Riscatto laurea per la pensione: si può interrompere?

Con il decreto legge numero 4 del 2019 sono diventati tre i metodi per il riscatto degli anni di laurea. Al riscatto ordinario e a quello per inoccupati, infatti, si è aggiunto il riscatto agevolato. Tutti e tre i metodi consentono al contribuente di ridurre il periodo che lo separa dalla pensione. Inoltre, il contribuente può ottenere un importo proporzionalmente più alto in base a quanto versato. Proprio la proporzione tra quanto versato ai fini del riscatto e gli effetti e aspettative sulla futura pensione confermano la possibilità di interrompere il pagamento delle rate previste per il riscatto stesso.

Quanto costa riscattare la laurea?

L’interruzione è valida per tutte e tre le tipologie di riscatto della laurea previste:

  • il riscatto ordinario;
  • quello riservato agli inoccupati;
  • il nuovo riscatto agevolato previsto dal decreto 4 del 2019.

In linea generale, con il riscatto ordinario si procedere al pagamento di un costo per il riscatto degli anni universitari variabile. Per chi rientri nel sistema retributivo, ovvero con contributi prima del 1995, il riscatto si calcola in base al sistema della riserva matematica. Tale meccanismo quantifica il beneficio sulla futura pensione considerando sia l’età che altre caratteristiche del contribuente.

Calcolo del riscatto di laurea ai fini della pensione

Per studi universitari che si collocano dopo il 1995 il calcolo di quanto costa il riscatto si ottiene da una formula matematica che prevede di moltiplicare il reddito dei 12 mesi precedenti la domanda per la percentuale di imponibile (per il lavoro alle dipendenze è del 33%). Il riscatto per gli inoccupati prevede, in maniera simile, l’applicazione della percentuale a forfait del 33%, pari all’imponibile figurativo del reddito minimo.

Col riscatto di laurea agevolato si paga poco più di 5 mila euro per ogni anno di studio

Il riscatto previsto dal decreto legge numero 4 del 2019 si chiama agevolato perché consente di pagare poco più di 5 mila euro per ogni anno da riscattare. In tutti i casi indicati, ci si chiede se il contribuente che abbia pagato un certo numero di rate del riscatto di laurea, possa sospendere il pagamento. E, in questo caso, se vedrà comunque riconosciuti i mesi pagati fino al momento della sospensione in vista di un assegno di pensione più alto e di una uscita prima dal lavoro.

Riscatto laurea per avere una pensione più alta: si può interrompere il pagamento delle rate

La risposta se il pagamento delle rate del riscatto di laurea si possa interrompere è positiva. Nel senso che il contribuente può interrompere il pagamento delle rate usufruendo dei benefici proporzionalmente a quanto già pagato. E, pertanto, ai fini della futura pensione, il contribuente si vedrà riconoscere il riscatto limitatamente agli anni per i quali ha versato quanto previsto. Inoltre, anche dopo l’interruzione del pagamento delle rate, il contribuente può decidere di riprendere i pagamenti con la rideterminazione delle rate.

Cosa succede se si interrompe di pagare il riscatto della laurea?

Nel caso in cui si decida di non pagare la prima rata, oppure l’unica rata se si è scelto di versare quanto dovuto per il riscatto della laurea in un’unica soluzione, la domanda decade. Nel caso in cui, invece, non si pagano le rate successive, sarà l’Inps a interrompere gli effetti della domanda di riscatto laurea. Tuttavia, i periodi per i quali sono stati effettuati i pagamenti rimangono validi ai fini della futura pensione.

Riscatto parziale della laurea, cosa succede alla futura pensione?

La rinuncia a pagare la prima (o unica) rata del riscatto della laurea, o l’interruzione successiva non preclude mai la possibilità di procedere con una nuova domanda di riscatto. Inoltre, è importante ricordare che il riscatto può essere parziale, anche di una sola settimana. E può essere richiesto in più momenti, sempre per la parte residua non ancora saldata.

Riscatto laurea agevolato: quanto conviene per la pensione?

Quali sono i vantaggi o gli svantaggi, sia per l’età di pensionamento che per l’importo della pensione, con il riscatto della laurea? In particolare, ci si riferisce al riscatto degli anni universitari con pagamento agevolato e a chi convenga questa operazione. Innanzitutto è importante determinare il costo del riscatto della laurea.

Riscatto della laurea per la futura pensione, quanto costa?

Il regime agevolato del costo inerente al riscatto della laurea deriva dal decreto numero 4 del 2019. Con il sistema agevolato si pagano, nel 2021, 5.264,49 euro per ogni anno di laurea da riscattare. Non sono da conteggiare gli anni di “fuori corso”. Dunque il massimo costo che si deve sostenere, nel 2021, per riscattare la propria laurea è di 26.322,45 euro per corsi di 5 anni e 21.057,96 per corsi di 4 anni.

Rateizzazione del costo del riscatto di laurea

Le cifre indicate per riscattare gli anni universitari possono essere rateizzate, senza l’applicazione degli interessi, fino a un massimo di dieci anni. Da un rapido costo, preferendo la rateizzazione dell’importo per tutti e dieci gli anni, il riscatto della laurea ai fini della futura pensione costerebbe 220 euro al mese per le lauree di cinque anni e 175 euro mensili per quelle di quattro anni. Il contributo annuale, tuttavia, può essere dedotto al 100% dall’imponibile fiscale. Se non si riuscisse più a pagare o si volesse interrompere il pagamento, la quota maturata fino a quel momento rimarrebbe valida ai fini dello sconto sull’età della pensione.

Riscatto agevolato della laurea, chi può richiederlo?

Il riscatto agevolato della laurea (con i calcoli tradizionali si potrebbe arrivare anche a cifre di 80mila euro), secondo quanto prevede il comma 6 dell’articolo 20, del decreto-legge numero 4 del 28 gennaio 2019, è un sistema riservato ai lavoratori che si collocano nel sistema contributivo della pensione. Si tratta, nello specifico, di chi abbia iniziato a lavorare e a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996.

Il riscatto agevolato della laurea per la pensione anche ai lavoratori pre 1996

Successive modifiche e interpretazioni del decreto 4 del 2019 hanno allargato la possibilità di riscatto agevolato della laurea anche a chi abbia contributi entro il 31 dicembre 1995. In questo caso, però, è necessario optare per il ricalcolo con il metodo contributivo degli anni di contributi previdenziali. È in ogni modo necessario che gli anni di contributi versati prima del 1996 siano:

  • meno di 18 anni;
  • che almeno 15 anni di contributi siano stati già versati alla data di richiesta del riscatto laurea;
  • che almeno cinque anni di contributi siano stati versati a partire dal 1996.

Pensione con riscatto laurea, cosa non vale?

I periodi universitari che non possono essere riscattati consistono in due tipologie:

  • gli anni di iscrizione fuori corso;
  • i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa.

Come si richiede il riscatto agevolato della laurea?

La richiesta di riscatto della laurea può essere fatta online. Nello specifico è necessario accedere con il Pin del sito dell’Inps o rivolgersi al Caf per inoltrare la pratica. Dopo la presentazione della domanda, l’Inps verifica i documenti depositati e i requisiti vantati. L’Istituto previdenziale accerta anche il versamento di almeno un contributo previdenziale obbligatorio. Al termine delle verifiche, l’Inps invia i bollettini Mav da pagare insieme al provvedimento di accoglimento della domanda.

Come si paga il riscatto agevolato della laurea

Il pagamento dell’onere del riscatto della laurea avviene con l’utilizzo dell’Avviso di pagamento pagoPa. Per accedere al portale dei pagamenti è possibile utilizzare il proprio codice fiscale con il numero della pratica indicato nel provvedimento inviato dall’Inps.

Convenienza del riscatto laurea per la futura pensione

Ammettiamo che un contribuente, nato a febbraio del 1979, abbia conseguito una laurea di quattro anni nel 2004 e voglia riscattare il titolo di studio. Inoltre, il contribuente lavora dal 2006 in maniera continuativa. Sulla base dei dati in possesso, il lavoratore andrebbe in pensione con la vecchiaia nel 2048. Con gli aumenti previsti nel tempo dell’aspettativa di vita, l’età pensionabile slitterebbe a 69 anni.

Pensione anticipata contributiva con il riscatto laurea

Per un contribuente del sistema contributivo (con inizio dei versamenti dal 1° gennaio 1996 in poi) l’alternativa alla pensione di vecchiaia è la pensione anticipata contributiva. Si raggiunge a 64 anni di età (salvo gli adeguamenti della speranza di vita nel tempo) e con 20 anni minimi di contributi versati. Inoltre, il primo importo della futura pensione deve essere di 2,8 volte quello della pensione sociale. Nel caso preso in esame, il lavoratore andrebbe in pensione con questo meccanismo nel 2045.

Pensione anticipata con i requisiti della riforma Fornero

Con i requisiti della riforma Fornero per la pensione anticipata mediante versamento di 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) la prima data utile per il pensionamento risulterebbe più avanti rispetto alla pensione di vecchiaia. Pertanto, questa possibilità non sarebbe conveniente. Anche riscattando la laurea, la prima data utile sarebbe nel 2046, meno conveniente della pensione anticipata contributiva a 64 anni che rimarrebbe la soluzione più praticabile per l’uscita prima da lavoro.

Importo della futura pensione con il riscatto della laurea

In merito all’importo della futura pensione, poiché il contribuente versa un onere per il riscatto della laurea, l’importo previdenziale futuro risulterebbe più elevato rispetto a quello di una pensione senza riscatto. Questo risultato deriva dal fatto che l’onere per riscattare la laurea va a determinare un incremento del montante contributivo della vita lavorativa del contribuente.

Riscatto laurea: convenienza a confronto con fondo pensione

Quanto è conveniente il riscatto della laurea in vista della futura pensione e quale scelta può essere più indicata rispetto al fondo pensione per il contribuente? Per rispondere a questa domanda, soprattutto in vista di un assegno di pensione più alto o di una via più breve per arrivare alla pensione, è necessario fare una prima generale considerazione.

Ovvero, di fronte alla scelta personale di riscattare gli anni universitari, a meno che non si è certi che il riscatto presso l’Inps possa portare ad anticipare la prima data utile per il pensionamento, l’opzione del fondo pensione appare, in genere, quella più conveniente.  Vediamo perché.

Riscatto della laurea ai fini della pensione, come si può richiederlo

Rispetto al fondo pensione, il riscatto della laurea si incrementa secondo l’andamento del Prodotto interno Lordo (Pil) e i contributi sono interamente deducibili dal reddito imponibile ai fini fiscali. La prestazione che comporta il riscatto della laurea, tuttavia, è differita al momento in cui il richiedente maturerà i requisiti richiesti per andare in pensione di vecchiaia o per quella anticipata.

Per questo motivo, stabilire con un certo numero di anni di anticipo quello che sarà il beneficio una volta che si andrà in pensione risulta non sempre agevole. La determinazione di quanto verranno rivalutati i contributi versati per il calcolo della futura pensione dipenderà, infatti, da molteplici fattori. Tra questi, il coefficiente di trasformazione (al quale concorre il Prodotto interno lordo), il costo della vita e l’aspettativa di vita. In definitiva, la sopravvivenza media della popolazione.

Riscatto della laurea, quanto costa? 

Pertanto, oltre al costo previsto per il riscatto della laurea, occorrerà tener presente la rivalutazione dei contributi che diventeranno pensione e della tassazione applicata. Nel sistema contributivo, nel quale il riscatto della laurea può avvenire in maniera agevolata secondo quanto prevede il decreto numero 4 del 2019 con il pagamento di poco più di 5.000 euro per ogni anno da riscattare, occorre tener presente della tassazione finale. Ad oggi, la tassazione prevista secondo le regole dei redditi da lavoro e assimilati è pari al 23%, a esclusione della tassazione regionale e comunale.

I fondi pensione, quali regole e convenienza 

I fondi pensione presentano un primo vantaggio della deducibilità dei contributi nei limiti di 5.165 euro all’anno sul reddito imponibile. È tuttavia possibile che i contribuenti che non raggiungano questo limite possano pianificare i versamenti in modo da arrivare alla completa deducibilità fiscale. Diversamente dal riscatto della laurea, la rivalutazione dei contributi versati dipenderà dal rendimento annuo che si genera sui mercati finanziari dagli investimenti effettuati dai fondi pensione. Mediamente, il tasso di rivalutazione dei fondi pensione è superiore a quello del Prodotto interno lordo.

Fondi pensioni, i vantaggi della Rita

Inoltre, anche se la prestazione dei fondi pensione viene erogata alla maturazione della pensione di vecchiaia o anticipata, nella sostanza la norma permette al contribuente una serie di possibilità per rientrare velocemente nella disponibilità, anche in parte, delle somme versate. È il caso della Rendita integrativa anticipata temporanea (Rita), strumento che negli ultimi anni ha permesso ai contribuenti di poter ricevere anticipatamente la rendita prevista a scadenza sotto forma di pensione. La conversione dei contributi versati avviene mediante con un coefficiente stabilito dalla compagnia erogatrice della prestazione.

Fondo pensione, quale rivalutazione futura? 

La rivalutazione futura del fondo pensione è soggetta al tasso annuo di rendimento ottenuto dalla compagnia di assicurazione. Di solito, il rendimento è più alto rispetto alla rivalutazione media applicata dall’Inps. All’atto del pensionamento, la metà della prestazione può essere richiesta in pagamento sotto forma di capitale. La tassazione del fondo pensione dipende dal periodo di iscrizione prevedendo un’aliquota massima del 15%, con un minimo del 9% dopo 35 anni di iscrizione.

Esempio di convenienza del fondo pensione rispetto al riscatto della laurea

La maggiore convenienza del fondo pensione rispetto al riscatto della laurea può essere dimostrata ricorrendo a un esempio concreto. Consideriamo un lavoratore nato nel 1981, iscritto per la prima volta all’Inps nel 2008 e dunque ricadente interamente nel meccanismo previdenziale contributivo, che decida di riscattare i quattro anni di laurea ottenuta con iscrizione universitaria tra il 2000 e il 2003. Sulla base della nuova normativa previdenziale, la prima data utile per la pensione del lavoratore ricadrebbe al compimento dei 64 anni di età con la pensione anticipata del sistema contributivo. Sono necessari altresì 20 anni di contributi e una pensione futura che sia di importo di almeno 2,8 volte la pensione minima.

Quanto rendono i fondi pensione?

Con il riscatto della laurea, applicando l’agevolazione prevista dal decreto 4 del 2019 e dunque con un pagamento di poco più di 5.000 euro per ogni anno universitario da riscattare, e un pensionamento con aliquota marginale del 27%, il futuro pensionato riceverebbe un incremento netto sull’assegno di pensione pari a 949 euro. Il rendimento è ottenuto mediante un tasso annuo dell’operazione pari all’1,4%. Nel caso in cui ci si trovasse di fronte a scegliere tra il riscatto della laurea e il fondo pensione, quest’ultimo potrebbe risultare più vantaggioso per rendimento. Infatti, nell’ipotesi del lavoratore, l’incremento della prestazione al netto sarebbe di 1.111 euro, con una rivalutazione che, all’atto della pensione, risulterà più elevata rispetto a quella ottenibile dall’Inps.

Riscatto laurea agevolato: una guida per andare prima in pensione

Il riscatto laurea agevolato è un modo per poter andare in pensione in modo anticipato. Una breve guida su come funziona e come richiederlo.

Riscatto laurea agevolato: cos’è e chi può richiederlo

Oltre al riscatto della laurea che potremmo definire di tipo classico, esiste una versione agevolata. Il riscatto della laurea consiste nella possibilità di poter utilizzare gli anni universitari ai fini pensionistici. In altre parole, riuscire ad andare in pensione con qualche anno di anticipo. Gli anni riscattabili sono quelli previsti dal corso di studio 3-5. Ma per essere utili occorre che il soggetto abbia conseguito il titolo, altrimenti non è possibile. I titoli riconosciuti sono:

  • laurea standard;
  • diplomi universitari relativi ai corsi di durata non inferiori a due e non superiori a tre;
  • dottorati di ricerca;
  • diplomi di specializzazione;
  • diplomi rilasciati da istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

Il riscatto della laurea è sempre e comunque a titolo oneroso e viene riconosciuto solo a domanda dell’interessato. La domanda va presentata all’INPS tramite via telematica, oppure Call Center o numero telefonico, sulla pagina dell’Istituto.

Riscatto laurea agevolato: il riscatto dei soggetti inoccupati

Oltre ai modello tradizionale del riscatto laurea agevolato, l’ordinamento italiano prevede due altri modi per ottenere lo stesso obiettivo. Il Riscatto per i soggetti inoccupati ex L. 247/2007 – è previsto dall’art. 1 della legge 247/2007. Tuttavia ha reso accessibile la facoltà di riscatto anche ai cosiddetti “inoccupati“. Si tratta di coloro che al momento della presentazione della domanda di pensionamento, non ha versato alcun contributo. Ma in questo modo, può farlo attraverso un pagamento forfettario. In questo caso il parametro di riferimento per il calcolo è il reddito minimo imponibile dalla gestione Artigiani e Commercianti, al quale si applica l’aliquota di riferimento dei lavoratori dipendenti. Per le domande presentate dall’1 gennaio 2008 è inoltre possibile rateizzare il costo del riscatto in 120 rate mensile senza applicazione di interessi. Inoltre, se il versamento dell’onore avviene da parte dello stesso assicurato, il contributo è deducibile.

Riscatto laurea agevolato: come funziona?

Il Riscatto agevolato ex D.L. 4/2019 è stato introdotto dal “Decretone” del 2019. Prevede uno sconto sull’onore da versare consentendo di velocizzare l’uscita dal mondo del lavoro. E’ un metodo di calcolo dell’onore più vantaggioso rispetto a quello ordinario. Ma i periodi da riscattare devono ricadere sotto la competenza del  metodo di calcolo contributivo. Tuttavia per esercitarlo non ci sono limiti di età, ma essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria. Non possono comunque usufruire, come nel riscatto tradizione, chi è già titolare di una pensione. Sono escluse anche le casse dei liberi professionisti e gli ordinamenti previdenziali stranieri.

Quanto costa il riscatto?

Parlando in termini di costi, in media il riscatto è pari 5 mila euro per ogni anno di università. Questa cifra può essere dedotta fiscalmente, arrivando per i redditi sopra i 75 mila euro a un beneficio fiscale del 43%. L’onere è determinato sul minimale degli artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda. Altro parametro è la base dell’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche vigente, nello stesso periodo, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD). L’importo retributivo di riferimento è rapportato al periodo oggetto di riscatto ed è attribuito temporalmente e proporzionalmente ai periodi medesimi. Il contributo è rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.

Quant’è il valore del costo per il 2021?

E’ possibile consultare anche sul sito INPS, tutte le informazioni in merito al riscatto della laurea agevolato. Per  il 2021 il reddito minimo annuo ai fini del reddito del contributo dovuto da artigiani e commercianti è pari a 15.953 euro. In questo caso è applicabile l’aliquota del 33%. Quindi, per le domande presentate nel corso del 2021, il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro. Il consiglio è sempre quello di valutare la convenienza dell’operazione e se ci sono i requisiti previsti.

Riscatto della laurea: cos’è, come funziona e chi può richiederlo

Il riscatto della laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del corso di studi. Alcuni piccoli consigli utili.

Riscatto della laurea: cos’è?

Il riscatto del corso di laurea è la possibilità di andare in pensione in anticipo, riconoscendo gli anni dell’intero corso. In altre parole, è la possibilità di convertire, a pagamento, gli anni di studio universitario, in anni validi ai fini della pensione di vecchiaia. Il riscatto è valido a condizione che il contribuente abbia conseguito il titolo. La facoltà è esercitabile anche da chi è inoccupato che, al momento della domanda, non risultino essere iscritti a nessuna forma obbligatoria di prevenzione. Ma anche che l’interessato non abbia intrapreso un’attività lavorativa va in Italia e nemmeno all’estero.

Riscatto dalla laurea: come funziona?

Possono riscattare il corso di laurea tutti coloro che hanno conseguito un titolo così:

  • diplomi universitari il cui corso abbia avuto una durata inferiore a due anni e superiore a tre anni;
  • diplomi di laurea con durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
  • i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • dottorati di ricerca;
  • i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.

Anche i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta formazione Artistica e musicale sono riconosciuti. Ma devono dare luogo ad uno dei seguenti titoli:

  • diploma accademico di primo o di secondo livello;
  • specializzazione;
  • formazione alla ricerca equipollenti ai dottorati di ricerca.

Come presentare la domanda per il riscatto?

Il riscatto è sempre a titolo oneroso. La domanda si presenta all’INPS, istituto nazionale di previdenza sociale, nella sezione specifica. E’ onere dell’Ente verificare ed accettare la richiesta. Il sito INPS consente di poter inoltrare la richiesta anche in via telematica, nei servizi online. Tuttavia, esiste un numero verde 803164 per poter parlare con un operatore del Contact Center. Grazie a questo si possono fare le domande e prende tutte le informazioni necessari all’operazione e non solo.

Riscatto della laurea: quando non può fare?

Non possono essere riscatti ai fini della laurea i periodi che non danno:

  • di iscrizione fuori corso;
  • già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa.

Il riscatto può riguardare l’intero periodo o singoli periodi. Non è possibile chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata a seguito del pagamento del relativo onere. Non si può richiedere il riscatto nemmeno di titoli conseguiti all’estero che però non sono riconosciuti in Italia.

Quanto costa riscattare?

Il riscatto della laurea è a pagamento. Viene disciplinato con le norme in merito alla liquidazione della pensione con il metodo contributivo o con quello retributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto. Per i periodi da riscattare con il metodo retributivo l’importo della somma da versare è determinata con i criteri previsti dall’articolo 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338 (riserva matematica); l’onere varia in rapporto a fattori quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Il costo dell’operazione si identifica con il capitale di copertura corrispondente alla quota di pensione che a seguito del riscatto risulta conseguito dal contribuente. Nel metodo contributivo la retribuzione cui va applicata la quota contributiva è quella assoggettata a contribuzione nei 12 mesi meno remoti rispetti alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto.

Ma il riscatto conviene davvero?

Non è possibile rispondere in maniera univoca a questa domanda. Questo perché occorre valutare ogni singola condizione di ogni singolo lavoratore e contribuente. Inoltre, molto dipende dal periodo contributivo o dalla legge in corso al momento del riscatto. In generale si può dire che recuperare la contribuzione degli anni di laurea potrebbe essere conveniente soprattutto per chi non ha retribuzioni elevate. Mentre, spesso non conviene per chi non ha continuità della vita lavorativa e a quanti anni ha iniziato a lavorare. Se consideriamo l’impatto sull’anticipo dei tempi di maturazione della pensione, la convenienza è possibile per chi ha iniziato a lavorare molto presto. Pertanto, fare sempre e bene i calcoli primi di presentare la domanda di riscatto.

 

L’Inps? Mi piace!

L’Inps non lascia ma, anzi raddoppia e apre una seconda pagina tematica su Facebook. Dopo quella dedicata al riscatto della laurea, infatti, ecco la fanpage che riguarda i buoni lavoro.

Dall’Ufficio Stampa arriva la conferma di un processo portato alla continua ricerca di canali di comunicazione e condivisione per raggiungere in particolar modo i più giovani. E, per riuscire nell’intento, quale miglior soluzione di un social network?
Accedervi è semplice: dando per scontato che chi ne vuole usufruire abbia un profilo su Fb, si effettua la ricerca “Buoni lavoro” e, arrivati alla pagina, si clicca su “Mi piace”. In questo modo, si reperiscono tutte le informazioni del caso.

I buoni lavoro costituiscono un sistema di pagamento riservato esclusivamente al lavoro occasionale accessorio svolto in modo discontinuo e saltuario, e garantiscono la copertura previdenziale presso la Gestione separata dell’Inps e l’assicurazione all’Inail contro gli infortuni sul lavoro.

In origine erano rivolti al settore agricolo, soprattutto per il periodo della vendemmia e destinato inizialmente ai soli studenti di età compresa tra i 16 e i 25 anni, ma ormai questo sistema di pagamento si è esteso a numerosi settori produttivi e ad altre tipologie di prestatori.

Per ulteriori approfondimenti, oltre alla pagina Facebook, si può consultare il portale Inps.it.

Vera Moretti

Contributi pensionistici durante gli anni di università: come ottenerli

Gli anni del corso di laurea possono diventare anni di lavoro ai fini pensionistici. Per farlo occorre pagare i contributi da riscatto, a proprie spese per il periodo interessato. La domanda può essere presentata on line con le nuove modalità recentemente introdotte dall’Inps.

Equiparabili alla laurea sono le lauree conseguite all’estero, quella in teologia o in altre discipline ecclesiastiche conseguite presso facoltà riconosciute dalla Santa Sede. Sono inoltre riscattabili, anche i periodi corrispondenti alla durata dei corsi di studio universitario, a seguito dei quali siano stati conseguiti i diplomi universitari: i diplomi di specializzazione e i dottorati di ricerca, successivi alla laurea e di durata non inferiore a due anni.

Quali i vantaggi? Quasi sempre si tratta di un importo basso che, nel caso in cui il giovane non sia ancora occupato, viene sostituito dal minimale imponibile per artigiani e commercianti. In caso di pagamento dilazionato, possibile fino ad un massimo di 120 rate, il contributo (che rimane fisso) si svaluta a causa dell’aumento del costo del denaro. Questo al fine di anticipare la data di pensionamento ed incrementare l’importo della pensione.

E’ possibile riscattare solo gli anni del corso legale di laurea, e che, ancorché sia possibile scegliere se riscattare tutto il corso ovvero singoli periodi, chi non ha concluso gli studi non potrà avvalersi di questa facoltà. Non è necessario essere lavoratori e nemmeno essere iscritti a forme previdenziali.