Basili: “Innovazione e divertimento, così nasce Cinemagica”

Dalla collaborazione tra professionisti che operano da anni nel campo del video e dell’immagine digitale, come evoluzione dell’esperienza maturata con la fondazione della startUp IVE360 – vincitrice dei più importanti riconoscimenti nazionali – nasce Cinemagica, una struttura in grado di realizzare contenuti video immersivi di grande qualità. Reduce dalla partecipazione all’ultima edizione di Smau, oggi abbiamo incontrato Roberto Basili da sempre a capo del progetto.

Dott.Basili, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
Cinemagica si occupa di ricerca e sviluppo di sistemi per la creazione e fruizione di esperienze immersive a 360°. Per mezzo di innovative tecnologie di ripresa ed elaborazione digitale delle immagini, realizziamo video sferici immersivi senza punti ciechi, che consentono allo spettatore di poter guardare in maniera interattiva in qualunque direzione nello spazio.

I contenuti immersivi a 360° possono essere fruiti sia sul web che in locale, tramite computer, smartphones e tablets o tramite dispositivi di ultima generazione per la realtà virtuale, come Oculus Rift, Samsung Gear VR, Google Cardboard : una app dedicata per la visualizzazione di questi contenuti, sfrutta i sensori giroscopici integrati nei dispositivi per ruotare il punto di vista dello spettatore al variare della sua posizione. Il risultato, specie con i visori VR, è una sensazione di immersività altamente realistica! Cinemagica inoltre, progetta sistemi per la fruizione dei suoi contenuti mediante proiezioni immersive su superfici piane, cilindriche ed emisferiche. Con l’ausilio di avanzate tecniche di video-mapping, all’interno di strutture esistenti o attrezzate ad hoc, è possibile dare vita ad esperienze immersive estremamente coinvolgenti. Lo spettatore, completamente avvolto dalle immagini proiettate intorno a sé e dall’audio surround, ha la sensazione di trovarsi fisicamente in un altro luogo, provando sensazioni ed emozioni entusiasmanti.

Da dove nasce l’idea?
Dall’incontro tra la Basix Communication, società di produzione e postproduzione video, e Mesysmedia, pioniere nella computer grafica 3D, modellazione, animazione e creazione di panoramiche sferiche Quicktime VR, nasce la collaborazione tra professionisti che operano da anni nel campo del video e dell’immagine digitale. Dalle esperienze specifiche delle differenti competenze sono nate circa 3 anni fa, le prime sperimentazioni di video “panoramico” composto da più riprese integrate tra loro. In seguito, mettendo a sistema le competenze acquisite, il progetto si è evoluto oltre che per lo sviluppo dei servizi, anche per la progettazione di un dispositivo innovativo per la registrazione di video sferici di qualità professionale.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
Idee ce ne sono, e molte sono valide! Purtroppo in Italia gli investitori non sono abituati a rischiare i propri soldi su idee innovative, probabilmente per una loro mancanza di capacità di valutazione. Ai nostri investitori spesso manca la lungimiranza, ed hanno difficoltà nel valutare quanto un progetto rappresenti potenzialmente un futuro business, e preferiscono così investire in immobili o titoli ed azioni finanziarie, campi probabilmente a loro più familiari.

Ecco dunque, che le nostre idee – ed i loro ideatori – vanno lontano alla ricerca di investitori che possiedono una maggiore familiarità con tali valutazioni. Tuttavia alcuni segnali positivi ci sono, ed anche in Italia tra gli investitori si sta facendo largo la volontà di “diversificare” l’impiego di capitali e sta crescendo, seppur timidamente, l’interesse verso l’innovazione.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
Il bilancio è complessivamente positivo. I contatti che abbiamo preso non sono tanto elevati dal punto di vista quantitativo ma molto interessanti su quello qualitativo. E’ stato soprattutto un ottimo test per quanto riguarda l’interesse verso i nostri prodotti e servizi, in un mercato ancora tutto da sviluppare.

Jacopo MARCHESANO

Di Giangiacomo: “Ecco come abbiamo vinto il Premio Lamarck con 1000 Italy”

“Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura”. Di certo non è così per gli sviluppatori della nuovissima App gratuita 1000 Italy, vincitrice del Premio Lamarck, il riconoscimento hi-tech dedicato alle startup più innovative pronte per il mercato, all’ultima edizione di Smau 2014.

Dott. Di Giangiacomo, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
1000 Italy è un’App gratuita per dispositivi iOS e Android che fornisce informazioni turistiche selezionate in Russo, Inglese e Italiano. Quando si viaggia in una città che non si conosce solitamente si cerca il consiglio di un amico che è lì in pianta stabile: sapere con sicurezza come vive uno del posto, dove mangia, dove fa shopping e cosa fa nel tempo libero da un lato dà la garanzia di un contenuto di qualità lontano dalle speculazioni turistiche; dall’altro, garantisce un’esperienza di viaggio in ottica local perché fa scoprire nuovi posti con gli occhi di chi quei posti li vive quotidianamente. 1000 Italy è il vostro amico fidato sul posto, in tutta Italia. Con i servizi di geolocalizzazione mostra all’utente i punti di interesse a lui più vicini organizzati in quattro differenti categorie-bussola: come vivere lo spirito della città decidendo cosa fare la sera o scegliendo l’evento migliore offerto dalla città; cosa mangiare di tradizionale e dove farlo per assaggiare le qualità locali; cosa visitare di davvero caratteristico o quale prodotto tipico acquistare. Una categoria ad hoc sono i punti di cambio-valuta: soprattutto per chi viaggia da paesi extra-EU, sapere dove cambiare la moneta locale e usufruire di servizi corollari è un valore aggiunto notevole nell’esperienza di viaggio. Le informazioni caricate sono community-based grazie al contributo di Italy Lovers sparsi per lo Stivale: sono proprio loro, con la funzione Ambassador, che caricano direttamente da mobile i posti da suggerire al turista che usa la nostra App. Per rispettare un livello medio-alto di qualità nei contenuti, la redazione di 1000 Italy fa lo sforzo di controllare tutte le segnalazioni candidate dai suoi utenti: se poi rispettano i criteri base di eccellenza, tipicità e trasparenza di servizio, verranno effettivamente pubblicate sui dispositivi (così come indicato nel Programma ‘Sì-amo l’Italia’, il vero e proprio Manifesto del buon Ambassador). Puntiamo ad un contenuto qualitativo, piuttosto che massivo. Il guadagno di tanta partecipazione è di varia natura: non è da sottovalutare la portata di questi contributi in termini di visibilità, in quanto tutte le informazioni implementate riporteranno la firma dell’utente che le ha raccomandate; inoltre, per premiare la partecipazione dei propri utenti, 1000 Italy organizza dei contest saltuari a premi per gratificare i contributi migliori della community (è ora in corso il concorso sulle migliori segnalazioni a tema vinicolo, in premio una bottiglia di vino di qualità spedita gratuitamente a casa del vincitore). Per di più, stiamo implementando la piattaforma di sconti che riserviamo a tutti i nostri utenti ma gli Ambassador, in virtù della loro collaborazione, potranno accedervi senza pagare l’abbonamento mensile che sblocca questa funzionalità. Come ci piace dire sempre: da una condivisione così, c’è solo da guadagnarci. 1000 Italy, in ogni caso, è un utile strumento per scoprire le meraviglie nascoste, anche prescindendo dalla geolocalizzazione: grazie ad una comoda stringa di ricerca, si possono visualizzare singole città o singoli punti di interesse, per iniziare il viaggio di scoperta ancor prima di muoversi, magari salvando con un cuore i posti di cui ci si innamora a prima vista. Come se non bastasse, la nostra App non sottovaluta nemmeno l’approccio social: abbiamo creato il primo Social Network degli Italy Lovers, nel quale un profilo utente dedicato raccoglie le azioni come un diario di viaggio che si può condividere con altri profili in piena logica di condivisione e networking.

Da dove nasce l’idea?
1000 Italy è un’App, ma non nasce come tale. L’idea nasce piuttosto dalla possibilità di sfruttare un canale commerciale prezioso: il mercato russo è il pilot del progetto in quanto siamo presenti in 22 uffici turistici sparsi sul territorio e questo ci consente di intercettare i principali flussi incoming prima che arrivino nel nostro Paese. Inoltre, il target Russia si adatta perfettamente ai nuovi trend turistici contemporanei: il turista Russo, fino a dieci anni fa, era solito organizzare il suo viaggio con l’assistenza di Tour Operator che selezionavano per lui un pacchetto di esperienze che acquistava ancor prima di partire; questa tendenza sta cambiando radicalmente in quanto il turismo organizzato russo rappresenta oggi il 29% sul totale dei flussi incoming (era al 45,2% nel 2013) a fronte di una consistente crescita del numero di turisti arrivati in Italia. Molto semplicemente, questo dato significa che il turismo fai-da-te cresce notevolmente di più di quello organizzato e necessita di un portafoglio di servizi che siano disponibili alla personalizzazione dell’utente. Ottenuto il canale di acquisizione utenti, la riflessione del progetto si è spostata sulla selezione degli strumenti migliori per accontentare il cliente-turista con un servizio efficiente: è qui che nasce l’idea di realizzare un’App, soprattutto per la flessibilità di questo strumento nell’erogazione di servizi informativi turistici che nella mobilità acquistano un alto valore aggiunto. L’ambizione più grande di 1000 Italy è quella di blindare i servizi offerti per diventare la principale piattaforma mobile dedicata al turismo incoming. Il progetto esce sul mercato il 20 Marzo del 2014 e all’oggi vanta già notevoli successi: con un totale di 50.000 downoad è premiata come Migliore Nuova App sull’Apple Store; con 34.000 utenti si guadagna il 10° posto nella classifica Google Play sulle App dedicate al viaggio, mentre sull’Apple Store in Russia conquista la prima posizione sia nella sezione “Maps and Guide” che in quella “Exploring Italy”.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Per rispondere al meglio a questa domanda, probabilmente è più semplice dire perché io ho scelto di avventurarmi nel progetto di una startup. La mia scelta non è stata casuale visto che prima di sposare questo progetto, mi sono avvicinato al mondo degli startupper per altre vie, più per passione che per altro. Lavorare in una startup significa tanta libertà di esecuzione, ma significa anche struttura e responsabilità: creare e far crescere un progetto (la startup non è altro che la fase zero di una futura impresa) richiede da un lato la capacità di saper spaziare nelle competenze professionali, perché ciascuno di noi ha un ruolo ben preciso nel team, tuttavia in più di un’occasione è richiesta trasversalità e apertura nell’applicazione delle proprie competenze; dall’altro una simile libertà necessita di ordine ed organizzazione, una sorta di ‘struttura’ nel modus lavorandi che dia ordine e coerenza alla divisione delle attività (sempre tante!) in modo da rispettare i tempi stretti e le consegne.
Una simile realtà lavorativa è piena di stimoli perché ogni giorno abbiamo modo di confrontarci con nuovi task e nuovi obiettivi: la mole di lavoro è davvero imponente anche perché il team di una startup, in genere, è concentrato in poche figure professionali, attorno alle quali ruotano i ruoli operativi che nell’inizio di un’impresa fanno davvero la differenza. Noi di 1000 Italy abbiamo le risorse grafiche e creative, il Marketing e la comunicazione, l’amministrazione della community e della sezione commerciale; il cuore del team ruota attorno alla CEO e founder del progetto, Karin Venneri, mentre la struttura tecnica e di sviluppo vede come riferimento il CTO Marcello Stani, co-founder della startup. Avventurarsi in mondo come questo richiede molto impegno, determinazione e proattività: alla scarsa struttura del work flow occorre rispondere con un’organizzazione precisa e responsabile di ogni singolo startupper. L’elasticità dell’impegno lavorativo in termini di ore e obiettivi si riflette nell’entusiasmo del singolo che tra le mani si trova un progetto al quale partecipa attivamente in prima persona, senza necessariamente dover sostenere la struttura piramidale di un’organizzazione classica. Il guadagno più grande in termini di realizzazione e soddisfazione? Molto semplice: vedere che il progetto al quale lavori è un’efficace risposta alle esigenze del mercato; talmente efficace che come nelle migliori delle favole la startup si trasforma in azienda.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
Punto primo: chiamarsi startup. Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura. In secondo luogo, la costruzione di un team è un fattore discriminante, perché particolarmente di successo: trovare professionalità, motivazione, proattività e capacità di lavorare in team in condizioni di stress e pressione, è tra le prime criticità da risolvere. Il terzo elemento di difficoltà è di natura finanziaria perché qualsiasi business in avviamento ha necessità di un periodo minimo di test del mercato, spazio di virata strategica e tempo per dare solidità al proprio posizionamento di mercato.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
La nostra partecipazione a Smau è stata positiva, così come tutte le occasioni di visibilità offerte dalle manifestazioni che ci riguardano: nonostante il focus dell’evento si concentrasse prevalentemente sulla tecnologia, con attenzione dedicata al mondo dell’ICT, la nostra verticalizzazione sul mondo del turismo ha riscosso un notevole successo in termini di interesse da parte di quelle realtà che vedono nell’EXPO 2015 un’occasione di crescita e business. Al netto delle tematiche analizzate in fiera, insieme agli incontri commerciali per creare sinergie all’interno di mondi professionali affini, la nostra esperienza è stata notevolmente positiva in quanto ci vedeva selezionati tra le App finaliste nel contest App4Expo, la gara di progetti mobile promossa da Regione Lombardia in collaborazione con Explora S.c.p.a. e Smau Servizi Srl, che premiava le migliori App capaci di valorizzare il patrimonio culturale, artistico e territoriale della Lombardia.
L’esperienza si è conclusa nel migliore dei modi, vista anche la nostra vittoria della prima Edizione del Premio Lamarck, organizzato da Smau e dedicato alle più promettenti startup presenti in fiera: il concorso prende nome dal naturalista che presentò per primo una teoria evoluzionista secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all’ambiente. La fiera, insieme alla partecipazione a selezioni simili, costituisce l’ambiente ideale per la nascita di partnership, trasferimenti tecnologici, acquisto di brevetti o vere e proprie acquisizioni o finanziamenti da parte delle imprese visitatrici. Un award tutto dedicato alle buone idee che possono trovare applicazione pratica all’interno di realtà già strutturate, contribuendone al rinnovamento e all’innovazione contribuisce attivamente ad alimentare i business di successo.

Jacopo MARCHESANO

Macola: “L’Italia dell’innovazione è pronta per la sfida di Expo 2015”

Si è conclusa venerdì scorso la 51esima edizione di Smau, la più importante fiera italiana dedicata all’Innovazione, alla Tecnologia e all’Information & Communication Technology, dove ogni anno si danno appuntamento imprenditori, manager, aziende, pubbliche amministrazioni, startup e professionisti nel settore dell’Innovazione. Per un primo bilancio della manifestazione appena conclusasi, oggi abbiamo intervistato l’amministratore delegato di Smau Pierantonio Macola.

Dott. Macola, si è conclusa venerdì la 51esima edizione di Smau. E’ possibile trarre un primo bilancio?
Questa 51° edizione di Smau che si è appena conclusa ci ha permesso di mettere in evidenza come l’Italia dell’innovazione – startup, centri di ricerca, imprese e Regioni – siano pronti per la sfida di Expo 2015. Quest’anno abbiamo premiato ben 41 realtà: pubbliche amministrazioni, startup e imprese utilizzatrici di tecnologie digitali che hanno capito come il digitale e l’innovazione siano una leva fondamentale per competere, anche a livello internazionale e per offrire a cittadini e turisti servizi avanzati per vivere e visitare meglio le nostre città.

La recente edizione di Smau 2014 ha messo nuovamente al centro proprio il rapporto tra imprese e hi-tech, soprattutto con l’iniziativa del Premio Lamarck, il riconoscimento hi-tech dedicato alle startup più innovative. L’ecosistema delle startup mostra una crescita nel nostro Paese: tra il 2013 e il 2014 i numeri delle startup innovative hanno visto una espansione considerevole, ma non ancora entusiasmante.
C’è ancora molto lavoro da fare e uno dei compiti di Smau è proprio quello di favorire i processi di Open Innovation, fondamentali per la crescita del nostro Paese. Sono convinto infatti che L’Open Innovation rappresenti una strategia efficace utilizzata dalle moderne imprese, grandi o piccole che siano, di far fronte, oggi, alle esigenze di Ricerca e Sviluppo, che coinvolge proprio l’intero ecosistema dell’innovazione, startup in primis. Le startup infatti rappresentano un ingrediente fondamentale al processo di evoluzione e crescita delle imprese esistenti. Sono ‘giovani imprese innovative ad alto potenziale di sviluppo’; sono i nuovi fornitori e partner per i nostri imprenditori; sono il miglior ‘ponte’ tra le imprese e il sistema della ricerca universitaria.

Le startup hanno bisogno di ‘completarsi’ agganciando il mercato, e le nostre imprese hanno bisogno di sfidare il mercato con una innovazione rapida, pret a porter, che oggi non avrebbe senso ‘allevare’ al proprio interno: ed eccoci quindi di fronte un matrimonio perfetto: quello tra startup e imprese. Ma la bella notizia per le nostre imprese è che non ci sono solo le startup: esiste un intero ecosistema, e mi riferisco in particolare ad acceleratori e incubatori, che le nostre imprese non conoscono, se non in minima parte. Acceleratori e incubatori possono operare proprio come un reparto ricerca e sviluppo esterno all’impresa. Di fatto si parla di un formidabile mercato dell’innovazione in grado di rispondere in maniera moderna a qualsiasi esigenza di innovazione, ricerca e sviluppo del nostro sistema economico. PMI in primis.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
Io credo che le caratteristiche che contraddistinguono maggiormente i nostri giovani imprenditori siano proprio le idee, il coraggio e la creatività: tre aggettivi che rendono unico il nostro “Made in Italy”. Ciò su cui ancora c’è da lavorare sono proprio gli investimenti in startup Hi-Tech. Le imprese, come ho già sottolineato prima devono capire che le startup possono diventare un vero e proprio “fornitore di ricerca e innovazione”. Le Regioni hanno compreso molto bene questa dinamica e, nel definire le singole strategia di specializzazione intelligente dei rispettivi territori, stanno dando un nuovo impulso al rapporto tre le imprese e il sistema della ricerca, alla nascita e sviluppo di startup, all’internazionalizzazione delle nostre PMI, ma soprattutto stanno delineano una moderna rappresentazione del proprio territorio in chiave innovazione che avrà inizio proprio in concomitanza con Expo 2015 e che sarà vitale per lo sviluppo dei nostri territori e delle nuove imprese che vi nascono.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Per tutti i motivi che ho spiegato prima. Un giovane che vuole creare un’impresa innovativa, non lo deve fare perseguendo il sogno della quotazione in borsa o della Silicon Valley: sono rarissimi i casi in cui questo avviene. Chi ha un’idea innovativa e vuole farne un business lo deve fare pensando al contributo di know how e di innovazione che può fornire ad un’impresa matura. L’impresa deve essere il suo interlocutore privilegiato e l’obiettivo a cui aspirare nel concretizzare la propria idea di business e le Regioni devono essere per questi giovani futuri imprenditori un alleato in grado di permettere loro realizzare le proprie idee di impresa.

Jacopo MARCHESANO

Startup in mostra allo Smau

Tra il 22 e il 24 ottobre si svolgerà, presso gli spazi di FieraMilanocity, lo Smau, dedicato all’incontro tra il mondo della ricerca e quello delle imprese.

Tra le 200 realtà partecipanti presso l’aera Open Innovation all’interno dell’evento, ci sarà anche Intesa Sanpaolo, presente con StartUp Initiative, la piattaforma di accelerazione internazionale di Intesa Sanpaolo che seleziona startup hi-tech, le forma e le mette in contatto con investitori finanziari e industriali.

Giovedì 23, inoltre, verrà presentato StartUp Initiative Digital&Mobile, ovvero un investment forum organizzato in collaborazione con il programma europeo MOBICAP, all’interno del quale Intesa Sanpaolo presenterà otto tra le più promettenti startup digitali davanti ad un’ampia platea di potenziali clienti, investitori e partner.

Livio Scalvini, responsabile Servizio Innovazione di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Abbiamo portato la nostra StartUp Initiative in SMAU perché ne condividiamo l’approccio: massimizzare le opportunità di business tra le startup e le imprese che cercano nell’innovazione tecnologica una nuova leva competitiva. Vogliamo aiutare i campioni high-tech di domani a scalare rapidamente, ed al contempo permettere alle imprese consolidate di potenziare la propria R&D strategica con soluzioni sviluppate all’esterno, in logica di Open Innovation”.

All’interno dell’evento, inoltre, i visitatori potranno incontrare 4 startup appositamente selezionate da Intesa Sanpaolo:

  • Soundtracker: la prima radio geo-sociale che consente di creare le proprie stazioni radio e di condividere la musica con i propri amici e con chiunque si trovi nelle vicinanze;
  • Spotlime: app che segnala, grazie alla geolocalizzazione, la disponibilità last minute degli eventi preferiti, offrendo anche promozioni e sconti in abbinamento;
  • YDRobotics: spin off di YDreams azienda specializzata in robotica e meccatronica che realizza piccoli apparecchi robotici per ambienti indoor;
  • Syncronika: startup che ha realizzato Syncrogest, una piattaforma web e mobile fornita in modalità SAAS, nata da uno studio approfondito delle esigenze di coloro che operano sul campo, per ottimizzare i flussi di lavoro e gestire tutte le fasi dell’assistenza.

Le quattro startup concorreranno all’edizione nazionale del Premio Lamarck in programma venerdì 24 ottobre, in contemporanea al Premio Nazionale Innovazione ICT.

Il premio, realizzato con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, che prende il nome dal naturalista Jean Baptiste Lamarck, consegnerà un riconoscimento ai più brillanti progetti d’impresa, pronti a rivoluzionare il business di imprese già strutturate, raccontati dalle startup presenti in fiera.

Vera MORETTI

Startup creative, l’universo di Dimensione3

Dimensione3, una giovane startup pugliese dalle grandi possibilità, si propone sul mercato con una nuova generazione di tecnologia di stampa lenticolare, immagini stampate ed applicate su pannelli che appaiono tridimensionali ad occhio nudo. I pannelli tridimensionali Dimensione3, ovviamente, possono essere impiegati in molti ambiti, come poster pubblicitari, vetrine, espositori, insegne, scenografie, oggetti di arte e design. Per conoscere più nel dettaglio la nuova azienda, oggi abbiamo incontrato l’amministratore delegato Giulio Derobertis.

Dott. Derobertis, di cosa si occupa la vostra startup precisamente?
Dimensione3 applica un’antica tecnica per ottenere la tridimensionalità delle immagini: l’autostereoscopia. L’immagine stereoscopica viene stampata su un supporto piatto. Grazie a speciali strati a essa sovrapposti, tramite la rifrazione di singoli punti in precise direzioni, riesce a generare, in chi la osserva, l’illusione della tridimensionalità ad occhio nudo senza bisogno di utilizzare occhiali o altri dispositivi.
Oggi, con la specifica lente impiegata nei pannelli Dimensione3, si raggiungono performance senza paragoni rispetto alle tecnologie analoghe, in termini di profondità dell’illusione tridimensionale (fino ad un metro), di risoluzione e di qualità complessiva dell’immagine. Le lenti Dimensione3, inoltre, hanno la caratteristica esclusiva di poter essere riutilizzate infinite volte semplicemente sostituendo la stampa all’interno del pannello.
Con la tecnologia Dimensione3 le immagini diventano reali, vive, generano stupore ed emozione, si prestano quindi come uno straordinario strumento di marketing per aziende, agenzie e concessionarie pubblicitarie.
Dimensione3, oltre a fornire i prodotti, realizza tutte le complesse attività che consentono di sviluppare un’immagine 3D, dalla progettazione creativa tridimensionale alla grafica 3D, dagli scatti fotografici stereoscopici alla conversione di immagini bidimensionali in formato 3D, fino alla stampa.

Da dove nasce l’idea?
L’origine della startup risale ad una vecchia passione di uno dei soci fondatori, Antonio Orlando, che da diversi anni realizza attività di ricerca sulle tecnologie lenticolari, ed in generale sulle tecniche tridimensionali. Nel suo percorso di ricerca ha individuato una società statunitense che rappresenta un punto di eccellenza nel settore, con cui ha avviato una fruttuosa collaborazione, contribuendo anche allo sviluppo del prodotto, la lente che oggi è oggetto di un brevetto industriale.
Nel 2013, l’opportunità di sviluppare un business con questa tecnologia, è stata resa possibile dall’incontro con gli altri membri del team: il gruppo si è composto di figure specialistiche complementari, fondamentali per realizzare una startup, con l’ingresso di Giulio Derobertis, esperto di startup e sviluppo business, e Mario Soranno che si occupa di sviluppo hardware, software ed elettronica. Dimensione3, a meno di un anno dalla sua fondazione avvenuta ad ottobre 2013, si appresta ora a lanciare i propri prodotti all’edizione 2014 di SMAU Milano, presentando i primi esemplari inediti di questa sorprendente tecnologia. Nel suo recente percorso di sviluppo, Dimensione3 ha raggiunto diversi traguardi, tutti molto importanti per lo sviluppo della startup.
Subito dopo la costituzione ha svolto attività di fundraising coinvolgendo 4 investitori privati, in parallelo ha presentato domanda di finanziamento ad Invitalia per la misura Smart&Start che ha avuto esito positivo. Avendo conseguito una solidità finanziaria e organizzativa e la conseguente credibilità, ha siglato un contratto di licenza esclusiva per l’Italia per l’impiego e la commercializzazione delle speciali lenti coperte da brevetto internazionale, provenienti dagli Stati Uniti.
Successivamente sono stati svolti i primi test di mercato che hanno confermato un forte interesse e potenziale di sviluppo.
A maggio 2014, Dimensione3 ha lanciato un sito ecommerce specializzato nella vendita di filamento per stampanti 3D con marchio www.makerspal.com. L’obiettivo è stato quello di anticipare il flusso ricavi e consentire la copertura dei costi di base, diversificando l’offerta ma allo stesso tempo senza defocalizzare l’attività dal suo core business.
Oggi Dimensione3, dopo aver messo a punto la propria offerta di prodotti e servizi, sta avviando l’attività commerciale con lo sviluppo di diversi canali di vendita, e si appresta al lancio ufficiale con la partecipazione a SMAU Milano dal 22 al 24 ottobre 2014.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Lo scenario economico negli ultimi 10 anni si è completamente rivoluzionato in Italia e nel mondo, e in questo contesto la realizzazione di un’idea imprenditoriale può essere una buona opportunità per un giovane, a volte anche l’unica vista l’assenza di occasioni di lavoro.
E’ fondamentale tuttavia che ci siano tutte le condizioni giuste per affrontare una startup, altrimenti può diventare un’esperienza estremamente complicata e rischiosa.
In tutti i casi lo sviluppo di una startup è un percorso pieno d’insidie e ostacoli, è bene quindi i giovani siano pronti al sacrificio, e che perseverino anche di fronte alle difficoltà per riuscire nella sfida.
Per contro, l’entusiasmo e la gratificazione che può dare una startup ben riuscita sono impareggiabili.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
Le difficoltà nascono dalla complessità e dall’unicità di ogni progetto, possono variare di caso in caso, ma ce ne sono di ricorrenti che riguardano pressoché tutte le startup.
Può sembrare banale, ma il primo problema può riguardare proprio l’idea di business, è facile innamorarsi della propria idea imprenditoriale senza tuttavia verificarne la validità in termini di mercato, realizzabilità, ecc.
Un altro problema può riguardare il business plan, è fondamentale definire un buon progetto, realizzabile e concreto. Il business plan viene sviluppato spesso in maniera troppo ottimistica, con una stima sopravvalutata dei ricavi e sottovalutata dei costi, perché nelle prime fasi si tende a rendere il proprio business attraente agli investitori. Molto spesso tuttavia si verifica il contrario, con i ricavi che stentano ad arrivare ed i costi che continuano ad assorbire risorse nel tempo.

Un altro problema ricorrente è quello del reperimento dei capitali, che soprattutto in Italia risulta sempre un’operazione estremamente difficile.
Pur essendo nate nuove forme di finanziamento, come il crowdfunding, ed essendo numerosi i piccoli investitori in cerca di idee vincenti, resta sempre difficile convincere un partner finanziario ad investire nella propria startup.
L’accesso al credito bancario è un altro problema pressoché impossibile da risolvere, che impedisce a molte buone idee di decollare. Le banche concedono credito sempre con maggiore diffidenza, anche alle imprese che hanno una storia, immaginiamo cosa succede per le startup che non hanno quasi mai bilanci depositati, e comunque difficilmente hanno chiuso i primi esercizi in attivo. La composizione del team può risultare un altro punto delicato per una startup, non è infrequente che sorgano problemi nel gruppo. Inizialmente, quando si concepisce una startup, si è condizionati da spinte emotive basate sull’entusiasmo che portano a costituire il team per amicizia o per condivisione di un sogno, e meno per le competenze di ognuno. Quasi sempre, invece, i componenti del team team si conoscono in profondità solo durante l’effettiva esperienza di startup.

La fase di passaggio “dalla teoria alla pratica”, cioè dal sogno alla realtà è un’altra insidia che a volte si sottovaluta: la fase di entusiasmo iniziale deve concretizzarsi nell’obiettivo reale di lanciare il prodotto/servizio sul mercato e generare ricavi, questo passaggio è faticoso e tarda ad arrivare, generando una disillusione che può creare tensione e stress nel team.

Jacopo MARCHESANO