Imprenditore si suicida a Matera, ancora incerte le cause

 

Un imprenditore di 61 anni, che operava nel settore informatico, si è impiccato ieri pomeriggio nella sede della sua azienda, subito dopo aver pranzato con la famiglia. Il gesto tuttavia pare non sia riconducibile alla crisi economica dal momento che l’uomo aveva un solo dipendente, che tra l’altro ne ha scoperto il cadavere. Nei giorni precedenti il piccolo imprenditore non aveva parlato di problemi economici nè aveva annunciato provvedimenti conseguenti a situazioni di crisi. Sull’episodio sta indagando la Polizia. E’ il secondo suicidio in altrettanti giorni che si è verificato a Matera (l’altro aveva un movente personale), mentre nei giorni scorsi ci sono stati almeno altri quattro tentativi che sono stati sventati.

Disperato per la crisi, giovane imprenditore suicida a Cagliari

A una settimana dal suicidio dell’imprenditore di 74 anni, Ermanno Gravellino, che si tolse la vita a Cagliari perché oberato dei debiti, il capoluogo sardo torna ancora una volta al centro della cronaca nera per l’analogo motivo.

Stavolta si tratta di un giovane imprenditore, 35 anni, di Quartu Sant’Elena ma residente a Settimo San Pietro, che ha deciso di impiccarsi nel campo sportivo del paese in provincia di Cagliari perché in preda alla disperazione visto il momento di grave crisi che sta attraversando sua piccola azienda di idraulica.

Prima di togliersi la vita l’uomo, che di recente aveva perso anche la madre, ha scritto una lettera ai familiari. Nei giorni scorsi aveva esternato ad amici e parenti tutte le sue perplessità per il futuro della sua attività. Fino ad arrivare a compiere il gesto estremo.

Operaio suicida a Roma

Un uomo di 45 anni, sposato e padre di due figli, di cui un giocatore delle giovanili regionali della Roma (Danilo Martinozzi), si è tolto la vita impiccandosi nel garage sotto la sua abitazione a Carbognano, un paese in provincia di Viterbo. Il corpo è stato ritrovato dai familiari lo scorso 28 maggio. Cordoglio della società giallorossa, che ha diffuso un breve comunicato in cui afferma di stringersi commossa al giocatore per la perdita del padre.

Nella lunga lettera di quattro pagine scritta per motivare il suicidio che avrebbe compiuto poco dopo aveva criticato aspramente il governo per i recenti provvedimenti che non avrebbero fatto altro che acuire la crisi dell’azienda di ceramiche, di cui era un addetto delle vendite. Vedendo sempre più in pericolo il suo posto di lavoro e dovendo far fronte ad alcune difficoltà economiche, ha deciso di farla finita.

Disoccupato da un anno, operaio di suicida a Terni

E’ trovato impiccato ad un albero nelle campagne tra Acquasparta e Spoleto, nel Ternano, un operaio di 44 anni originario di Rieti ma residente a Terni.

L’uomo era rimasto senza lavoro da circa un anno e non era più riuscito a trovare una nuova occupazione nonostante le continue ricerche. Separato con tre figli, dell’operaio non si avevano più notizie da venerdì scorso e il suo ritrovamento da parte dei carabinieri è stato possibile grazie al segnale del cellulare proveniente da Acquasparta.

L’allarme era stato dato da alcuni parenti. Nella sua auto, parcheggiata vicino al boschetto, sono stati trovati appunti di incontri di lavoro con alcune ditte.

Imprenditore di Pescara trovato impiccato nel suo garage

Continua il dramma degli imprenditori che si tolgono la vita perché sommersi dai debiti e/o per il fallimento dell’attività. Proprio quest’ultima causa ha portato al suicidio G.D.L., noto imprenditore pescarese, nella serata di lunedì. Era proprietario di un’attività a Pianella, legata alla produzione di salumi, assieme al fratello e alla sorella.

Un’attività che è fallita negli anni scorsi e da quel momento risultava pensionato, anche se secondo indiscrezioni non aveva mai smesso di operare nel settore commerciale. Da qui la caduta in depressione, fino ad arrivare all’insano gesto. Sposato e con un figlio, l’imprenditore è stato trovato impiccato nel garage di casa sua, a Pescara, in via Benedetto Croce. Aveva 67 anni.

Non incassa i crediti, imprenditore si impicca

Si sarebbe ucciso per crediti da privati non riscossi che stavano compromettendo la sopravvivenza della sua azienda Bernardino Capriotti, 49 anni, imprenditore edile di Monteprandone (Ascoli Piceno), che si è ucciso sabato impiccandosi nel garage di una casa in costruzione a Colonnella (Teramo).

L’uomo si era allontanato in mattinata e non aveva fatto ritorno. I familiari, preoccupati perché non riuscivano a rintracciarlo al cellulare, hanno scoperto il corpo senza vita del parente nel cantiere, che dista pochi chilometri dalla sua residenza.

Le indagini sono state affidate ai Carabinieri di Colonnella; proprio durante le indagini e gli interrogatori dei familiari, i militari sono venuti a conoscenza delle difficoltà economiche dell’uomo che doveva riscuotere numerosi crediti.

Imprenditore suicida a Cagliari

Ancora un imprenditore suicida, questa volta in Sardegna, a Cagliari. Nella sera di sabato si è ucciso un noto imprenditore “oppresso dai debiti con le banche e con Equitalia”.

Straziante la dinamica della tragedia. L’uomo, 73enne titolare di una nota impresa commerciale edile, ha prima tentato di togliersi la vita aprendo il gas della cucina, ma attratto dall’odore, il fratello lo ha salvato aprendo le finestre dell’appartamento e chiudendo il gas. Determinato a farla finita, l’imprenditore si è spostato in un’altra stanza e si è sparato alla testa.

Il dramma segue di poche ore un’altra tragedia a Cagliari: un pizzaiolo, anch’egli oppresso dai debiti aveva tentato il suicidio ferendosi gli avambracci con un coltello. La sorella, avvisata prima, aveva chiamato i carabinieri, che insieme ai vigili del fuoco, avevano salvato il pizzaiolo.

Anche i prof sbagliano. E lo ammettono

di Davide PASSONI

Incredibile. I professori fanno autocritica. E non un professore qualunque, no: la più prof delle prof, il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Quella che con il ditino alzato, non più tardi di qualche giorno fa aveva etichettato la media degli studenti italiani come dei somari (forse con qualche ragione). Proprio lei, quella che con le lacrime agli occhi parlava dei sacrifici chiesti ai pensionati, anziché ai parlamentari, per raddrizzare l’economia dell’Italia. Un’autocritica che ha come oggetto proprio, tra gli altri, i pensionati: Fornero ha infatti ammesso che riguardo “all’attenzione ai segmenti più deboli, forse siamo in ritardo. Ammetto una qualche mia responsabilità, è mancata forse una maggiore attenzione a quelli che sono i più sofferenti nel Paese“.

Beh, se n’è accorta adesso, ma non è il caso di dire meglio tardi che mai. Pensionati, esodati, famiglie monoreddito, piccole imprese, artigiani: una minima parte dell’elenco dei sacrificati sull’altare del salva-Italia. Perché, anche se Fornero sostiene che l’Esecutivo ha puntato sul rigore per uscire dalla crisi pensando a una crescita a breve “che non si è avuta e si è pensato che ci sarebbe stata più attenzione ai segmenti più deboli“, non basta come autocritica. Sbagliare sulla pelle e sulla vita delle persone non è accettabile, né se lo fanno i politici né se lo fanno i tecnici.

Un’affermazione tanto irritante quanto quella fatta dal premier Monti in riferimento ai suicidi di imprenditori e lavoratori dipendneti provocati dalla crisi: “Le conseguenze umane come quelle economiche che derivano dalla crisi sono grandi visibili ed evidenti” salvo poi aggiungere che quanto accade “dovrebbe far riflettere chi ha portato l’economia in questo stato e non chi da questo stato sta cercando di farla uscire“. Un’autoassoluzione che lascia basiti. Noi non siamo di quelli alla Di Pietro che sostengono che il Governo sia responsabile delle morti per crisi, ma pensiamo che, con certe misure, abbia peggiorato una situazione già tetra. Abbiamo chiesto da queste pagine che il premier battesse un colpo sull’argomento con una parola di vicinanza a quanti hanno subito un lutto. Ha scelto il modo peggiore per non farlo, scaricare la colpa su chi lo ha preceduto e dimostrare ancora una volta una freddezza sconcertante. Forse è giusto così, forse il personaggio Monti e il suo ruolo non prevedono che si sbilanci ma solo che salvi il Paese dall’abisso. Caro Monti, lo si può fare anche dimostrando un minimo di umanità, glielo assicuriamo.