Smi junior, un crollo del 3,2%

Un crollo pari al  -3,2%, corrispondente a poco più di 2,5 miliardi di euro, è questo il drammatico risultato che si delinea dalle stime preliminari di Sistema Moda Italia per quanto riguarda il 2013 del comparto junior pochi giorni dopo la chiusura di Pitti Bimbo. La moda junior assisterebbe ad un peggioramento del trend negativo avviatosi lo scorso anno, nonostante una progressiva incidenza dei mercati esteri che avrebbe superato la soglia psicologica del 33%, a causa della difficile situazione del mercato interno.

La dinamica per i flussi commerciali conduce ad un nuovo miglioramento del deficit commerciale settoriale, che dovrebbe scendere a 650 milioni di euro circa, il che però non arresterebbe il ritorno in area negativa del valore della produzione, stimato nella misura del -1,9% . L’esportazione del comparto Bimbo si mantiene in aumento, con una crescita media annua stimata a +2,2%, in lieve miglioramento dunque rispetto al ritmo registrato nel 2012. Con riferimento, invece, all’import, anche per la moda Junior si rileva quanto sperimentato nel resto della filiera Tessile-Moda (e non solo…), ovvero una contrazione dei flussi provenienti dall’estero,nell’ordine del -4,5%.

Jacopo MARCHESANO 

La crisi risparmia il tessile e il comparto del lusso

A non affondare, in questo periodo di grave crisi economica, sono soprattutto, o forse sarebbe meglio dire solo, le imprese che hanno investito in internazionalizzazione e, tra queste, hanno registrato bilanci positivi quelle che operano nel settore tessile e nel comparto del lusso.

A dimostrare ulteriormente questa tendenza è una ricerca condotta da Smi, Sistema Moda Italia, e Banca Intesa Sanpaolo, che, immaginando uno scenario possibile per questo 2013, ha previsto una crescita, per le aziende italiane del settore, sui mercati esteri appartenenti all’area extra Ue.

Sono ancora le eccellenze a fare da traino ad un comparto altrimenti in sofferenza, che resistono grazie alla fama e alla possibilità di assorbimento in grandi gruppi, oltre alla capacità di orientare il proprio business sui mercati emergenti.
A fronte di una domanda interna in forte perdita (-9.2% nel 2012), l’export ha brillato in Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti, mentre ha arrancato in Paesi che, fino a poco tempo fa, rappresentavano una sicurezza per l‘economia italiana, come Germania e Francia.

In attesa che la situazione interna si sblocchi, quindi, Intesa Sanpaolo e Smi convengono che la strada da seguire è ancora quella delle esportazioni, senza dimenticare le pmi, che necessitano di un’espansione verso nuovi mercati per evitare di fallire .
Non si tratta di un’utopia, perché, se da una parte i brand Made in Italy piacciono, dall’altro il mercato ha bisogno di aria fresca, che potrebbe arrivare proprio dai piccoli produttori.
Non solo marchi di lusso, ma anche artigiani che, da sempre, sono sinonimo di alta qualità.

Vera MORETTI

Moda uomo alla riscossa

di Vera MORETTI

Riflettori puntati sulla moda maschile: in concomitanza con l’apertura di Pitti Immagine a Firenze il 10 gennaio, lo SMI ha diffuso le prime stime sul fatturato della moda uomo, e, a sorpresa, si tratta di buone nuove.

Il settore dedicato al vestiario esterno, quello più importante, dovrebbe infatti chiudere l’anno con un incoraggiante +4,7%, a seguito di un risultato che, già alla fine del 2010, era parso incoraggiante.
Bene, quindi, maglieria e pelle, un po’ meno camicie, +0,5%, e cravatte, queste ultime in caduta libera.

In generale, comunque, non si può dire che la produzione italiana goda di buona salute, perché, solo quest’anno, dovrebbe registrare una flessione del -8,9%, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime ed un conseguente incremento dell’import al valore.
Il 2011, perciò, è stato l’anno del mercato estero che, dopo una timida crescita nell’anno precedente, si è incanalato nella strada giusta, tanto da vantare una crescita del 10,4%, con buone prospettive anche per l’import, previsto a +10,2%.

A fronte di questi risultati, il 56% delle aziende operanti nel settore prevede, per l’anno appena iniziato, un mantenimento delle attuali condizioni e il restante 44% si divide tra ottimisti e pessimisti.