Fratelli d’Italia, l’Italia si ferma

di Paola PERFETTI

Da cielo a mare, da Milano a Genova eccezion fatta per Roma che se l’è scampata perché di problemi di immobilità ne ha fino al collo, vista l’ondata di neve e gelo che l’ha paralizzata nel fine settimana appena trascorso: fioccano gli scioperi e i trasporti vanno in tilt in mezza Penisola, a cominciare da oggi, con i FUORI SERVIZIO che colpiscono la città della Lanterna.

A Genova stamattina le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e UGL Trasporti hanno proclamato lo sciopero regionale del trasporto pubblico locale di 24 ore per bus e ferrovia Genova-Casella, per le problematiche del settore, pur garantendo le fasce orarie dalle 6 alle 9 e dalle 17.30 alle 20.30.

Il 4 marzo, invece, lo Stop alla circolazione dei mezzi pubblici sarà nazionale, con uno sciopero indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti i quali protestano contro il decreto sulle liberalizzazioni del Governo Monti, asserendo “la grave condizione dei trasporti nel Paese, ulteriormente aggravata dalle decisioni del Governo”.

Lo sciopero riguarderà tutte le categorie: trasporto locale e ferroviario, aereo, marittimo e portuale, cui si aggiungeranno anche gli aderenti dei rami dell‘autotrasporto, autonoleggio, della navigazione sui laghi e del soccorso stradale.

Lo hanno proclamato con una lettera al premier, ai ministri del Lavoro e dei Trasporti ed alla Commissione di Garanzia le tre organizzazioni sindacali di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che spiegano con una nota che la mobilitazione e lo sciopero sciopero mirano innanzitutto a recuperare un confronto di merito con il Governo per rispondere efficacemente alla situazione.

“Il Paese ha l’inderogabile necessità di riprendere a crescere per cui sono improcrastinabili interventi che introducano nei trasporti una logica di integrazione, capace di selezionare gli investimenti ed individuare i modelli di gestione, per un sistema efficace ed efficiente, integrato tra le varie modalità, sostenibile dal punto di vista ambientale e capace di regolare la libera concorrenza in un quadro di regole certe per il lavoro”.E’ indispensabile – chiedono infine i sindacati – una politica dei trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo e soprattutto che siano corretti interventi sbagliati che aggravano i problemi per i cittadini, per la aziende e per i lavoratori”.

E così, dopo la minaccia del fermo dei benzinai; dopo il fermo degli avvocati; dopo le code nelle autostrade per i blocchi del movimento dei forconi e degli autotrasportatori, dopo i medici di base e quelli dei pronto soccorsi, prossimamente dovremo armarci di sana pazienza anche per brevi tragitti.

Gambe in spalle, Fratelli di un’Italia sempre più congelata da maltempo e malumori…

Figisc e Anisa: serrata di 7 giorni sui carburanti

di Giulia DONDONI

Figisc e Anisa Confcommercio non ci stanno alla liberalizzazione della rete carburanti e hanno annunciato uno sciopero nazionale di 7 giorni dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti.

Luca Squeri, presidente della Figisc, e Stefano Cantarelli, presidente nazionale di Anisa dichiarano: ”Le modalità e le date precise saranno decise dagli organi dirigenti delle due Federazioni nei prossimi giorni, anche alla luce dei provvedimenti che il Governo assumerà nel prossimo Consiglio dei Ministri”.

Ciò nonostante si tratterà di una serrata degli impianti prolungata. Il motivo appare subito chiaro: “la posta in gioco è talmente importante da non consentire incertezze di sorta: ne va davvero dell’esistenza della categoria”. ”La scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito. Non solo, perché la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalità self service senza più la presenza dell’operatore è un altro grossissimo chiodo piantato sulla bara della categoria.Insomma, ci vuole davvero coraggio a sostenere che queste siano le misure di sviluppo necessarie a far uscire dalla crisi economica il Paese”, concludono Figisc e Anisa.

Stetoscopi in rivolta: arriva lo sciopero dei medici di famiglia e del 118

Di Paola PERFETTI

La manovra Monti e il decreto fiscale mietono nuovi scandali e nuove proteste fra i professionisti. Dopo i tassisti, ora è il turno dei medici di famiglia che, stanchi delle decisioni in essere in fatto di casse previdenziali, hanno stabilito con la Finmg un bello sciopero nazionale. L’ennesimo di questo inizio 2012.

Avverrà per due giorni, il 10 e 13 febbraio, garantendo, com’è ovvio pensare, una certa flessibilità in caso di visite urgenti e in soccorso di malati gravi.
Il giuramento di Ippocrate lo impone. Quello del buon senso pure. E’ la pazienza che sta per finire.

Anche fra i medici dell’ex guardia medica e in quelli del 118 che incroceranno gli stetoscopi l’11 e il 12 febbraio 2012.

“I motivi dell’agitazione sono per la difesa dell’autonomia dell’Enpam che potrebbe venir meno con le misure contenute nella manovra del governo Monti” – spiegano i promotori che aggiungono – “La Fimmg ha approvato il calendario degli scioperi della categoria, si inizierà quindi con 4 giorni che aprono una lunga stagione di lotta sindacale, che si protrarrà nei prossimi mesi“.

La richiesta? Non alla privatizzazione dell’ente previdenziale.

Attenzione cari utenti a non ammalarvi in quei giorni…