Spending review e sanità. Tra accuratezza e logica

Il taglio della spesa è già un argomento delicato di per sé, ma è quando si inizia a sforbiciare nel campo della sanità pubblica che si rischia di fare i danni peggiori. Conciliare le esigenze improrogabili di risparmio con una servizio sanitario nazionale efficiente è stata la sfida (spesso persa in partenza) dei precedenti esecutivi. Nelle ultime ore il mondo politico e della ricerca si sono mobiliti per chiedere chiarezza e accuratezza al commissario Cottarelli, il cui piano preliminare non ha convinto in pieno.

«Da alcuni anni il diritto costituzionale alla salute dei cittadini italiani è subordinato alle esigenze della finanza pubblica – ha dichiarato sull’Huffington Post Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – e gli ambiziosi programmi di Renzi richiedono tanti soldi che devono essere giustamente recuperati, ma il piano preliminare del commissario Cottarelli non convince. La sostenibilità di un sistema sanitario, indipendentemente dalla sua natura (pubblico, privato, misto) e dalla quota di PIL destinata alla Sanità, non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell’intero processo per trasferire le conoscenze all’assistenza sanitaria perché la maggior parte degli sprechi conseguono proprio al limitato trasferimento della ricerca alla pratica clinica e all’organizzazione dei servizi sanitari».

Bipartisan le critiche dalla politica. Per il capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Sociali della Camera, Benedetto Fucci, bisogna evitare il «susseguirsi continuo di tagli che non seguono una logica» e non consentono «un organico piano di rivisitazione della rete ospedaliera». Per la parigrado del Pd, la senatrice Nerina Dirindin, le proposte per la revisione della spesa pubblica «sono motivo di stupore e di grande preoccupazione, perché francamente ci si aspettava un lavoro più accurato».

Jacopo MARCHESANO

Boccalini: “Coraggio ed equità per la spending review perfetta”

In questa nostra settimana dedicata alla scoperta e all’approfondimento della cosiddetta spending review, oggi abbiamo ascoltato il parere di Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT (Istituto Nazionale Tributaristi). Coraggio ed equità sono le parole chiave emerse dalle dichiarazioni del segretario dell’associazione di rappresentanza costituitasi nella primavera del 1997. Insieme ad un grande rimpianto…

Dott. Boccalini, una sforbiciata da 20-25 miliardi su una spesa da quasi 800 miliardi l’anno. Detta così…
Effettivamente da un punto di vista percentuale la spesa che si vuole tagliare è assolutamente relativa. D’altronde lo Stato è come una famiglia in grave crisi economica, non bisogna avere paura di intervenire per limitare al massimo le spese superflue. Partendo dagli enormi sprechi quotidiani in tutti i settori, dagli stipendi irrazionali di alcuni dirigenti e dagli affitti che paga nonostante si possa disporre di immobili di proprietà. Un taglio lineare e ragionato.

Da quali settori iniziare?
Il taglio della spesa è, inevitabilmente, un campo minato. Accontentare tutti è impossibile, scontentare tutti è pressoché certo. Il problema è “solo” riuscire ad intervenire in modo giusto, con equità e coraggio, andando a modificare quelle cattive consuetudini che nessuno ha mai avuto il coraggio di debellare. Non c’è un settore dal quale iniziare, tutti dovranno fare la propria parte.

In molti hanno parlato di ultima spiaggia…
Queste espressioni mi fanno una certa paura, io non riesco e non voglio immaginare uno scenario apocalittico se non riuscissimo nemmeno in questa occasione. Capisco, però, che sia un sentimento diffuso, il paese è realmente malato e sofferente. Comunque di ultima spiaggia si parlava anche ai tempi del governo Monti e non siamo in bancarotta, nonostante tutto.

A proposito di Monti, se Cottarelli facesse la stessa fine di Bondi?
Quella del governo Monti fu una grandissima occasione mancata. Sulla carta era il governo perfetto per cambiare tutto e risollevare la situazione, nato come un governo esclusivamente tecnico ha preferito giocarsi le sue carte politiche e piegarsi alla ricerca del consenso. E sappiamo tutti com’è andata a finire…

Jacopo MARCHESANO