritiene imposta dall’Europa. 1 imprenditore su 3 pensa sia comunque necessaria per reperire risorse finanziarie per il Paese e poco più di 1 su 4 crede possa rendere il Paese più moderno. Per 3 imprenditori lombardi su 5 sono meglio i tecnici oggi al governo piuttosto che i politici. È quanto emerge dall’indagine “Governo Monti, riforme e imprese”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 1000 imprese lombarde.

L’indagine per provincia l’operato di Monti e dei suoi ministri piace soprattutto a Bergamo e a Brescia: rispettivamente il 57,4% e il 59,6% degli imprenditori lo ritiene in qualche modo positivo. Il governo “tecnico” raccoglie meno consensi a Varese, a Como e a Monza e Brianza: rispettivamente il 50,6%, 46,9% e 47,2% lo “boccia” giudicandolo negativamente. Per 3 imprenditori lombardi su 5 sono meglio i tecnici oggi al governo in Italia piuttosto che i politici: dato che sale di più a Brescia, a Milano e a Monza e Brianza, dove rispettivamente il 4,8%, l’8,8% e l’8,9%  degli imprenditori preferirebbe un governo fatto di politici contro un dato medio regionale del 10,7%. È quanto emerge dall’indagine “Governo Monti, riforme e imprese”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 1000 imprese lombarde.

Fonte: camcom.gov.it

Elsa Fornero dalla parte delle donne

di Vera MORETTI

La riforma del mercato del lavoro al quale sta lavorando il governo appronterà soluzioni efficaci per gli annosi problemi che affliggono il lavoro in Italia, primo fra tutti la scarsa partecipazione al mondo lavorativo da parte delle donne.

Questo è stato affermato dal Ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero durante il question time alla Camera di ieri, che ha specificato: “Intendo rimettere al centro il lavoro delle donne come segmento debole. Intendo prendere molto seriamente le politiche di conciliazione“, intesa, ovviamente , tra lavoro e impegni familiari, “ma vorrei evitare che ci si riferisse solo al lavoro delle donne. La conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita deve riguardare non solo le donne ma anche gli uomini”.

Il ministro Fornero ha inoltre affrontato l’argomento pensioni, facendo riferimento alla recente riforma, dicendo che “è indubbio che la riforma delle pensioni mira anche a sottrarre l’uso improprio del sistema previdenziale come ammortizzatore sociale“.
Ciò significa che, finora, il pensionamento anticipato riservato ai lavoratori più anziani era stato preso in considerazione soprattutto dalle imprese in difficoltà o in “ristrutturazione” e la nuova riforma vorrebbe evitare questo atteggiamento, per “cercare nuove soluzioni per gli anziani, che troppo spesso sono stati scaricati sul sistema pensionistico“.

Riforma delle pensioni: l’attesa è quasi finita

Nonostante il “cambio della guardia” ai vertici del governo, la riforma delle pensioni viaggia spedita, tanto che dovrebbe essere approvata a breve, in tempi più rapidi del previsto.

Ciò, ovviamente, avrà ripercussioni significative sui lavoratori italiani, dal momento che l’età pensionabile si allungherà, come richiesto anche dalla UE.

La notizia è arrivata direttamente da Elsa Fornero, nuovo ministro del Lavoro, in occasione dell’assemblea della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. A rafforzare questa linea di condotta, il ministro ha confermato che l’Italia sarà chiamata a compiere dei sacrifici, che però dovranno essere “calibrati sulla capacità dei singoli di sopportarli”.

A conferma di ciò, è stato chiarito che la riforma si fonderà su tre principi fondamentali, ovvero rigore finanziario, equità di interventi e crescita per dare prospettive alle nuove generazioni. E questo si potrà ottenere non solo con i tagli ma con provvedimenti che possano servire a stimolare la crescita ed eliminare gli ostacoli che impediscono lo sviluppo del Paese. Questa, dunque, è stata la risposta di Elsa Fornero all’appello di Ivan Malavasi, presidente CNA, il quale ritiene che la riforma abbia carattere di urgenza. E non è il solo.

Anche per Emma Marcegaglia la riforma delle pensioni è la prima cosa da fare “non solo per fare cassa, ma per aiutare e sostenere il costo del lavoro dei giovani e delle donne: non si devono tagliare gli assegni ma cancellare le anomalie che il sistema pensionistico ancora ha, come per esempio le pensioni di anzianità“.

Si dovrà aspettare ancora poco, ci auguriamo che non siano solo dolori.

Vera Moretti