Pasticcio Imu, il Governo studia il dietrofront

Un mega pasticcio tecnico che sta diventando un problema non solo politico, la questione Imu esige chiarezza: il decreto legge 133/2013 contenente Disposizioni urgenti concernenti l’IMU” è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.281 del 30 novembre), rendendo noto il testo e stabilendo l’abolizione della seconda rata solo nei Comuni in cui nel 2013 le aliquote non superano quelle standard: ergo, si dovrà pagare la differenza del 40% tra l’IMU calcolata con aliquota al 4% e quella calcolata con le aliquote deliberate dal proprio Comune nel 2012 entro il 16 gennaio 2014.Il decreto, infatti, pur eliminando la seconda rata sulle abitazioni, stabilisce che si debba pagare una sorta di conguaglio per chi possiede una casa in un Comune con aliquota che eccede lo 0,4%.

Difficile da calcolare, antipatica tanto ai contribuenti quanto ai sindaci, ai quali era stata promessa la cancellazione, eliminare definitivamente questa sorta di “mini-Imu” 2013 non sarà propriamente un gioco da ragazzi, nonostante i 200 milioni di euro che servirebbero per coprire la differenza non sembrerebbero un ostacolo insormontabile.

“Era più semplice far pagare una quota al 10% dei più abbienti. Ne avremmo ricavato 1,2-1,4 miliardi. E invece guarda cosa succede ora. I troppi compromessi ci costringono a dover racimolare altri 150-200 milioni”, ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, in un’intervista a Repubblica relativa al caos Imu.

Due sarebbero le soluzioni al vaglio in queste ore nel Consiglio dei ministri: una piuttosto elaborata prevederebbe l’obbligo di versare la differenza, salvo poi vedersela rimborsare nei prossimi mesi. L’altra soluzione, più lineare, consiste in una discussione immediata nell’ambito del dibattito alla Camera sulla Legge di Stabilità per garantire fin da subito le coperture. L’opinione del segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia, intervistato ieri in merito, secondo cui l’abolizione dell’Imu fosse solo l’ennesima operazione di facciata, sembrerebbe via via prendere consistenza…

Jacopo MARCHESANO

Battaglia: “Togliere l’Imu è solo un’operazione di facciata”

In questa nostra settimana dedicata al caos Imu, successivo al decreto del Consiglio dei Ministri datato 30 novembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale – prima la seconda rata a carico dei cittadini, poi la clausola di salvaguardia – abbiamo incontrato il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia.

Dott. Battaglia, come siete arrivati alla percezione del disastro che potrebbe consumarsi nei Caf per il calcolo della seconda rata dell’Imu? 
La confusione nei Caf in questo periodo è a livelli altissimi, non pochi comuni non hanno ancora fatto il bilancio di previsione per il prossimo esercizio, quindi è un problema di ricalcolo del conguaglio dell’Imu che è stata pagata a suo tempo.
L’ingorgo fiscale di questo ultimo periodo, con numerosissime scadenze ravvicinate, è frutto di un regime fiscale che nel nostro paese non è chiaro e trasparente.

Come riusciremo ad uscire dall’impasse?
Qualcuno recentemente ha evocato, giustamente, il modello fiscale statunitense, dove c’è un rimborso praticamente totale di ogni spesa documentata del contribuente. Con l’odierna metodologia non si capisce dove si voglia arrivare, saremo sempre in questa situazione se manterremo questo regime fiscale. Per esempio oggi sappiamo nomi e cognomi dei grandi evasori che però riescono sempre a cavarsela con sconti decisamente sensibili a fronte di evasioni accertate di milioni di euro, questo non è più sostenibile. Il sistema fiscale italiano andrebbe completamente rinnovato.

Voi avrete di certo testato l’umore dei vostri associati riguardo il periodo di perenne incertezza fiscale…
Tra i nostri associati prevale, ovviamente, lo sconforto e in molti casi anche la rassegnazione. Quel poco di credito che viene dispensato dalle banche, viene chiesto semplicemente per riuscire a sopravvivere pagando le tasse. Le fantomatiche misure per la crescita non si vedono neppure lontanamente e le piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del nostro Paese, arrancano e chiudono in continuazione. Il clima non può che essere di rassegnazione…

Tornando sulla questione Imu: evitato il rincaro della benzina, scattano gli aumenti degli acconti Ires-Irap (per le aziende) e le accise (gas, energia e alcolici). Il gioco dell’Imu vale la candela?
Eliminare la seconda rata dell’imposta sulla prima casa, per aggiungere altre impostazioni, aggravando addirittura il saldo della pressione fiscale, è la dimostrazione di come l’operazione sia stata solo una mossa di facciata…

Jacopo MARCHESANO