Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

La filiera dell’arredo? Ha la febbre…

di Davide PASSONI

Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.

Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.

Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.

Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredoha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.

E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.