Confesercenti: “Flop saldi? colpa del caldo che non arriva”

Secondo la solita indagine condotta da Confesercenti con Swg dopo un paio di settimane di saldi, descrive alla perfezione il clamoroso flop di questa prima parte di saldi estivi: il 67% degli italiani ha detto di voler partecipare alle vendite di fine stagione di quest’anno, ma solo il 29% lo ha già fatto nelle prime due settimane, mentre il 38% ha detto di voler sfruttare l’occasione nei prossimi giorni.

«Francamente il maltempo ha inciso in modo determinante – spiega Benny Campobasso, presidente Confesercenti della provincia di Bari – ma sono fiducioso. Quest’anno la partenza dei saldi corrisponde con l’inizio della stagione. Ci sarà un afflusso significativo nei prossimi giorni feriali».

«Dall’indagine – sottolinea Roberto Manzoni, presidente di Fismo Confesercenti – emerge che i negozi hanno ancora un’ampia gamma di offerta disponibile, con un buon assortimento, che garantisce la possibilità per i consumatori di fare buoni affari. La partenza dei saldi è stata finora deludente: gli italiani appaiono ancora prudenti, e l’avvio dell’estate, segnato dal maltempo, ha frenato la voglia di rinnovare il guardaroba»

Jacopo MARCHESANO

Giordano: “Nuova normativa sui saldi? Liberalizziamo il settore”

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi gli interessanti pareri di Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, di Stefano Pizzolato, Presidente dell’Associazione Negozi Storici di Eccellenza di Roma e Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I., oggi abbiamo incontrato il Presidente nazionale di Adiconsum, Pietro Giordano, per una breve chiacchierata sulla sessione estiva di saldi che scatterà questo fine settimana.

Dott. Giordano, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
I saldi, così come sono strutturati ora, non hanno più senso d’esistere. La normativa sui saldi viene disattesa dagli stessi commerciati che, attraverso sms e mail, promuovono dei pre-saldi ai clienti più affezionati mettendo loro a disposizione la merce migliore, creando, inevitabilmente, discriminazione tra gli acquirenti. Per questo chiediamo l’apertura al più presto di un Tavolo concertativo con Confcommercio e Confesercenti che affronti il tema di una reale liberalizzazione del settore.

I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Non proprio. Infatti, data la crisi, la maggior parte dei consumatori attende gli sconti dei saldi per effettuare i propri acquisti. Pertanto l’incremento delle vendite di questo periodo potrebbe essere scambiato per un Paese con un discreto potere d’acquisto, mentre invece è tutto il contrario.

Quali sono i consigli di Adiconsum per vivere al meglio questa sessione di saldi?
Non posso fare altro che citare il decalogo che abbiamo diffuso nei giorni: sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo, per esempio sconti superiori al 50-60 per cento nascondono spesso merce non proprio nuova; confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si è interessati.

Jacopo MARCHESANO

Bussoni: “Meno efficaci di una volta, ma i saldi resistono”

Se per Ivan Marinelli, vicepresidente nazionale A.E.C.I. (Associazione Europea Consumatori Indipendenti), non ha più senso parlare di saldi “in un mercato dove il commercio si deve confrontare con nuove forme di vendita molto aggressive”, di tutt’altro avviso è Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti.

Dott. Bussoni, le promozioni sono all’ordine del giorno in qualunque periodo dell’anno, nel 2014 vale ancora la pena parlare di saldi?
Certo. I saldi sono un’occasione particolare, ben distinta dalle promozioni, perché riguardano capi e accessori di fine stagione: da qui la convenienza dell’evento per famiglie e imprese, per le quali valgono oltre il 30% del fatturato annuale. Vero è che, purtroppo, l’eccesso di promozioni durante il resto dell’anno, in qualche modo, rendono meno efficaci i saldi.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi. I saldi non sono solo l’occasione per fare acquisti, ma anche per capire lo stato di salute del Paese…
Sicuramente la crisi e la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie italiane ha un effetto pure sui saldi. Nonostante l’abbigliamento sia una delle icone del ‘Made in Italy’, la diminuzione del potere d’acquisto ha portato ad un calo costante della spesa delle famiglie in abbigliamento ed accessori, esacerbatosi durante la crisi. Tra il 2007 e il 2013, i consumi in questo settore hanno registrato una grave flessione (-15,2%), per un totale di quasi 10 miliardi in meno di consumi. La quota di spesa media mensile dedicata al vestiario dalle famiglie italiane si è attestata nel 2012 al 5%: quasi la metà del 13,6% registrato nel 1992, e che ci poneva – assieme al Giappone – al vertice della classifica mondiale. La crisi sembra aver accelerato un cambiamento in atto da anni: nel 2002 abbigliamento e calzature assorbivano il 6,8% della spesa media mensile delle famiglie italiane. In parte il processo è dovuto però a motivi culturali: il concetto stesso di status symbol, che una volta includeva spesso e volentieri particolari capi di vestiario, anche importanti, sembra ormai essersi spostato verso i prodotti tecnologici.

Quali settori della produzione ne beneficeranno di più?
La nostra industria dell’abbigliamento e degli accessori made in Italy. Considerando, oltre agli esercizi di distribuzione, anche la produzione moda che viene dall’Italia e che viene venduta nel paese attraverso i negozi tradizionali, il settore nel 2013 valeva oltre 65 miliardi. Un bene da non perdere: si tratta di uno dei pochi comparti dove ancora possiamo competere con successo.

Jacopo MARCHESANO

Dieci buoni consigli per non farsi fregare durante i saldi

 

1  Negozi di fiducia. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate i prodotti dei quali conoscete già il prezzo o la qualità, in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto. (leggi il nostro articolo|)

2  Diffidare. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti. Verificate che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che vi verrà presentato in negozio. La merce “vecchia” offerta in saldo deve essere separata dalla nuova.

3  Consigli per gli acquisti. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti, ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Meglio se avete tenuto d’occhio un capo o un prodotto annotando il vecchio prezzo.

4  Pubblicità. Ricordate che sui prodotti è obbligatorio il cartellino con il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere esposto “in modo chiaro e ben leggibile”. I messaggi pubblicitari devono essere presentati in modo non ingannevole per il consumatore.

5  Negozi. Controllate che fra la merce in saldo non ci sia anche quella nuova a prezzo pieno. La merce “vecchia” offerta in saldo deve comunque essere separata dalla “nuova”.

6  Attenzione. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino.

7  Prova dei capi: non c’è l’obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati.

8  Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi.

9  Scontrino. Lo scontrino è un documento importante e deve essere sempre conservato in caso di merce difettosa: non è vero infatti che in svendita non si possono sostituire. Il negoziante, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare, è obbligato a sostituire l’articolo difettoso o non conforme alla dicitura.

10  Fregature. A.E.C.I. ricorda che nel caso in cui il consumatore si renda conto che il prezzo originario del capo che si sta acquistando è stato “maggiorato” in virtù del saldo e dello sconto può rivolgersi al comune e agli ispettori annonari per denunciare l’accaduto; e poi ovviamente c’è sempre la nostra associazione per qualsiasi consiglio in merito.