Cala l’inflazione, adesso un biennio di moderata ripresa

Trainato soprattutto dalla solita domanda estera e dalla graduale ripresa degli investimenti, il prossimo biennio sarà caratterizzato da una moderata crescita. E’ questo il quadro che disegna il bollettino mensile (il primo del 2014) della Banca d’Italia. Secondo gli economisti di Via Nazionale, il Pil avrebbe interrotto la propria caduta nel terzo trimestre del 2013 e, sulla base dei sondaggi e dell’andamento della produzione industriale, la crescita del prodotto sarebbe stata appena positiva nel quarto trimestre. Gli indici di fiducia della imprese sono ancora migliorati, collocandosi – si legge nello studio – sui livelli osservati all’inizio del 2011.

Il bollettino della Banca d’Italia fotografa anche il calo dell’inflazione, giù dello 0,7% nell’ultimo mese del 2013 e proprio da quest’anno si registrerebbe una moderata ripresa dell’attività economia, che accelererebbe, seppure in misura contenuta, l’anno prossimo: dopo essersi ridotto dell’1,8% nel 2013, il Pil crescerebbe dello 0,7% quest’anno e dell’1,0% nel 2015. Meno positivo, invece, il tasso di disoccupazione che ha toccato il 12,3% nel terzo trimestre e sarebbe ulteriormente salito al 12,6% nel bimestre ottobre-novembre.

Jacopo MARCHESANO

Anno nuovo, soliti rincari

 

Come ogni capodanno, inevitabili e puntuali sono arrivati anche i rincari più odiosi. L’aumento più considerevole, a livello nazionale l’asticella si ferma attorno al +3,9, sono le tariffe delle autostrade con punte addirittura superiori all’8%. Ma un’impresa sarà soprattutto arrivarci al casello: sempre da ieri è scattato pure l’aumento delle accise sui carburanti, +0,4 centesimi ogni litro, per finanziare, dicono, il cinema. Un caso limite è quello della tratta Padova-Venezia, dove si passa dai 95 centesimi dei giorni scorsi agli odierni 3 euro che assorbono anche gli investimenti per la realizzazione del Passante di Mestre. «Siamo riusciti a contenere gli aumenti delle tariffe autostradali grazie a un’azione di calmieraggio svolta del Ministero: a fronte di richieste che per alcune tratte arrivavano al 18%, l’incremento si è fermato a una media del 3,9 per cento» ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, «abbiamo già previsto incontri con Aiscat, l’associazione delle concessionarie, con cui avviare un dialogo per verificare strade nuove e consensuali rispetto agli attuali automatismi di adeguamento delle tariffe».

Se, incredibilmente, sono rimaste al palo le tariffe delle Poste e del canone Rai, sono aumentate l’energia elettrica (+0,7%) e, per effetto della manovra Iva, pure caffè, bibite e snack distribuiti dalle macchinette automatiche, con rialzi di 5-10 centesimi. Aumentano anche le accise sulle sigarette, più 0,7%, senza dimenticare il rincaro dei contributi Inps destinati al fondo di solidarietà che finanzia la cassa integrazione: le imprese con più di 15 dipendenti non incluse nella legge sulla cig devono versare uno 0,5% delle retribuzioni totali, per due terzi a carico del datore di lavoro e per il rimanete terzo a carico del dipendente.

A conti fatti, una stangata che dovrebbe sfiorare i 1400 euro a famiglia. Buon anno!

Jacopo MARCHESANO

In un anno crollati i prestiti alle aziende, 2013 anno nero del credito

Tra ottobre 2012 e ottobre 2013 i prestiti alle aziende sono calati del 5,2%, cioè 50,2 miliardi in meno solo in un anno. A denunciarlo con veemenza è Confartigianato spiegando che a minori finanziamenti si accompagna l’aumento dei tassi di interesse: «La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione – denuncia il presidente Merletti – rimane critica».

Come rileva Confartigianato la diminuzione del credito ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti e la situazione peggiore riguarda le regioni del Molise, della Campania e della Sicilia. A livello provinciale, il calo più netto dei crediti concessi alle piccole imprese riguarda Agrigento (-12,5% tra settembre 2012 e settembre 2013), seguita dalla provincia di Vibo Valentia (-11%) e da quella di Campobasso (-10,9%).

«Un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica» ha dichiarato Merletti. «Tutto ciò mentre le nostre aziende sono alle prese anche con i ritardi di pagamento degli Enti pubblici e dei privati che le costringe a chiedere prestiti per compensare i mancati incassi dei “cattivi pagatori”. Quando le banche decideranno di sostenere la ripresa?».

JM

Ripresa economica, ecco chi ci crede

Dopo svariati pareri pessimisti riguarda i timidi segnali di ripresa registrati nelle settimane scorse, finalmente un punto di vista completamente opposto. I dati forniti dal Centro studi di Confindustria vedrebbero l’Italia a un “punto di svolta fondamentale per il terzo trimestre dell’anno”. Le previsioni sembrerebbero parlare chiaro: si arresterebbe la caduta del Pil e si tornerebbe a variazioni positive, calcolate intorno a + 0,3 %.

Fondamentale per la ripresa soprattutto la riduzione dell’imposizione sul reddito da lavoro e impresa: “l’emergenza del mercato del lavoro fatica a rientrare spontaneamente, perciò sono urgenti provvedimenti sia per innalzare la crescita sostenibile del Paese sia per aumentare l’occupabilità delle persone» ha aggiunto il Csc.

Speranzoso anche il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, nel suo consueto discorso all’europarlamento: “Abbiamo fatto molto dall’inizio della crisi. I nostri sforzi hanno cominciato a convincere i cittadini e i partner internazionali, gli spread si restringono, la fiducia dei mercati sta tornando, le prospettive dell’economia vanno bene, la fiducia migliora e i Paesi vulnerabili cominciano a vedere i risultati dei loro sforzi. La ripresa è vicina”.

In attesa di poter toccare realmente con mano i segnali di ripresa economica, a chi dovremmo credere?

 

Jacopo MARCHESANO