Avanade fa crescere il BYOD

Se è vero, come ha annunciato il report Morgan Stanley Market Trends, che alla fine del 2012 oltre la metà dei dispositivi di rete sarà in grado di navigare in modalità wireless e la maggior parte di essi verrà utilizzata sui luoghi di lavoro, Avanade, società che si occupa di soluzioni tecnologiche e servizi informatici, potrà dare un notevole supporto alle aziende.

Avanade ha anche effettuato una ricerca a settembre 2012 che ha coinvolto 599 dirigenti C-level e decision maker IT in 19 Paesi: da questa indagine è emerso che il BYOD (Bring Your Own Device), è in continua crescita.
A conferma di ciò, vi è il 61% delle aziende, che in Italia raggiungono il 63%, che conferma l’utilizzo, da parte dei dipendenti, dei propri dispositivi privati sul luogo di lavoro.

Più nel dettaglio, in Italia il 93% degli intervistati dichiara che almeno un dipendente fa uso di un dispositivo personale per scopi lavorativi e oltre la metà degli intervistati (54%), dichiara che la maggioranza dei dipendenti utilizza gli smartphone per consultare email, documenti online e calendario. In Italia la percentuale di chi si avvale di questi strumenti per le attività di base è del 47%.

I tablet, inoltre, nonostante la loro giovane età, sono già considerati strumenti cruciali in un mondo multi-device. Di fatto, un terzo delle aziende (33% a livello globale, 37% in Italia) riporta che la maggior parte dei dipendenti utilizza i tablet per operazioni di base, mentre un altro 33% sottolinea come i dipendenti li impieghino per attività aziendali avanzate come CRM, project management, creazione contenuti e analisi dati. In quest’ultimo caso l’Italia registra una percentuale più alta, pari al 47%.

Ugo Castellani, Mobility & Outsourcing Director di Avanade Italy, ha dichiarato: “La ricerca mostra quanto l’utilizzo dei tablet sia diventato fondamentale sul luogo di lavoro: in meno di tre anni questi prodotti sono diventati indispensabili. Le aziende hanno imparato a riconoscere i vantaggi apportati al loro business e derivanti dall’utilizzo dei tablet: ecco perché è importante disporre di soluzioni IT ad hoc per consentire ai propri sistemi di massimizzare le opportunità tecnologiche e di business. Con il rilascio di Microsoft Windows 8 e di Windows Phone 8, sarà disponibile una nuova gamma di soluzioni di mobility per le aziende e per i dipendenti volte a migliorare significativamente le performance aziendali”.

La collaborazione tra Avanade e Microsoft ha portato alla creazione di una applicazione per Windows 8 chiamata “Nomad Connection”, ideata per Telefònica, azienda di telecomunicazioni che fornisce soluzioni di comunicazione, informazione e intrattenimento a oltre 300 milioni di clienti in Europa e America Latina.
Si tratta di un’applicazione che ha il merito di migliorare il livello del servizio erogato ai clienti, permettendo l’acquisto di servizi Internet on demand come i servizi di roaming e la possibilità di connettersi automaticamente alla rete desiderata.

A questo proposito, Castellani specifica: “Per sfruttare al massimo i vantaggi apportati dalla mobility sia a impiegati che clienti, le aziende stanno ridisegnando la propria struttura di business. La ricerca Avanade rivela che le aziende stanno modificando i processi di business come le vendite e il marketing, nonché rivedendo alcune posizioni aziendali, come lo staff HR, al fine di sfruttare al massimo l’utilizzo dei device mobili e le nuove tecnologie consumer. Si evidenziano pertanto i primi segni di un cambiamento in atto all’interno delle imprese e di come questo abbia un impatto su fatturati, profitti e servizio clienti”.

Vera MORETTI

Asus presenta il nuovo Padfone 2

Dopo il primo Padfone, lanciato pochi mesi fa, Asus ci riprova e presenta Padfone2, il diretto successore di quello che è stato il primo smartphone + tablet proposto sul mercato.

Le novità proposte sono tante: oltre che essere bello e funzionale, infatti, questo nuovo oggetto tecnologico è anche intuitivo, e questo grazie alla facilità di inserire nella PadFone 2 Station il cellulare. Niente sportellino aggiuntivo, dunque, e l’utilizzo è immediato.

Lo smartphone ha un nuovo dispaly 1280 x 720 HD Super IPS+ da 4,7 pollici con tecnologia antigraffio e spessore e peso ulteriormente ridotti a 9 mm e 135 grammi. Se inserito nella PadFone 2 Station, il peso complessivo raggiunge i 649 grammi, inferiore a quello della maggior parte dei tablet sul mercato.

Anche la potenza è migliorata, rispetto al “vecchio” Padfone, grazie ad un processore Qualcomm Snapdragon S4 quad-core a 1,5 GHz, con architettura cortex-A15, a cui si uniscono 2 GB di RAM e una memoria flash da 64 GB.
Per archiviare i propri dati, inoltre, ci sono altri 50 GB di spazio sul cloud WebStorage Asus, gratuiti per due anni.

La navigazione in internet e i download sono molto veloci grazie al protocollo di comunicazione LTE a 100Mbps nonché la tecnologia DC-HSPA+ a 42Mbps.

La Padfone Station presenta ora un design più sottile e che trasforma lo smartphone in un potente tablet da 10,1 pollici, raddoppiando la diagonale di visualizzazione. I contenuti visualizzati vengono ottimizzati in modo dinamico ed immediato per gestire entrambe le modalità tablet e smartphone, con transizione istantanea tra le diverse dimensioni dello schermo.

La batteria, infine, garantisce ben 16 ore di conversazione, che diventano 36 se lo smartphone viene utilizzato con la PadFone 2 Station.

Vera MORETTI

Mercato dell’Ict in calo, la parola d’ordine è innovazione

 

Il mercato italiano dell’Ict ha segnato un calo nelle vendite significativo nel 2011: per quanto riguarda le sue componenti tradizionali (hardware, software e servizi) la contrazione è stata del 3,6% rispetto al 2010, mentre sul versate It si è passati dal – 1,4% di fine 2010 al -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%) del 2011. Nel dettaglio sono stati venduti 4.559 milioni di euro di hardware (- 9%), su cui ha pesato il calo nelle vendite di PC (6.370.000, -16,2%), non compensato dal boom dei tablet (858.000 pezzi, +100,2%), mentre il software ha dato prova di maggior tenuta (4.226 milioni di euro, 1%).

I dati sono il frutto del 43mo Rapporto Assinform relativo alle performance del settore Ict nel 2011: “a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%, questi risultati mettono in luce in modo drammatico le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita” ha sottolineato Paolo Angelucci, presidente di Assinform.

I trend mondiali parlano chiaro: nel resto del mondo l’informatica è salita del 2,4% e le Tlc del 5,7% nel 2011; il mercato trainante resta quello degli Usa con l’It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010). Fanalino di coda in Europa la Spagna con – 5,3%. E’ importante sottolineare però che, a differenza dell’Italia, il rapporto Spesa It/Pil nel 2011 nei Paesi sopracitati è stato molto più elevato (Usa 4,2%, Francia 3,4%, Germania e Uk 3,3%), mentre l’Italia, come la Spagna, si è fermato all’1,8%. La forbice tra innovazione e Italia si va allargando, diventando sempre più ampia.

Veniamo al 2012: nel primo trimestre il mercato delle telecomunicazioni ha totalizzato 9.960 milioni di euro, con un calo del 3,1% rispetto al 2011, mentre quello dell’IT è arrivato a quota 4.085 milioni di euro, segnando una contrazione del 3,4%, per un mercato complessivo dell’ICT pari a 14.045 milioni, in calo del 3,2%. Le previsioni per il 2012 parlano di un business complessivo pari a 56.599 milioni (-2,5%) con la componente telecomunicazioni a 39.530 milioni (-2,1%) e la componente IT a 17.119 milioni (-3, 1%).

Se il calo sembra contrarsi, a ciò si aggiunge una buona notizia, almeno secondo Paolo Angelucci, presidente di Assinform: “al calo della domanda Ict tradizionale, si sta contrapponendo l’emersione di un nuovo perimetro del mercato digitale, che tende ad ampliarsi in virtù della crescita delle componenti più innovative, legate alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all’Internet delle cose, all’uso di tablet, e-reader e smartphone”. Si tratta di un settore che è il frutto della convergenza fra tecnologie informatiche e di telecomunicazione, e che nel solo 2011 è stato di 69.313 milioni di euro, con un trend negativo più attenuato, dell’ordine di – 2,2 % rispetto al 2010.

Un nuovo trend in grado di compensare le perdite subite dal mercato tradizionale dell’Ict? Sembra proprio di si: “se il 2012 vedrà, secondo le nostre previsioni, un trend delle componenti tradizionali dell’Ict ancora in discesa, anche se con velocità attenuata, dell’ordine di – 2,5% , con le Tlc a -3,1% e l’It a -2,1%, prevediamo una crescita delle componenti innovative di +6,7% continua Angelucci.

Puntare su ricerca, sviluppo e innovazione sembra l’unica soluzione per salvare il mercato: rifocalizzarsi sugli asset innovativi e rimodellarsi in maniera efficiente su quelli tradizionali; crescere dimensionalmente sfruttando tutti gli strumenti a disposizione, innanzitutto capitale di rischio e reti d’imprese, investire massicciamente in Ricerca e Sviluppo. E a proposito di Agenda Digitale e Riforme dello Stato Angelucci sottolinea come sia necessario agire su latri 5 fronti:

  • risolvere il credit crunch: per le imprese It è fondamentale, perché essendo labour intensive sono particolarmente esposte alle problematiche finanziarie
  • riforma del lavoro: non deve essere piu “tossica” dell’attuale dell’art.18 bloccando la capacità di affrontare le sfide che pone il Global Digital Market
  • appalti: è indispensabile rivisitare la materia per l’It, eliminando le gare al massimo ribasso e rispettando i tempi di pagamento
  • riformare l’in-house per eliminare distorsioni di mercato e rivitalizzare la concorrenza nell’informatica pubblica
  • introduzione del Chapter 11 italiano per permettere la ristrutturazione delle imprese

L’Italia vive ancora in una dimensione di arretratezza dal punto di vista dell’utilizzo delle tecnologie informatiche, e questo colpisce anche le piccole e medie aziende che molto spesso puntano troppo poco a innovazione e imprese digitali. Per fare qualche esempio, nel nostro Paese le imprese italiane che acquistano on-line sono meno del 20%, contro la media europea del 30%, e ancora, è bassissimo il numero delle aziende che vendono on-line, raggiungendo valori del 2%, contro il 12-13% europeo. Colpa degli acquirenti? La popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54%, mentre in Europa va oltre 71%), e fra questi, la popolazione che acquista on-line è meno del 15% (Europa 40%), senza dimenticare che le famiglie italiane con accesso alla banda larga sono poco più del 53%.

Parole d’ordine: investire e innovare. Magari dandosi appuntamento al Salone Smau 2012, in programma dal 17 al 19 ottobre a FieraMilanoCity, per fare il punto all’information e communication technology.

VIENI A SMAU 2012: INFOIVA TI REGALA L’INGRESSO

Alessia CASIRAGHI

In arrivo il Samsung Galaxy Note 2

L’IFA, la fiera dedicata all’high-tech che si è svolta a Berlino dal 31 agosto al 5 settembre, ha segnato, in casa Samsung, la presentazione ufficiale dell’ultimo nato, ovvero il tanto atteso Galaxy Note 2.

Le aspettative, da parte dell’azienda coreana, sono molto alte, perché questo nuovo phablet dovrà essere all’altezza del suo predecessore, il primo ad essere smartphone e tablet contemporaneamente e, per questo, reduce da un grande successo.

In realtà, il design del nuovo “gioiello” di casa Samsung assomiglia molto al Galaxy S3 tanto da essere già stato ribattezzato come una semplice versione maggiorata di quello che, ad oggi, rappresenta ancora lo smartphone di punta dell’azienda.
Ma, ad osservarlo meglio, le novità sono parecchie, a cominciare dai contenuti.

Lo schermo, ad esempio, è un Super Amoled HD (1280 X 720 16:9) da ben 5,5 pollici, un vero record per la categoria. Lo schermo inoltre, per poter permettere l’uso del famoso pennino s-pen è compatibile con la tecnologia Wacom e presenta ben 1024 livelli di pressione riconosciuti.

La memoria è di 2 GB, indispensabile per garantire non solo un’ottima esperienza d’uso, ma anche per supportare i software integrati in questo innovativo dispositivo. Tra questi, Air View, Popup Note, Quick Command e Screen Recorder.

Altre caratteristiche “succulente” per gli amanti dell’high-tech sono una fotocamera posteriore da 8 MP, una fotocamera anteriore da 1,9 MP, il GPS, GLONASS, il Bluetooth, il 3g, il WIFI.

E per averlo, non occorre aspettare ancora molto, perché sarà disponibile da ottobre.

Vera MORETTI

Panasonic Toughbook CF-H2, tablet “da battaglia”

Un tablet “da battaglia”. Meglio non si potrebbe definire l’ultimo nato di casa Panasonic, il Panasonic Toughbook CF-H2, un tablet PC pensato per i professionisti che cercano un dispositivo affidabile, potente, resistente e compatibile con i vari software del mondo del lavoro.

Panasonic Toughbook CF-H2 viene commercializzato in due versioni, entrambe rivolte a un target specifico: la prima, CF-H2 Health, è pensata per i medici e lo staff clinico, mentre la seconda, CF-H2 Field, è dedicata ai professionisti che lavorano sul campo, spesso in condizioni estreme, come operai, addetti di cantiere, militari.

Panasonic Toughbook CF-H2 è “da battaglia” proprio perché è un tablet PC di tipo “rugged“, che ha ricevuto senza alcuna esitazione la certificazione IP54: ossia la garanzia di massima resistenza a cadute, temperature estreme, acqua, polvere, vibrazioni di ogni genere.

Visibilità ottimale in ogni situazione di luce grazie alla tecnologia proprietaria Panasonic Transflective Plus: sia al chiuso sia all’aperto non genera riflessi che rendono difficoltosa la lettura del display.

Sul Panasonic Toughbook CF-H2 “gira” Microsoft Windows 7, con probabile upgrade a Windows 8. Completano la dotazione del tablet una fotocamera posteriore da 3 megapixel e porte USB.

Professionisti? Al mare col pc

Professionisti e manager non staccano mai, nemmeno in vacanza. Sarà la crisi, saranno le responsabilità, ma pare che anche in ferie chi ha un’attività o una professione non riesce a fare a meno di lavorare.

Lo sostiene una ricerca del gruppo Hays, secondo la quale il 77% dei manager italiani non smette di lavorare neanche al mare. Buona parte di loro utilizza netbook, smartphone e tablet per controllare almeno la posta aziendale (46%), i manager si dedicheranno al lavoro nel 12% dei casi e solo due professionisti su dieci intervistati si concederanno uno stacco vero dal lavoro.

Merito soprattutto delle novità tecnologiche, anche ridotte di dimensioni, con le quali si può essere come in ufficio e si possono svolgere alcune semplici operazioni giornaliere, oppure portare avanti progetti di business.

Ma cosa utilizzano maggiormente professionisti e manager? Secondo la ricerca di Hays, tra i device maggiormente utilizzati dominano gli smartphone, usati dal 75% delle persone; seguono i pc e netbook (69%) e tablet (28%).

Ma quanto durano le vacanze di questi forzati del lavoro? Nove intervistati su dieci, nonostante il periodo di crisi, non rinunciano ad almeno due settimane di ferie, come nel 2011.

Il telelavoro ha fatto boom

Telelavoro, un boom. Non solo professionisti e free lance, ma anche manager, quadri e consulenti scoprono che lavorare da remoto fa bene e fa aumentate la produttività anche del 60%. A dirlo è Hays, uno dei leader a livello globale del recruitment in middle e top management, che ha analizzato il fenomeno nel nuovo numero dell’Hays Journal.

Merito di questo boom? Della tecnologia e dei suoi device: dall’e-mail agli smartphone, dalla videoconferenza ai tablet. E, insieme a questi dell’aumento delle imprese con aspirazioni globali. Sempre maggiore è infatti il numero delle aziende che incoraggiano i dipendenti a scegliere opzioni d’impiego che prevedono il lavoro da remoto: aumenta la produttività, riduce i costi e migliora la spinta motivazionale dei dipendenti, garantendo il cosiddetto work-life balance.

Un altro “effetto collaterale” benefico del telelavoro è la possibilità di creare team multi-culturali, che possano far fruttare la diversità di retroterra ed esperienza per creare valore aggiunto da mettere ai prodotti. Paesi a forte multiculturalità come Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi hanno aperto la strada del remote working in Europa, con importanti piani di sviluppo per la banda larga e di accesso wireless.

Pur privilegiando il remote working, rimane fondamentale programmare incontri faccia-a-faccia che aumentino lo spirito di squadra, evitando che i professionisti perdano di vista i valori o la mission aziendale. Sempre nel caso di telelavoro, i direttori delle risorse umane dovranno stabilire come i colleghi delle sedi fisiche si debbano rapportare con i colleghi ‘da remoto’, rispettando sempre le gerarchie e le procedure aziendali. Un aspetto non da poco che, se gestito male, può anche vanificare tutti i vantaggi del remote working.

Imprese sempre più etiche

Le imprese sono sempre più etiche e sempre più sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa. Questo anche grazie ad un meccanismo di “contagio” e di “buon esempio”: un’impresa che attua pratiche virtuose viene spesso imitata dalle altre, sia in orizzontale, cioè tra imprese, sia in verticale, ovvero quando una grande azienda sensibilizza anche gli attori più piccoli della filiera.

Ed è proprio di “contagio” che si parlerà al convegno Dal dire al fare, il salone dedicato alla Csr, giunto all’ottava edizione, in programma all’Università Bocconi di Milano fino al 31 maggio.

Se sul fronte dell’impegno le aziende stanno migliorando, lo stesso non si può dire della comunicazione. Come spiega Rossella Sobrero di Koinética, in questo campo c’è ancora molto da fare. Sempre in occasione del Salone, quindi, si discuterà di Reporting Integrato, il sistema che permette alle imprese di documentare i risultati finanziari, ambientali, sociali e di governance attraverso uno strumento unitario.

Nel rispetto dei principi della sostenibilità, il salone quest’anno diventa ancora più digitale: tablet per poter navigare tra le buone prassi delle organizzazioni presenti, realtà aumentata attraverso la copertina del programma e del catalogo, Facebook, Twitter, coinvolgimento dei blogger e degli influencer della rete.

d.S.

Tablet e smartphone mettono a rischio la sicurezza delle aziende

di Vera MORETTI

Dispositivi mobili aziendali: un bene o un male?
Una nuova ricerca internazionale condotta sui rischi della mobilità, infatti, sembra far emergere alcune problematiche, soprattutto per quanto riguarda sicurezza e policy aziendale, spesso sconosciute ai più.

Tra i 304 professionisti intervistati per la ricerca, ben il 92% considera tali dispositivi importanti per raggiungere gli obiettivi di business, ma, tra gli intervistati, l’88% ne riconosce la pericolosità, anche se solo il 34% utilizza policy rinforzate e il 17% mette in atto i controlli di sicurezza necessari per evitare questi rischi.

La contraddizione è palese, soprattutto considerando che, negli ultimi anni, l’IT si è molto dedicato alla sicurezza dei desktop, cercando di prevenire la perdita di dati via web o e-mail. Se non che, con l’avvento dei nuovi dispositivi mobili, che stanno sostituendo i notebook, non si stanno seguendo le stesse accortezze. E il rischio è grande, perché la perdita dei dati sensibili è molto più che una remota possibilità.

A confermarlo è una ricerca effettuata dal Ponemon Institute, i cui intervistati IT hanno dichiarato che il 63% delle violazioni si è verificato a causa di dispositivi mobili. Solo il 28% ha dichiarato che i computer dei dipendenti erano la causa.

Inoltre, ben il 75% degli interpellati ha dimostrato di essere al corrente che i dipendenti aggirano o disattivano le funzionalità di sicurezza, come le password e il blocco tasti, sui dispositivi aziendali e personali.
Ma, cosa ancora più importante, è che il 58% delle aziende coinvolte ha ammesso di aver subito una perdita di dati causata dall’uso non protetto dei dispositivi dei dipendenti, tra cui notebook, smartphone, device USB e tablet.
Il 45%, inoltre, ha riscontrato un incremento delle infezioni malware a causa dei dispositivi mobile non sicuri, utilizzati sul posto di lavoro.

Il settore IT sempre più in crisi

di Vera MORETTI

Il mercato IT è in crisi, e i numeri lo dimostrano ampiamente: il peggioramento era cominciato già nel secondo semestre dello scorso anno, e il trend negativo continua anche nel primo trimestre 2012.
Assinel Report, infatti, conferma un 2,9% in negativo rispetto all’ultimo trimestre 2011 e diventa -6,2% se si confronta con lo stesso periodo dell’anno scorso.

Ad essere colpito è soprattutto l’hardware, che ha registrato -8,7% rispetto al primo trimestre 2011, seguito dal comparto Servizi IT (-7,6%) e dal software (-3,2%).
In positivo, invece, il Cloud Computing (+43,8%) e il segmento tablet/smartphone (+12,3%), ma la perdita è di quasi 3 miliardi di euro dal 2008 ad oggi.

Giorgio Rapari,presidente di Assintel, ha dichiarato: “Come sempre il nostro Paese non è stato capace di sfruttare le dinamiche anticicliche legate all’Information Technology, intrappolato in logiche tattiche, purtroppo necessarie, di taglio dei costi“, anche se viene visto con ottimismo il binomio Monti-Passera, grazie all’attenzione nei confronti dell’Agenda Digitale.

E’ anche vero, però, che il mercato non può permettersi il lusso di aspettare i modi e i tempi della politica, cosa che rappresenterebbe un’ulteriore perdita da parte del settore. Per salvare l’IT, invece, occorre stare al passo con le innovazioni, come l’enterprise mobility, il cloud, il mondo social e l’information security management.

Salta all’occhio, tra i problemi più salienti, il declino della spesa nel medio periodo, poiché rispetto all’ultimo trimestre del 2011, l’Hardware segna un -9,7% e così finirà l’anno.
Il comparto Servizi IT segna un -0,3% che, secondo le previsioni, calerà fino al -3,8%. Il software sembra tenere, con un debole +0,2%, che dovrebbe salire dello 0,8% per la fine del 2012.

Positive, invece, le cifre per Assicurazioni, TLC-Media e Consumer. Infine continuerà la contrazione della spesa in innovazione per le micro e piccole imprese (si stima rispettivamente un -16,7% e un -11,6%), mentre le grandi e medio grandi imprese dovrebbero riuscire a mantenere posizioni meno negative (-1,5% e + 0,5% rispettivamente).
Considerando, poi, che i segnali positivi derivano da quelle imprese che hanno sviluppato un Made in Italy innovativo, capace di investire in competitività e qualità, si conferma il principio per cui l’IT deve abbandonare il suo carattere tradizionale ed essere sempre più proiettato verso le nuove tecnologie.

Tutto ciò viene confermato anche da Alfredo Gatti, mangino partner di Nextvalue: “La trasformazione dell’IT si fa strada inesorabilmente pur tra le difficoltà del momento. Persone, amici, famiglie usano strumenti come tablet, smartphone e social media per decidere in chi riporre fiducia, dove andare, cosa comprare e perché. Imprese e società civile usano gli stessi strumenti per essere più presenti e vicini ai loro clienti. Per gli operatori dell’IT è il momento di ripensare al valore dei propri clienti, di creare nuovi modelli operativi, di trarre nuovi vantaggi competitivi. La sfida è farlo velocemente e capire quanto tutto ciò può portarci lontano“.