Caro energia, i contributi per le imprese agricole e del turismo

Nel decreto legge “Energia”, oltre ai crediti di imposta per il consumo dei carburanti, dell’energia elettrica e del gas, sono previste anche agevolazioni per le imprese agricole, della pesca e del turismo. Per il settore agricolo, infatti, il decreto legge  numero 21 del 2022 dispone:

  • la rinegoziazione dei finanziamenti ottenuti attraverso la garanzia Ismea gratuita;
  • l’aumento delle risorse del Fondo per lo sviluppo delle aziende agricole;
  • la cessione del credito di imposta per il caro prezzo dei carburanti.

Per le imprese che operano nel turismo e per quelle agrituristiche, il provvedimento dispone il credito di imposta, nella percentuale del 50% di quanto versato per la seconda rata del 2021 dell’Imu. Il credito di imposta può essere ottenuto anche dalle imprese che svolgano attività congressuali e fieristiche, dai aziende che gestiscono parchi e dai complessi termali.

Agricoltura, con il decreto ‘Energia’ arriva la rinegoziazione dei finanziamenti

Con il decreto “Energia” arriva la rinegoziazione dei mutui agricoli grazie alla garanzia Ismea. Il governo ha previsto che si possa rinegoziare e ristrutturare i finanziamenti agricoli, in particolare quelli contratti dalle imprese agricole, da quelle della pesca e dalle aziende dell’acquacoltura. In concreto, il mutuo può essere allungato fino a 25 anni di quanto residui da rimborsare. La misura consente alle imprese del settore di poter contrastare la crisi di liquidità conseguente all’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia in atto già dalla metà del 2021. Il legislatore ha pertanto considerato la mancanza di corrispondenza tra l’aumento dei costi sopportate dalle imprese agricole e della pesca e i prezzi di vendita, pressoché stabili, con la conseguenza della riduzione dei margini di guadagno.

Garanzia Ismea per le imprese agricole e della pesca, in cosa consiste?

Il decreto “Energia” prevede anche la possibilità della garanzia Ismea gratuita a favore delle imprese agricole e della pesca. La garanzia opera secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 102 del 2004, all’articolo 17. Il sostegno, pertanto, va letto nella direzione del supporto alla patrimonializzazione delle imprese del settore. Il provvedimento, inoltre, rafforza il Fondo centrale di garanzia: ogni singolo beneficiario potrà richiedere la garanzia fino 5 milioni di euro. Ulteriori incrementi per 35 milioni di euro sono stati previsti per il Fondo per lo sviluppo delle imprese agricole, istituito dal comma 128 dell’articolo 128, della legge di Bilancio 2021.

Bonus carburanti per le imprese agricole e della pesca: chi può chiedere il credito di imposta?

Ulteriori interventi a favore delle imprese del settore agricolo e della pesca sono stati previsti per far fronte al caro carburanti. Infatti, le imprese possono richiedere un contributo straordinario corrispondente al 20% dei costi sostenuti per acquistare i carburanti utilizzati effettivamente nel corso dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Il credito di imposta può essere ceduto dalle imprese agricole e della pesca beneficiarie ad altri soggetti, tra i quali le banche e gli altri istituti di intermediazione finanziaria.

Imprese agricole, si può utilizzare il digestato come fertilizzante

Le imprese agricole, inoltre, potranno usare il digestato come fertilizzante per i terreni. La norma mira a incrementare l’uso dei sottoprodotti vegetali e degli scarti della lavorazione delle imprese della filiera agricola e alimentare per far fronte alla scarsità di prodotti chimici. L’intervento, inoltre, deve essere inquadrato nell’ottica di favorire l’economia circolare, andando a ridurre i fertilizzanti chimici e limitare i costi di produzione delle imprese del settore.

Credito di imposta imprese turistiche per acconto Imu: di cosa si tratta?

Per le imprese del settore del turismo e ricettive il decreto “Energia” ha previsto un credito di imposta sull’Imu. Infatti, per tutto l’anno in corso viene riconosciuto un credito di imposta del 50% di quanto versato per la seconda rata dell’Imu del 2021. La rata Imu deve essere riferita agli immobili compresi nella categoria catastale D/2. I proprietari devono essere anche i gestori delle attività turistiche.

Turismo, chi può richiedere il credito di imposta del 50% sulla seconda rata Imu 2021?

Per richiedere il credito di imposta sulla seconda rata Imu del 2021 è necessario che le imprese turistiche abbiano patito una diminuzione dei corrispettivi oppure del fatturato nel secondo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. La diminuzione deve essere di non meno del 50%.

Quali imprese turistiche possono chiedere il credito di imposta del 50% dell’Imu?

Possono richiedere il bonus del 50% di credito di imposta sulla rata Imu le imprese turistiche:

  • che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta;
  • quelle fieristiche, congressuali;
  • i complessi termali e i parchi tematici;
  • i parchi faunistici e acquatici;
  • le aziende di attività agrituristiche.

Il 50% del credito di imposta risulta detassato e si può utilizzare in compensazione mediante modello F24.

Contributi a fondo perduto turismo, si può già compilare il fac-simile della domanda

Le imprese che operano nel settore del turismo potranno presentare dal 28 febbraio 2022 le domande per i contributi a fondo perduto e per i crediti di imposta legati al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Si tratta di contributi messi a disposizione per la riqualificazione dell’offerta turistica prevista dal decreto legge numero 152 del 2021. La misura del Pnrr interessata è la M1 C3, relativa al punto 4.2.1 “Miglioramento delle infrastrutture di ricettività attraverso lo strumento del tax credit”. Intanto è già possibile compilare il fac simile della domanda, prima dell’invio dell’istanza a partire dalla fine del mese.

Aiuti alle imprese del turismo, quali sono le tipologie di contributi ottenibili?

Gli aiuti alle imprese operanti nel settore del turismo si attueranno mediante:

  • un credito di imposta che può arrivare fino all’80% delle spese sostenute per i lavori inerenti il miglioramento della qualità delle strutture ricettive. I lavori devono essere realizzati entro al termine del 2024;
  • contributi a fondo perduto ottenibile fino al limite di 60 mila euro.

Quali imprese del turismo possono presentare domanda dei contributi a fondo perduto per la riqualificazione?

Le imprese operanti nel settore del turismo che possono presentare domanda per i contributi a fondo perduto e il credito di imposta per la riqualificazione sono:

  • le imprese alberghiere,
  • gli agriturismi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • i porti turistici;
  • le imprese operanti nei comparti turistici, ricreativi, fieristici e congressuali;
  • i parchi tematici,
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali.

Contributi a fondo perduto turismo, quali spese sono ammissibili?

I contributi a fondo perduto per le imprese operanti nel settore del turismo si possono ottenere per finanziare le seguenti tipologie di spese:

  • gli interventi che mirano a incrementare l’efficienza energetica delle strutture e la riqualificazione antisismica;
  • i lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • gli interventi di realizzazione delle piscine termali;
  • l’acquisto di attrezzature per svolgere le attività termali;
  • le spese di digitalizzazione.

Quali tipologie di incentivi sono previsti alle imprese operanti nel turismo?

Per le imprese del settore del turismo che presenteranno la domanda dei finanziamenti, in caso di spese ammissibili, saranno concessi i seguenti incentivi:

  • il credito di imposta che può arrivare all’80% delle spese ritenute ammissibili. Le spese devono essere state sostenute per lavori realizzati a decorrere dal 7 novembre 2021 ed entro il 31 dicembre 2024. Sono ammissibili anche gli interventi iniziati dopo il 1° febbraio 2020 e non ancora arrivati a essere ultimati. In quest’ultimo caso è necessario che le spese inerenti gli interventi siano state sostenute a iniziare dal 7 novembre 2021;
  • contributi a fondo perduto che possono arrivare al 50% delle spese sostenute a partire dal 7 novembre 2021 e fino al termine del 2024. L’importo massimo dei contributi può arrivare a 40 mila euro.

Contributi a fondo perduto ulteriori per le spese ammissibili sostenute dalle imprese del turismo

I contributi a fondo perduto per le spese ritenute ammissibili e sostenute dalle imprese operanti nel settore del turismo possono beneficiare di ulteriori importo, in aumento dei 40 mila euro, nel caso di spese di digitalizzazione e innovazione tecnologica ed energetica delle strutture per almeno il 15% dell’importo totale degli interventi. In tal caso si possono ottenere contributi aggiuntivi per 30 mila euro.

Come si possono ottenere ulteriori contributi a fondo perduto di 20 mila euro aggiuntivi per le imprese del turismo?

Inoltre si possono ottenere ulteriori 20 mila euro di contributi a fondo perduto nei casi di:

  • imprenditoria femminile;
  • società cooperative;
  • di società di persone costituite per almeno il 60% da giovani;
  • società di capitali con quote di partecipazione di giovani di almeno i 2/3 detentori dei 2/3 anche degli organi di amministrazione;
  • imprese individuali di giovani.

I requisiti dei giovani comprendono l’età che deve essere compresa tra i 18 e i 35 anni. Quest’ultimo limite anagrafico non deve essere compiuto al giorno in cui viene presentata la domanda dei contributi. Si possono ottenere altri 10 mila euro di contributi a fondo perduto nel caso in cui l’impresa turistica abbia la sede operativa nelle regioni dell’Abruzzo, della Basilicata, della Calabria, della Campania, della Puglia, del Molise, della Sicilia e della Sardegna.

Domanda di contributi a fondo perduto imprese del turismo: come scaricare il fac simile?

Le imprese del settore turistico potranno presentare la domanda di contributi a fondo perduto e di credito di imposta a partire dal 28 febbraio 2022. La piattaforma per presentare le istanze è presente sul sito di Invitalia. Sullo stesso portale, già a partire dal 21 febbraio, è possibile scaricare il fac simile della domanda.

Come utilizzare il credito di imposta in caso di ammissibilità delle spese del turismo?

I contributi a fondo perduto alle imprese operanti nel turismo, in caso di accettazione delle spese e della domanda, sono erogati a mezzo di bonifico bancario. È necessario indicare nella domanda l’Iban per l’accredito. Il credito di imposta può essere utilizzato in compensazione dall’anno susseguente a quello nel quale gli interventi siano stati realizzati. Non si può andare comunque oltre il 31 dicembre 2025.

In aumento le imprese del turismo

I dati resi noti da un’indagine condotta dall’Osservatorio Confesercenti relativi al settore turistico hanno portato buone nuove: nel secondo trimestre 2015, infatti, sono aumentate le imprese appartenenti al settore del turismo e della somministrazione.

Tra aprile e giugno di quest’anno, infatti, sono stati contati 8.684 alberghi, bar e ristoranti in più rispetto allo stesso periodo del 2014, per una variazione positiva del 2%.

La crescita più sostanziosa è stata rilevata a Sud e nelle Isole, dove l’aumento è stato del 2,5%, mentre nel Centro-Nord la crescita è dell’1,8%.
L’aumento di imprese riguarda in particolare le grandi città. Nei comuni capoluoghi di Regione le imprese aumentano del 3,1%, per un totale di 4.189 attività: più della metà della crescita registrata a livello nazionale.

Esmeralda Giampaoli, presidente Fiepet, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici, ha dichiarato in proposito: “Il settore prova a ripartire, ma le difficoltà rimangono intatte. Serve stretta su irregolari e abusivi della ricettività turistica e della somministrazione”.

Vera MORETTI

La vacanza si paga in contanti

Il periodo estivo permette di capire, tra le altre cose, le abitudini degli italiani in fatto di pagamenti, anche quando si trovano in vacanza.

Un’indagine condotta dal Centro Studi Federalberghi sui mezzi di pagamento dei servizi turistico-alberghieri utilizzati dalla clientela nazionale e straniera, ha reso noto che il 22,19% preferisce pagare in contanti, nonostante il limite sia stato ridotto a 999 Euro per transazione per i cittadini residenti ed i comunitari, stabilendo invece in 15 mila Euro il limite per i cittadini extracomunitari.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha commentato così questi dati: “Questo risultato conferma come le abitudini non si cambino con delle leggi che a volte appaiono in contrasto con il buon senso, leggi che riteniamo invece debbano essere modificate estendendo il limite di pagamento in contanti per aiutare il settore in affanno”.

Il mezzo di pagamento più usato, comunque, risulta essere la carta di credito, preferita dal 42,56%, mentre il Bancomat viene scelto dal 17,63% dei clienti. Segue poi il bonifico bancario con l’11,01%, l’assegno col 6,11% e il bollettino postale con lo 0,49%.

Si rimane alle vecchie abitudini anche quando bisogna prenotare la propria vacanza: gli accordi con hotel e altre strutture turistiche si fanno al telefono nel 25,63% dei casi, anche se le e-mail sono sempre più diffuse, arrivano al 24,67%. Solo il 18,27% dei turisti prenota attraverso il sito dell’hotel.

Continua la disamina di Bocca: “La richiesta degli albergatori italiani è che i turisti provenienti da altri paesi europei e gli stessi italiani possano beneficiare delle medesime facoltà di spesa in contanti previste per i cittadini extraeuropei (15.000 Euro) e che si proceda nel contempo ad una riduzione delle commissioni che le carte di credito richiedono agli esercenti“.

Nel dettaglio dei mezzi di pagamento, nella fascia degli alberghi ad 1 e 2 stelle il contante pesa per il 30%, nei 3 stelle per il 21% e per i 4 e 5 stelle per il 15%.
Stessa tendenza si registra per le transazioni concluse pur se prenotate con carta di credito a garanzia, con i pagamenti in contanti pari al 20% per gli alberghi ad 1 e 2 stelle, al 15% per i 3 stelle ed al 12% per i 4 e 5 stelle.

Vera MORETTI

Per gli italiani la Pasqua è low cost

Il turismo, in profonda crisi già dall’estate scorsa, non si risolleverà con le imminenti vacanze pasquali: complice il meteo, che continua a prevedere freddo e maltempo, e la crisi economica, gli italiani non hanno la voglia, né le possibilità, di “staccare la spina” e organizzare un viaggio.
Ma, in questo caso, contrariamente ai trend che avevano caratterizzato le scorse vacanze, compresi Natale Capodanno e ponti, quando almeno i ristoranti avevano registrato buone entrate, la Pasqua 2013 sarà all’insegna dell’austerity anche per il settore della ristorazione.

I viaggiatori italiani sono in calo del 20%, mentre i turisti stranieri rimangono stabili, con dati molto simili al 2012.
E se a gioire sono le città d’arte, con Roma, Firenze e Venezia in testa, le località minori sono molto lontane dal registrare il sold out. In alcuni casi, anzi, la percentuale di stanze vuote tocca il 50%.
Insomma, ancora una volta gli imprenditori del turismo rimarranno a bocca asciutta e, per il riscatto, dovranno aspettare, e sperare, ancora un (bel) po’.

Ma molti addetti ai lavoro si sono stancati di attendere una rirpesa che non sembra arrivare mai e, infatti, nei primi due mesi del 2013, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, sono state registrate chiusure pari a 4.700 unità, ripartite tra alloggi e ristorazione.

Le percentuali degli italiani in partenza fanno calare anche il fatturato, in flessione da un minimo del 30% a un massimo del 40%. La spesa media per il viaggio di Pasqua, quest’anno, si aggira intorno alle 300-400 euro per una vacanza di 4-5 giorni e di 200-300 euro per quella di tre giorni. Le famiglie interessate a una settimana di vacanza in mete a lungo raggio spenderanno fino a 8000 euro.
Ma dove andranno i fortunati che possono permettersi una vacanza? Tra le scelte crescono Messico e Namibia, mentre le grandi capitali sono state battute dalle offerte low cost ed alternative.
Una delle proposte che sta riscuotendo maggiore successo è il 2×1 delle Crociere: con 399 euro si parte, alla faccia della crisi e delle spese folli.

Per quanto riguarda il turismo in entrata, il calo previsto varia dal 10 al 15%, con una spaccatura dal punto di vista delle mete: tengono le città d’arte mentre molte località balneari e prettamente turistiche, abituate ad inaugurare la stagione proprio a Pasqua, si sono viste costrette a rimandare l’apertura.

Vera MORETTI

Bando per le imprese turistiche laziali

In Lazio è stato pubblicato un bando rivolto alle pmi che operano nel settore turistico, in particolare volto ad incentivare le assunzioni con contratto di apprendistato.

Il finanziamento, erogato dalla Regione, si rivolge alle imprese del territorio disposte ad assumere apprendisti che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età al fine di ottenere la qualifica professionale di operatore della ristorazione e operatore ai servizi di promozione e accoglienza.

Le imprese turistiche che parteciperanno al bando dovranno anche garantire la presenza di un tutor o un referente interni all’azienda e disposti a seguire gli apprendisti e trasferire loro le competenze necessarie per ottenere la qualifica sopra descritta.

Le domande per la richiesta degli incentivi vanno presentate entro il 23 marzo 2013 presso la sede della Direzione Regionale Politiche per il Lavoro e Sistemi per l’Orientamento e la Formazione della Regione Lazio.

Vera MORETTI

Il turismo è sempre più rosa

Da un’indagine condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza è emerso che le imprese che operano nel turismo sono sempre più rosa.
Più di 1 impresa su 3 legata all’incoming e all’outgoing, è guidata da una donna.

Inoltre, le imprese femminili del settore hanno dimostrato di soffrire meno la crisi, soprattutto se si tratta di ristorazione, che ha registrato un +1,9% annuale, ma bene sono andate anche le agenzie di viaggio e i tour operator (+1,3%).
Le percentuali vedono il 39,8% di agenzie di viaggio e il 33% di ristoranti e affini guidati da donne.

In Lombardia, nel particolare, 1 impresa su 3 legata all’incoming e all’outgoing, è guidata da una donna. Il comparto rappresenta una specificità di genere: in media le imprese femminili in Lombardia sono 1 su 5, nonostante la crisi.
In questo caso, meglio la ristorazione (le imprese rosa fanno registrare in un anno +2%) dei servizi di agenzie viaggio e tour operator (+ 1,6%, meglio della media del settore che si ferma a -0,2%).
Anche in Lombardia le agenzie turistiche “tirano” di più, con il 36,1% guidate da donne, contro il 32% di imprese dedicate a ristorazione e alloggi.

Mina Pirovano, Presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza, ha dichiarato: “Il turismo si conferma un settore traino delle imprese rosa, in tenuta anche nell’ultimo anno a dispetto delle difficoltà economiche. Occorre ripartire proprio facendo leva da queste specificità al femminile, sfruttando le doti imprenditoriali tipiche delle donne come la flessibilità e la creatività che si applicano in tutti i settori, ed in particolare in quelli, come il turismo, dove l’orientamento al cliente fa la differenza”.

Vera MORETTI

BIT 2013: il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo

 

Cala il sipario sulla 33esima edizione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, conclusasi a Milano il 17 febbraio 2013. Molti sono stati gli interventi e le proposte avanzate dai professionisti del settore; tra questi, quella di maggiore rilievo è stato senza dubbio alcuno il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo presentato nel corso dell’evento dal ministro per gli Affari Regionali del Turismo e dello Sport Piero Gnudi. 

L’obiettivo primo dell’ambizioso progetto consiste nell’arricchire il Pil italiano di 30 miliardi entro il 2020, creando 500mila nuovi posti di lavoro attraverso una strategia unitaria che suggerisce un totale di 61 azioni indispensabili nel restituire al turismo italiano il ruolo di leadership e competitività da sempre ricoperto ma perso negli ultimi anni. 

Nonostante siano indiscusse l’inimitabile ricchezza culturale e l’impareggiabile risorsa turistica di cui l’Italia gode, il Paese non può vivere di rendita, anzi, è indispensabile un repentino cambiamento culturale per arrivare a considerare il turismo come una grande opportunità.  Come fare? Ponendo innanzitutto il settore al vertice dell’agenda governativa. Ma questo non basta.

Il Piano strategico analizza la situazione del territorio, sottolineando come negli ultimi anni il turismo italiano abbia perso quote di mercato, scendendo dal primo posto a livello europeo (anni ’80 e ’90) al terzo, dietro a Spagna e Francia. Questa perdita di posizione è dovuta soprattutto alla difficoltà del Belpaese di attrarre investimenti internazionali con il risultato di infrastrutture insufficienti, scarsa formazione delle risorse umane, incapacità di costruire nuovi prodotti turistici, debolezza e frammentazione nella governance di settore. 

Secondo lo studio presentato, l’Italia presenta una forte asimmetria: se le prime cinque regioni hanno generato il 91% della crescita nel periodo 2000-2010, quelle del Sud pesano solamente per il 12% del totale, generando nel decennio sopracitato appena il 5% della crescita totale italiana. Non è dunque un caso se una delle sette linee guida suggerite dal Piano per valorizzare il Sud prevede la creazione di due grandi poli del turismo (sul modello della Costa Smeralda) nella parte meridionale del Paese, con l’intento di attrarre investimenti privati. 

Ad ogni modo, le linee guida presentate saranno la base su cui articolare le 61 azioni specifiche: il rafforzamento del ruolo del ministero del Turismo, il rilancio dell’Enit, il miglioramento dell’offerta che, oltre ai poli del Sud, include anche la creazione di 30-40 nuovi poli turistici rivolti ai segmenti di fascia alta e ai Bric, la riqualificazione delle strutture ricettive, un intervento sul piano aeroporti e collegamenti intermodali, la riqualificazione della formazione turistica e il rilancio delle professioni e, ultimo ma non ultimo, un piano che stimoli gli investimenti internazionali tramite l’erogazione di incentivi fiscali e la drastica riduzione della burocrazia.  

Si tratta dunque di un progetto piuttosto articolato e ambizioso che, a detta del ministro Gnudi, dovrà avvalersi di una task force dedicata che dipenderà direttamente dal ministro del Turismo. 

Nel caso in cui venisse realizzato entro il 2020, il Piano potrebbe portare il contributo del settore turistico al Pil nazionale dai 134 miliardi attuali a 164 miliardi, incrementando i ricavi dell’incoming dall’estero (da 44 a 74 miliardi), mantenendo stabili a 90 miliardi quelli legati al turismo domestico.

Speriamo bene; avremmo tutti bisogno di una bella vacanza made in Italy.

Giulia DONDONI

Novità dallo spesometro

A un mese dall’introduzione dell’obbligo di trattamento amministrativo delle operazioni di importo uguale o superiore a 3.600 euro, emergono problemi e oneri straordinari per il settore turistico.

Il nuovo obbligo, detto dello “spesometro”, introdotto per il monitoraggio di congruità fiscale dei privati, costringe a nuove procedure le agenzie di viaggi, con un aggravio di costi amministrativi.
Per questo, il settore chiede provvedimentisemplificativi specifici.
In particolare, è emersa la difficoltà di gestione dei gruppi turistici, quando sono ricondotti dai tour operator ad un unico “dossier”, poiché il pacchetto o servizio turistico comprendente al suo interno più di un viaggiatore, in genere, per praticità operativa, è intestato al primo cliente fruitore.

Anche le agenzie intermediarie, che svolgono un’attività in nome e per conto sia della propria clientela sia dei fornitori dei servizi, come tour operator, vettori, eccetera hanno subito un appesantimento nella gestione operativa.