Imprenditore suicida a Rovigo: “Non ce la faccio più”

Un po’ per amore, un po’ per la preoccupazione per il lavoro di piccolo imprenditore, svolto assieme ai fratelli, nel campo delle manutenzioni stradali. Luigi Guerra ha deciso di farla finita e si è impiccato in un capannone dietro la sua abitazione. L’uomo, 45 anni, che ricopriva anche il ruolo di dirigente-accompagnatore della Vea FemiCz rugby Rovigo, era separato con un figlio di 14 anni ed era in crisi con la nuova compagna. Anche la sua attività edile non stava andando bene, per via della crisi.

“Non ce la faccio più” aveva scritto in un sms mandato ieri sera dopo cena a un amico, il quale ha subito allertato vigili del fuoco e 113 per la potenziale situazione di pericolo. Al loro arrivo presso l’abitazione, verso le 22, hanno trovato il corpo senza vita della vittima.

Imprenditore si suicida per crisi a Padova

Francesco Fontanella, 37enne imprenditore di origini campane che operava nel settore delle carni, si è tolto la vita in una stradina di campagna nell’Alta Padovana. A ritrovare il cadavere sono stati i vicini di casa, che sconvolti per l’accaduto hanno immediatamente chiamato il 118. Ma per l’uomo ormai non c’era più niente da fare.

Pochi mesi prima del folle gesto, Fontanella aveva inviato un messaggio allarmante alla moglie in cui dichiarava di sentirsi un fallito e di meditare il suicidio. L’azienda del giovane imprenditore infatti stava attraversando un momento di crisi. Prima di suicidarsi, l’imprenditore ha scritto un biglietto di poche righe.

Azienda in crisi, imprenditore si spara in ufficio

Il titolare di un’azienda produttrice di intimo a Santa Maria Maddalena di Occhiobello (Rovigo) si è suicidato lo scorso sabato sera sparandosi alla tempia, verosimilmente per via della crisi che stava attraversando. L’imprenditore, Nerino Solera di 72 anni, è stato trovato morto nel suo ufficio, con a fianco una pistola e non ha lasciato alcun biglietto.

A dare l’allarme è stato il nipote. Da qualche anno a questa parte, in particolare nell’ultimo anno e mezzo la situazione dell’azienda era diventata molto critica, il numero di occupati si era ridotto drasticamente a una quindicina. Nerino Solera lascia la moglie e due figli.

Non riesce a lavorare, imprenditore si suicida

Non sarebbe legato alla crisi economica, bensì all’incapacità di lavorare in seguito alla lesione del menisco il suicidio di un imprenditore di 49 anni avvenuto lunedì sera a Tarzo, in provincia di Treviso. Umberto Pilat era il titolare di una piccola ditta che produceva componenti per frigoriferi e si occupava anche del trasporto.

Grande appassionato della mountain bike, un mese fa si era rotto il menisco cadendo dalla bicicletta e da quel momento non era più riuscito a salire sul furgone per fare le consegne, già in netto calo per via della crisi. L’uomo si è tolto la vita legandosi con una corda al travetto di sostegno della scala dell’abitazione di via Talponè. Non aveva tuttavia dato segni, né lasciato biglietti per spiegare il gesto. A trovare il cadavere è stata la figlia di 15 anni.