Adiconsum: sì alle gare di concessione balneare

Il Governo non si faccia intimorire dai rappresentanti degli stabilimenti balneari – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale di Adiconsum – che rivendicano concessioni di terreni demaniali come le spiagge, che sono un bene comune di tutti i cittadini. Stabilire gare vere e costi di concessione adeguati all’attività imprenditoriale della balneazione è prioritario per reperire risorse da investire nelle spiagge libere dotandole di adeguati servizi quali docce, pulizia degli arenili, ecc.

Il diritto ad una giornata al mare non può certo trasformarsi in un costo da hotel 4 stelle. Si mettano a gara concessioni di 4 anni, al massimo rinnovabili per altri 4 anni – prosegue Giordano – e si creino le condizioni dello smantellamento dell’ennesimo monopolio italiano che non creando concorrenza eleva i costi per i consumatori e “rapina” in alcune riviere del Paese km infiniti di spiaggia coperti da strutture immobiliari e non, che impediscono l’accesso al mare o una passeggiata sulla battigia, ma soprattutto impediscono il sacrosanto diritto degli italiani di accedere a spiagge libere.

Fonte: agenparl.it

Presenze negli stabilimenti balneari in calo a luglio

Secondo il Sindacato Italiano Balneari (Sib) l’andamento delle presenze negli stabilimenti marittimi italiani non sarebbe stato positivo per il mese di luglio. La situazione peggiore si sarebbe registrata in Liguria. Riccardo Borgo, Presidente del Sindacato sottolinea: “Continua a luglio il segno negativo negli stabilimenti balneari, in Liguria abbiamo registrato meno 25% di presenze sulle spiagge e nei consumi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, solo la Sicilia e la Sardegna riescono a contenere le perdite“.

Parte della colpa è da dare alle avverse condizioni meteo, ma serve comunque  “avviare un monitoraggio dettagliato su
tutti i circa 8.000 chilometri di costa della nostra Penisola individuando quei tratti di litorale su cui intervenire al più presto con opere di ripascimento e/o di consolidamento“.

Questo l’andamento per regione:

Abruzzo, Basilicata, Marche e Molise invariato; Calabria ed Emilia Romagna -10%; Campania -15% idem per il Friulia V.G.; Lazio -20%, Liguria -25%; Puglia -8%, Sardegna e Sicilia -5%; Toscana -20%; Veneto -12%.