Spending review: in campo anche Napolitano

Mentre il governo lima i dettagli del piano di risparmi presentato nei giorni scorsi dal commissario Cottarelli, arriva l’invito del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a evitare «tagli immotivati». «La Spending review dovrebbe intervenire con capacità selettiva, il che però presuppone discorsi che ancora assai poco vengono fatti», ha spiega il presidente della Repubblica in visita alla sede dell’ANSA.

«Deve emergere una certa razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica» ma «anche un nuovo ordine di priorità». Non basta «semplicemente assecondare un livello più basso di finanziamento pubblico». Bisogna anche vedere, ha spiegato, «le non priorità attuali» pur non rinunciando ad aggredire «le posizioni diventate quasi di rendita per tanti fruitori del finanziamento pubblico». 

Apprezzamenti alle parole del Capo dello Stato arrivano da Nichi Vendola, leader di Sel e presidente della Regione Puglia, e dal premier Matteo Renzi. Vendola interrogato dai giornalisti a Bari, a margine dell’11esimo congresso regionale della Cgil Puglia, ha dichiarato: «Credo che abbia fatto molto bene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a elevare la propria voce autorevole sul tema della spending review, dei tagli lineari, della loro ricaduta drammatica sui diritti dei cittadini. A noi piacerebbe vedere considerevolmente ridotte le spese militari e tagliati gli F35 ma non un euro in piu’ tolto al diritto alla salute dei cittadini italiani». D’accordo anche Matteo Renzi in trasferta ieri in Calabria:  «Richiamo sacrosanto, non è più il tempo di tagli indiscriminati».

Il tutto nel giorno in cui è arrivato il via libera del Senato alla fiducia posta dal governo sul ddl Delrio che prevede lo ‘svuotamento’ e la riorganizzazione delle province.

Jacopo MARCHESANO

Spending review e sanità. Tra accuratezza e logica

Il taglio della spesa è già un argomento delicato di per sé, ma è quando si inizia a sforbiciare nel campo della sanità pubblica che si rischia di fare i danni peggiori. Conciliare le esigenze improrogabili di risparmio con una servizio sanitario nazionale efficiente è stata la sfida (spesso persa in partenza) dei precedenti esecutivi. Nelle ultime ore il mondo politico e della ricerca si sono mobiliti per chiedere chiarezza e accuratezza al commissario Cottarelli, il cui piano preliminare non ha convinto in pieno.

«Da alcuni anni il diritto costituzionale alla salute dei cittadini italiani è subordinato alle esigenze della finanza pubblica – ha dichiarato sull’Huffington Post Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – e gli ambiziosi programmi di Renzi richiedono tanti soldi che devono essere giustamente recuperati, ma il piano preliminare del commissario Cottarelli non convince. La sostenibilità di un sistema sanitario, indipendentemente dalla sua natura (pubblico, privato, misto) e dalla quota di PIL destinata alla Sanità, non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell’intero processo per trasferire le conoscenze all’assistenza sanitaria perché la maggior parte degli sprechi conseguono proprio al limitato trasferimento della ricerca alla pratica clinica e all’organizzazione dei servizi sanitari».

Bipartisan le critiche dalla politica. Per il capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Sociali della Camera, Benedetto Fucci, bisogna evitare il «susseguirsi continuo di tagli che non seguono una logica» e non consentono «un organico piano di rivisitazione della rete ospedaliera». Per la parigrado del Pd, la senatrice Nerina Dirindin, le proposte per la revisione della spesa pubblica «sono motivo di stupore e di grande preoccupazione, perché francamente ci si aspettava un lavoro più accurato».

Jacopo MARCHESANO