Salvatore Ferragamo, per l’alta moda non esiste crisi

 

Bilancio semestrale più che positivo per Salvatore Ferragamo che ha chiuso i primi sei mesi del 2014 con ricavi pari a 659 milioni di euro, in aumento addirittura del 6% a tassi di cambio correnti, rispetto ai 625 milioni di euro registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. “L’andamento del business della prima parte dell’anno conferma, in assenza di particolari turbative di mercato, l’aspettativa di un’ulteriore crescita per l’intero 2014” si legge nel comunicato del gruppo fiorentino creato nel lontano 1927 dall’estro creativo del genio irpino.

In particolare, nel secondo trimestre i ricavi sono passati da 343 milioni di euro a 360 milioni di euro, con una crescita, rispetto agli stessi mesi del 2013, pari al 5%. L’area Asia Pacifico, inoltre, si conferma il primo mercato, in crescita del 6% nel primo semestre.

Intanto, su Ferragamo sono arrivate anche le promozioni degli influenti analisti di Equita Sim e Kepler Cheuvreux. Entrambe le case d’affari consigliano di comprare il titolo del gruppo della moda con una raccomandazione “buy”…

JM

Lusso Made in Italy più forte dell’euro

A livello europeo, solo la manifattura tedesca riesce a resistere ad un tasso di cambio euro/dollaro Usa a 1,40. La crisi è ancora troppo vicina e la situazione è ancora molto pesante per le aziende esportatrici, anche per quelle italiane.

C’è, però, un settore che in Italia si sta dimostrando più forte dell’euro forte, ovvero il Made in Italy di lusso.

Ancora una volta, dunque, si ha la dimostrazione che il comparto del lusso non sembra proprio conoscere crisi e, anzi, vede le sue cifre aumentare sempre, indipendentemente dalle condizioni economiche e finanziarie in cui versa il Belpaese.

Guardando ai risultati di bilancio del primo trimestre 2014 di quattro importanti marchi quotati in Piazza Affari, ovvero Luxottica, Salvatore Ferragamo, Brunello Cucinelli e Tod’s, si scopre che il fatturato e i margini sono saliti (nei primi tre casi) o sono rimasti stabili (nel caso di Tod’s) nonostante la valuta forte non abbia certo aiutato l’export e ci sia stato il rallentamento dell’Asia, soprattutto del mercato cinese.

Stando alle previsioni del management, a loro volta basate sugli ordinativi già acquisiti, le previsioni per il 2014 sono improntate ad un cauto ottimismo.

Alla luce di questi dati, la correzione che questi titoli hanno subito da inizio anno (dal -16% di Ferragamo al -23% di Cucinelli, passando per il -18% di Tod’s) è frutto più di una valutazione al ribasso dell’intero settore lusso a livello mondiale, che ha corso molto nel 2012 e nel 2013, piuttosto che di un’inversione di tendenza delle società del comparto.

Questi titoli potrebbero quindi rappresentare un’occasione d’acquisto per gli investitori poco esposti o del tutto assenti in un settore che mantiene prospettive favorevoli a medio lungo termine.
Occorre inoltre considerare le notevoli ricadute positive derivanti da una possibile svalutazione della moneta unica rispetto al dollaro nei prossimi mesi.

Vera MORETTI