Ricucito Sartoria, il franchising del cucito

In un periodo di crisi in cui si cerca di risparmiare su tutto ciò che è superfluo, ritornano in auge alcuni mestieri che, con l’avvento del consumismo più sfrenato, erano stati accantonati.
Ma, invece di sparire, stanno ora risorgendo, proprio in nome del risparmio e della lotta contro lo spreco.

Un esempio lampante è quello di Ricucito Sartoria, che propone anche un franchising per coloro che sono interessati ad aprire un negozio nel settore.

Per chi non ha a disposizione un locale da allestire, c’è anche la possibilità, grazie alla partnership con Oviesse, di aprire un corner di sartoria all’interno dei negozi OVS e Upim.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Ricucito Sartoria.

Zyp, il franchising solidale

Un franchising del tutto nuovo e diverso dagli altri è quello di Zyp, sartoria rapida che propone un franchising solidale, ovvero come una mission sociale.

Le royalties mensili (92,00 euro) vengono versate direttamente alla ZYP Onlus che finanzia progetti per lo sviluppo della donna in Italia e nel mondo.

Per far parte di questo progetto, occorre partecipare ad un corso intensivo per poter svolgere la nuova attività al meglio, sia per quanto riguarda la produzione sia per il rapporto con il pubblico.
L’affiliata sarà monitorata e seguita per i primi mesi finchè non sarà in grado di gestire al meglio l’attività.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Zyp.

Acquisizione di lusso per Cucinelli

Se finora rappresentativa il primo punto di riferimento in quanto a cachemire, ora Brunello Cucinelli si appresta ad ingrandirsi e a fare capolino nella produzione di abiti maschili.

Noto a tutti per la sua pregiata maglieria, il leader del cachemire e del pret-a-porter di lusso ha ingrandito la sua florida azienda, spa da 947 milioni di euro, con l’acquisizione di D’Avenza, storica azienda carrarese che in passato ha vestito Sir Winston Churchill, lo statista più amato e apprezzato nella storia del Regno Unito.

Suo è anche il leggendario cappotto cammello indossato da Marlon Brando in “Ultimo tango a Parigi” e, per arrivare ai nostri giorni, la stola color panna incastonata di cristalli di rocca di Tatiana Santo Domingo, fresca sposa del principe Andrea Casiraghi.

L’acquisizione, questa volta, è tutta italiana, e vede unirsi due aziende pregiate, che del passato e del presente hanno fatto tesoro, pronti ad affrontare un futuro che appare più che mai produttivo.

Le basi sono più che solide: Brunello Cucinelli esporta in 59 Paesi e si fonda sul tailored, quel fatto a mano considerato un marchio di fabbrica, e quindi irrinunciabile.
Niente è lasciato al caso, a cominciare dalla formazione, con corsi di alta specializzazione che si tengono nella casa-laboratorio in un’ala del trecentesco Castello di Solomeo, il borgo presso Perugia. Poco più in là, a Castel Rigione, 406 abitanti, ci sono gli uffici, la fabbrica e la scuola della Brunello Cucinelli spa.

D’Avenza, però, non verrà inglobata dalla Cucinelli ma manterrà la sua identità, potendo contare però su un appoggio notevole. E l’azienda toscana certo darà il suo contributo, permettendo a Cucinelli di addentrarsi in un mondo sconosciuto, ovvero quello dell’alta sartoria e dei capi a spalla.

L’entusiasmo è alle stelle da entrambe le parti, tanto che da D’Avenza hanno fatto sapere: “Il re del cachemire ha sposato pienamente la filosofia dell’azienda D’Avenza. Siamo contenti del fatto che Cucinelli abbia espresso l’onore di collaborare con Renato Cecchi. I suoi numeri parlano chiaro”.

E in effetti, i dati sono sorprendenti: i ricavi del 2012, anno difficile per (quasi) tutti, ammontano a 279,3 milioni di euro, il 15,1% in più rispetto al 2011. E questo è sicuramente un ottimo punto di (ri)partenza.

Vera MORETTI

Xò Officina Tessile, il franchising della sartoria pret à porter

 

Un franchising su misura per tutte le taglie. Xò Officina Tessile è il brand che racchiude i servizi di sartoria rapida (a partire dal claim ‘un orlo in 20 minuti‘) a esigenze di adattamento e restyling completo di capi vecchi e nuovi. Una vasta gamma di accessori per personalizzare i propri capi completa l’offerta dei punti vendita in franchising firmati Xò Officina Tessile.

Per una società che corre sempre più veloce, Xò Officina Tessile si trasforma nel fil rouge della sartoria made in Italy: dai lavori di sartoria che esigono rapidità nella realizzazione, orli e bottoni, a restyling più complessi per rendere i propri capi unici e con un vezzo in più.

Per aprire un punto vendita in franchising  Xò Officina Tessile l’investimento iniziale richiesto va da 40 mila a 90 mila euro, mentre il fatturato medio annuo è stimato tra i 100 mila e i 300 mila euro.

Per saperne di più, è possibile consultare il sito di Xò Officina Tessile.