Micelli: “Il made in Italy è ancora terribilmente attraente”

In occasione della nostra settimana dedicata alla produzione artigianale, in concomitanza con la partenza sabato de L’Artigiano in Fiera, abbiamo incontrato il Prof. Stefano Micelli, Presidente del corso di laurea in International Management all’Università Ca’ Foscari di Venezia, per una breve riflessione sullo stato di salute dell’artigianato nel nostro Paese. Nel suo libro Futuro artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani (ed. Marsilio), delinea un futuro nemmeno troppo negativo per la produzione artigianale in Italia. «Premesso che gli artigiani italiani rispecchiano il periodo di gravi crisi che sta attraversando il Paese legato ad una contrazione sensibile della domanda interna, oggi l’artigianato medio-alto riesce comunque a produrre beni di qualità esportabili all’estero». La nostra produzione di qualità su misura rende «terribilmente interessante il made in Italy agli occhi di una domanda internazionale che chiede sempre più oggetti e manufatti con un supplemento di specificità» che evidentemente i prodotti standardizzati seriali non sono in grado di offrire.
Il testo del Prof. Micelli affronta il nodo del lavoro artigianale nella piccola e nella media impresa, in alcuni casi anche nella grande impresa italiana: «purtroppo in Italia il lavoro artigiano è ancora legato ad un’idea antica ormai appartenente al passato. Nonostante i falsi miti c’è molto lavoro artigiano anche nelle medie e grandi imprese del lusso italiano, così come nel settore delle macchine utensili, nel settore della meccanica, tutto il tema della personalizzazione passa attraverso un processo distante dai ritmi e dalle strutture delle catene di montaggio standardizzate». Al termine del nostro incontro il Prof Miceli non può non gettare un occhio sulla prossima edizione de L’Artigiano in Fiera: «oggi grandi esperienze come l’AF possono dare una grande mano agli artigiani, alle piccole e medie imprese nostrane, per proiettarsi piano piano a livello internazionale offrendosi a mercati prima difficilmente conquistabili. La prossima sfida per gli artigiani non sarà esclusivamente sul fronte delle vendite, ma soprattutto su quello comunicativo. Tutto estremamente alla portata per gli operatori che frequenteranno la fiera…».

Jacopo MARCHESANO

La manifattura salverà il Made in Italy

Dall’8 al 12 maggio ci sarà, tra le regioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia, il Festival Città Impresa.
Non è un caso che la manifestazione avvenga nella zona del Nordest, patria della manifattura italiana, perché questa sesta edizione dell’evento si focalizzerà proprio su questo aspetto del Belpaese, la manifattura appunto, sul quale dovremmo basarci per tornare ad essere competitivi a livello internazionale.

A questo proposito, Stefano Micelli, presidente del Comitato Scientifico di Città Impresa, ha dichiarato: “Noi abbiamo sempre equiparato il concetto di artigiano a lavoro umile e a piccolissima impresa mentre è proprio la cura artigiana che si esprime nel manifatturiero che crea valore aggiunto per il nostro intero sistema di imprese, siano esse piccole, medie o multinazionali del lusso. Certo, oggi, per far vivere il fattore competitivo dell’artigianalità bisogna coniugarlo fortemente con la tecnologia d’avanguardia come accade con il fenomeno delle stampanti 3d“.

Antonio Maconi, nuovo direttore del Festival, è ben deciso a far emergere i casi più interessanti di artigianalità, presenti in tutta Italia e non sono nelle Venezie: “Lo slogan è ‘saper fare’ e molto spesso il loro è un saper fare ‘in rete’: parlo di Matteo Gioli, che con la Super-Duper Hats sta riportando in auge l’arte cappelliera toscana, di Barbara Uderzo, jewel designer che sperimenta materiali insoliti, dalla neve al cioccolato, di Nicola Zago (Sharazad) e Michele Polico (Young Digitals)”.

Si tratta di un nuovo concetto di industriali, che stanno riportando in auge, anche in chiave social, artigianalità altrimenti destinate a soccombere, poiché rivolte a mercati più piccoli.

Altri nomi interessanti sono quelli di Simone Panfilo e Roberto Scaccia, che con i portali internazionali LoveTheSign e Zanoby raccontano e vendono il made in Italy, sia quello di nicchia sia quello dei grandi marchi, ma tutti hanno come destinazione finale la Cina.

Parteciperanno al Festival anche gli artigiani del food come il cioccolataio Mirco Della Vecchia, il vignaiolo naturale Angiolino Maule e Dario Loison, titolare di un’impresa dolciaria.

Vera MORETTI