Gli imprenditori in coro: “Serve un nuovo Ice”

Dagli Stati Generali del Commercio con l’Estero appena conclusi è emersa forte una richiesta da parte delle imprese italiane: serve un nuovo Ice per la promozione dei prodotti italiani all’estero e con una dotazione finanziaria adeguata.

Un appello accorato lanciato dagli imprenditori dei sei Tavoli di settore, che hanno mal digerito la soppressione dell’Ice, un istituto che, a differenza di altri inutili carrozzoni a partecipazione statale, funzionava, e anche bene. Secondo Rodolfo Ortolani (Tavolo servizi) “serve un soggetto autonomo, un’agenzia che si svincolata dal bilancio del ministero, che abbia un’ampia autonomia e che persegua obiettivi precisi“.

Michele Bauli (Tavolo agroalimentare) ha invece sottolineato come “l’agenzia dovrà accompagnare le aziende italiane che vanno all’estero, dovrà avere il compito di far assaggiare i nostri prodotti in giro per il mondo, dovrà promuovere il made in Italy all’estero“.

Secondo Roberto Snaidero (Tavolo arredamento) “le risorse sono poche, sono necessari più fondi. Oltre a ciò sarebbe importante il deposito del marchio obbligatorio“. Snaidero ha poi rivolto una “preghiera” al viceministro Catia Polidori: “I Tavoli non rimangano lettera morta ma continuino a lavorare“.

Dal canto suo, Luca Poncato (Tavolo energia, ambiente, materie prime) ha evidenziato come “le spese promozionali non sono un costo ma un investimento. La nuova agenzia dovrà avere competenze specifiche nel settore dell’energia e dell’ambiente. Serve un organismo che tracci le linee strategiche in questi settori, un organismo che individui gli obiettivi prioritari“.

Anche il Tavolo abbigliamento con Maurizio Marinella ha alzato la voce: “Il nuovo Ice parta immediatamente, perché non possiamo perdere altro tempo. C’è il rischio di trovare i mercati già saturi“. Secondo Marinella il nuovo istituto “dovrà essere dotato di un budget e di una cabina di regia che coordini i vari attori. Necessaria anche un’etichettatura dei prodotti extra Ue, come avviene negli Stati Uniti dove è obbligatoria“.

Infine Simone Bettini (Tavolo meccanica), il quale ha evidenziato la necessità di incentivi fiscali: “Esportare significa investire, avere incentivi fiscali sarebbe un piccolo ma importante aiuto“.

A Milano gli Stati Generali del Commercio

“E’ ora di reagire. Il tempo è scaduto ed è l’ora delle scelte”. E’ intriso di pragmatismo e necessità di un’azione forte e immediata l’ultimatum lanciato al Governo da Confcommercio, riunito a Milano per gli Stati Generali del Commercio.

Per la rinascita dell’Italia si richiedono “scelte necessarie per controllare e ridurre la spesa pubblica, – si legge nel documento presentato da Confcommercio – e per contrastare e recuperare evasione ed elusione. Ponendo, così, le basi per una progressiva riduzione di un livello di pressione fiscale divenuto ormai intollerabile”. Il vero monito va al Governo: “sappiamo che occorreranno ancora sacrifici. Ad essi non ci sottrarremo. Ma a condizione che si renda chiaro che questi sacrifici verranno ripagati con il ”dividendo” delle scelte necessarie per il futuro dell’Italia”.

Il tempo della partita è scaduto. Confcommercio ribadisce la necessità di lavorare con ”serietà e rigore nell’affrontare e nel risolvere nodi strutturali di lungo corso.

Punto primo: “liberare risorse destinate agli investimenti infrastrutturali ed al capitale sociale ed umano”, solo così l’Italia sarà in grado di competere ad armi pari in ogni mercato”.

Punto secondo: “riformare politica ed istituzioni. Rinnovando, così, l’etica pubblica e riguadagnando il rispetto e la fiducia dei cittadini”. Secondo la Confederazione ”per accelerare la dinamica del ritorno alla crescita, occorre fare tesoro della lezione principale della crisi, cioè della rivalutazione delle ragioni dell’economia reale e del lavoro”. In particolare, si legge nel documento di Confcommercio “occorre rafforzare la capacita’ competitiva del sistema di impresa diffusa, con regole, politiche e risorse che ne sostengano competitività, produttività e crescita. Tenendo presente, in particolare, che oggi le imprese dei servizi di mercato contribuiscono alla formazione del valore aggiunto e dell’occupazione in misura superiore al 50% del totale”.

E rivolto alla classe politica italiana, Confcommercio ribadisce ”è necessario un rilancio delle riforme istituzionali, a partire dalla riduzione dei costi della rappresentanza politica, così come è indispensabile ancorare a solidi principi di riferimento l’attuazione del federalismo fiscale”. Altro cancro per l’Italia l’evasione e dell’elusione fiscali che si combattono “riducendo le aliquote di prelievo fiscale senza traslare la pressione ‘dalle persone alle cose’. Occorre, poi, procedere a coraggiose alienazioni di patrimonio pubblico per ridurre il debito e finanziare la spesa pubblica strategica per il futuro del Paese”. L’ulteriore e ”fondamentale impegno” che oggi Confcommercio chiede ”è quello di una vera e propria politica per i servizi, fatta di semplificazioni, di flessibilità governata e contrattata nel mercato del lavoro, di sostegno all’innovazione e di liberalizzazioni”.

Sul fronte delle infrastrutture la confederazione chiede, inoltre, ”una compiuta attuazione della riforma che liberalizza le attività di autotrasporto e logistica; l’adozione di un Patto e un Piano Nazionale per la mobilità urbana; un’effettiva liberalizzazione del mercato del trasporto ferroviario; una strategia di riordino e razionalizzazione del trasporto aereo; lo sviluppo dei trasporti marittimi e delle autostrade del mare, potenziando nel contempo le infrastrutture portuali e retroportuali e i loro collegamenti con il territorio”.

Ultimo nodo cruciale per il destino economico dell’Italia, il Mezzogiorno: la priorità per il Sud è di ”perseguire pochi e fondamentali obiettivi strategici, privilegiando la costruzione di condizioni di contesto che consentano una maggiore produttività delle imprese e del lavoro. Servono incentivi automatici e fortemente selezionati per le attività d’impresa, e occorre rafforzare le infrastrutture con particolare attenzione alla logistica urbana”.

A.C.