Ombrelloni chiusi il 3 agosto

Dopo lo stop annunciato dai benzinai per il primo weekend di agosto, stavolta tocca a bagnini e gestori di stabilimenti balneari. Il venerdì nero delle vacanze, sia per chi si appresta a partire che per chi è già disteso al solleone, ha già una data: 3 agosto 2012.

Ombrelloni chiusi e operatori balneari a braccia conserte dunque sulle spiagge italiane: i 30 mila imprenditori balneari di tutte le maggiori sigle sindacali hanno deciso infatti di far sentire in questo modo la propria protesta contro il Governo, reo di non intervenire con forza per chiedere all’Ue una deroga alla direttiva Bolkestein.

Ma qual è il punto in discussione? La direttiva Bolkestein prevede che, dal 1 gennaio 2016, tutte le concessioni balneari vadano all’asta. E gli operatori del turismo balneare non ci stanno: “questa e’ la prima iniziativa di una serie – ci tiene a precisare Graziano Giannessi, vicepresidente del Sib, il Sindacato italiano balneari, nonchè titolare del bagno Nettuno a Viareggio. – Dal 4 agosto tutte le nostre associazioni saranno sul piede di guerra con varie manifestazioni: dal tuffo in mare alla cocomerata, per coinvolgere nostri clienti, come abbiamo gia’ fatto lo scorso anno in questa battaglia“.

Il 3 agosto gli stabilimenti balneari rimarranno chiusi per protesta fino alle ore 11, mentre saranno regolarmente garantiti i servizi di salvataggio.

Gli stabilimenti sono anche dei clienti che non vogliono l’autogrill sul mare – continua  Giannessi. – Noi vogliamo mantenere la storicità delle nostre imprese’‘. E  il Sindacato italiano balneari pare avere ben chiaro chi sia il reale colpevole della situazione: “è il nostro governo, che è silenzioso che non vuole intervenire. Crediamo di sapere quali sono gli interessi che vi sono dietro: si chiamano multinazionali. Ma a noi chi ripaga gli investimenti fatti e i mutui contratti?“.

“E’ dal 23 febbraio che non abbiamo più nessun dialogo con il Governo – sottolinea Vincenzo Lardinelli, presidente della Fiba-Confesercenti – “nonostante l’impegno da parte dei ministri Gnudi e Milanesi a lavorare con la categoria alla stesura di un provvedimento per la disciplina delle concessioni. Non ci resta che avviare una stagione di protesta per richiamare l’esecutivo al rispetto degli impegni presi”.

La giornata di sciopero è stata indetta dai sindacati di categoria, Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio, Cna, Balneatori, Assobalneari Italia-Confindustria, insieme ad un pacchetto di iniziative che verranno attuate nel corso del mese di agosto su tutte le spiagge. Lo scopo è di far sentire la propria voce per chiedere all’esecutivo la riapertura del tavolo di confronto per dare vita a un documento condiviso per superare gli ostacoli che stanno paralizzando il settore balneare, già piegato dalle conseguenze della crisi economica.

 

Presenze negli stabilimenti balneari in calo a luglio

Secondo il Sindacato Italiano Balneari (Sib) l’andamento delle presenze negli stabilimenti marittimi italiani non sarebbe stato positivo per il mese di luglio. La situazione peggiore si sarebbe registrata in Liguria. Riccardo Borgo, Presidente del Sindacato sottolinea: “Continua a luglio il segno negativo negli stabilimenti balneari, in Liguria abbiamo registrato meno 25% di presenze sulle spiagge e nei consumi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, solo la Sicilia e la Sardegna riescono a contenere le perdite“.

Parte della colpa è da dare alle avverse condizioni meteo, ma serve comunque  “avviare un monitoraggio dettagliato su
tutti i circa 8.000 chilometri di costa della nostra Penisola individuando quei tratti di litorale su cui intervenire al più presto con opere di ripascimento e/o di consolidamento“.

Questo l’andamento per regione:

Abruzzo, Basilicata, Marche e Molise invariato; Calabria ed Emilia Romagna -10%; Campania -15% idem per il Friulia V.G.; Lazio -20%, Liguria -25%; Puglia -8%, Sardegna e Sicilia -5%; Toscana -20%; Veneto -12%.

Un testo unico per regolamentare il settore balneare

L’Assemblea del Senato ha deciso di unificare in un unico testo le quattro mozioni presentate dalle varie forze politiche sui problemi che interessano le imprese balneari. Il presidente del Sindacato italiano balneari Riccardo Borgo ha affermato: “Si tratta di un passaggio politico fondamentale in quanto dimostra che i senatori hanno preso atto, finalmente, dell’importanza svolta dalla categoria nell’ambito del fenomeno turistico del Paese“.

Tra le ultime manovre per tutelare il settore si trova la proroga delle concessioni demaniali turistico-ricreative oltre il 2015 e la possibile deroga dalla direttiva servizi avanzata dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti in occasione della presentazione del Piano nazionale delle riforme,ha espresso la volontà di risolvere la querelle europea sulle concessioni istituendo il progetto dei distretti turistico-balneari attraverso la ridefinizione del demanio marittimo.

Il sindacato prosegue: “il Governo, approvando la proposta del ministro Tremonti  ha ritenuto che le imprese balneari italiane costituiscono il settore più importante e decisivo del turismo e che le stesse possono dare un impulso significativo alla crescita economica del nostro Paese. Le imprese balneari sono pronte a raccogliere la sfida e a impegnarsi, nel solco dell’eccellenza che contraddistingue la balneazione italiana da quasi due secoli, per conseguire obiettivi ambiziosi nell’interesse dello sviluppo e della crescita dell’Italia“.

Mirko Zago