Velivoli italiani per le Forze Armate slovacche

E’ stato firmato lo scorso 29 ottobre da Alenia Aermacchi ed il Ministero della Difesa della Slovacchia un importante contratto per la fornitura di due velivoli C-27J Spartan comprensivo del relativo supporto logistico iniziale e dell’ addestramento di piloti e addetti alla manutenzione.

L’acquisizione da parte della Forza Aerea della Slovacchia del C-27J di Alenia Aermacchi rientra nell’ambito del programma di ammodernamento delle Forze Armate slovacche, di cui i nuovi velivoli da trasporto tattico rappresentano un primo passo.
Il contratto rappresenta la conclusione della gara emessa dal Ministero della Difesa slovacco e che Alenia Aermacchi si era aggiudicata nel 2008, quando era stato selezionato il C-27J.

Alenia Aermacchi ritiene che “la scelta del Ministero della Difesa della Slovacchia è la conferma che quando il requisito richiede prestazioni e capacità che solo un vero velivolo da trasporto militare possono soddisfare, il C-27J è l’unica soluzione che garantisce un eccellente rapporto tra costi e prestazioni. Le Forze Armate della Slovacchia hanno in programma di incrementare il proprio contributo in ambito NATO ed il C-27J Spartan, grazie alle sue eccellenti capacità in teatri operativi, rappresenta il mezzo fondamentale per assicurare la piena interoperabilità con gli altri heavy airlifter di maggiori dimensioni operati nell’ambito di coalizioni internazionali”.

Il C-27J Spartan è un vero best seller nella categoria degli aerei da trasporto tattico medio di nuova generazione.
Si tratta infatti di un aereo bimotore a turbina con tecnologia allo stato dell’arte nell’avionica, nel sistema di propulsione e negli altri sistemi di bordo.

Per le sue elevate qualità tecniche, il velivolo è stato ordinato dalle Forze Aeree italiana, greca, bulgara, lituana, romena, marocchina, dagli USA, dal Messico, dall’Australia, da un paese africano, recentemente dal Perù e ieri dalla Repubblica Slovacca, per un totale di 78 velivoli.

Vera MORETTI

Successo per l’Ospitalità Made in Italy

I riflettori si sono spenti, ma si continuerà a parlare a lungo della fiera dell’Ospitalità appena conclusasi alla Fiera di Milano.

I segnali ricevuti, infatti, sono tanti e in gran parte positivi, anche grazie alle presenze massicce di espositori e visitatori professionali, contati questi ultimi in 133mila presenze, con un incemento del 7% rispetto alla passata edizione.
Host 2013, dunque, il salone biennale dedicato all’industria dell’ospitalità professionale, ha avuto ampio successo, ma ha anche consacrato la leadership mondiale del Made in Italy nel settore Ho.re.ca.

Le presenze che hanno conosciuto na maggior crescita sono quelle provenienti dall’estero, che hanno registrato in molti casi trend in crescita a due cifre. Quasi quattro visitatori su dieci arrivavano da oltreconfine e complessivamente Host 2013 ha messo a segno un più 21% sul 2011.
Ad aumentare sono stati soprattutto le presenze provenienti dalla Germania (+ 14%), dagli Stati Uniti, che hanno fatto segnare un +28%, dal Giappone (+24%), dalla Russia (+ 64%) per finire con gli Emirati Arabi Uniti che hanno segnato un +141%.

In FieraMilano erano presenti 1.700 espositori (+6,5%) di cui quasi un terzo proveniente dall’estero (+16,5%). Con molte new entry, aziende provenienti da Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam.

Tra le iniziative maggiormente apprezzate, l’agenda Expo matching program, un sistema che agevola l’incontro tra domanda e offerta: nei cinque giorni sono stati organizzati oltre 38mila appuntamenti B2B tra produttori, fornitori e network della distribuzione.

Molti anche gli appuntamenti con seminari, workshop, presentazioni di chef pluristellati ed esibizioni di maestri tra cui quelli della Federazione italiana di pasticceria gelateria cioccolateria che in collaborazione con l’Equipe eccellenze italiane hanno mostrato monumentali creazioni.

Appuntamento alla prossima edizione di Host che si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2015, in occasione dell’Esposizione Universale di Milano.

Vera MORETTI

Enel “vende” Slovenske Elektrarne?

L’acquisizione eventuale di Slovenske Elektrarne, il maggiore produttore di energia elettrica della Slovacchia, il cui 66% e il relativo controllo erano stati acquisiti da Enel nel 2006 per 840 milioni di euro, sarebbe al centro di un ballottagio tra il gruppo russo Rosatom, controllato dall’Agenzia Nucleare moscovita, e il gruppo ceco di Praga Cez.

Dal 2006, ne è passata di acqua sotto i ponti, poiché ad oggi la società ha una disponibilità di circa 7 mila megawatt tra termoelettrico, idroelettrico e nucleare, anche se su quest’ultimo il governo di Bratislava denuncia ritardi negli investimenti e nella realizzazione delle due nuove unità di Mochovce.

Le trattative, comunque, non sono ancora aperte, poiché Enel, che potrebbe alleggerire il debito cedendo questi asset, non si è ancora pronunciata al riguardo.

Vera MORETTI

Roma caput mundi

 

Più temerari, ma anche più flessibili e capaci di adattarsi in base alle esigenze del mercato. E’ questo il segreto del successo degli imprenditori stranieri in Italia, che secondo gli ultimi dati diffusi da UnionCamere, stanno sfiorando la cifra di quasi mezzo milione di unità.

Infoiva quest’oggi ha deciso di puntare l’attenzione sulla capitale, per comprendere meglio quale sia la geografia umana e la forza intrinseca dell’impresa straniera. Ecco che cosa ci ha suggerito Lorenzo Tagliavanti, direttore Cna di Roma e vicepresidente della Camera di Commercio di Roma.

Quante sono le imprese guidate da stranieri a Roma e provincia? Con quale trend di crescita?
Alla fine dell’anno scorso, a Roma e provincia, si contavano oltre 30mila imprese a titolare straniero. Per comprendere la crescita esponenziale degli ultimi anni basti pensare che nel 2009 sfioravano le 21mila. Sono per lo più microimprese e ditte individuali. In media un’impresa straniera in Italia risulta infatti più piccola di un’impresa con titolare italiano: 1,9 rispetto a 4,5 addetti. Le imprese straniere a Roma e provincia occupano 70mila addetti. Il loro apporto sull’economia del territorio è notevole, per questo servono politiche e servizi che tengano conto di questa forza, la tutelino e la promuovano favorendone l’accesso al credito, alleggerendo la burocrazia e semplificando la comunicazione con le istituzioni. Per dare voce e rappresentanza a questo importante settore dell’economia Cna di Roma ha dato vita a Cna World, che raccoglie oltre mille imprese a titolare straniero.

Esistono dei settori d’impresa in cui gli stranieri superano in numero di presenze gli imprenditori italiani? Quali?
L’impatto dell’immigrazione straniera sull’economia è molto alta in alcuni settori come quello del commercio, della ristorazione e dell’edilizia.

Qual è la geografia di provenienza degli imprenditori stranieri a Roma e nel Lazio?
Nove imprenditori su 10 provenienti da Bangladesh, Cina, Egitto, Nigeria, Polonia, Senegal, Serbia, Pakistan, Perù, Filippine, Slovacchia, Iran e Colombia tendono a concentrarsi nell’area di Roma. Altre collettività, come ad esempio Romania, Marocco, Albania e Brasile, nelle province del Lazio.

A suo avviso qual è la forza delle imprese guidate da stranieri in Italia?
Gli imprenditori immigrati continuano a crescere perché sono più propensi a rischiare, provengono da situazioni di disagio e quindi si adattano meglio alle difficoltà, hanno una consolidata professionalità e sono per lo più orientati verso una forma di impresa agile, come la ditta individuale.

La Camera di Commercio di Roma prevede bandi di finanziamento/contributi destinati all’imprenditoria straniera?
La Camera di Commercio sostiene da sempre l’imprenditoria straniera, prova ne è la promozione dell’unico studio della Caritas che monitora l’apporto dell’imprenditoria straniera sull’economia della regione. Tra le recenti iniziative per favorire le imprese immigrate ricordo il progetto “Start it up – Nuove imprese di cittadini stranieri” con il quale abbiamo accompagnato, attraverso seminari formativi, molti imprenditori stranieri verso l’avvio aziendale. Abbiamo, poi, costituito un fondo di garanzia di 10 milioni di euro per sostenere le nuove imprese. Sono risorse destinate alla prima fase di creazione d’impresa, quella più difficile per i neotitolari, italiani e non.

Alessia CASIRAGHI