Il 2012 è stato… Speciale. Il 2013 lo sarà ancora di più (speriamo…)

di Davide PASSONI

Carissimi lettori di Infoiva, anche questo 2012 è arrivato alla fine. Lo so, ci avete seguito assiduamente durante tutto l’anno e in molti di voi lo hanno fatto fin da quando siamo nati, quasi tre anni fa. Ragion per cui, forse per molti di voi quello che abbiamo pensato per chiudere l’anno e aprire il 2013 con nuovo slancio è qualcosa di già visto… Ma noi parliamo a tutti, anche a chi in questo 2012 si è perso qualcosa delle nostre news. Ecco dunque qui sotto tutti i nostri speciali da luglio in poi. Buona lettura e buon anno.

LUGLIO 

Saldi estivi

Sicilia a rischio default

Le imprese turistiche si preparano all’estate

 

SETTEMBRE

Imprese turistiche, come’è andata l’estate

Filiera italiana dell’auto

Filiera italiana del tessile

Srl semplificata

 

OTTOBRE

Imprenditori suicidi

Filiera italiana della ceramica

Smau 2012

Buoni pasto

 

NOVEMBRE

Imprese funebri

Mediazione obbligatoria

Apprendistato

Franchising

 

DICEMBRE

Natale, previsioni sui consumi

Professioni non regolamentate

Filiera italiana dell’edilizia

Via Condotti, la dolce vita dei saldi romani

 

La via dello shopping per eccellenza della capitale fa i conti con i saldi di questa estate 2012. Luogo privilegiato del turismo straniero, grazie alla presenza di brand e marche di alta moda, Via Condotti rischia di veder scomparire nei prossimi anni le piccole boutique storiche simbolo del made in Italy.

Ma come si incentiva la piccola imprenditoria del centro storico in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo? Infoiva ha interpellato in proposito Gianni Battistoni, Presidente dell’Associazione di Via Condotti, per sentire la voce di chi crede nell’importanza del made in Italy, della cortesia e dell’attenzione al prodotto, a due passi dalle meraviglie della città eterna.

Primo weekend di saldi a Roma: qual è il bilancio di quest’anno? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Tenuto conto dell’attuale situazione “psico-economica”, il primo week end dei saldi non è andato male,essendosi attestato più o meno sulle vendite dello scorso anno.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo? Italiani/ stranieri? Altospendenti/mediospendenti?
I saldi hanno una fedele clientela che attende, due volte l’anno, di poter comprare a prezzi ridotti. Anche se la maggior parte degli acquirenti sono italiani, il numero degli stranieri è in sensibile crescita.

I commercianti di Roma e provincia hanno scelto di aderire ai ‘saldi anticipati’? Se si, questo ha portato beneficio o ha svantaggiato la consueta partenza dei saldi del 7 luglio?
Stabilire per legge la data dei saldi è una grande sciocchezza, retaggio di un’inutile protezione paternalistica. I tempi sono cambiati, abbiamo intere “cittadelle” che vendono in saldo tutto l’anno (gli outlet), centri commerciali con permanenti offerte speciali, saldi tutto l’anno tramite internet e le grandi firme che promuovono le vendite con forti sconti riservati ai loro clienti nei periodi che ritengono più opportuni. La “partenza dei saldi” vede, nelle vetrine dei grandi marchi, già i capi delle collezioni invernali: questo dimostra, in maniera inconfutabile, ove ce ne fosse ancora bisogno, che delle date prefissate nessuno ne tiene più conto.

Quali sono le previsioni sulle prossime settimane di saldi?Avete in programma iniziative per promuovere lo shopping?
La promozione dei saldi dovrebbe essere fatta da chi ha interesse a sviluppare il turismo nella capitale e dare un supporto alle attività produttive. I saldi di Harrod’s a Londra sono motivo di gran lavoro per tutto l’indotto a cominciare dalle agenzie di viaggio che preparano appositi “pacchetti” comprendenti viaggio, pernottamento e …saldi. Le aziende di Via Condotti fanno la promozione dei saldi attraverso inviti personali ed e- mail spedite ai loro clienti.

Via Condotti a Roma, meta tradizionale dello shopping romano. Come è cambiata la geografia dei negozi nell’ultimo anno? Quante attività commerciali sono state costrette a chiudere nell’ultimo anno?
Via Condotti è diventata il punto d’arrivo dei grandi marchi nazionali ed internazionali. Potremmo dire che l’artigianato tanti anni fa è stato assorbito dal commercio, mentre ora è l’industria ad assorbire il commercio tradizionale. Questo significa che le piccole aziende, salvo casi particolari, non hanno in prospettiva grandi possibilità di sopravvivenza.

In percentuale, tra le attività commerciali di Via Condotti, quante sono ancora a conduzione familiare (piccole imprese) e quante sono di proprietà di grosse catene e franchising?
La percentuale in via Condotti di imprese a conduzione familiare rispetto alle grandi aziende è di circa il 15%.

Come si incentiva la piccola imprenditoria del centro storico in un momento di crisi come questo?
La piccola imprenditoria del Centro storico s’incentiva con la qualità dei prodotti, il servizio personalizzato al cliente e con la cortesia, dote di cui si sente una grande mancanza.

Alessia CASIRAGHI

I saldi a Napoli, dove il negozio ‘è di famiglia’

A Napoli il 95% delle attività commerciali del centro storico sono affidate a piccole imprese. Un dato in forte controtendenza rispetto al resto dell’Italia, Milano in prima fila, dove a dominare sono le grosse catene e i franchising.

Il debutto della stagione dei saldi ha aiutato le piccole attività commerciali a saldare in positivo il bilancio di un anno particolarmente difficile?

Infoiva lo ha chiesto a Pietro Russo, Presidente di Confcommercio Napoli – Imprese per l’Italia, che nei giorni scorsi, alla vigilia del debutto della stagione dei ribassi, aveva sottolineato come il settore del commercio a Napoli necessitasse più che mai una boccata di ossigeno. “Domenica i negozi resteranno aperti tutto il giorno – aveva dichiarato Russo. –  C’e’ bisogno di portare un po’ di ossigeno al nostro settore perche’ i dati che abbiamo sono oltremodo negativi, e anche l’atmosfera che si respira in citta’, in quelle che erano le “vie dello shopping“, e’ tutt’altro che entusiasta. Si fa fatica anche a vendere costumi e teli mare“.

Ma com’è andata davvero?

Primo weekend di saldi a Napoli: qual è il bilancio di quest’anno? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è sicuramente negativo. Ci aspettavamo una ripresa delle vendite che, purtroppo, non c’è stata. Il calcolo è stimato intorno al 30% in meno di vendite rispetto al 2011.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo? Italiani/ stranieri? Altospendenti/mediospendenti?
Si tratta di quei consumatori che acquistano qualsiasi prodotto, senza guardare al brand o alla qualità della merce, mentre, anni addietro, le vendite in saldo rappresentavano un’occasione per acquistare anche prodotti di marca. Tra le tipologie di acquirenti evidenziate, ritengo che si tratti soprattutto di mediospendenti.

I commercianti di Napoli e provincia hanno scelto di aderire ai ‘saldi anticipati’? Se si, questo ha portato beneficio o ha svantaggiato la consueta partenza dei saldi del 7 luglio?
I commercianti napoletani hanno deciso, vista la crisi economica, di effettuare numerose promozioni anche prima del periodo dei saldi, che, comunque, non hanno cambiato lo stato delle cose. Nonostante le offerte, non si è riusciti a fronteggiare le difficoltà legate alla caduta dei consumi.

Quali sono le previsioni sulle prossime settimane di saldi ?
Ritengo, purtroppo, negative. A meno che un aumento degli sconti non richiami, in maniera più forte, l’attenzione dei consumatori. I saldi restano, a mio avviso, un’opportunità per i consumi e per i consumatori, prima ancora che per gli esercenti.

Napoli e gli esercenti della moda: quanti negozi sono stati costretti a chiudere nell’ultimo anno? Saldo in negativo o positivo?
Sull’intero territorio provinciale il saldo delle aperture/chiusure è negativo per l’1%. Metà di queste attività commerciali appartengono al settore del tessile e abbigliamento. Un altro fenomeno in notevole aumento riguarda invece la chiusura dei negozi storici del centro o il loro trasferimento in aree periferiche della città.

In percentuale, tra le attività commerciali del centro di Napoli, quante sono ancora a conduzione familiare (piccole imprese) e quante sono di proprietà di grosse catene e franchising?
Oltre il 95% sono imprese con meno di dieci dipendenti, generalmente a conduzione familiare.

Alessia CASIRAGHI

Ore piccole per i negozianti di Corso Buenos Aires, tra saldi e notte bianca

Milano si illumina questa sera con la notte bianca dello shopping in Corso Buenos Aires. Un’iniziativa che cade a pochi giorni dal debutto della stagione dei saldi e che si prepara a coinvolgere tutta la città, ma soprattutto negozi e piccoli commercianti della zona. I milanesi spenderanno di più?

Per fare un bilancio sui risultati del primo weekend di sconti a Milano, e qualche previsione sull’evento di questa sera, abbiamo interpellato Gabriel Meghnagi, Presidente di Ascobaires, l’Associazione dei Commercianti di Corso Buenos Aires. Tra nuove catene di franchising, piccole boutique storiche e l’arrivo di una grossa fetta di acquirenti dal Medio Oriente, quale sarà il futuro di Corso Buenos Aires?

Primo weekend di saldi a Milano: qual è il bilancio di quest’anno per i negozi di Corso Buenos Aires? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è purtroppo negativo, ma il risultato è dovuto alla concomitanza di una serie di diversi fattori: prima fra tutti la crisi, ma questo è fin troppo risaputo. Per quello che ci riguarda come Associazione di Commercianti il fattore maggiormente penalizzante è stata la partenza ritardata dei saldi quest’anno: 5 giorno dopo rispetto al 2011, quando la stagione degli sconti era cominciata il 2 luglio. A mio parere, per il 2012, il primo weekend dei saldi avrebbe dovuto partire il 30 giugno, con una settimana di anticipo. Resto fiducioso per il prossimo anno, perché è cambiato l’Assessore in Regione, dal momento che si tratta di una legge regionale, e spero che per il 2013 la decisione venga presa non guardando strettamente al calendario ma analizzando la situazione di anno in anno. Il secondo fattore penalizzante riguarda l’introduzione degli sconti anticipati: la Regione Lombardia ha liberalizzato gli sconti fino 30 giorni prima della partenza vera e propria dei saldi.
E’ innegabile che da una parte si tratta di un provvedimento positivo, perché in passato solo le grosse catene potevano permettersi di fare promozioni anticipate, mentre quest’anno questo diritto è stato esteso anche ai piccoli commercianti.
La conseguenza però è stata inevitabile: il segno positivo nei fatturati segnato a Giugno 2012 ha penalizzato il debutto della stagione dei saldi vera e propria. Se dovessimo parlare in cifre gli incassi del primo weekend di luglio hanno registrato un – 15% rispetto al 2011. Anche se ritengo sia prematuro affermare che i saldi sono andati male: il confronto andrebbe esteso ad un arco temporale più ampio, 15 giugno – 30 luglio 2012.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo? Italiani/ stranieri? Altospendenti/mediospendenti?
L’acquirente tipo dei saldi 2012 proviene dal Medio Oriente, soprattutto i Paesi Arabi, seguito da Russi, Cinesi e Indiani. La novità del 2012 è stato il mondo dell’India.

I saldi 2012 hanno favorito il franchising e le grosse catene di abbigliamento o anche il piccolo commerciante è riuscito a farsi valere?
Chi non è rimasto fermo dicendo ‘io non faccio sconti’ è riuscito non dico a guadagnare, ma a quantomeno a smaltire il magazzino per averlo fresco in vista della stagione invernale, con l’arrivo della merce nuova. Il vero problema dei saldi è che l’esercente non ha un guadagno effettivo sulla vendita, ma in compenso riesce a liberarsi del magazzino per poter collocare merce nuova.
Le catene franchising, rispetto al piccolo commerciante, ha la possibilità di smaltire il magazzino in modo molto più semplice, perché la merce viene reintrodotta in altri canali di vendita. In aggiunta la grossa catena commerciale pratica un diverso tipo di ricarico sul prezzo, e anche in presenza dei saldi, il suo margine di guadagno resta più alto.

Mercoledì 11 luglio Ascobaires organizza la notte bianca dello shopping. Quali sono le vostre previsioni?
L’obiettivo è cercare di recuperare il più possibile dal momento che lo scorso anno non c’era stata concessa la possibilità di avere la Notte Bianca. Quest’anno siamo riusciti a far si che l’iniziativa abbia luogo, era sufficiente chiedere l’autorizzazione al Comune. Se avessero chiesto anche le altre vie del centro di Milano il coinvolgimento di pubblico sarebbe stato ancora maggiore. La Notte Bianca di mercoledì non coinvolgerà solo Buenos Aires, ma anche Via Belfiore e Via Marghera.

Quest’anno Corso Buenos Aires, pur non essendo penalizzato dall’introduzione dell’Area C, è stato interessato da un turnover non indifferente di vendita-cessione di attività commerciali. Se dovessimo fare un bilancio?
E’ vero, molte attività commerciali hanno ceduto, ma non si è trattato di chiusure vere e proprie, non ci sono cartelli di affittasi. Gli esercenti preferiscono prendere un indennizzo o l’avviamento, e quindi cedere l’attività, perchè stanchi o perché si vedono raddoppiare il contratto di affitto in pochissimo tempo. Quest’anno il turnover in Corso Buenos Aires è stato notevole, sia da Gennaio 2012 ad oggi che negli ultimi 12 mesi. Se poi si analizza chi rileva le attività cedute da piccoli e medi imprenditori si noterà che sono soprattutto le grosse catene, con già all’attivo 200 o 300 punti vendita, a farla da padrone. Marchi e franchising disposti a pagare affitti stratosferici pur di essere presenti sulla via come vetrina, piuttosto che alla ricerca di un utile effettivo.

In percentuale, qual è la fetta di Corso Buenos Aires occupata oggi dalla piccola imprenditoria?
I negozi a conduzione quasi familiare raggiungono ormai oggi il 25 – 30 %. I piccoli commercianti sono diminuiti in maniera esponenziale, ma questo è un fenomeno che interessa tutte le vie di Milano, anzi d’Italia, direi.

Lei ritiene che i saldi siano ancora una strategia d’impresa valida?
Assolutamente si. Perché c’è ancora tantissima clientela che aspetta il saldo per comprare. Lo straniero compra anche con gli sconti anticipati, ma la clientela italiana vuol vedere la scritta saldi sulle vetrine, altrimenti non compra. Perché ha il timore, in parte giustificato, che si tratti in realtà di uno sconto camuffato.

Avete in progetto altre iniziative per i prossimi mesi?
La nuova edizione della Baires Motor Parade, la competizione di auto e moto d’epoca, in programma per l’autunno 2012.

Alessia CASIRAGHI

Saldi a Milano: -4% anche in “Montenapo”, parola di Guglielmo Miani

 

Il primo weekend dei saldi non ha fatto il botto. Nemmeno a Milano. A farla da padrone, almeno secondo Federmoda, gli stranieri, le griffe di lusso e il centro storico, che hanno segnato un meno preoccupante – 4% rispetto ai risultati del 2011. 

Per tracciare un bilancio iniziale e misurare la temperatura nel mondo del commercio, della moda e della piccola imprenditoria milanese, oggi Infoiva vi propone un’intervista esclusiva a Guglielmo Miani,  capo dell’Associazione di via Monte Napoleone. Una chiacchierata in cui abbiamo fatto il punto su saldi, boutique del lusso, piccoli negozi dell’eccellenza made in Italy, quelli che esistono, persistono, nel Quadrilatero, presi d’assalto dai nuovissimi acquirenti dalla Grande Muraglia. 

Primo weekend di saldi a Milano: qual è il bilancio di quest’anno per i negozi del Quadrilatero della Moda? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è positivo considerando la profonda crisi e in linea con i risultati ottenuti nel 2011. Il risultato è merito soprattutto del gran afflusso di acquirenti stranieri.

Perché i commercianti di Via MonteNapoleone hanno scelto di non aderire ai saldi anticipati? Questo ha portato benefici sull’andamento del primo weekend di saldi?
La scelta di non aderire agli sconti anticipati è stata motivata in prima istanza dal fatto che la deroga sia arrivata con pochissimo tempo di anticipo per potersi organizzare. Ma soprattutto anticipare i saldi non avrebbe portato beneficio ai nostri marchi, che creano prodotti di lusso con un alto contenuto qualitativo, creativo e stilistico. Vederli svenduti ancor prima dell’inizio dei saldi ufficiali non darebbe di certo un segnale positivo.
I saldi nascono per svuotare i magazzini a fine stagione, anticiparli non gioverebbe al mercato e all’immagine dei brand. Se ci sono possibilità e voglia di ridurre i prezzi, che questo sia fatto piuttosto a inizio collezione. Mi riferisco a promozioni per una clientela selezionata, un’iniziativa che si rivelerebbe positiva, ma ci devono essere regole condivise e rispettate. Occorre ad esempio stabilire un tetto massimo di percentuale di sconto e un tetto massimo alla quantità di merce scontabile in boutique.

Com’è andata nella capitale della moda?
A Milano, chi ha accettato di aderire ai saldi anticipati è rimasto molto deluso. Certamente la nostra scelta di non aderire ha portato benefici: anche quest’anno, come in passato, abbiamo avuto code agli ingressi delle boutique del Quadrilatero. Questa decisione ci ha permesso di mantenere alta l’aspettativa tipica che si crea nel primo giorno dei saldi e di evitare i risultati negativi. Inoltre abbiamo tutelato anche i clienti stranieri che da mesi avevano previsto l’arrivo in città in concomitanza con questo periodo.

Come è cambiata la geografia del Quadrilatero della Moda nell’ultimo anno? Ci sono stati negozi costretti a chiudere o alcuni negozi sono stati sostituiti da altri?
Nei primi 4 mesi del 2012 MonteNapoleone ha segnato una crescita del 30%. Sono svariati i marchi che hanno scelto di aprire in questa zona, sia ristrutturando boutique già esistenti o aprendone di nuove. Il lusso è meno soggetto alla crisi.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo di più (italiani/ stranieri; altospendenti/mediospendenti)?
Stranieri con un budget di spesa sia medio che alto.

Anche gli stranieri, russi in prima fila, preferiscono acquistare merce in saldo? Questo è un bene per le piccole imprese del lusso e i grandi negozi del centro?
I russi sono clienti abituati a trattare, come gli arabi, e quindi il periodo dei saldi per loro è un buon momento per concludere ottimi affari. Va sottolineato che quest’anno abbiamo riscontrato una crescente presenza di clienti cinesi rispetto agli anni precedenti. La clientela che proviene dall’Estremo Oriente è in netto aumento: il loro numero è più che raddoppiato rispetto a russi e arabi.

Quali sono le previsioni sul futuro? Il Quadrilatero della Moda diventerà ad unico appannaggio di acquirenti stranieri?
Il futuro di MonteNapoleone dipende dalla capacità di attrarre i turisti provenienti dalle economie in forte espansione, come Cina, Russia, Medio Oriente, che oggi crescono nonostante la difficile congiuntura economica globale. Gli italiani, in questo preciso momento storico e sociale, si trovano ad affrontare una durissima crisi economica, il livello di fiducia è basso, come il loro potere d’acquisto. Questo si ripercuote inevitabilmente sull’effettiva voglia di spesa, di fare acquisti e di concedersi uno sfizio anche delle fasce che potrebbero permettersi di acquistare beni di lusso.

Alessia CASIRAGHI

I saldi: una boccata d’ossigeno per le piccole imprese? Parla il Presidente di Federmoda, Renato Borghi

Sabato 7 luglio sono cominciati i tanto attesi saldi estivi 2012, con data unificata pressoché in tutte le Regioni d’Italia. Un evento interessante del quale Infoiva si occuperà nel corso della settimana perché, se da un lato i saldi rappresentano una boccata d’ossigeno per i consumatori, oppressi da IMU, dichiarazione dei redditi di fine anno e pressione fiscale alle stelle, dall’altro piccoli e medi imprenditori ed esercenti del settore abbigliamento possono sperare in qualche vendita in più rispetto a un anno che è stato a dir poco imbarazzante per fatturato e giro di affari.

Per chi è riuscito a rimanere aperto, Confcommercio ha stimato che la stagione dei saldi estivi porterà ai commercianti un indotto pari a 250 euro per nucleo familiare, ovvero un esborso complessivo di 3,7 miliardi di euro (il 12% del fatturato annuo del comparto).

Diversa la previsione di Codacons: la spesa pro capite non sarà superiore agli 80 euro e le vendite in saldo saranno un vero e proprio flop, meno 20% rispetto allo scorso anno, con punte del 30% in alcune città.

Per provare a fare un po’ di chiarezza, ci siamo rivolti a Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia e di FederModaMilano, nonché Vice Presidente di Confcommercio Milano, che ci ha dato il suo parere su come andrà nella capitale della moda e del fashion business per eccellenza: Milano.

1. Quali sono le vostre aspettative sull’andamento dei saldi per l’estate 2012, a Milano e in tutta la Penisola?
Le stime delle vendite in saldo sono inferiori rispetto all’anno precedente, sia a Milano, sia in Italia. Si stima un calo di circa il 9%. A Milano, dove si può contare su un potere di acquisto superiore rispetto alla media e su un turismo che raggiunge apposta nei periodi di saldo la capitale della moda, il valore complessivo dei saldi estivi sarà di 450 milioni di euro, con uno scontrino medio a persona di 154 euro. A livello nazionale, il valore dei saldi estivi è di 3,8 miliardi di euro, con uno scontrino medio di 103 euro a persona.

2. I dati diffusi da ConfCommercio quest’oggi parlano di una spesa media prevista da ogni famiglia italiana di 250 euro: questo dato è da considerarsi in linea con il trend degli scorsi anni oppure è da intendersi come un segnale ugualmente negativo per gli esercenti?
La spesa media per famiglia a livello nazionale è di 248 euro, rispetto ai 274 euro a famiglia dei saldi estivi del 2011. Come si vede, la proporzione è la stessa: – 9%. Si tratta evidentemente di un segnale negativo per gli esercenti ovviamente preoccupati anche dalla ormai endemica crisi dei consumi, dalle liberalizzazioni sulle aperture domenicali che portano ad aumentare i costi di gestione, dalla incrementata pressione fiscale.

3. Quanto influiranno sull’incasso effettivo di fine stagione dei piccoli medi commercianti i saldi anticipati? Cioè l’impressione di vendere di più, ma a minor prezzo, determinerà comunque una riduzione notevole dell’incasso finale?
Se si riferisce alla Legge regionale della Lombardia che ha sospeso – raccogliendo le nostre sollecitazioni – il divieto di effettuare vendite promozionali nei trenta giorni prima dei saldi, allora occorre fare subito una premessa: una cosa sono i saldi di fine stagione ed un’altra sono le vendite promozionali. Si tratta di due formule di vendita diverse. Mi spiego meglio: le promozioni servono per promuovere uno o più prodotti anche sotto forme diverse (es. uno sconto generalmente contenuto del 10/20% su uno, due o più prodotti di una stessa gamma merceologica; un’iniziativa compri 3 paghi 2; un buono di 10 euro su una spesa minima di 80 euro) oppure il negozio stesso. I saldi invece sono le vendite di fine stagione che hanno una sola formula: lo sconto. Non credo si possa fare un calcolo sull’incidenza delle diverse iniziative di marketing avviate in tempi e modi diversi e neanche da tutti gli operatori sugli incassi dei saldi. Tuttavia, credo che il fatto che in Lombardia sia stato possibile effettuare “legalmente” le promozioni nel mese precedente l’inizio degli sconti ufficiali sia un fatto positivo. E’ stata un’opportunità in più offerta ai dettaglianti per affrontare questa difficilissima situazione di mercato e non certo un obbligo. Il provvedimento ha permesso a tutti, soprattutto ai negozi tradizionali multimarca, di operare con le stesse regole, evitando sanzioni.

4. Il fenomeno dei saldi anticipati, per il quale già da un mese alcuni piccoli negozi ed altri indirizzi della grande distribuzione hanno applicato sconti più o meno elevati sulla merce in vendita, danneggerà in termini di indotto i saldi veri e propri? In soldoni; i saldi servono ancora alla pmi dell’abbigliamento?
Secondo un’indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche, su un universo di 41,1 milioni di italiani tra i 18 ed i 69 anni, a giugno il 61% degli italiani e milanesi ha dichiarato che acquisterà in saldo. Quindi, pur non prevedendo una stagione particolarmente entusiasmante, causa la perdurante crisi dei consumi, soprattutto sui beni che noi vendiamo e che rappresentano acquisti di certo differibili, ritengo che i saldi rappresentino per i consumatori un’opportunità unica. Inoltre stiamo parlando di uno straordinario rito collettivo, un evento di costume capace di attrarre anche moltissimi turisti a livello internazionale. Mai come in questo periodo, si potrà trovare nei saldi qualità, profondità di assortimento, taglie e colori a prezzi decisamente interessanti. Per gli operatori commerciali, i saldi sono da sempre ed ora più che mai una boccata di ossigeno perché permettono di avere liquidità necessaria per far fronte alle nuove forniture per la stagione autunno/inverno. Inoltre è un’occasione essenziale per vendere prodotti di moda di fine stagione, soggetti – se non venduti – a notevole deprezzamento.

5. Sempre sul fenomeno dei saldi anticipati: hanno favorito maggiormente la grande distribuzione (grandi magazzini, catene franchising) danneggiando il piccolo negozio e il piccolo commerciante?
Premesso sempre che non sia corretto parlare di saldi anticipati, ma di possibilità – e quindi non obbligo – di effettuare promozioni nei 30 giorni prima dei saldi, non comprendo come si possa pensare che questo provvedimento abbia privilegiato chi – come i grandi magazzini, catene, grandi griffe, outlet, ecc… che già anticipavano le offerte – poteva avvalersi di strumenti di marketing come cartoline, sms, e-mail per offrire alla propria clientela prima dell’inizio dei saldi prodotti a prezzo ribassato. Questo provvedimento ha avuto il merito di offrire a tutti, anche al dettaglio indipendente, l’opportunità di agire con le stesse regole, alla luce del sole e senza dover incorrere in sanzioni amministrative. Nei primi giorni hanno aderito in pochi all’iniziativa, ma con il passare dei giorni questa possibilità è stata colta da un numero crescente di operatori ed il bilancio è sicuramente positivo.

6. Veniamo alle cifre. A Milano è cambiato il numero dei negozi che aderiranno ai saldi rispetto all’estate 2011? Ovvero, si è assistito a un aumento degli esercizi commerciali costretti a chiudere negli ultimi 12 mesi?
Non è che sia cambiato il numero dei negozi che aderiranno ai saldi. Quello resterà come sempre elevatissimo. Purtroppo possiamo dire che dal primo trimestre di quest’anno hanno chiuso 79 negozi di moda, abbigliamento, tessile per la casa, pelletterie ed accessori, articoli sportivi, a fronte di sole 34 aperture con un saldo di 45 negozi in meno in soli tre mesi, pari al 50% del saldo sempre negativo dell’intero 2011 (il saldo 2011 della nati-mortalità dei negozi del settore moda era di – 91 aziende).

7. Con la diffusione di numerose catene di abbigliamento low cost, gli sconti anticipati, i siti di vendita online a prezzi scontati, i saldi veri e propri possono ancora essere considerati una strategia d’impresa per la pmi?
I canali distributivi del settore moda sono numerosi e variegati. Con questo, la distribuzione commerciale in Italia ha una tradizione di qualità e di servizio, oltre che di prezzo. Sono convinto che la varietà di negozi presenti nei nostri comuni possa soddisfare tutte le esigenze dei consumatori, da chi cerca il made in Italy, a chi la griffe, a chi il rapporto qualità prezzo, fino anche a chi cerca solo il prezzo. I saldi sono per definizione una modalità di vendita che rientra nella strategia d’impresa degli operatori commerciali, proprio perché si tratta di vendite di fine stagione. Si fanno al termine della stagione, per avere la liquidità necessaria per rinnovare il magazzino e far fronte alle forniture per la nuova stagione. E poi, si perderebbe per i consumatori quel piacere, quella soddisfazione di poter fare un buon affare.

Alessia CASIRAGHI e Paola PERFETTI