Il 2012 è stato… Speciale. Il 2013 lo sarà ancora di più (speriamo…)

di Davide PASSONI

Carissimi lettori di Infoiva, anche questo 2012 è arrivato alla fine. Lo so, ci avete seguito assiduamente durante tutto l’anno e in molti di voi lo hanno fatto fin da quando siamo nati, quasi tre anni fa. Ragion per cui, forse per molti di voi quello che abbiamo pensato per chiudere l’anno e aprire il 2013 con nuovo slancio è qualcosa di già visto… Ma noi parliamo a tutti, anche a chi in questo 2012 si è perso qualcosa delle nostre news. Ecco dunque qui sotto tutti i nostri speciali da luglio in poi. Buona lettura e buon anno.

LUGLIO 

Saldi estivi

Sicilia a rischio default

Le imprese turistiche si preparano all’estate

 

SETTEMBRE

Imprese turistiche, come’è andata l’estate

Filiera italiana dell’auto

Filiera italiana del tessile

Srl semplificata

 

OTTOBRE

Imprenditori suicidi

Filiera italiana della ceramica

Smau 2012

Buoni pasto

 

NOVEMBRE

Imprese funebri

Mediazione obbligatoria

Apprendistato

Franchising

 

DICEMBRE

Natale, previsioni sui consumi

Professioni non regolamentate

Filiera italiana dell’edilizia

Estate 2012: la novità è l’agricampeggio

E’ un po’ come tornare indietro di 40 anni: erano i favolosi anni ’70, gli anni in cui i juke box alternavano i successi di Adriano Celentano a quelli di Raffaella Carrà (il suo Tuca Tuca, ironia della sorte, è tornato a scaldare l’estate del 2012 complice lo spot pubblicitaria di una nota marca di telefonia) e gli italiani si preparavano a trascorrere le proprie vacanze in camper o roulotte, o meglio ancora in campeggio sui lidi della penisola.

E se l’effetto nostalgico retrò della Carrà ha invaso gli schermi televisivi, pare proprio che la moda delle vacanza su quattro ruote o a stretto contatto con la natura – vedi la voce campeggio – sia pronta a invadere le località balneari dell’estate 2012.

Secondo un’indagine  Coldiretti-Swg sulle “vacanze degli italiani nel tempo della crisi”, almeno un italiano su 10 sceglierà di trascorrere le vacanze in tenda, roulotte o camper per conciliare le esigenze di indipendenza e di flessibilità con quelle del risparmio.

Ed è boom del turismo all`aria aperta. “Sono oltre 3 milioni gli italiani che – sottolinea Coldiretti hanno deciso quest`anno di trascorrere questo tipo di vacanza. Tra questi i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni hanno scelto quasi esclusivamente la tenda, mentre le persone tra i 55 ed i 64 anni e con maggiori disponibilità finanziarie privilegiano la roulotte e il camper, che è la vera novità degli ultimi anni”.

E anche i piccoli e medi imprenditori del turismo made in Italy sembrano adattarsi alle mutate esigenze del popolo vacanziero. “Lungo tutta la penisola sono disponibili servizi, aree di sosta e campeggi al mare, nelle città d`arte, in montagna ed anche in campagna – continua Coldiretti.Si stima che in Italia siano presenti almeno mille agricampeggi che rendono disponibili quasi 8mila piazzole di sosta. Abruzzo, Puglia, Campania e Veneto sono le regioni con la maggiore offerta”.

E le maggior associazioni imprenditoriali italiane preparano iniziative a sostegno del turismo low cost su quattro ruote. Grazie all`accordo tra Apc-Associazione produttori caravan e camper e Coldiretti, gli agriturismi Campagna Amica di Terranostra, aderenti all`intesa, offriranno la sosta gratuita per una notte ai camperisti che approfitteranno della ristorazione.

“L`interesse per l`agricampeggio è favorito dalla possibilità di conciliare la vacanza all`aria aperta con il gusto di assaggiare cibi locali del territorio a chilometri zero direttamente dai produttori agricoli” conclude Coldiretti.

Estate 2012: piange il portafogli, anzi no, la valigia

 

Estate 2012 all’insegna del risparmio. E per ogni portafogli che piange,c’è una valigia sul letto che resta vuota. La Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio ha rivelato infatti che negli ultimi 5 anni sono stati cancellati 41 milioni di viaggi e 195 milioni di giornate di vacanza.

E se tra Conto Satellite sul Turismo 2012 e le bandiere del gusto enogastronomico c’era da illudersi che l’Italia, terra di viaggio e di buon cibo, fosse immune alla ventata di profonda crisi che ha investito anche il comparto del turismo, ci sbagliavamo di grosso. I dati preoccupanti sul turismo sono legati al continuo crescere del numero degli italiani che non si concedono neanche un giorno di vacanza.

A fronte di oltre 17 milioni di italiani che nei 3 mesi dell‘estate del 2008 avevano fatto almeno un viaggio, 4 anni dopo se ne contano solo 12,7 milioni, cioe’ 4,5 milioni di turisti in meno per trimestre.

L’ipotesi di spostare al lunedì la festività infrasettimanale potrebbe essere il compromesso per non inficiare troppo sulla produttivita’ delle imprese e salvare nel contempo le vacanze brevi che italiani tendono a ridurre, come risulta dalla ricerca – sottolinea Lino Enrico Stoppani, il presidente Fipe.Ma bisogna valutare bene l’impatto sul turismo, affinche’ non diventi troppo pesante. E’ preoccupante questo ritorno al modello degli anni ’70 della mono-vacanza estiva. Aspettiamo con interesse il piano strategico nazionale del ministro Gnudi”.

Ma quali sono le regioni d’Italia a risentire maggiormente di quest’ondata di crisi? Il sud balza al primo posto: la quota trimestrale di coloro che viaggiano per vacanza è in media del 12,2% a fronte del 26,1% del nord e del 23,6% del centro. Ma va anche detto che è nelle regioni del sud dell’Italia che si concentrano le spiagge e le località di villeggiatura più belle.

Le previsioni sull’estate 2012, parlano di 25 milioni di italiani in vacanza da luglio a settembre  (40%, a fronte del 48% nel 2008, cioe’ 29 milioni di persone) anche se il numero dei viaggi per vacanza sarà di 32 milioni (a fronte dei 44 milioni del 2008) generando un volume di presenze atteso di 302 milioni.

Alessia CASIRAGHI

Trentino, il turismo come risorsa chiave

Trentino, una regione che può vantare una vastissima offerta turistica, in grado di soddisfare le esigenze più diverse, sia durante la stagione estiva che in quella invernale. Ma quali sono i numeri del settore? Lo abbiamo chiesto all’assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, Tiziano Mellarini.

Che tipo di turista attira la regione? Di che età e nazionalità?

Il Trentino, con la sua proposta a 360°, è in grado di intercettare un target molto ampio sia in termini di età sia di provenienza. Il nostro territorio è soprattutto un ambiente montano, ma questo concetto non si risolve solamente con l’equazione montagna=sci. Senza considerare che il nostro territorio presenta qualcosa come trecento laghi. Si tratta di una realtà molto più variegata che ci regala tante opportunità per lo sport e per il relax, sempre con la natura al centro. Allo stesso modo anche chi ricerca una vacanza di tipo enogastronomico o culturale è accontentato, grazie alla grande varietà di prodotti che comunicano gusto e salubrità e ad una fitta rete di castelli e di musei che impreziosiscono il territorio, fra i quali spiccano il Mart, il Castello del Buonconsiglio, il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, il Museo delle Scienze e Le Gallerie di Piedicastello.
Il tutto è completato da un sistema di accoglienza all’avanguardia con un competitivo rapporto qualità/prezzo. Va comunque sottolineata una tendenza affermatasi negli ultimi anni, che vede sempre il turista ricercare nella vacanza tutti questi requisiti.
Per quanto riguarda la nazionalità del turista tipo, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una crescita degli stranieri, provenienti soprattutto dai nuovi mercati (Europa dell’est), che stanno scoprendo il Trentino anche d’estate. Nei mesi invernali invece la presenza straniera da anni è molto forte e radicata. La Germania anche nel 2011 si è confermata primo mercato estero di riferimento.
Quantitativamente, vince il turismo estivo o quello invernale?
L’estate 2011 ha fatto registrare 2 milioni 730 mila arrivi, a fronte di 18 milioni 530 mila presenze, mentre la stagione invernale si è attestata a 2 milioni 220 mila arrivi, con 11 milioni di presenze. Si tratta di dati complessivi, che tengono conto di alberghi, seconde case, agritur, b&b ed alloggi privati. Già da qualche anno si punta a destagionalizzare l’offerta turistica, in modo da rendere il territorio appetibile per 12 mesi all’anno, sfruttando tutte le potenzialità offerte dallo stesso.

Come sta andando la stagione rispetto allo scorso anno?

I dati relativi alla stagione in corso ovviamente non sono ancora disponibili. La preoccupazione per l’attuale periodo di congiuntura economica, che ovviamente si ripercuote anche sul turismo, c’è, ma nonostante tutto possiamo timidamente ipotizzare una sostanziale tenuta rispetto all’estate 2011.

Quali sono le iniziative messe in campo per promuovere la cultura e le tradizioni della regione? I principali appuntamenti da qui a settembre?

Fra i tanti progetti messi in campo mi preme citare l’Arte della Vacanza, un progetto – o meglio un contenitore – che racchiude al proprio interno iniziative ed appuntamenti di eccellenza che da primavera ad autunno animano l’intero territorio trentino. Si tratta di eventi che coniugano arte, storia, cultura e ambiente. Gli appuntamenti clou dell’estate sono sicuramente rappresentati da I Suoni delle Dolomiti, un festival di musica in quota che da ormai 18 anni porta sulle vette più belle, per l’appunto le Dolomiti Patrimonio naturale dell’Umanità, gli artisti più noti a livello nazionale ed internazionale come scrittori, cantanti, musicisti ed attori.

Francesca SCARABELLI

Sapori di Puglia, tra masserie e agriturismi

Turismo enogastronomico e ambientale sembrano essere le voci preferite dagli italiani in questa calda Estate 2012. La voglia di trascorrere il tempo libero all’aria aperta o di gustare i sapori del territorio, il cibo cosiddetto a Km 0, valgono più di resort da sogno e notti da vivere fino all’alba. Continua la ricerca di Infoiva su e giù per lo stivale per dare voce alle realtà del settore turistico italiano che vedono maggiormente impegnata la piccola e media imprenditoria.

In Puglia masserie e  agriturismi continuano ad esercitare enorme fascino su turisti italiani e stranieri, che desiderano coniugare la vacanza balneare alla scoperta delle particolarità regionali in materia enogastronomica. Per fare il punto sulla situazione del turismo nel tacco d’Italia, fra innovazione e tradizione, mare cristallino e entroterra incontaminato, abbiamo deciso di dare la parola a Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Cultura, Turismo della Regione Puglia.

Estate 2012 in Puglia: qual è il bilancio dei primi mesi?

Dall’indagine conoscitiva realizzata dall’Osservatorio turistico regionale, in collaborazione con Isnart e Unioncamere, per rilevare l’andamento delle prenotazioni per l’estate 2012 e la percezione complessiva degli operatori turistici in merito al suo andamento, è emerso che ad inizio giugno 2012 il 37% circa delle camere disponibili risultavano essere prenotate. Bene anche il mese di luglio seguito dal picco stagionale di agosto al quale, sin da giugno, corrispondeva un tasso di prenotazione del 41%.

Quali sono le località della Puglia più richieste per questa estate?
Dalle prenotazioni emerge che la stagione favorisce soprattutto il comparto ricettivo della provincia di Lecce, che finora ha ricevuto prenotazioni per oltre la metà delle camere disponibili (in media il 56%): 47% a giugno, 51% a luglio, 53% ad agosto. I tassi più bassi (il 20% delle prenotazioni sul totale camere) si registrano nella provincia di Bari che, con il capoluogo, è prevalentemente una destinazione destagionalizzata di business e cultura. Buone performance anche per il Gargano, l’area dell’Arco ionico tarantino e la Valle d’Itria.

Quale tipologie di strutture alberghiere vengono predilette? 
La necessità di risparmio dei turisti/viaggiatori potrebbe penalizzare in particolare il settore alberghiero che, secondo l’indagine ISNART-Unioncamere, fa registrare in Italia nei primi tre mesi del 2012 un calo del tasso di occupazione camere del -7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel dettaglio, in Puglia, si evidenziano tassi di prenotazione più elevati per le residenze turistiche alberghiere (56%), i 5 stelle (47%) e i campeggi (42%). Le masserie e gli agriturismi continuano ad esercitare enorme fascino su quanti alla vacanza balneare vogliano coniugare il turismo rurale ed enogastronomico.

La Puglia è meta di turismo prevalentemente italiano o anche straniero?
La componente straniera, che ha fatto registrare elevati tassi di crescita degli ultimi anni, incide sul totale degli arrivi e delle presenze per il 16%. Il processo di internazionalizzazione, avviato nel 2005, sta portando ad un aumento delle quote straniere:  dal 2009 al 2011, l’incoming dall’estero è cresciuto di 2,77 punti percentuali per gli arrivi e del 2,16 per le presenze. Nel confronto con le altre regioni italiane, nel biennio 2008-2010, la Puglia è stata la seconda regione per variazione delle presenze straniere, pari a +7,87%, la più alta dopo la Lombardia, che ha aumentato la quota di turismo straniero del 12,41%. Con più di 100mila arrivi nel 2011 la Germania si conferma il primo mercato di riferimento, seguita da Francia, Giappone e Svizzera. Per quanto concerne la domanda nazionale è la stessa Puglia il primo mercato, ovvero il turismo domestico rappresenta il 22% del totale italiano.

Quali iniziative sono state promosse dalla Regione per favorire il turismo straniero?
Oltre alla partecipazione alle principali Fiere internazionali di settore con stand tematici e azioni di promo-commercializzazione dei prodotti turistici pugliesi, l’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e l’Agenzia Puglia promozione hanno attuato due grandi campagne di comunicazione in Russia e Germania.
La Puglia offre ai turisti non una semplice vacanza ma un’esperienza di viaggio, fatta di conoscenza diretta dei pugliesi, del loro stile di vita e della loro terra. Tutto ciò è racchiuso nel claim “100% Puglia style”, la campagna di comunicazione che tra aprile e maggio ha raggiunto i principali target cui è destinata la promozione della destinazione turistica Puglia in Russia, attraverso l’area metropolitana di Mosca.
Quest’estate, proseguendo e innovando il fortunato ciclo di Città Aperte, è partito il progetto “Open Days” dove valorizzazione e fruibilità del patrimonio regionale si declinano in iniziative che si svolgono in contemporanea in tutta la regione, come in una grande sightseeing tour per i turisti. Con “Open Days” l’inaccessibilità diventa accessibilità sostenibile, patrimonio collettivo, bene comune. Oltre 150 Beni del patrimonio culturale, in 54 Comuni; mille eventi per 54 comuni; 20 tra parchi e aree protette che interessano circa altri 60 Comuni.

Tre motivi per trascorrere una vacanza in Puglia
Resta tra i luoghi più affascinanti e incontaminati del Mediterraneo europeo, è divertente, è economica.

Quanto ha inciso l’applicazione dell’IMU sul bilancio delle strutture alberghiere? Quali conseguenze avrà?
L’Osservatorio turistico regionale sta portando a termine un’analisi per misurare l’impatto dell’IMU sui bilanci delle strutture ricettive pugliesi. Di certo si è trattato di un ulteriore aggravio fiscale ma appare prematuro creare allarmismi.

I piccoli imprenditori del turismo sono stati costretti a ridurre le unità del personale alberghiero? Se sì, in che percentuale?
A soffrire maggiormente del calo generalizzato dei consumi potrebbero essere le grandi strutture alberghiere per le quali i costi fissi sono più elevati. Semplici politiche di pricing al ribasso possono essere dannose in quanto abbassano i margini di guadagno. Piuttosto una differenziazione dell’offerta e un adeguamento dei servizi alle esigenze di una domanda che valuta sempre di più il value for money, inteso come rapporto qualità prezzo, appare essere la miglior strategia perseguibile. Va comunque segnalato che dal 2010 al 2011 la Puglia ha registrato un aumento complessivo degli addetti al settore turistico pari al 19,5%.

In Puglia una soluzione di alloggio molto diffusa è la masseria. Se dovessimo tracciarne un profilo, quante sono? Dove sono diffuse? Qual è il plusvalore di trascorrere una vacanza in una masseria?
Le masserie sono un’espressione tipica del paesaggio agricolo e turistico della Puglia. Il repertorio delle masserie presente nel territorio regionale si caratterizza per numerosissime declinazioni, ciascuna delle quali rappresenta un esempio unico. Il numero delle masserie distribuite nel territorio regionale è rilevante, di queste circa 1.400 sono state riconosciute di particolare rilevanza storica e appartengono tanto a enti pubblici territoriali, come i Comuni, quanto ad alcuni privati. Le masserie la cui attività prevalente o esclusiva è riconducibile all’ospitalità, nel 2011 sono oltre 200, di cui il 23% alberghi, il 30% circa agriturismo, e il restante in B&B e altre tipologie. Le masserie contribuiscono all’offerta ricettiva pugliese con 2.000 camere circa e 4.200 posti letto, di cui oltre il 28% disponibili nelle strutture alberghiere. La maggior concentrazione di masserie si trova nella provincia di Lecce (45% ), seguita dalla provincia di Brindisi ( 13%) e di Bari ( 10%), il resto è distribuito tra le altre province di Foggia, Taranto e Barletta – Andria – Trani.
Le masserie offrono un contributo significativo alla destagionalizzazione dei flussi, anche per effetto dell’attivazione di numerosi servizi accessori volti a valorizzare l’identità e la cultura locale, come ad esempio l’attivazione di corsi di cucina pugliese e la creazione di eventi esclusivi per far conoscere l’identità del territorio, la produzione di prodotti e piatti tipici volti ad attrarre il turista enogastronomico.

Se un piccolo imprenditore dovesse decidere di aprire una masseria, la Regione offre incentivi (sgravi fiscali, aiuti finanziari) in tal senso?
Il nuovo regolamento varato dalla Giunta regionale (con delibera n. 257 del 14.2.2012) introduce importanti novità per incentivare l’offerta turistica made in Puglia. Di fatto, il Contratto di Programma regionale, incentivo destinato fino ad oggi alle grandi imprese del manifatturiero, per la prima volta viene esteso al mondo del relax, del tempo libero e delle vacanze,  con la nascita del Contratto di Programma Turismo. Il Titolo II Turismo, un incentivo che fino ad oggi ha riservato aiuti per le piccole e microimprese, col nuovo regolamento è destinato anche alle aziende di media dimensione. Allo stesso tempo – ed è la terza novità ‐ si amplia la tipologia delle opere finanziabili collegate alla struttura recettiva principale: per la prima volta potranno essere agevolati i parchi tematici, gli immobili di pregio e i teatri privati.
Così la Regione, che ha ammesso a finanziamento fino ad oggi con gli aiuti “Titolo II” e “PIA Turismo” investimenti per 98,8milioni di euro (di cui 35,4 le agevolazioni), guarda al futuro, con un occhio attento alla congiuntura economica e l’altro ad uno sviluppo dell’industria turistica rispettoso del territorio, senza mai dimenticare la domanda di lavoro.

Come si incentiva il turismo in un momento di crisi?
In questo momento di particolare difficoltà per la congiuntura economica internazionale, abbiamo voluto essere al fianco degli operatori turistici con il potenziamento degli strumenti di pianificazione promozionale e di sostegno alle imprese, che costituiscono anche una preziosa leva di controllo della qualità del brand, dello sviluppo sostenibile e del customer satisfaction come obiettivo strategico.

Alessia CASIRAGHI

Un’estate al mare, la parola a Federalberghi

Regina della gastronomia e del turismo ambientale. Terra di passaggio, di vacanza e di viaggio. L‘Italia è ancora la meta prediletta per il turismo italiano e internazionale? Quel che è certo è che il Belpaese si classifica al primo posto in Europa per il maggior numero di strutture ricettive, sparse da nord a sud lungo tutto lo stivale. Non solo: secondo i dati raccolti dal Conto Satellite Turismo 2012, diffuso solo qualche giorno fa, il turismo in Italia coprirebbe ben il 6% del Pil nazionale.

Ma come vivono gli albergatori e gli operatori del turismo questa estate 2012? Troppo presto per fare bilanci?

Infoiva lo ha chiesto a Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi e alla guida della catena alberghiera S.I.N.A Hotels.

Estate 2012: qual è il bilancio dei primi mesi? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
I primi sei mesi del comparto alberghiero si sono chiusi con un -2,2% di pernottamenti dovuto in gran parte alla clientela italiana, ma purtroppo a giugno anche quella estera ha fatto segnare un pesante arretramento.

Quali saranno le mete in Italia più richieste di questa estate?
Sicuramente il mare, seguito a distanza da montagna ed arte.

E’ recente la notizia di un crollo dei turisti stranieri che vengono in Italia a trascorrere le vacanze. Quali potrebbero essere le cause? Quanto inciderà sul bilancio di fine stagione secondo le vostre previsioni?
È prematuro ipotizzare quanto peserà il calo degli stranieri registrato a giugno 2012, un calo quantificato in un -8,2%. Di sicuro tale flessione marcata è indicativa di un peggioramento economico anche dei Paesi abitualmente esportatori di turisti quali Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Scandinavi.

A cosa rinunciano i turisti in un momento di crisi economica, come quello che stiamo attraversando, per concedersi una vacanza senza gravare troppo sul portafoglio?
Cercano esclusivamente di risparmiare e, dunque, cercano le offerte migliori che in una congiuntura come l’attuale fioccano per tutte le località e per tutte le fasce di offerta.

Quale tipologie di strutture alberghiere vengono predilette? (Hotel, Bed & Breakfast ..)
Tutte, in quanto l’Italia, con le sue 1,1 milioni di camere alberghiere è quarta nel mondo, dietro gli USA (4,6 milioni di camere), il Giappone (1,7 milioni) e la Cina (1,6 milioni) ed è prima in Europa per numero di camere (1,1 milioni) e posti letto (2,2 milioni) sopravanzando la Germania (920 mila camere e 1,7 milioni letti), la Spagna (840 mila camere e 1,7 milioni letti) e la Francia (630 mila camere e 1,3 milioni letti). Di conseguenza non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Veniamo ai piccoli e medi imprenditori del turismo. Quanto ha inciso l’applicazione dell’Imu sul bilancio delle strutture? Quali conseguenze avrà?

L’Imu è una tassa che rispetto all’Ici comporta per le strutture alberghiere un aggravio di costi significativo. La nuova imposta sugli immobili grava sul settore ricettivo per un ammontare di circa 690 milioni di euro, con un maggior costo rispetto all’ICI di circa 175 milioni di euro ed un incremento medio del 54,38%. Nel caso in cui i comuni propendano per l’applicazione dell’aliquota maggiorata del 10,6 (anziché applicare l’aliquota del 7,6), si avrà una percentuale media di incremento per ciascun albergo pari al 115,31%, con un maggior prelievo complessivo di oltre 369 milioni di euro. Il peso dell’IMU è poi ulteriormente aggravato dal fatto che la nuova imposta sugli immobili è indeducibile dal reddito d’impresa (IRPEF/IRES) e dalla base imponibile IRAP. Ovviamente, come tutte le tasse, va pagata, anche se è evidente come l’incremento percentuale appaia sproporzionato rispetto all’imposizione precedente, a maggior ragione se consideriamo la situazione di gravissima crisi dell’economia italiana e mondiale. Proprio alla luce della crisi di liquidità delle aziende, ipotizziamo come non poche strutture non rispetteranno la scadenza odierna, avvalendosi di quanto la legge stessa consente per un versamento con mora, da effettuarsi entro il mese di dicembre entro il quale l’imposta andrà interamente pagata.

I piccoli imprenditori sono stati costretti a ridurre le unità del personale alberghiero? In che percentuale?
Sempre nei primi 6 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, abbiamo perso il 2,5% di lavoratori nel comparto.

Come si incentiva il turismo in un momento di crisi? Su cosa dovrebbero puntare gli imprenditori del turismo?
Come dicevo prima l’unica leva che ci rimane, tagliato il possibile, è quella dei prezzi o dei servizi aggiuntivi per rendere l’offerta più accattivante.

Tre ragioni per scegliere di concedersi una vacanza in Italia
Una sola per tutte: siamo sicuramente il Paese più ricco al mondo in fatto di attrattive artistico-culturali, culinarie, ambientali, paesaggistiche, marine, montane… e chi più ne ha più ne metta.

Alessia CASIRAGHI

Bed & Breakfast, la vacanza profuma di casa

Più economici del classico hotel, più accoglienti di un albergo qualunque, i Bed & Breakfast in Italia sono l’alternativa sempre più gettonata tra turisti italiani e stranieri, che vogliono concedersi un break dalla routine quotidiana. Ma che scelgono l’accoglienza, il ‘profumo di casa’ e la tranquillità di una sistemazione a misura d’uomo anche per le proprie vacanze ‘d’agosto’. Stanze dotate di ogni comfort, cibi preparati a km zero e la certezza della tranquillità di uno spazio che assomiglia alla propria casa.

Ma quanti sono in Italia i B&B? Come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze? A censirli su base nazionale ci ha pensato ANBBA, l’ Associazione nazionale dei Bed and Breakfast, nata nel 1999 per valorizzare ed incrementare l’attività e la qualità di B&B, ma anche per offrire a tutti coloro che si vogliono cimentare nell’attività di accoglienza turistica, tutte le informazioni necessarie e i consigli pratici.

Infoiva ha intervistato il presidente di ANBBA Marco Piscopo, per capire se, in un momento in cui il portafoglio lascia sempre meno spazio alle vacanze, sia possibile concedersi un weekend al mare o in una città d’arte, con la garanzia di favorire le piccole imprese del turismo made in Italy.

I B&B in Italia: quanti sono in tutto? In quale regione sono più diffusi?
Si stima che in Italia i B&B siano addirittura oltre 20.000, ma c’e’ molto “sommerso” per varie ragioni: in primo luogo un fisco troppo esigente, mentre in secondo luogo la causa è la mancanza di una vera “formazione”, sia con riguardo agli Esercenti, sia agli Operatori pubblici.
Questo punto, molto importante e dalle conseguenze disastrose, noi come Associazione ANBBA, cerchiamo di combatterlo, privatamente e liberamente, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione, sia in loco ma anche attraverso skype, per chi fosse impossibilitato a spostarsi. In alcuni casi, la semplice lettura del nostro sito www.anbba.it, può essere un passo in avanti in questa direzione, per essere sempre aggiornati sulle novità in materia di B&B, ma anche come luogo di confronto fra le diverse realtà regionali.
Dal punto di vista geografico, i B&B sono molto diffusi nelle città d’arte, nelle località costiere e nei luoghi di maggiore interesse turistico.

Anche se sono dell’opinione che avere un bellissimo appartamento nel centro di Roma, non equivale ad avere successo nella nostra attività. Quello che conta in primo luogo è sempre chi conduce il B&B, che si traduce nella qualità del servizio e nella cortesia che si offre alla clientela, e solo in secondo piano, la struttura incide sul successo o meno di un’attività come la nostra.

La clientela: sono più i turisti stranieri che vengono in Italia a scegliere la formula del B&B o anche la clientela italiana è numerosa?
Entrambi, se dovessimo parlare in percentuale direi che un buon 60% della nostra clientela è rappresentata da italiani, mentre per il restante 40% si tratta di turisti stranieri in viaggio in Italia.

Tre ragioni per scegliere una vacanza in un B&B?
Accoglienza, autenticità e rapporto personale con gli abitanti. E se c’è la possibilità di aggiungerne una quarta all’elenco parlerei di cibo a Km 0.

Se un privato decidesse di aprire un B&B quali sono i passi da fare? Da dove si comincia? Occorre avere la Partita Iva?
La Partita Iva non è necessaria per avviare un’attività di B&B, a condizione che non vengano superati determinati fatturati. Nello specifico, se permane lo status di famiglia e l’attività mantiene i requisiti della saltuarietà, il B&B non assume carattere di impresa vera e propria.
Se avete intenzione di avviare un’attività di B&B, i passi preliminari da compiere riguardano in primo luogo la verifica dell’unità abitativa da adibire a B&B, ovvero se possiede tutte le caratteristiche urbanistiche, sanitarie ed antincendio richieste dalla legge. Si può disporre dell’unità abitativa sia in proprietà che in affitto. In tutte le Regioni, eccetto la Toscana, la legge richiede che venga posta dal gestore la dimora, ovvero la residenza, nell’unità abitativa ove si esercita l’attività di B&B. La denuncia di inizio attività va invece presentata al Comune mediante un’apposita documentazione, fornita dal Comune stesso, cui seguirà la dichiarazione dei prezzi stagionali alla Provincia di appartenenza. Decorsi 30 giorni circa, si comunica al Comune l’inizio di attività e dal giorno seguente l’attività è in regola.

Lo Stato offre sovvenzioni o aiuti – ad esempio sgravi fiscali – a chi decide di avviare un’attività in un B&B?
Alcune Regioni lo fanno o si stanno attrezzando.

La crisi quanto ha influito sul fatturato dei B&B? Sono stati favoriti perchè più economici rispetto al classico hotel, o hanno risentito anche i B&B di un calo delle prenotazioni?
Anche i B&B hanno risentito del calo delle prenotazioni dovuto alla situazione di crisi economica in cui ci troviamo. Forse in misura minore, data la massiccia presenza di turisti stranieri.

I B&B in Italia sono diffusi solo nelle zone di villeggiatura o sono numerosi anche quelli che decidono di aprire in città?
Nelle città d’arte e nelle città dove è si è lavorato per far incontrare la domanda di vacanza in Italia con l’offerta.

A livello promozionale, quali sono i canali maggiormente utilizzati oggi per proporre e far conoscere la propria attività di B&B?
Purtroppo il maggior vettore di promozione resta internet, con la confusione che comporta per un neofita la Rete. Noi, come Associazione ANBBA, cerchiamo di offrire una garanzia di affidabilità, quantomeno circa la pulizia e la sicurezza, per quanto riguarda i B&B aderenti alla nostra rete. Per rassicurare il cliente, che si trova immerso in una molteplicità di proposte e offerte, per le quali la maggior parte delle volte non esiste un vero e proprio metro di valutazione nazionale. E il rischio è di perdersi, e non fare la scelta giusta.
L’ANBBA è l’Associazione Nazionale riconosciuta dal Ministero come quella maggiormente rappresentativa nel Paese.

Tre ragioni, stavolta, per scegliere di aprire un B&B?
E’ un’esperienza meravigliosa, si viaggia di più di quando si fanno ne valigie, e’ un arricchimento sia per la persona che accoglie, talvolta aprendo direttamente la propria casa, sia per la persona che arriva.

Alessia CASIRAGHI

Sapore di mare, l’estate italiana profuma di affari

 

Sapore di mare ma soprattutto di sale per il turismo italiano per l’estate 2012. Se il Belpaese è considerato per antonomasia il luogo dove trascorrere un’estate da sogno da migliaia di turisti stranieri e non solo, complici la tradizione culinaria eccellente, le città d’arte e le spiagge incontaminate, sembra proprio che gli italiani nutrano una scarsa consapevolezza delle proprie potenzialità. Almeno in fatto di turismo.

Stupisce poi che a sottolinearlo sia proprio il Ministro del Turismo Piero Gnudi: “Il turismo è sempre stata una delle parti più importanti della nostra economia, ma nessuno, forse nemmeno gli italiani, sa quanto sia importante nel tessuto economico, sia in termini di rapporto al Pil sia in termini di occupazione”.

Secondo i dati raccolti dal Conto Satellite Turismo 2012, primo report statistico sul business delle vacanze, il turismo in Italia coprirebbe ben il 6% del Pil nazionale, staccando di molto Paesi come la Francia, dove raggiunge solo il 4% e il Regno Unito, per il quale il turismo copre una fetta pari al 3,8% del Pil nazionale.

Che l’Italia fosse meta prediletta per il turismo è cosa risaputa. Ad averne minor consapevolezza sembrano però, almeno secondo le parole del ministro, gli operatori del turismo lungo tutta la penisola: piccoli e grandi imprenditori, ristoratori e albergatori.

Per inciso: l’Istat non aveva mai quantificato in termini numerici prima d’ora quale fosse il reale impatto dell’industria turistica – il business delle vacanze – sull’economia italiana.

E i risultati, attesi un po’ troppo a lungo, si sono rivelati sorprendenti: nel 2010, il valore aggiunto prodotto in Italia dalle attività connesse al turismo (al netto dei costi di produzione dei beni e servizi venduti) è stato pari a 82,8 miliardi di euro, (10 miliardi in meno di quanto raccolto con l’Imu, per intenderci) una cifra che il 6% del totale di tutte le attività economiche del Paese. Non solo: considerando anche l’indotto del settore, in termini di commercio, servizi e terziario, la cifra sale al 10,9%.

Scendendo nel dettaglio, il 63,6% del fatturato turistico concerne l’alloggio e la ristorazione, mentre il 25% riguarda l’acquisto di beni come i souvenir e i prodotti alimentari. Per i trasporti si va dal 3,9% delle spese per spostamenti in aereo con vettori italiani, all’ 1,6% del settore marittimo e ferroviario.

E a voler fare i conti per quanto ci aspetterà per i prossimi mesi, le previsioni per l’estate 2012 sono più che rosee: meno europei e americani pronti a partire per Firenze, Roma e Venazia, ma moltissimi scandinavi, cinesi e giapponesi pronti a fare le valigie per godersi il solleone nelle spiagge più belle e selvagge della penisola. Almeno secondo quanto riferisce l’Osservatorio sul turismo di Unioncamere. A confermare i dati ci pensa anche il Presidente dell’ENIT, Pier Luigi Celli: “il Monitoraggio Estate 2012 restituisce l’immagine di un settore turismo che, in tempi di crisi, si conferma asset strategico per lo sviluppo del Paese, attorno a cui seri e “intelligenti” investimenti possono ancora garantire obiettivi di ritorno immediato”.

Ma qual è il ruolo svolto dalla piccole imprenditoria nel settore turistico in Italia? Quante strutture alberghiere sono ancora a conduzione familiare e quante invece sono appannaggio di grosse catene internazionali? Come si incentivano le start up impegnate nel settore ‘vacanze’?

A queste domande cercheremo di rispondere nei prossimi giorni noi di Infoiva, per scoprire quale sia lo stato di salute del turismo in Italia.

 

Alessia CASIRAGHI