Sapori di Puglia, tra masserie e agriturismi

Turismo enogastronomico e ambientale sembrano essere le voci preferite dagli italiani in questa calda Estate 2012. La voglia di trascorrere il tempo libero all’aria aperta o di gustare i sapori del territorio, il cibo cosiddetto a Km 0, valgono più di resort da sogno e notti da vivere fino all’alba. Continua la ricerca di Infoiva su e giù per lo stivale per dare voce alle realtà del settore turistico italiano che vedono maggiormente impegnata la piccola e media imprenditoria.

In Puglia masserie e  agriturismi continuano ad esercitare enorme fascino su turisti italiani e stranieri, che desiderano coniugare la vacanza balneare alla scoperta delle particolarità regionali in materia enogastronomica. Per fare il punto sulla situazione del turismo nel tacco d’Italia, fra innovazione e tradizione, mare cristallino e entroterra incontaminato, abbiamo deciso di dare la parola a Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Cultura, Turismo della Regione Puglia.

Estate 2012 in Puglia: qual è il bilancio dei primi mesi?

Dall’indagine conoscitiva realizzata dall’Osservatorio turistico regionale, in collaborazione con Isnart e Unioncamere, per rilevare l’andamento delle prenotazioni per l’estate 2012 e la percezione complessiva degli operatori turistici in merito al suo andamento, è emerso che ad inizio giugno 2012 il 37% circa delle camere disponibili risultavano essere prenotate. Bene anche il mese di luglio seguito dal picco stagionale di agosto al quale, sin da giugno, corrispondeva un tasso di prenotazione del 41%.

Quali sono le località della Puglia più richieste per questa estate?
Dalle prenotazioni emerge che la stagione favorisce soprattutto il comparto ricettivo della provincia di Lecce, che finora ha ricevuto prenotazioni per oltre la metà delle camere disponibili (in media il 56%): 47% a giugno, 51% a luglio, 53% ad agosto. I tassi più bassi (il 20% delle prenotazioni sul totale camere) si registrano nella provincia di Bari che, con il capoluogo, è prevalentemente una destinazione destagionalizzata di business e cultura. Buone performance anche per il Gargano, l’area dell’Arco ionico tarantino e la Valle d’Itria.

Quale tipologie di strutture alberghiere vengono predilette? 
La necessità di risparmio dei turisti/viaggiatori potrebbe penalizzare in particolare il settore alberghiero che, secondo l’indagine ISNART-Unioncamere, fa registrare in Italia nei primi tre mesi del 2012 un calo del tasso di occupazione camere del -7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nel dettaglio, in Puglia, si evidenziano tassi di prenotazione più elevati per le residenze turistiche alberghiere (56%), i 5 stelle (47%) e i campeggi (42%). Le masserie e gli agriturismi continuano ad esercitare enorme fascino su quanti alla vacanza balneare vogliano coniugare il turismo rurale ed enogastronomico.

La Puglia è meta di turismo prevalentemente italiano o anche straniero?
La componente straniera, che ha fatto registrare elevati tassi di crescita degli ultimi anni, incide sul totale degli arrivi e delle presenze per il 16%. Il processo di internazionalizzazione, avviato nel 2005, sta portando ad un aumento delle quote straniere:  dal 2009 al 2011, l’incoming dall’estero è cresciuto di 2,77 punti percentuali per gli arrivi e del 2,16 per le presenze. Nel confronto con le altre regioni italiane, nel biennio 2008-2010, la Puglia è stata la seconda regione per variazione delle presenze straniere, pari a +7,87%, la più alta dopo la Lombardia, che ha aumentato la quota di turismo straniero del 12,41%. Con più di 100mila arrivi nel 2011 la Germania si conferma il primo mercato di riferimento, seguita da Francia, Giappone e Svizzera. Per quanto concerne la domanda nazionale è la stessa Puglia il primo mercato, ovvero il turismo domestico rappresenta il 22% del totale italiano.

Quali iniziative sono state promosse dalla Regione per favorire il turismo straniero?
Oltre alla partecipazione alle principali Fiere internazionali di settore con stand tematici e azioni di promo-commercializzazione dei prodotti turistici pugliesi, l’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e l’Agenzia Puglia promozione hanno attuato due grandi campagne di comunicazione in Russia e Germania.
La Puglia offre ai turisti non una semplice vacanza ma un’esperienza di viaggio, fatta di conoscenza diretta dei pugliesi, del loro stile di vita e della loro terra. Tutto ciò è racchiuso nel claim “100% Puglia style”, la campagna di comunicazione che tra aprile e maggio ha raggiunto i principali target cui è destinata la promozione della destinazione turistica Puglia in Russia, attraverso l’area metropolitana di Mosca.
Quest’estate, proseguendo e innovando il fortunato ciclo di Città Aperte, è partito il progetto “Open Days” dove valorizzazione e fruibilità del patrimonio regionale si declinano in iniziative che si svolgono in contemporanea in tutta la regione, come in una grande sightseeing tour per i turisti. Con “Open Days” l’inaccessibilità diventa accessibilità sostenibile, patrimonio collettivo, bene comune. Oltre 150 Beni del patrimonio culturale, in 54 Comuni; mille eventi per 54 comuni; 20 tra parchi e aree protette che interessano circa altri 60 Comuni.

Tre motivi per trascorrere una vacanza in Puglia
Resta tra i luoghi più affascinanti e incontaminati del Mediterraneo europeo, è divertente, è economica.

Quanto ha inciso l’applicazione dell’IMU sul bilancio delle strutture alberghiere? Quali conseguenze avrà?
L’Osservatorio turistico regionale sta portando a termine un’analisi per misurare l’impatto dell’IMU sui bilanci delle strutture ricettive pugliesi. Di certo si è trattato di un ulteriore aggravio fiscale ma appare prematuro creare allarmismi.

I piccoli imprenditori del turismo sono stati costretti a ridurre le unità del personale alberghiero? Se sì, in che percentuale?
A soffrire maggiormente del calo generalizzato dei consumi potrebbero essere le grandi strutture alberghiere per le quali i costi fissi sono più elevati. Semplici politiche di pricing al ribasso possono essere dannose in quanto abbassano i margini di guadagno. Piuttosto una differenziazione dell’offerta e un adeguamento dei servizi alle esigenze di una domanda che valuta sempre di più il value for money, inteso come rapporto qualità prezzo, appare essere la miglior strategia perseguibile. Va comunque segnalato che dal 2010 al 2011 la Puglia ha registrato un aumento complessivo degli addetti al settore turistico pari al 19,5%.

In Puglia una soluzione di alloggio molto diffusa è la masseria. Se dovessimo tracciarne un profilo, quante sono? Dove sono diffuse? Qual è il plusvalore di trascorrere una vacanza in una masseria?
Le masserie sono un’espressione tipica del paesaggio agricolo e turistico della Puglia. Il repertorio delle masserie presente nel territorio regionale si caratterizza per numerosissime declinazioni, ciascuna delle quali rappresenta un esempio unico. Il numero delle masserie distribuite nel territorio regionale è rilevante, di queste circa 1.400 sono state riconosciute di particolare rilevanza storica e appartengono tanto a enti pubblici territoriali, come i Comuni, quanto ad alcuni privati. Le masserie la cui attività prevalente o esclusiva è riconducibile all’ospitalità, nel 2011 sono oltre 200, di cui il 23% alberghi, il 30% circa agriturismo, e il restante in B&B e altre tipologie. Le masserie contribuiscono all’offerta ricettiva pugliese con 2.000 camere circa e 4.200 posti letto, di cui oltre il 28% disponibili nelle strutture alberghiere. La maggior concentrazione di masserie si trova nella provincia di Lecce (45% ), seguita dalla provincia di Brindisi ( 13%) e di Bari ( 10%), il resto è distribuito tra le altre province di Foggia, Taranto e Barletta – Andria – Trani.
Le masserie offrono un contributo significativo alla destagionalizzazione dei flussi, anche per effetto dell’attivazione di numerosi servizi accessori volti a valorizzare l’identità e la cultura locale, come ad esempio l’attivazione di corsi di cucina pugliese e la creazione di eventi esclusivi per far conoscere l’identità del territorio, la produzione di prodotti e piatti tipici volti ad attrarre il turista enogastronomico.

Se un piccolo imprenditore dovesse decidere di aprire una masseria, la Regione offre incentivi (sgravi fiscali, aiuti finanziari) in tal senso?
Il nuovo regolamento varato dalla Giunta regionale (con delibera n. 257 del 14.2.2012) introduce importanti novità per incentivare l’offerta turistica made in Puglia. Di fatto, il Contratto di Programma regionale, incentivo destinato fino ad oggi alle grandi imprese del manifatturiero, per la prima volta viene esteso al mondo del relax, del tempo libero e delle vacanze,  con la nascita del Contratto di Programma Turismo. Il Titolo II Turismo, un incentivo che fino ad oggi ha riservato aiuti per le piccole e microimprese, col nuovo regolamento è destinato anche alle aziende di media dimensione. Allo stesso tempo – ed è la terza novità ‐ si amplia la tipologia delle opere finanziabili collegate alla struttura recettiva principale: per la prima volta potranno essere agevolati i parchi tematici, gli immobili di pregio e i teatri privati.
Così la Regione, che ha ammesso a finanziamento fino ad oggi con gli aiuti “Titolo II” e “PIA Turismo” investimenti per 98,8milioni di euro (di cui 35,4 le agevolazioni), guarda al futuro, con un occhio attento alla congiuntura economica e l’altro ad uno sviluppo dell’industria turistica rispettoso del territorio, senza mai dimenticare la domanda di lavoro.

Come si incentiva il turismo in un momento di crisi?
In questo momento di particolare difficoltà per la congiuntura economica internazionale, abbiamo voluto essere al fianco degli operatori turistici con il potenziamento degli strumenti di pianificazione promozionale e di sostegno alle imprese, che costituiscono anche una preziosa leva di controllo della qualità del brand, dello sviluppo sostenibile e del customer satisfaction come obiettivo strategico.

Alessia CASIRAGHI

Start up pugliesi, arrivano i finanziamenti

In Puglia un occhio di riguardo per le start up. La Camera di Commercio di Taranto promuove infatti la formazione di nuove start up provinciali con un bando ad hoc, che prevede contributi in conto interessi per le imprese iscritte al Registro imprese che hanno stipulato mutui o prestiti tra il 1 maggio 2011 e il 22 maggio 2012. Tassativo che le imprese siano innovative, femminili, giovanili oppure sociali.

I bando prevede un abbattimento del 100% del costo per interessi del finanziamento, su un ammontare massimo pari a 25mila euro. Oltre questa soglia, l’ammontare del contributo sarà calcolato sulla base del costo per interessi relativo a tale importo massimo. Gli incentivi non possono comunque andare oltre i 2mila euro per impresa.

Le domande possono essere inviate entro il 22 maggio tramite il servizio PEC alla Camera di Commerci di Taranto. Per maggiori informazioni, clicca qui.

Puglia, il mattone conviene

La Puglia si conferma una regione nella quale poter fare ottimi affari a livello immobiliare. Secondo l’Osservatorio Casa.it, che ha analizzato il mercato immobiliare della regione, le quotazioni sono in calo in tutto il Tacco d’Italia. Se a Bari si registrano le quotazioni più alte nel centro storico per l’acquisto di un bilocale, Lecce si aggiudica il titolo di seconda provincia più cara, con una media di 2.750 euro al mq per l’acquisto della stessa tipologia d’immobile nelle zone centrali.

Secondo Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it, “nel centro storico di Bari per l’acquisto di un immobile la media si attesta sui 3.100 euro al metro quadro. In generale, le tipologie maggiormente richieste sono i trilocali di piccole dimensioni in particolare dotati di box o posto auto le cui quotazioni oscillano in media tra i 2.000 e i 2.400 euro al metro quadro a seconda che l’immobile sia o meno da ristrutturare“. “Da un’analisi delle richieste pervenute al nostro portale abbiamo rilevato, inoltre, che la domanda immobiliare barese in questo ultimo anno sembra essersi concentrata maggiormente su zone meno centrali, dove sono presenti immobili di più recente costruzione con costi più bassi“, conclude Mancini.

Secondo l’osservatorio Casa.it, dopo Bari è Lecce la città pugliese più costosa, con la media di 2.750 euro al metro quadro per l’acquisto di un bilocale ristrutturato nel centro storico. Fuori dal centro, invece, i prezzi si attestano sui 1.500 euro al metro quadro. A Foggia, nelle zone centrali più ambite di Corso Garibaldi, Corso Roma e Corso Giannone, il prezzo medio si aggira sui 2.000 euro al metro quadro, mentre nel centro di Taranto vengono richiesti circa 1.550 euro per appartamenti in buone condizioni, che salgono fino a 2.300 euro se accompagnati da un garage. Più economica Brindisi, dove nei quartieri centrali di Bozzano e Corso Garibaldi il costo medio di un bilocale è di 1.450 euro al mq.

Poche sorprese anche dal mercato degli affitti. Bari si conferma la città più costosa, con una media di 650 euro mensili per un bilocale. Brindisi, Foggia e Lecce seguono con una situazione omogenea fra di loro di 550 euro circa per la stessa tipologia d’immobile nelle zone centrali. Taranto chiude la classifica con una media di 350 euro d’affitto per un bilocale in centro.

Puglia: link utili da aggiungere ai preferiti.

Segnaliamo alcuni link di siti istituzionali, utili agli imprenditori pugliesi.

Bari

Barletta – Andria – Trani

  • sito istituzionale della Provincia
  • sito della Camera di Commercio

Brindisi

Foggia

Lecce

Taranto